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Castel del Monte

andria, barletta, bisceglie, canosa di puglia, corato, lucera, manfredonia, margherita di savoia, minervino murge, san ferdinando di puglia, spinazzola, trani, trinitapoli

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Federico II di Svevia è stata una figura chiave per la Puglia, non solo storicamente ma anche architettonicamente, tanto da modificare l’aspetto del paesaggio, caratterizzandolo con la presenza di numerose strutture difensive ma anche dimore di svago e piacere per se stesso e il proprio entourage. Questo fenomeno è avvenuto soprattutto in certe zone della Regione – come per esempio l’area dei Comuni di Andria, Barletta, Bisceglie, Canosa di Puglia, Corato, Margherita di Savoia, Minervino Murge, San Ferdinando di Puglia, Spinazzola, Trani e Trinitapoli – che oggi vengono identificate con l’espressione “Puglia Imperiale”. Ciò ha fatto sì che nei secoli, attorno a questi luoghi misteriosi simbolo della sua magnificenza, nascessero storie e leggende che riflettono la complessa personalità dell’imperatore.

L’edificio federiciano per eccellenza è di certo Castel del Monte, fuori Andria, che con la sua pianta ottagonale perfetta al millimetro in ogni sua parte e misura, ha fatto impazzire schiere di ingegneri e architetti di tutti i tempi. Fra le più grandi fortezze della Puglia Imperiale c’è invece il Castello di Barletta, mentre il Castello di Gioia del Colle, di Manfredonia, Bari e Trani, sono solo alcuni dei monumenti lasciati in eredità da Sua Maestà. Puglia Imperiale significa dunque castelli, ma anche cattedrali e splendide città d’arte, da Andria fino a Trani.

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Pinacoteca "G. De Nittis"

Barletta, Puglia

5 elementi Cosa fare e vedere

  • Museo

Pinacoteca “G. De Nittis”

Barletta, Puglia

Da Barletta ai musei più importanti del mondo. È il percorso artistico fatto da Giuseppe De Nittis, pittore impressionista nato qui nel 1846, partito dalla provincia di Bari alla volta della Francia, dove ebbe modo di conoscere artisti del calibro di Degas, Manet, Morisot, Caillebotte, fino a terminare i suoi giorni nel 1884 a Saint-Germain-en-Laye, nell’Ile de France. La sua città natale non poteva quindi che omaggiare uno dei suoi cittadini più illustri con un luogo dedicato alla sua memoria, la Pinacoteca “Giuseppe De Nittis” , ospitata in uno degli edifici più belli del centro storico, Palazzo della Marra, splendido esempio di architettura del ‘500, residenza prima della nobile casata degli Orsini, e poi fino al 1743 dei Della Marra.

Inaugurata nel 2006 dopo un lungo restauro dell’edificio, la Pinacoteca “Giuseppe De Nittis” accoglie oggi 146 dipinti, 65 disegni, libri e un epistolario, collezione donata alla città di Barletta da Léontine Gruvelle, moglie dell’artista. Il percorso tematico è organizzato su due livelli e si compone di ampie sezioni: il tema del “Paesaggio”, le grandi tematiche delle “Corse” e “Vita mondana”, la novità del “Giapponesismo”, l’intimità degli “Affetti”. L’esposizione comprende anche i cosiddetti “Quadri incompleti” e la “Collezione grafica”, acqueforti, acquetinte e punte secche. Oltre alla parte permanente, la Pinacoteca offre un ricco calendario di mostre temporanee, che permette di ammirare a rotazione anche le molte opere presenti nei depositi.

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  • Castello/Fortezza/Rocca/Villa

Castello Svevo di Barletta

Barletta, Puglia

Là dove oggi ci sono Biblioteca comunale, Museo Civico e sale per convegni e mostre, un tempo c’erano cavalieri e soldati pronti a difendere la costa pugliese dagli attacchi nemici. Il Castello di Barletta è da circa dieci secoli un punto di riferimento lungo il litorale della provincia barese, oltre che dell’intera Puglia, che fra queste possenti mura – perfettamente restaurate fra il 1973 e il 1988 – ha visto passare nell’ordine Normanni, Svevi, Angioini e Aragonesi. Il momento clou di questo maniero trasformato nel tempo in fortezza militare fu quando Federico II di Svevia lo incluse tra i castelli del Giustizierato della Terra di Bari, ossia in quella rosa di edifici difensivi da lui eretti, o frutto di un adattamento di una precedente costruzione normanna, distribuiti su tutto il territorio, da qui fino in Basilicata, tenendo come perno quell’unicum assoluto che è ancora oggi Castel Del Monte.

