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Pellegrino Parmense

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La Via o Cammino degli Abati è l’antesignana della Via Francigena. Prima che quest’ultima diventasse l’arteria per eccellenza dei pellegrinaggi e dei commerci, era la strada principale, che, con un percorso di circa 190 km fra Pavia e Pontremoli, transitava lungo tutta la Val Trebbia e da qui nella Valle del Ceno e nella Val di Taro, entrambe in provincia di Parma.

Ad attirare lo sguardo del viaggiatore sono le vette che fanno da corona alle valli, alte fino a 1.700 metri, e i molti luoghi di fede e i castelli, che ripercorrono più di mille anni di storia, cultura e tradizioni. In Val di Taro, il Castello di Compiano, fra i “Borghi più belli d’Italia”, rievoca memorie e vicende delle dinastie dei Malaspina, dei Landi e dei Farnese, e nelle sue molte stanze, in parte riconvertite nell’800 in carcere, trovano spazio la Collezione d’arte e arredi di “Raimondi Gambarotta”, e l’unico Museo Massonico in Italia. Per chi ama il soggetto, una di quelle tappe imperdibili.
Lo sono anche altri musei a tema della zona: il piccolo ma interessante Museo dell’Emigrante di Tarsogno, dedicato ai numerosi emigranti del secondo scorso, e il Seminario vescovile di Bedonia, mastodontico con i 6.000 mq di superficie, divisi fra ben dieci musei: tre i principali, la Pinacoteca Parmigiani, il Museo di storia naturale e il Museo Archeologico, extra due biblioteche con migliaia di volumi antichi e il Planetario. Praticamente una cittadella della cultura in un borgo di circa tremila abitanti.

Non è da meno, per numero di musei e importanza delle opere conservate, la Fortezza di Bardi, di per sé significativo esempio di architettura medievale che domina per chilometri tutta la zona. La rocca sorge lungo la Via degli Abati, non lontano dalla francigena, e al suo interno ospita il Museo Archeologico con reperti risalenti all’età del bronzo (1600-1200 a.C.), la Collezione Ferrarini-Nicoli con la permanente “Novecento: arte e mestieri dell’Est Europeo”, il Museo della Civiltà Valligiana della Val Ceno e il Museo della Fauna e del Bracconaggio.

Di fronte alla mole della Fortezza Bardi, i resti del Castello di Borgotaro scompaiono, ma poco male: qui, nel “borgo del fiume Taro” considerato capoluogo dell’Appennino parmense, si viene per conoscere un altro “re”, il fungo porcino, protagonista di sagre molto conosciute oltre che della cucina locale e del consueto Mercato Contadino del lunedì mattina. I boschi fanno da richiamo non solo per questo pregiato prodotto, ma anche perché sono una perfetta palestra per chi ama l’outdoor. Qui c’è la Riserva Naturale Regionale e Oasi WWF dei Ghirardi, parte di un Sito d’Importanza Comunitaria, 600 ettari di praterie, cerrete, calanchi, foreste e torrenti popolati da flora e fauna da record: 36 solo le specie di orchidee selvagge e 350 i capi di cervi e daini censiti di recente.

Nel Comune di Varano de’ Melegari si incontrano i due volti della provincia emiliano-romagnola, ossia grandi luoghi d’arte ed eccellenze tecnologiche. Due mondi che vanno a due velocità diverse, e distanti secoli fra loro: da una parte rocche e dimore nobiliari e dall’altra le realtà ipertecnologiche della Motor Valley. Varano infatti si fa notare per il Castello Pallavicino, animato tutto l’anno da una serie di eventi in costume che fanno rivivere le atmosfere medievali, e per la presenza della sede di uno dei brand automobilistici di lusso oggetto di culto, la Dallara Automobili. Progettazione e produzione avvengono qui, e seguono le linee dettate nel 1972 dall’ingegner Gian Paolo Dallara, fondatore della casa automobilistica parmense. Oggi l’azienda vanta anche la Dallara Academy, con corsi per studenti universitari in “Racing Car Design” della Motorvehicle University of Emilia Romagna (MUNER), sodalizio fra gli atenei regionali e le storiche case automobilistiche della Motor Valley italiana. Nei pressi dell’azienda si trova infine il circuito, accessibile anche al pubblico per corsi di guida sicura.

