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Santangiolini o barasini. Si chiamano così gli abitanti di Sant’Angelo Lodigiano, cittadina fra quelle artisticamente più apprezzabili della provincia di Lodi, che – a dispetto del suo nome di cui non si sa bene l’origine – diede i natali a Francesca Saverio Cabrini. Francesca era una religiosa, missionaria ed educatrice che, trasferitasi a Chicago e poi naturalizzata in Usa, fondò la Congregazione delle Missionarie del Sacro Cuore di Gesù. Nel 1946, divenne la prima cittadina statunitense a essere proclamata santa, generando non poco orgoglio nella comunità lodigiana. In conseguenza di questo fatto, la chiesa parrocchiale di Sant’Angelo, ossia la Basilica di Sant’Antonio Abate, venne dedicata anche a questa giovane coraggiosa, fra i primi italiani a emigrare oltreoceano.

Altra curiosità locale è il dialetto santangiolino, caratterizzato da termini, espressioni e persino da un’inflessione dialettale che non si ritrova in nessun altro luogo nei dintorni. Forse, chissà, un lascito dei molti personaggi illustri transitati al Castello simbolo della cittadina. Costruito nel 1370 per volere di Regina della Scala, moglie di Bernabò Visconti, nel 1552 il maniero passò dagli Sforza ai Bolognini, famiglia che ancora oggi lo possiede e gestisce grazie alla Fondazione Morando Bolognini. Tale Morando fu il conte che riportò il castello al suo antico splendore, dopo secoli di incuria che lo avevano ridotto malamente. A descriverlo nelle sue memorie in un totale stato di abbandono fu anche Giacomo Casanova, ospite a palazzo nel 1763. I lavori di restauro portati avanti dal conte Morando si conclusero nel 1912, e da allora, è la Fondazione a perpetrare la sua opera, attraverso tre diversi musei: la Casa-Museo Bolognini, con una collezione di armi ragguardevole, il Museo Lombardo di Storia dell’Agricoltura e il Museo del Pane. Musei che sottolineano la natura rurale di Sant’Angelo, così come di molti Comuni del lodigiano, che tutt’oggi hanno un’economia basata su colture di vario genere e allevamento di bestiame.

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Casa Natale di Santa Francesca Cabrini

Sant'angelo Lodigiano, Lombardia

2 elementi Cosa fare e vedere

  • Castello/Fortezza/Rocca/Villa

Castello Bolognini di Sant’Angelo Lodigiano

Sant'angelo Lodigiano, Lombardia

Visita al Castello di Sant’Angelo Lodigiano, alla scoperta delle ventiquattro sale del Museo Bolognini e delle bellezze artistiche contenute al suo interno.

Il fascino intramontabile del passato, con il suo susseguirsi di complicate vicende storiche e militari, rappresenta l’attrattiva principale di questa fortezza e delle sue maestose sale. Scopriamo le caratteristiche del Castello di Sant’Angelo Lodigiano e il primo dei suoi tre musei.

La storia del Castello Bolognini
Il Castello di Sant’Angelo Lodigiano venne costruito nel XIII secolo in una posizione particolarmente strategica, tra i due rami del fiume Lambro. La fortezza fu, poi, trasformata in dimora estiva da Regina della Scala, moglie di Bernabò Visconti, che nel 1383 fece costruire la torre Mastra e aprire le finestre a bifora. Nell’elenco dei suoi ospiti illustri, il castello può vantare anche lo scrittore e poeta Giacomo Casanova (nel 1763), ma fu il conte Gian Giacomo Morando Bolognini, all’inizio del ‘900, a realizzare importanti opere di restauro, restituendo al Castello la sua originaria bellezza. Nel 1933 sua moglie, la contessa Lydia Caprara Morando Bolognini, creò la Fondazione Morando Bolognini, affinché la sua opera non andasse dispersa.

Cosa vedere all’interno del Castello Bolognini
Il Castello è caratterizzato da una pianta quadrilatera con tre torrioni angolari e un’imponente torre maestra, leggermente staccata dal corpo principale, alta 36 metri. La fortezza ospita ben 3 musei: il Morando Bolognini, il Museo di Storia dell’Agricoltura e il Museo del Pane.

