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Vicenza è la città e di conseguenza la provincia dove si è espresso meglio e maggiormente uno dei più grandi geni del passato, Andrea Palladio. Ciò basterebbe già per fare da richiamo, perché quando si entra dal portone discreto del Teatro Olimpico, in pieno centro storico, o si percorre il viale trionfale d’accesso di una delle dimore patrizia da lui realizzate, l’effetto è sempre lo stesso: stupore, sorpresa, ammirazione, sgomento di fronte a forme d’arte e architettura che si fondono in opere assolutamente uniche.

Il circuito che comprende le Ville Palladiane e gli altri tesori, per un totale di ben 26 monumenti realizzati dal più illustre vicentino del passato non è però l’unico buon motivo di visita di una città dal 1994 riconosciuta Patrimonio dell’Unesco. Anzi. Sulla Piazza dei Signori, una delle più belle del Veneto e forse d’Italia, si affaccia la Basilica Palladiana, che oltre essere uno dei capolavori del grande Maestro, ospita al suo interno il Museo del Gioiello, che attraverso una mostra permanente e una serie di prestigiose esposizioni temporanee, illustra lo sviluppo nei secoli dell’arte orafa, fra le attività che meglio identificano la città e la sua provincia, base di uno dei quattro distretti orafo-gioiellieri d’Italia.

Quella dei distretti specializzati in un settore specifico è una costante dell’area delle cosiddette Terre Vicentine. Bassano del Grappa, per esempio, è la “capitale” del mobile in stile, mentre Arzignano della concia delle pelli, in particolare per l’automotive di lusso.

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Basilica Palladiana

Vicenza, Veneto

3 elementi Cosa fare e vedere

  • Monumento

Basilica Palladiana

Vicenza, Veneto

La Basilica palladiana è l’edificio simbolo di Vicenza. Rinomata per il loggiato a serliane, progettato dal grande architetto Andrea Palladio, che circonda il medievale Palazzo della Ragione, è stata inserita dall’Unesco nella lista dei beni patrimonio dell’umanità nel 1994.
Tra il 2007 al 2012 la Basilica è stata oggetto di un complesso ed articolato intervento di restauro architettonico, funzionale ed impiantistico grazie al fondamentale contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Verona Vicenza Belluno e Ancona. È stata riaperta il 5 ottobre 2012 in concomitanza con l’inaugurazione della grande mostra “Raffaello verso Picasso. Storie di sguardi, volti e figure”.
Il 9 maggio 2014 la Basilica Palladiana è diventata Monumento Nazionale grazie al disegno di legge approvato in sede deliberante dalla commissione cultura del Senato il 27 marzo 2014. Il 5 maggio 2014 al restauro della Basilica palladiana è stato assegnato a Vienna il “Premio dell’Unione Europea per il Patrimonio culturale – Concorso Europa Nostra 2014” per la conservazione del patrimonio culturale.

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  • Museo

Palladium Museum

Vicenza, Veneto

Centro Internazionale di Studi di Architettura Andrea Palladio
Il Centro Internazionale di Studi di Architettura Andrea Palladio è stato fondato a Vicenza nel 1958 per volontà degli Enti pubblici locali, riunendo alcuni dei più grandi studiosi dell’epoca fra i quali Anthony Blunt, André Chastel, Ludwig Heydenreich, Rodolfo Pallucchini (che assunse la presidenza del Consiglio scientifico), Rudolf Wittkower, Giangiorgio Zorzi, Bruno Zevi. L’obiettivo fu di creare un centro di ricerca sulla storia dell’architettura dove la comunità internazionale degli studiosi potesse riunirsi e lavorare insieme. Nei decenni successivi, con l’ingresso di studiosi come James Ackerman, Arnaldo Bruschi o Manfredo Tafuri, al focus palladiano andò ad integrarsi l’intero Rinascimento, e progressivamente la storia dell’architettura di ogni tempo. Dalla fondazione al 1991 Renato Cevese ne fu il direttore.

Dal 1958 ad oggi, 6360 giovani architetti e storici dell’architettura sono venuti a Vicenza da 47 nazioni a frequentare i 129 fra corsi e seminari del Centro. I progetti di ricerca hanno portato alla pubblicazione di 178 volumi dal 1960 al 2012 e alla realizzazione di 98 mostre dal 1960 in 53 città ospitanti per un totale di 26 nazioni.

Oggi il Centro palladiano promuove ricerche, realizza mostre, pubblica libri, organizza corsi e seminari sull’architettura moderna come antica, purché grande architettura.