Il susseguirsi di diverse dominazioni testimonia l’importanza rivestita nei secoli dal Castello di Barletta, strategico ieri per motivi militari, oggi come fulcro della vita cittadina. Il Museo Civico al suo interno è fra i luoghi culturali più significativi di Barletta, grazie anche alla presenza di due opere di notevole pregio: un presunto busto di Federico II in pietra calcarea, datato al XIII secolo, e il Sarcofago degli Apostoli, altorilievo in pietra risalente al periodo compreso tra il III e il IV secolo.
A epoche ben più recenti risale invece l’uso del Castello di Barletta come set cinematografico, essendo stato scelto da importanti registi per pellicole diventate memorabili: Il Vangelo secondo Matteo di Pier Paolo Pasolini, Otello di Franco Zeffirelli e I cavalieri fecero l’impresa di Pupi Avati.

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  • Castello/Fortezza/Rocca/Villa

Castello di Manfredonia

Manfredonia, Puglia

Per ammirare il Castello di Manfredonia in tutta la sua complessità e bellezza servirebbe sorvolarlo in aliante, in silenzio, per immaginare come doveva essere la vita nel Medioevo, quando in questo anfratto della costa pugliese sbarcavano mercanti e soldati in viaggio verso l’Oriente. Se oggi il maniero si presenta proteso verso il mare e circondato su tre lati dalla città, un tempo era isolato e difeso da un profondo fossato che ne lambiva le mura e i torrioni, tre tondi e uno pentagonale a ovest, detto dell’Annunziata.

Una struttura architettonica duecentesca imponente e severa, che richiama i canoni costruttivi degli Svevi – a fondarlo fu Manfredi di Sicilia, figlio di Federico II, da cui deriva il nome stesso della città -, non senza sovrapposizioni di influenze angioine e aragonesi, fino a quel 1620 che lo vide capitolare all’arrivo dei turchi. Con l’acquisto nel 1901 da parte del Comune e poi il passaggio allo Stato nel 1968, il Castello di Manfredonia è diventato sede del Museo Archeologico Nazionale del Gargano, offrendo un prezioso excursus storico-artistico dal tempo della dominazione dei Dauni nell’area del Gargano e del Tavoliere fino all’età rinascimentale.

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  • Castello/Fortezza/Rocca/Villa

Fortezza Svevo-Angioina di Lucera

Lucera, Puglia

La Fortezza svevo-angioina di Lucera, detta anche Castello di Lucera, è una storica struttura militare dell’età federiciana risalente al XIII secolo.
La Fortezza è posta sulla sommità piana di Colle Albano, nel comune di Lucera, da sempre considerata una posizione strategica per la sua dominazione sul Tavoliere di Puglia, per tale ragione sin dal III millennio a.C. ospitò diverse popolazioni neolitiche, e per la sua capacità di difesa grazie ai tre lati protetti da ripide pareti a strapiombo.
L’intera area è una zona archeologica ricca di visibili tracce di epoche diverse: capanne neolitiche, ruderi del periodo romano, paleocristiano, svevo e angioino.
Fu Federico II ad ordinarne originariamente la costruzione come sede del suo Palatium attorno al 1233.
Il Palatium Federiciano, un vero e proprio palazzo imperiale del quale oggi si può ammirare soltanto qualche frammento interrato, era un complesso quadrato che si innalzava per tre piani e si sviluppava attorno ad un cortile centrale quadrato. Il cortile al livello del terzo piano si presentava con una forma ottagonale, caratteristica che ricorda molto da vicino la più famosa struttura fatta erigere da Federico II nella zona di Andria: Castel del Monte.
In seguito all’assedio della città da parte di Carlo I d’Angiò, fu eretta la maestosa Fortezza, terminata nel 1283.
La Fortezza fu realizzata con una cinta muraria di circa 900 metri di perimetro, inglobando al suo interno il Palatium di Federico II.
Ancora oggi, la cinta muraria irregolare che cinge l’intera collina si compone anche di 13 torri quadrate, 2 bastioni pentagonali, 7 contrafforti e 2 torri cilindriche angolari: la Torre “della Leonessa” e la Torre “del Leone” (o “del Re”).
L’accesso alla fortezza è consentito da quattro porte: Porta Lucera, Porta Troia, Porta Guardiola e Porta Castel Fiorentino.
All’interno della Fortezza, inoltre, venne realizzata una cittadella militare e con l’arrivo di famiglie provenzali vennero si procedette all’edificazione di case, caserme, una cisterna e una chiesa gotica, composta da un’ala rettangolare e da un’abside semi-esagonale. Come materiale di costruzione, vennero utilizzati anche i resti delle costruzioni romane ancora presenti nella zona.
L’intera fortezza e la cittadella militare al suo interno vennero annientate dopo il 1300 e solo nel XVIII secolo, le costruzioni all’interno della fortezza vennero demolite e, assieme a parti del Palatium federiciano, i materiali di risulta vennero utilizzati per la costruzione di edifici nel centro storico di Lucera.
Nel XIX secolo iniziarono i primi restauri della fortezza e nel 1871 venne dichiarata Monumento nazionale.