Il Museo Morando Bolognini: le sale e gli arredi
Realizzato nei primi decenni del 1900, il primo dei tre musei del Castello di Sant’Angelo Lodigiano ospita 24 saloni tutti da scoprire. Qui potrai respirare un’atmosfera d’altri tempi, ammirando antichi mobili, quadri e numerosi lavori artigianali in ferro battuto. Entrando nella Sala del Trono, noterai subito le pareti ornate con i ritratti della famiglia Bolognini: un vero albero genealogico che prosegue nella successiva Sala degli Antenati. All’interno della Biblioteca, invece, potrai perderti tra i circa 2000 volumi di argomento scientifico, mentre nell’Armeria, ti attendono circa 500 pezzi di varie epoche e provenienze. Da non perdere anche la Cappella, che conserva una lastra tombale del XV secolo, la Sala del Polittico, con il dipinto che ritrae la Madonna con Bambino e Santi, e per finire la Sala degli Specchi e le Sale da Pranzo, con raffinati arredi. Per proseguire la visita non ti resta che salire al piano superiore, per accedere al Museo del Pane, o scendere nei sotterranei, alla volta del Museo lombardo di storia dell’agricoltura.

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  • Patrimonio culturale Religioso

Casa Natale di Santa Francesca Cabrini

Sant'angelo Lodigiano, Lombardia

La casa natale di Santa Francesca Cabrini è stata acquistata dalle Missionarie del Sacro Cuore verosimilmente nel 1929 (data citata dalla poetessa Ada Negri) o nel 1931 (data riportata sulla storia dell’Istituto curata dalle Missionarie) sicuramente per volere della allora Superiora Generale, Madre Antonietta della Casa, succeduta a Madre Cabrini.
Era stato don Nicola De Martino, giovane e brillante sacerdote di Sant’Angelo a chiamare e portare le Missionarie del Sacro Cuore nel paese natale della loro fondatrice e a iniziare i primi lavori di restauro della casa dove Francesca venne alla luce.

La casa natale subì nel corso degli anni seguiti alla scomparsa di don Nicola, nel 1962, una serie di interventi di restauro a volte troppo invasivi; l’ultimo nel tempo ha cercato di ridare alla casa natale quella essenzialità e semplicità di una casa popolare di fine Ottocento.

Nell’anno 2008, per volere della Superiora generale dell’Istituto, madre Lina Colombini, sono iniziati i lavori che hanno portato alla nuova sistemazione condotta con moderni criteri storici e culturali. Il lavoro è stato impegnativo perché bisognava coniugare l’aspetto espositivo di una raccolta museale con l’aspetto funzionale, visto che la casa è quotidianamente luogo di incontro e preghiera.

ITINERARIO DI VISITA
Alla stanza d’ingresso, “la cucina”, è lasciato il compito di riportare attraverso una semplice ambientazione, l’atmosfera che ha accompagnato gli anni dell’infanzia della Santa: i pannelli espositivi illustrano la storia della sua famiglia raccontata anche attraverso lettere e documenti autentici.

A questo primo ambiente ne seguono altri due.
Nel primo sono conservati gli oggetti di artigianato provenienti dagli stati in cui operano oggi le missionarie, accanto c’è una piccola cappella dove dimorano il quadro del Sacro Cuore e, in una teca, una reliquia della Santa. Le tre stanze al piano superiore sono più intimamente legate alla vita della Santa.

Salita la ripida scala in legno, si raggiunge il pianerottolo in cui sono esposti un prezioso documento datato 3 ottobre 1933: l’atto della ricognizione e traslazione della salma di Santa Francesca Cabrini per gli atti del processo di beatificazione e un pannello con alcune belle fotografie in bianco e nero relativi ai festeggiamenti preparati a Sant’Angelo Lodigiano nel 1946 in occasione della canonizzazione dell’illustre concittadina. A destra si accede alla stanza dove la Santa nacque il 15 luglio 1850: sono esposti alcuni arredi e una vetrinetta con alcuni oggetti legati all’attività dell’isegnamento: un atlante, una squadra di legno, un calamaio, il registro delle Terziarie francescane a cui si era iscritta nel 1867 e un’immagine votiva. Interessante è una rete ricamata a mano usata per la mensa dell’altare.

