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Lazio

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Un po’ come Parigi è la Francia, così Roma è il Lazio, perché, inutile negarlo, la città Caput Mundi di ieri e di oggi, almeno di primo acchito, fagocita tutto quello che ha attorno. Ma lasciato alle spalle il GRA – il Grande Raccordo Anulare che cinge la capitale – c’è così tanto da scoprire che spesso bisogna fare i conti con scelte difficili. Puntare sulla costa o sui Colli Romani? Sulla campagna o sui monti dell’entroterra, fino a raggiungere le cime innevate del Terminillo? In effetti, si tratta di una Regione che, separando il Nord e il Sud d’Italia, raccoglie in sé cimeli e manifestazioni geoculturali diverse, diventate dal ‘700 in poi attrattiva irrinunciabile del cosiddetto Grand Tour, il percorso di formazione per eccellenza. Un must per artisti, letterati e raffinati traveller di tutta Europa, compreso un entusiasta Goethe, le cui memorie ed emozioni sono tramandate nel celeberrimo Viaggio in Italia.  A condensare tutto ciò che significa Grand Tour nel Lazio contemporaneo c’è Tivoli, dove il welcome lo danno due dei sei beni laziali iscritti nel Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco (cinque escludendo Roma e il suo centro storico, immenso museo all’aperto): Villa Adriana, straordinario complesso architettonico risalente al II secolo d.C., e Villa d’Este, fulgido esempio di dimora patrizia rinascimentale, cui si aggiunge il parco romantico di Villa Gregoriana, all’interno del quale si trova la Grande Cascata, fra le tappe naturalistiche da non mancare. Restando nella provincia dell’Area Metropolitana di Roma si spazia dalla Necropoli Etrusca della Banditaccia a Cerveteri – che insieme a quella di Tarquinia nel viterbese è bene Unesco – a Castel Gandolfo, da secoli buen retiro papale, a pochi passi dai resti della Villa romana di Domiziano; dal Castello Orsini-Odescalchi di Bracciano affacciato sull’omonimo lago, a Palazzo Pamphilij ad Albano Laziale, entrambi frutto di quella voglia di primeggiare che fra il XVI e il XVIII spinse le famiglie patrizie più abbienti della zona a erigere dimore che parevano regge. Basta fare cenno a Palazzo Chigi ad Ariccia, o a Palazzo Farnese a Caprarola, già in provincia di Viterbo, per far volare la fantasia a quell’epoca d’oro, di balli e ricevimenti da sogno, in cui si conversava di arte e cultura facendo sfoggio di committenze d’eccezione, come pure si tessevano rapporti e alleanze politiche più o meno strategiche.

Già Viterbo meriterebbe da sola un viaggio per esplorare con attenzione il centro storico, fermo all’epoca medievale e con emergenze di notevole interesse, religioso e architettonico, come il Palazzo dei Papi, la Cattedrale di San Lorenzo e la Basilica di San Francesco alla Rocca. Dalla “Città dei Papi” si passa poi alla “Città che muore”, Civita di Bagnoregio, un pugno di case arroccate su uno sperone di tufo, che pare pronto a sgretolarsi da un momento all’altro, e che nel frattempo si fregia di essere fra i “Borghi più belli d’Italia”.