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  • Museo

Pinacoteca “G. De Nittis”

Barletta, Puglia

Da Barletta ai musei più importanti del mondo. È il percorso artistico fatto da Giuseppe De Nittis, pittore impressionista nato qui nel 1846, partito dalla provincia di Bari alla volta della Francia, dove ebbe modo di conoscere artisti del calibro di Degas, Manet, Morisot, Caillebotte, fino a terminare i suoi giorni nel 1884 a Saint-Germain-en-Laye, nell’Ile de France. La sua città natale non poteva quindi che omaggiare uno dei suoi cittadini più illustri con un luogo dedicato alla sua memoria, la Pinacoteca “Giuseppe De Nittis” , ospitata in uno degli edifici più belli del centro storico, Palazzo della Marra, splendido esempio di architettura del ‘500, residenza prima della nobile casata degli Orsini, e poi fino al 1743 dei Della Marra.

Inaugurata nel 2006 dopo un lungo restauro dell’edificio, la Pinacoteca “Giuseppe De Nittis” accoglie oggi 146 dipinti, 65 disegni, libri e un epistolario, collezione donata alla città di Barletta da Léontine Gruvelle, moglie dell’artista. Il percorso tematico è organizzato su due livelli e si compone di ampie sezioni: il tema del “Paesaggio”, le grandi tematiche delle “Corse” e “Vita mondana”, la novità del “Giapponesismo”, l’intimità degli “Affetti”. L’esposizione comprende anche i cosiddetti “Quadri incompleti” e la “Collezione grafica”, acqueforti, acquetinte e punte secche. Oltre alla parte permanente, la Pinacoteca offre un ricco calendario di mostre temporanee, che permette di ammirare a rotazione anche le molte opere presenti nei depositi.

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Castello Svevo di Barletta

Barletta, Puglia

Là dove oggi ci sono Biblioteca comunale, Museo Civico e sale per convegni e mostre, un tempo c’erano cavalieri e soldati pronti a difendere la costa pugliese dagli attacchi nemici. Il Castello di Barletta è da circa dieci secoli un punto di riferimento lungo il litorale della provincia barese, oltre che dell’intera Puglia, che fra queste possenti mura – perfettamente restaurate fra il 1973 e il 1988 – ha visto passare nell’ordine Normanni, Svevi, Angioini e Aragonesi. Il momento clou di questo maniero trasformato nel tempo in fortezza militare fu quando Federico II di Svevia lo incluse tra i castelli del Giustizierato della Terra di Bari, ossia in quella rosa di edifici difensivi da lui eretti, o frutto di un adattamento di una precedente costruzione normanna, distribuiti su tutto il territorio, da qui fino in Basilicata, tenendo come perno quell’unicum assoluto che è ancora oggi Castel Del Monte.

Il susseguirsi di diverse dominazioni testimonia l’importanza rivestita nei secoli dal Castello di Barletta, strategico ieri per motivi militari, oggi come fulcro della vita cittadina. Il Museo Civico al suo interno è fra i luoghi culturali più significativi di Barletta, grazie anche alla presenza di due opere di notevole pregio: un presunto busto di Federico II in pietra calcarea, datato al XIII secolo, e il Sarcofago degli Apostoli, altorilievo in pietra risalente al periodo compreso tra il III e il IV secolo.
A epoche ben più recenti risale invece l’uso del Castello di Barletta come set cinematografico, essendo stato scelto da importanti registi per pellicole diventate memorabili: Il Vangelo secondo Matteo di Pier Paolo Pasolini, Otello di Franco Zeffirelli e I cavalieri fecero l’impresa di Pupi Avati.