Nella stanza dei viaggi missionari, chiamata così per la grande mappa che illustra le rotte dei viaggi intrapresi dalla Santa, in una grande teca, è custodito il simbolo delle sue peregrinazioni: il mantello di pesante lana di alpaca che Madre Cabrini e la sua consorella indossarono per attraversare la Cordigliera delle Ande nel lungo, faticoso e avventuroso viaggio da Panama all’Argentina nel 1895. Altre vetrine contengono i suoi oggetti da viaggio e oggetti usati durante la sua vita religiosa.

Si entra poi nel locale dove è allestita la camera da letto che usava durante i suoi soggiorni a Milano, presso l’Istituto di Corso di Porta Romana al n.105, tra gli anni 1902-1910. La visita prosegue, scendendo dalla scala esterna, nel cortiletto trasformato in una tranquilla oasi di verde dove la tradizione vuole che la nascita della Santa sia stata annunciata da un volo di colombe che si posarono sull’aia di casa Cabrini. Il 15 luglio 2008 è stata inaugurata la risistemazione del cortile con l’acciottolato originario e una fontana che ripercorre, nel lento scorrere dell’acqua, le tappe principali della sua vita e della sua missione.

Sempre al primo piano, ma nella parte di edificio costruito negli anni ’50, è collocato il Centro di Documentazione Cabriniano che raccoglie volumi e documenti riguardanti la Santa.

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  • Castello/Fortezza/Rocca/Villa

Castello Bolognini di Sant’Angelo Lodigiano

Sant'angelo Lodigiano, Lombardia

Visita al Castello di Sant’Angelo Lodigiano, alla scoperta delle ventiquattro sale del Museo Bolognini e delle bellezze artistiche contenute al suo interno.

Il fascino intramontabile del passato, con il suo susseguirsi di complicate vicende storiche e militari, rappresenta l’attrattiva principale di questa fortezza e delle sue maestose sale. Scopriamo le caratteristiche del Castello di Sant’Angelo Lodigiano e il primo dei suoi tre musei.

La storia del Castello Bolognini
Il Castello di Sant’Angelo Lodigiano venne costruito nel XIII secolo in una posizione particolarmente strategica, tra i due rami del fiume Lambro. La fortezza fu, poi, trasformata in dimora estiva da Regina della Scala, moglie di Bernabò Visconti, che nel 1383 fece costruire la torre Mastra e aprire le finestre a bifora. Nell’elenco dei suoi ospiti illustri, il castello può vantare anche lo scrittore e poeta Giacomo Casanova (nel 1763), ma fu il conte Gian Giacomo Morando Bolognini, all’inizio del ‘900, a realizzare importanti opere di restauro, restituendo al Castello la sua originaria bellezza. Nel 1933 sua moglie, la contessa Lydia Caprara Morando Bolognini, creò la Fondazione Morando Bolognini, affinché la sua opera non andasse dispersa.

Cosa vedere all’interno del Castello Bolognini
Il Castello è caratterizzato da una pianta quadrilatera con tre torrioni angolari e un’imponente torre maestra, leggermente staccata dal corpo principale, alta 36 metri. La fortezza ospita ben 3 musei: il Morando Bolognini, il Museo di Storia dell’Agricoltura e il Museo del Pane.

Il Museo Morando Bolognini: le sale e gli arredi
Realizzato nei primi decenni del 1900, il primo dei tre musei del Castello di Sant’Angelo Lodigiano ospita 24 saloni tutti da scoprire. Qui potrai respirare un’atmosfera d’altri tempi, ammirando antichi mobili, quadri e numerosi lavori artigianali in ferro battuto. Entrando nella Sala del Trono, noterai subito le pareti ornate con i ritratti della famiglia Bolognini: un vero albero genealogico che prosegue nella successiva Sala degli Antenati. All’interno della Biblioteca, invece, potrai perderti tra i circa 2000 volumi di argomento scientifico, mentre nell’Armeria, ti attendono circa 500 pezzi di varie epoche e provenienze. Da non perdere anche la Cappella, che conserva una lastra tombale del XV secolo, la Sala del Polittico, con il dipinto che ritrae la Madonna con Bambino e Santi, e per finire la Sala degli Specchi e le Sale da Pranzo, con raffinati arredi. Per proseguire la visita non ti resta che salire al piano superiore, per accedere al Museo del Pane, o scendere nei sotterranei, alla volta del Museo lombardo di storia dell’agricoltura.