I due leit motiv costanti, luoghi sacri e d’arte, si ritrovano anche a Rieti e dintorni. Partendo dal centro cittadino, sembra di sfogliare un libro di storia, che salta dal bel Palazzo Vescovile del Duecento al Teatro Flavio Vespasiano, che a dispetto del nome risale alla fine dell’800, fino al Ponte romano, quello sì, cimelio del passato, parte della Via consolare Salaria. Nella sua piacevolezza rurale, la campagna reatina è però anche crogiuolo di monumenti di tutto rispetto, che riportano ancora una volta su strade di fede. A Greccio si visita il Santuario fondato nel 1288 nei pressi della grotta che ospitò San Francesco, e a Fara in Sabina l’Abbazia di Farfa, al centro di un territorio noto per la bontà del suo olio extravergine di oliva, non a caso detto l’”oro della Sabina”. Spingendosi più all’interno ecco Amatrice, fin troppo nota per il terremoto del 2016, che introduce il grande tema dell’enogastronomia regionale, o meglio, provinciale, data la varietà di piatti che pare andare di pari passo al mutare delle inflessioni dialettali. Le eccellenze in bottiglia si concentrano soprattutto nell’area dei Castelli Romani, in Ciociaria quelle casearie, dove la cultura buttera si riflette in piatti di carne di cavallo e vaccina, oltre all’intoccabile abbacchio, re delle tavole laziali, pasquali e non solo, da Viterbo in giù.

Mancano ancora due provincie, Frosinone e Latina, dove molto altro ci aspetta. A Frosinone si scoprono i resti dell’Anfiteatro romano, ad Anagni il Duomo e il Palazzo dei Papi, a Montecassino l’imponente Abbazia, il secondo monastero più antico d’Italia. Infine, Latina, che di per sé rappresenta la summa dei canoni dell’architettura del ventennio fascista, ma soprattutto vanta una serie di borghi e destinazioni marine una più meritevole dell’altra: Sperlonga, San Felice Circeo, Sabaudia, Terracina, Gaeta, Formia e, da ultimo, le Isole Ponziane.

Gli appassionati di trekking e outdoor troveranno sfogo in numerose zone sotto tutela, a partire da ben tre Parchi Nazionali – del Circeo, del Gran Sasso e Monti della Laga, e d’Abruzzo, Lazio e Molise – e in moltissime aree e riserve protette, situate lungo la costa come nell’entroterra. Una nota a parte meritano i due beni dichiarati nel 2017 Patrimonio Unesco: la Faggeta vetusta depressa di Monte Raschio, all’interno del Parco naturale regione di Bracciano-Martignano, e la Faggeta di Monte Cimino, fra le più maestose dell’Italia centrale.

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Palazzo Pontificio

Castel Gandolfo, Lazio

50 elementi Cosa fare e vedere

  • Museo

Palazzo Pontificio

Castel Gandolfo, Lazio

Acquisito dalla Camera Apostolica nel luglio 1596 e incorporato come patrimonio inalienabile della Santa Sede il 27 maggio 1604, il territorio di Castel Gandolfo fu prescelto come luogo di villeggiatura da molti papi. Costruito tra il 1624 ed il 1626 per volere di Papa Urbano VII Barberini e su progetto di Carlo Maderno, il Palazzo Pontificio venne realizzato sul sito occupato dal Castello dei Savelli; al completamento dell’edificio partecipa anche Gian Lorenzo Bernini che realizza presso i giardini un portale oggi non più esistente e collabora alla realizzazione di un’ala. All’interno della Cappella di Urbano VIII, ed in altri spazi attigui, si trovano gli affreschi eseguiti da Simone Lagi e dagli Zuccari, mentre la Galleria del Bernini è stata affrescata da Pier Leone Ghezzi. Ricordiamo anche la Sala da Pranzo di Clemente XIV, la Sala del Trono arredata con arazzi, e la Sala dello Scalco con dipinti di Salvator Rosa. La residenza papale viene abbandonata nel 1870, con la caduta dello Stato Pontificio, fino al 1929, quando con i Patti Lateranensi torna ad essere nuovamente la residenza estiva dei Papi. Palazzo Pontificio insieme a Villa Cybo e Villa Barberini costituisce il complesso delle Ville Pontificie che godono del diritto di extra-territorialità. I giardini delle tre residenze costituiscono il Parco delle Ville Pontificie; all’interno della splendida e curatissima area verde è posta la Specola Vaticana, l’Osservatorio Astronomico, e vi sono ubicati i resti della Villa dell’Imperatore romano Domiziano, di cui si sono conservati un grande criptoportico, i resti di un teatro e diverse esedre, nonché qualche tratto stradale ricoperto dall’originale basolato.
Il 21 ottobre 2016, per decisione di papa Francesco, il Palazzo ha dismesso le sue vesti di residenza estiva papale ed è diventato ufficialmente un museo.