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  • Monumento

Teatro Olimpico

Vicenza, Veneto

Il Teatro Olimpico è una delle meraviglie artistiche di Vicenza. Si trova all’interno del cosiddetto Palazzo del Territorio, che prospetta su piazza Matteotti, all’estremità orientale di corso Palladio, principale direttrice del centro storico.
Nel Rinascimento un teatro non è un edificio a se stante – come diventerà di prassi in seguito – ma consiste nell’allestimento temporaneo di spazi all’aperto o di volumi preesistenti; nel caso di Vicenza, cortili di palazzo o il salone del Palazzo della Ragione.
Nel 1580 il Palladio ha 72 anni quando riceve l’incarico dall’Accademia Olimpica, il consesso culturale di cui egli stesso fa parte, di approntare una sede teatrale stabile. Il progetto si ispira dichiaratamente ai teatri romani descritti da Vitruvio: una cavea gradinata ellittica, cinta da un colonnato, con statue sul fregio, fronteggiante un palcoscenico rettangolare e un maestoso proscenio su due ordini architettonici, aperto da tre arcate e ritmato da semicolonne, all’interno delle quali si trovano edicole e nicchie con statue e riquadri con bassorilievi.
La critica definisce l’opera ‘manierista’ per l’intenso chiaroscuro, accentuato tra l’altro da una serie di espedienti ottici dettati dalla grande esperienza dell’architetto: Il progressivo arretramento delle fronti con l’altezza, compensato visivamente dalle statue sporgenti; il gioco di aggetti e nicchie che aumentano l’illusione di profondità. Il Palladio appronta il disegno pochi mesi prima della sua morte e non lo vedrà realizzato; sarà il figlio Silla a curarne l’esecuzione consegnando il teatro alla città nel 1583.

La prima rappresentazione, in occasione del Carnevale del 1585, è memorabile: la scelta ricade su una tragedia greca, l’Edipo Re di Sofocle, e la scenografia riproduce le sette vie di Tebe che si intravedono nelle cinque aperture del proscenio con un raffinato gioco prospettico. L’artefice di questa piccola meraviglia nella meraviglia è Vincenzo Scamozzi, erede spirituale del Palladio. L’effetto è così ben riuscito che queste sovrastrutture lignee diventeranno parte integrante stabile del teatro. Sempre allo Scamozzi viene affidata anche la realizzazione degli ambienti accessori: l’Odeo, ovvero la sala dove avevano luogo le riunioni dell’Accademia, e l’Antiodeo, decorati nel Seicento con riquadri monocromi del valente pittore vicentino Francesco Maffei.

La fama del nuovo teatro si sparge prima a Venezia e poi in tutta Italia suscitando l’ammirazione di quanti vi vedevano materializzato il sogno umanistico di far rivivere l’arte classica. Poi, nonostante un avvio così esaltante, l’attività dell’Olimpico venne interrotta dalla censura antiteatrale imposta dalla Controriforma e il teatro si riduce a semplice luogo di rappresentanza: vi viene accolto papa Pio VI nel 1782, l’imperatore Francesco I d’Austria nel 1816 e il suo erede Ferdinando I nel 1838. Con la metà dell’Ottocento riprendono saltuariamente le rappresentazioni classiche, ma si dovrà attendere l’ultimo dopoguerra, scampato il pericolo dei bombardamenti aerei, per tornare seriamente a fare spettacolo in un teatro che non ha uguali al mondo.

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  • Monumento

Basilica Palladiana

Vicenza, Veneto

La Basilica palladiana è l’edificio simbolo di Vicenza. Rinomata per il loggiato a serliane, progettato dal grande architetto Andrea Palladio, che circonda il medievale Palazzo della Ragione, è stata inserita dall’Unesco nella lista dei beni patrimonio dell’umanità nel 1994.
Tra il 2007 al 2012 la Basilica è stata oggetto di un complesso ed articolato intervento di restauro architettonico, funzionale ed impiantistico grazie al fondamentale contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Verona Vicenza Belluno e Ancona. È stata riaperta il 5 ottobre 2012 in concomitanza con l’inaugurazione della grande mostra “Raffaello verso Picasso. Storie di sguardi, volti e figure”.
Il 9 maggio 2014 la Basilica Palladiana è diventata Monumento Nazionale grazie al disegno di legge approvato in sede deliberante dalla commissione cultura del Senato il 27 marzo 2014. Il 5 maggio 2014 al restauro della Basilica palladiana è stato assegnato a Vienna il “Premio dell’Unione Europea per il Patrimonio culturale – Concorso Europa Nostra 2014” per la conservazione del patrimonio culturale.