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Castello di Manfredonia

Manfredonia, Puglia

Per ammirare il Castello di Manfredonia in tutta la sua complessità e bellezza servirebbe sorvolarlo in aliante, in silenzio, per immaginare come doveva essere la vita nel Medioevo, quando in questo anfratto della costa pugliese sbarcavano mercanti e soldati in viaggio verso l’Oriente. Se oggi il maniero si presenta proteso verso il mare e circondato su tre lati dalla città, un tempo era isolato e difeso da un profondo fossato che ne lambiva le mura e i torrioni, tre tondi e uno pentagonale a ovest, detto dell’Annunziata.

Una struttura architettonica duecentesca imponente e severa, che richiama i canoni costruttivi degli Svevi – a fondarlo fu Manfredi di Sicilia, figlio di Federico II, da cui deriva il nome stesso della città -, non senza sovrapposizioni di influenze angioine e aragonesi, fino a quel 1620 che lo vide capitolare all’arrivo dei turchi. Con l’acquisto nel 1901 da parte del Comune e poi il passaggio allo Stato nel 1968, il Castello di Manfredonia è diventato sede del Museo Archeologico Nazionale del Gargano, offrendo un prezioso excursus storico-artistico dal tempo della dominazione dei Dauni nell’area del Gargano e del Tavoliere fino all’età rinascimentale.

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Fortezza Svevo-Angioina di Lucera

Lucera, Puglia

La Fortezza svevo-angioina di Lucera, detta anche Castello di Lucera, è una storica struttura militare dell’età federiciana risalente al XIII secolo.
La Fortezza è posta sulla sommità piana di Colle Albano, nel comune di Lucera, da sempre considerata una posizione strategica per la sua dominazione sul Tavoliere di Puglia, per tale ragione sin dal III millennio a.C. ospitò diverse popolazioni neolitiche, e per la sua capacità di difesa grazie ai tre lati protetti da ripide pareti a strapiombo.
L’intera area è una zona archeologica ricca di visibili tracce di epoche diverse: capanne neolitiche, ruderi del periodo romano, paleocristiano, svevo e angioino.
Fu Federico II ad ordinarne originariamente la costruzione come sede del suo Palatium attorno al 1233.
Il Palatium Federiciano, un vero e proprio palazzo imperiale del quale oggi si può ammirare soltanto qualche frammento interrato, era un complesso quadrato che si innalzava per tre piani e si sviluppava attorno ad un cortile centrale quadrato. Il cortile al livello del terzo piano si presentava con una forma ottagonale, caratteristica che ricorda molto da vicino la più famosa struttura fatta erigere da Federico II nella zona di Andria: Castel del Monte.
In seguito all’assedio della città da parte di Carlo I d’Angiò, fu eretta la maestosa Fortezza, terminata nel 1283.
La Fortezza fu realizzata con una cinta muraria di circa 900 metri di perimetro, inglobando al suo interno il Palatium di Federico II.
Ancora oggi, la cinta muraria irregolare che cinge l’intera collina si compone anche di 13 torri quadrate, 2 bastioni pentagonali, 7 contrafforti e 2 torri cilindriche angolari: la Torre “della Leonessa” e la Torre “del Leone” (o “del Re”).
L’accesso alla fortezza è consentito da quattro porte: Porta Lucera, Porta Troia, Porta Guardiola e Porta Castel Fiorentino.
All’interno della Fortezza, inoltre, venne realizzata una cittadella militare e con l’arrivo di famiglie provenzali vennero si procedette all’edificazione di case, caserme, una cisterna e una chiesa gotica, composta da un’ala rettangolare e da un’abside semi-esagonale. Come materiale di costruzione, vennero utilizzati anche i resti delle costruzioni romane ancora presenti nella zona.
L’intera fortezza e la cittadella militare al suo interno vennero annientate dopo il 1300 e solo nel XVIII secolo, le costruzioni all’interno della fortezza vennero demolite e, assieme a parti del Palatium federiciano, i materiali di risulta vennero utilizzati per la costruzione di edifici nel centro storico di Lucera.
Nel XIX secolo iniziarono i primi restauri della fortezza e nel 1871 venne dichiarata Monumento nazionale.

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