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  • Cammino-Religioso

Chiesa Abbaziale di Santa Maria Maggiore

Ferentino, Lazio

La Chiesa Abbaziale di S. Maria Maggiore in Ferentino è uno dei monumenti più insigni di tutto il Lazio e tra le prime chiese in stile gotico-cistercense costruite in Italia, e tra quelle anche meglio conservate. Sorge sopra i ruderi e le testimonianze di altri edifici di culto cristiani: la “Domus Ecclesia”, la Chiesa del IV-V secolo, e la Chiesa del IX secolo. Si pensa che anticamente l’abbazia dovesse essere collegata con la grangia dell’abbazia di Casamari e come quest’ultima dovesse possedere un chiostro, testimoniato dai resti di arcate nella parete nord. Fu edificata probabilmente nella seconda metà XIII secolo e la costruzione è opera dei monaci cistercensi presenti nella zona già dal 1135, da quando cioè san Bernardo da Chiaravalle, con la protezione e la spinta di papa Innocenzo III, venne a rinnovare l’ordine benedettino.

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  • Cammino-Religioso

Abbazia di Casamari

Veroli, Lazio

L’Abbazia di Casamari è uno dei monumenti italiani più antichi dell’arte gotico-cistercense. Il complesso si trova nel territorio di Veroli in provincia di Frosinone, dove un tempo sorgeva la cittadina romana di Cereatae Marianae, luogo di culto della dea Cerere ma anche luogo in cui nacque e crebbe il condottiero Caio Mario. Casamari infatti vuol dire casa di Mario. Sepolta tra boschi inviolati, l’abbazia fu fondata dai benedettini nel 1035 e poi ricostruita dai seguaci di San Bernardo che vi si insediarono nel 1140. Una delle abbazie stilisticamente piu’ significative in Italia e merita sicuramente di essere visitata. Situata nell’estremo territorio orientale del comune di Veroli, lungo la via Maria, a meta’ percorso fra Frosinone e Sora. L’abbazia di Casamari con Regio Decreto del 28 febbraio 1874 è stata dichiarata monumento nazionale.
Casamari denota uno stile complementare diverso dai canoni costruttivi dell’arte monumentale del tempo ispirandosi all’architettura borgognona di Francia, funzionale e semplice, propria dell’ordine dei cistercensi. ll senso di perfezione e di pace è rafforzato dalla pietra chiara e spoglia utilizzata per l’intero complesso mentre l’ambiente austero è magnificamente illuminato dalla luce del sole che filtra attraverso le vetrate di alabastro. L’Abbazia è a tre navate, con abside e transetto, interamente costruita in pietra lavorata, senza stucchi decorativi né opere pittoriche che possano distogliere l’animo del religioso dalla contemplazione del divino. Sulla crociera si innalza la lanterna o torre campanaria; attraverso una porta laterale si accede al chiostro e all’Aula Capitolare, l’ambiente più importante dopo la chiesa.

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  • Cammino-Religioso

Abbazia di San Domenico Abate

Sora, Lazio

L’abbazia di San Domenico, ubicata alla confluenza del fiume Fibreno con il Liri, sulle rovine di una villa di Marco Tullio Cicerone, è stata fondata nel 1011 dall’abate Domenico di Foligno a suggello pubblico di penitenza, di conversione e di devozione del governatore di Sora e d’Arpino Pietro Rainerio e di Doda sua moglie. Al titolo originario di Beata Madre di Dio e Vergine Maria il papa Pasquale II , nella riconsacrazione della chiesa del 22 agosto 1104, aggiunse anche quello di San Domenico. Lo stile primitivo della basilica è il romanico: pianta a croce latina, con tre navate, la centrale più larga e più alta delle due laterali, chiuse in fondo da tre absidi semicircolari; copertura a volta sostenuta da colonne; il presbiterio più elevato del piano della chiesa e sovrastante una cripta sotterranea.