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  • Museo

Palladium Museum

Vicenza, Veneto

Centro Internazionale di Studi di Architettura Andrea Palladio
Il Centro Internazionale di Studi di Architettura Andrea Palladio è stato fondato a Vicenza nel 1958 per volontà degli Enti pubblici locali, riunendo alcuni dei più grandi studiosi dell’epoca fra i quali Anthony Blunt, André Chastel, Ludwig Heydenreich, Rodolfo Pallucchini (che assunse la presidenza del Consiglio scientifico), Rudolf Wittkower, Giangiorgio Zorzi, Bruno Zevi. L’obiettivo fu di creare un centro di ricerca sulla storia dell’architettura dove la comunità internazionale degli studiosi potesse riunirsi e lavorare insieme. Nei decenni successivi, con l’ingresso di studiosi come James Ackerman, Arnaldo Bruschi o Manfredo Tafuri, al focus palladiano andò ad integrarsi l’intero Rinascimento, e progressivamente la storia dell’architettura di ogni tempo. Dalla fondazione al 1991 Renato Cevese ne fu il direttore.

Dal 1958 ad oggi, 6360 giovani architetti e storici dell’architettura sono venuti a Vicenza da 47 nazioni a frequentare i 129 fra corsi e seminari del Centro. I progetti di ricerca hanno portato alla pubblicazione di 178 volumi dal 1960 al 2012 e alla realizzazione di 98 mostre dal 1960 in 53 città ospitanti per un totale di 26 nazioni.

Oggi il Centro palladiano promuove ricerche, realizza mostre, pubblica libri, organizza corsi e seminari sull’architettura moderna come antica, purché grande architettura.

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  • Monumento

Teatro Olimpico

Vicenza, Veneto

Il Teatro Olimpico è una delle meraviglie artistiche di Vicenza. Si trova all’interno del cosiddetto Palazzo del Territorio, che prospetta su piazza Matteotti, all’estremità orientale di corso Palladio, principale direttrice del centro storico.
Nel Rinascimento un teatro non è un edificio a se stante – come diventerà di prassi in seguito – ma consiste nell’allestimento temporaneo di spazi all’aperto o di volumi preesistenti; nel caso di Vicenza, cortili di palazzo o il salone del Palazzo della Ragione.
Nel 1580 il Palladio ha 72 anni quando riceve l’incarico dall’Accademia Olimpica, il consesso culturale di cui egli stesso fa parte, di approntare una sede teatrale stabile. Il progetto si ispira dichiaratamente ai teatri romani descritti da Vitruvio: una cavea gradinata ellittica, cinta da un colonnato, con statue sul fregio, fronteggiante un palcoscenico rettangolare e un maestoso proscenio su due ordini architettonici, aperto da tre arcate e ritmato da semicolonne, all’interno delle quali si trovano edicole e nicchie con statue e riquadri con bassorilievi.
La critica definisce l’opera ‘manierista’ per l’intenso chiaroscuro, accentuato tra l’altro da una serie di espedienti ottici dettati dalla grande esperienza dell’architetto: Il progressivo arretramento delle fronti con l’altezza, compensato visivamente dalle statue sporgenti; il gioco di aggetti e nicchie che aumentano l’illusione di profondità. Il Palladio appronta il disegno pochi mesi prima della sua morte e non lo vedrà realizzato; sarà il figlio Silla a curarne l’esecuzione consegnando il teatro alla città nel 1583.

La prima rappresentazione, in occasione del Carnevale del 1585, è memorabile: la scelta ricade su una tragedia greca, l’Edipo Re di Sofocle, e la scenografia riproduce le sette vie di Tebe che si intravedono nelle cinque aperture del proscenio con un raffinato gioco prospettico. L’artefice di questa piccola meraviglia nella meraviglia è Vincenzo Scamozzi, erede spirituale del Palladio. L’effetto è così ben riuscito che queste sovrastrutture lignee diventeranno parte integrante stabile del teatro. Sempre allo Scamozzi viene affidata anche la realizzazione degli ambienti accessori: l’Odeo, ovvero la sala dove avevano luogo le riunioni dell’Accademia, e l’Antiodeo, decorati nel Seicento con riquadri monocromi del valente pittore vicentino Francesco Maffei.

La fama del nuovo teatro si sparge prima a Venezia e poi in tutta Italia suscitando l’ammirazione di quanti vi vedevano materializzato il sogno umanistico di far rivivere l’arte classica. Poi, nonostante un avvio così esaltante, l’attività dell’Olimpico venne interrotta dalla censura antiteatrale imposta dalla Controriforma e il teatro si riduce a semplice luogo di rappresentanza: vi viene accolto papa Pio VI nel 1782, l’imperatore Francesco I d’Austria nel 1816 e il suo erede Ferdinando I nel 1838. Con la metà dell’Ottocento riprendono saltuariamente le rappresentazioni classiche, ma si dovrà attendere l’ultimo dopoguerra, scampato il pericolo dei bombardamenti aerei, per tornare seriamente a fare spettacolo in un teatro che non ha uguali al mondo.

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