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Casa Natale di Santa Francesca Cabrini

Sant'angelo Lodigiano, Lombardia

La casa natale di Santa Francesca Cabrini è stata acquistata dalle Missionarie del Sacro Cuore verosimilmente nel 1929 (data citata dalla poetessa Ada Negri) o nel 1931 (data riportata sulla storia dell’Istituto curata dalle Missionarie) sicuramente per volere della allora Superiora Generale, Madre Antonietta della Casa, succeduta a Madre Cabrini.
Era stato don Nicola De Martino, giovane e brillante sacerdote di Sant’Angelo a chiamare e portare le Missionarie del Sacro Cuore nel paese natale della loro fondatrice e a iniziare i primi lavori di restauro della casa dove Francesca venne alla luce.

La casa natale subì nel corso degli anni seguiti alla scomparsa di don Nicola, nel 1962, una serie di interventi di restauro a volte troppo invasivi; l’ultimo nel tempo ha cercato di ridare alla casa natale quella essenzialità e semplicità di una casa popolare di fine Ottocento.

Nell’anno 2008, per volere della Superiora generale dell’Istituto, madre Lina Colombini, sono iniziati i lavori che hanno portato alla nuova sistemazione condotta con moderni criteri storici e culturali. Il lavoro è stato impegnativo perché bisognava coniugare l’aspetto espositivo di una raccolta museale con l’aspetto funzionale, visto che la casa è quotidianamente luogo di incontro e preghiera.

ITINERARIO DI VISITA
Alla stanza d’ingresso, “la cucina”, è lasciato il compito di riportare attraverso una semplice ambientazione, l’atmosfera che ha accompagnato gli anni dell’infanzia della Santa: i pannelli espositivi illustrano la storia della sua famiglia raccontata anche attraverso lettere e documenti autentici.

A questo primo ambiente ne seguono altri due.
Nel primo sono conservati gli oggetti di artigianato provenienti dagli stati in cui operano oggi le missionarie, accanto c’è una piccola cappella dove dimorano il quadro del Sacro Cuore e, in una teca, una reliquia della Santa. Le tre stanze al piano superiore sono più intimamente legate alla vita della Santa.

Salita la ripida scala in legno, si raggiunge il pianerottolo in cui sono esposti un prezioso documento datato 3 ottobre 1933: l’atto della ricognizione e traslazione della salma di Santa Francesca Cabrini per gli atti del processo di beatificazione e un pannello con alcune belle fotografie in bianco e nero relativi ai festeggiamenti preparati a Sant’Angelo Lodigiano nel 1946 in occasione della canonizzazione dell’illustre concittadina. A destra si accede alla stanza dove la Santa nacque il 15 luglio 1850: sono esposti alcuni arredi e una vetrinetta con alcuni oggetti legati all’attività dell’isegnamento: un atlante, una squadra di legno, un calamaio, il registro delle Terziarie francescane a cui si era iscritta nel 1867 e un’immagine votiva. Interessante è una rete ricamata a mano usata per la mensa dell’altare.

Nella stanza dei viaggi missionari, chiamata così per la grande mappa che illustra le rotte dei viaggi intrapresi dalla Santa, in una grande teca, è custodito il simbolo delle sue peregrinazioni: il mantello di pesante lana di alpaca che Madre Cabrini e la sua consorella indossarono per attraversare la Cordigliera delle Ande nel lungo, faticoso e avventuroso viaggio da Panama all’Argentina nel 1895. Altre vetrine contengono i suoi oggetti da viaggio e oggetti usati durante la sua vita religiosa.

Si entra poi nel locale dove è allestita la camera da letto che usava durante i suoi soggiorni a Milano, presso l’Istituto di Corso di Porta Romana al n.105, tra gli anni 1902-1910. La visita prosegue, scendendo dalla scala esterna, nel cortiletto trasformato in una tranquilla oasi di verde dove la tradizione vuole che la nascita della Santa sia stata annunciata da un volo di colombe che si posarono sull’aia di casa Cabrini. Il 15 luglio 2008 è stata inaugurata la risistemazione del cortile con l’acciottolato originario e una fontana che ripercorre, nel lento scorrere dell’acqua, le tappe principali della sua vita e della sua missione.

Sempre al primo piano, ma nella parte di edificio costruito negli anni ’50, è collocato il Centro di Documentazione Cabriniano che raccoglie volumi e documenti riguardanti la Santa.

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