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  • Patrimonio culturale Religioso

Santuario della Madonna della Civita

Itri, Lazio

Il Santuario di Maria Santissima della Civita si trova a Itri, in provincia di Latina, in cima al monte Fusco a 673 metri sul livello del mare.
Al centro dei sentieri che conducono dal golfo di Gaeta, alla Ciociaria, fino in Abruzzo, è come un balcone tra i monti Ausoni e Aurunci con belvedere sul Tirreno. Il santuario appartiene all’arcidiocesi di Gaeta ed è stato affidato ai padri Guanelliani fino al 1985: da allora, la cura pastorale è dei Padri Passionisti.
Nella zona di Itri è attestata la presenza di cenobi benedettini cassinesi. Un monastero del XII secolo è ricordato alle falde del monte Civita, con il nome di val di Fellino (Figline). Il monte della Civita acquisì importanza grazie alla venerazione del ritratto della Madonna Odigitria, che la tradizione ha attribuito alla mano di san Luca evangelista. Per un evento miracoloso il ritratto bizantino, forse scampato all’iconoclastia, fu rinvenuto su un leccio sul monte Fusco e divenne luogo e meta dei pellegrinaggi. Nel 1147 per la prima volta si fa menzione di una chiesa della Madonna della Civita in alcune donazioni lasciate dal notaio Gualgano e da sua moglie Sighelgarda.
Costante fu la popolarità del santuario, tanto che il vescovo di Gaeta Patrizi definì la chiesa devotissima e di antica venerazione e ne procurò il restauro.
Mons. Pergamo il 20 luglio 1777 incoronò per la prima volta la Madonna della Civita. Nel 1877 mons. Contieri incoronò per la seconda volta la Madonna. La chiesa fu oggetto di notevoli interventi nel corso del XIX secolo. Il 10 febbraio 1849 Pio IX e Ferdinando II visitarono il Santuario. Un museo raccoglie i ricordi di quella giornata. In occasione del 150° anniversario di tale visita, il 10 febbraio 1999 si è svolta una giornata commemorativa di riflessione e di preghiera.
Il 25 giugno 1989 il papa san Giovanni Paolo II ha visitato il Santuario, in occasione della Visita Pastorale all’Arcidiocesi di Gaeta.Sulla facciata della chiesa sono inseriti frammenti di antichi reperti romani e medioevali. Nel santuario sono custoditi i numerosi ex voto raccolti in molti anni di pia devozione; su è costituito di recente un museo della tradizione religiosa popolare.

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  • Patrimonio culturale Religioso

Certosa di Trisulti

Collepardo, Lazio

Immersa nel verde di secolari foreste si adagia questa celebre e maestosa Certosa, fondata nel 1204 per volontà di Papa Innocenzo III.Dal 1208 fu affidata ai monaci Certosini. Nel 1947 essi furono sostituiti dagli attuali Cistercensi.Al suo interno è possibile visitare la Chiesa con pregevoli opere d’arte e l’antica Farmacia (XVII sec.).La Certosa è Monumento Nazionale e custodisce anche una ricca Biblioteca Statale con 25.000 volumi.info sul sito: www.polomusealelazio.beniculturali.it/index.php?it/259/certosa-di-trisulti

