Si definisce Riserva Naturale Orientata e a tutti gli effetti il sistema delle Saline di Trapani e Paceco che costeggia il litorale della Sicilia Occidentale fino a Marsala è un’oasi protetta per il suo alto valore paesaggistico, architettonico, archeologico ed etno-antropologico. A vegliare sui suoi oltre mille ettari di terra e acqua è dal 1995 il WWF, che rende il tutto accessibile con numerosi percorsi di visita gratuiti e diversificati a seconda della stagione. Le attività di salicoltura modificano infatti in continuazione il contesto naturalistico, attirando di conseguenza anche specie faunistiche migratorie. I mesi fra febbraio e aprile sono i migliori per chi ama il birdwatching, mentre da luglio a settembre si può assistere all’attività di raccolta del sale, che regala un’affascinante istantanea di come doveva svolgersi qui la vita già secoli fa, dai tempi dei fenici passando per la dominazione normanna, poi angioina, aragonese, spagnola e così via. Per approfondire la materia c’è il percorso multimediale del Museo del Sale, da fare insieme alla visita del Mulino d’Infersa, all’interno delle Saline “Ettore e Infersa”.
Dopo aver dedicato il giusto tempo all’avvistamento di fenicotteri rosa e falchi pescatori e alla contemplazione dei magici riflessi di cielo e nuvole nelle acque salmastre punteggiate dei caratteristici mulini con il tetto rosso, è d’obbligo l’escursione all’Isola di Mothia, dove il discorso si sposta sui temi arte e archeologia. Questa antica colonia fenicia situata sull’Isola di Pantaleo, al centro della Riserva Naturale dello Stagnone di Marsala, è uno dei siti archeologici più importanti della Sicilia, oggi valorizzato dalla Fondazione G. Whitaker. Nell’ex residenza del ricco imprenditore Giuseppe Whitaker, originario del West Yorkshire, si trova oggi il Museo, che ospita la collezione di reperti rinvenuti sin dal 1793, seguiti poi all’inizio del Novecento da quelli degli scavi di Whitaker stesso e poi della Soprintendenza.