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  • Museo

Palazzo Pontificio

Castel Gandolfo, Lazio

Acquisito dalla Camera Apostolica nel luglio 1596 e incorporato come patrimonio inalienabile della Santa Sede il 27 maggio 1604, il territorio di Castel Gandolfo fu prescelto come luogo di villeggiatura da molti papi. Costruito tra il 1624 ed il 1626 per volere di Papa Urbano VII Barberini e su progetto di Carlo Maderno, il Palazzo Pontificio venne realizzato sul sito occupato dal Castello dei Savelli; al completamento dell’edificio partecipa anche Gian Lorenzo Bernini che realizza presso i giardini un portale oggi non più esistente e collabora alla realizzazione di un’ala. All’interno della Cappella di Urbano VIII, ed in altri spazi attigui, si trovano gli affreschi eseguiti da Simone Lagi e dagli Zuccari, mentre la Galleria del Bernini è stata affrescata da Pier Leone Ghezzi. Ricordiamo anche la Sala da Pranzo di Clemente XIV, la Sala del Trono arredata con arazzi, e la Sala dello Scalco con dipinti di Salvator Rosa. La residenza papale viene abbandonata nel 1870, con la caduta dello Stato Pontificio, fino al 1929, quando con i Patti Lateranensi torna ad essere nuovamente la residenza estiva dei Papi. Palazzo Pontificio insieme a Villa Cybo e Villa Barberini costituisce il complesso delle Ville Pontificie che godono del diritto di extra-territorialità. I giardini delle tre residenze costituiscono il Parco delle Ville Pontificie; all’interno della splendida e curatissima area verde è posta la Specola Vaticana, l’Osservatorio Astronomico, e vi sono ubicati i resti della Villa dell’Imperatore romano Domiziano, di cui si sono conservati un grande criptoportico, i resti di un teatro e diverse esedre, nonché qualche tratto stradale ricoperto dall’originale basolato.
Il 21 ottobre 2016, per decisione di papa Francesco, il Palazzo ha dismesso le sue vesti di residenza estiva papale ed è diventato ufficialmente un museo.

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  • Cammino-Religioso

Chiesa Abbaziale di Santa Maria Maggiore

Ferentino, Lazio

La Chiesa Abbaziale di S. Maria Maggiore in Ferentino è uno dei monumenti più insigni di tutto il Lazio e tra le prime chiese in stile gotico-cistercense costruite in Italia, e tra quelle anche meglio conservate. Sorge sopra i ruderi e le testimonianze di altri edifici di culto cristiani: la “Domus Ecclesia”, la Chiesa del IV-V secolo, e la Chiesa del IX secolo. Si pensa che anticamente l’abbazia dovesse essere collegata con la grangia dell’abbazia di Casamari e come quest’ultima dovesse possedere un chiostro, testimoniato dai resti di arcate nella parete nord. Fu edificata probabilmente nella seconda metà XIII secolo e la costruzione è opera dei monaci cistercensi presenti nella zona già dal 1135, da quando cioè san Bernardo da Chiaravalle, con la protezione e la spinta di papa Innocenzo III, venne a rinnovare l’ordine benedettino.

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  • Cammino-Religioso

Abbazia di Casamari

Veroli, Lazio

L’Abbazia di Casamari è uno dei monumenti italiani più antichi dell’arte gotico-cistercense. Il complesso si trova nel territorio di Veroli in provincia di Frosinone, dove un tempo sorgeva la cittadina romana di Cereatae Marianae, luogo di culto della dea Cerere ma anche luogo in cui nacque e crebbe il condottiero Caio Mario. Casamari infatti vuol dire casa di Mario. Sepolta tra boschi inviolati, l’abbazia fu fondata dai benedettini nel 1035 e poi ricostruita dai seguaci di San Bernardo che vi si insediarono nel 1140. Una delle abbazie stilisticamente piu’ significative in Italia e merita sicuramente di essere visitata. Situata nell’estremo territorio orientale del comune di Veroli, lungo la via Maria, a meta’ percorso fra Frosinone e Sora. L’abbazia di Casamari con Regio Decreto del 28 febbraio 1874 è stata dichiarata monumento nazionale.
Casamari denota uno stile complementare diverso dai canoni costruttivi dell’arte monumentale del tempo ispirandosi all’architettura borgognona di Francia, funzionale e semplice, propria dell’ordine dei cistercensi. ll senso di perfezione e di pace è rafforzato dalla pietra chiara e spoglia utilizzata per l’intero complesso mentre l’ambiente austero è magnificamente illuminato dalla luce del sole che filtra attraverso le vetrate di alabastro. L’Abbazia è a tre navate, con abside e transetto, interamente costruita in pietra lavorata, senza stucchi decorativi né opere pittoriche che possano distogliere l’animo del religioso dalla contemplazione del divino. Sulla crociera si innalza la lanterna o torre campanaria; attraverso una porta laterale si accede al chiostro e all’Aula Capitolare, l’ambiente più importante dopo la chiesa.

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Abbazia di San Domenico Abate

Sora, Lazio

L’abbazia di San Domenico, ubicata alla confluenza del fiume Fibreno con il Liri, sulle rovine di una villa di Marco Tullio Cicerone, è stata fondata nel 1011 dall’abate Domenico di Foligno a suggello pubblico di penitenza, di conversione e di devozione del governatore di Sora e d’Arpino Pietro Rainerio e di Doda sua moglie. Al titolo originario di Beata Madre di Dio e Vergine Maria il papa Pasquale II , nella riconsacrazione della chiesa del 22 agosto 1104, aggiunse anche quello di San Domenico. Lo stile primitivo della basilica è il romanico: pianta a croce latina, con tre navate, la centrale più larga e più alta delle due laterali, chiuse in fondo da tre absidi semicircolari; copertura a volta sostenuta da colonne; il presbiterio più elevato del piano della chiesa e sovrastante una cripta sotterranea.

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Santuario della Madonna della Civita

Itri, Lazio

Il Santuario di Maria Santissima della Civita si trova a Itri, in provincia di Latina, in cima al monte Fusco a 673 metri sul livello del mare.
Al centro dei sentieri che conducono dal golfo di Gaeta, alla Ciociaria, fino in Abruzzo, è come un balcone tra i monti Ausoni e Aurunci con belvedere sul Tirreno. Il santuario appartiene all’arcidiocesi di Gaeta ed è stato affidato ai padri Guanelliani fino al 1985: da allora, la cura pastorale è dei Padri Passionisti.
Nella zona di Itri è attestata la presenza di cenobi benedettini cassinesi. Un monastero del XII secolo è ricordato alle falde del monte Civita, con il nome di val di Fellino (Figline). Il monte della Civita acquisì importanza grazie alla venerazione del ritratto della Madonna Odigitria, che la tradizione ha attribuito alla mano di san Luca evangelista. Per un evento miracoloso il ritratto bizantino, forse scampato all’iconoclastia, fu rinvenuto su un leccio sul monte Fusco e divenne luogo e meta dei pellegrinaggi. Nel 1147 per la prima volta si fa menzione di una chiesa della Madonna della Civita in alcune donazioni lasciate dal notaio Gualgano e da sua moglie Sighelgarda.
Costante fu la popolarità del santuario, tanto che il vescovo di Gaeta Patrizi definì la chiesa devotissima e di antica venerazione e ne procurò il restauro.
Mons. Pergamo il 20 luglio 1777 incoronò per la prima volta la Madonna della Civita. Nel 1877 mons. Contieri incoronò per la seconda volta la Madonna. La chiesa fu oggetto di notevoli interventi nel corso del XIX secolo. Il 10 febbraio 1849 Pio IX e Ferdinando II visitarono il Santuario. Un museo raccoglie i ricordi di quella giornata. In occasione del 150° anniversario di tale visita, il 10 febbraio 1999 si è svolta una giornata commemorativa di riflessione e di preghiera.
Il 25 giugno 1989 il papa san Giovanni Paolo II ha visitato il Santuario, in occasione della Visita Pastorale all’Arcidiocesi di Gaeta.Sulla facciata della chiesa sono inseriti frammenti di antichi reperti romani e medioevali. Nel santuario sono custoditi i numerosi ex voto raccolti in molti anni di pia devozione; su è costituito di recente un museo della tradizione religiosa popolare.

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  • Patrimonio culturale Religioso

Certosa di Trisulti

Collepardo, Lazio

Immersa nel verde di secolari foreste si adagia questa celebre e maestosa Certosa, fondata nel 1204 per volontà di Papa Innocenzo III.Dal 1208 fu affidata ai monaci Certosini. Nel 1947 essi furono sostituiti dagli attuali Cistercensi.Al suo interno è possibile visitare la Chiesa con pregevoli opere d’arte e l’antica Farmacia (XVII sec.).La Certosa è Monumento Nazionale e custodisce anche una ricca Biblioteca Statale con 25.000 volumi.info sul sito: www.polomusealelazio.beniculturali.it/index.php?it/259/certosa-di-trisulti

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Hôtel Des Rêves Hotel

Sant'Elia Fiumerapido, Lazio

Le Corone della Qualità

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Qualità del servizio, Promozione del Territorio, Identità, Notorietà.

B&B Le Larie Bed & Breakfast

Collepardo, Lazio

Le Corone della Qualità

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Qualità del servizio, Promozione del Territorio, Identità, Notorietà.

Hotel Torre del Sole Hotel

Terracina, Lazio

Le Corone della Qualità

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Park Hotel Hotel

Latina, Lazio

Le Corone della Qualità

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Settebello Camping Village Campeggi Campeggio

Fondi, Lazio

Le Corone della Qualità

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Ambasciatori Place Hotel Hotel

Fiuggi, Lazio

Le Corone della Qualità

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Agriturismo Il Fascinaro Agriturismi Agriturismo Agriturismo ricettivo

Casalvieri, Lazio

Le Corone della Qualità

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Tenuta il Laureto Agriturismi Agriturismo Agriturismo ricettivo

Arpino, Lazio

Le Corone della Qualità

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Qualità del servizio, Promozione del Territorio, Identità, Notorietà.

Dove mangiare

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Ristorante Forum Palace Ristorante Ristoranti

Cassino, Lazio

Le Corone della Qualità

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Ristorante Poggio di Casalucense Ristorante Ristoranti

Sant'Elia Fiumerapido, Lazio

Le Corone della Qualità

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Qualità del servizio, Promozione del Territorio, Identità, Notorietà.

Ristorante Il Gatto e La Volpe Ristorante Ristoranti

Formia, Lazio

Le Corone della Qualità

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Qualità del servizio, Promozione del Territorio, Identità, Notorietà.

Ristorante Rendez-Vous Ristorante Ristoranti

Sabaudia, Lazio

Le Corone della Qualità

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Qualità del servizio, Promozione del Territorio, Identità, Notorietà.

Ristorante Grifoncino Ristorante Ristoranti

Fiuggi, Lazio

Le Corone della Qualità

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Ristorante Madreterra Ristorante Ristoranti

Alatri, Lazio

Le Corone della Qualità

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Osteria Volsci Ristorante Ristoranti

Frosinone, Lazio

Le Corone della Qualità

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Ristorante Belsito Ristorante Ristoranti

Serrone, Lazio

Le Corone della Qualità

Punteggio della struttura espresso in corone. 1 corone + rappresenta il punteggio massimo. La valutazione è basata sui seguenti criteri:

Qualità del servizio, Promozione del Territorio, Identità, Notorietà.

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Eventi

Sagra della Castagna e del Vino Novello di Rieti

Enogastronomico

Comune: Rieti

Mese di inizio: Novembre

Durata: 1 Giorni

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Fiera di Santa Barbara

Fiera

Comune: Rieti

Mese di inizio: Dicembre

Durata: 2 Giorni

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Santa Barbara nel Mondo

Culturale

Comune: Rieti

Mese di inizio: Dicembre

Durata: 20 Giorni

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Accensione del tradizionale Fuoco di Natale

Altro

Comune: Filettino

Mese di inizio: Dicembre

Durata: 14 Giorni

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Mese di inizio: Novembre

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