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Cammino sulla Via degli Abati

Borgo Val Di Taro, Emilia-Romagna

5 elementi Cosa fare e vedere

  • Culturale Materiale - Altro

Dallara Academy

Varano De' Melegari, Emilia-Romagna

Nell’autunno 2018, la Dallara Automobili ha aperto un nuovo edificio, a fianco della sede storica di Varano de’ Melegari: la Dallara Academy. Si tratta di una struttura dal design audace, progettata dall’architetto genovese Alfonso Femia e fortemente voluta dall’Ingegner Giampaolo Dallara. Essa si sviluppa su due piani, collegati da un’ampia rampa curva vetrata percorribile a piedi. L’edificio mostra da subito un’anima polivalente fortemente focalizzata su temi cari all’azienda: il legame con il territorio, la tecnologia e la formazione. L’area espositiva aperta al pubblico ricorda la curva sopraelevata di una pista, dove le Dallara hanno colto innumerevoli allori. In mostra le auto che hanno segnato la storia dell’Ingegner Dallara prima, e dalla Dallara Automobili poi: dalla Miura all’ X1/9, dalle vetture Sport nate in collaborazione con la Lancia alle Indy-car che corrono negli Stati Uniti, dai prototipi di Le Mans fino alle serie come Formula 3 e Formula E, per arrivare all’ ultima nata “Dallara Stradale”. Il visitatore si immergerà in una passeggiata nella storia delle auto, da corsa e da strada ad alte prestazioni, senza mai perdere il contatto con l’ ambiente circostante, grazie all’ampia vetrata che segue la traiettoria dell’intera rampa.
Spinta verso il futuro è la Dallara Academy rivolta ai ai più giovani: un’intera area dell’edificio è totalmente dedicata a Laboratori Didattici pensati e progettati per gli studenti delle scuole medie inferiori e superiori, dove i ragazzi possono sperimentare in prima persona le leggi della fisica applicate alla progettazione ed allo sviluppo delle automobili. I Laboratori Didattici si basano sulla filosofia dell’”edutainment” ossia dell’imparare divertendosi, portando i ragazzi oltre lo studio della fisica legata alla sola esperienza scolastica, per coinvolgerli direttamente in attività ispirate alle tre competenze principali che contraddistinguono l’azienda: la progettazione e la produzione con materiali compositi, l’aerodinamica e la dinamica del veicolo.
L’impegno dell’azienda nella formazione prosegue con un’area dedicata agli studi di livello universitario. Il primo piano, infatti, è la sede del secondo anno del corso di laurea magistrale in “Racing Car Design” della Motorvehicle University of Emilia-Romagna (MUNER), l’associazione fortemente voluta dalla Regione Emilia-Romagna che nasce dalla sinergia tra alcuni prestigiosi atenei (Università di Bologna, Università di Modena, Università di Modena e Reggio Emilia e Università di Parma) e le case automobilistiche che cercano l’eccellenza del Made in Italy nel mondo affondando le radici storiche nel territorio: Automobili Lamborghini, Dallara, Ducati, Ferrari, Haas F1 Team, HPE Coxa, Magneti Marelli, Maserati e Toro Rosso.
La Dallara Academy ha al suo interno anche un’area capace di ospitare 350 persone progettata per poter ospitare conferenze, meeting, presentazioni ed attività di team building

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  • Cammino-Religioso

Cammino sulla Via degli Abati

Borgo Val Di Taro, Emilia-Romagna

Anche conosciuta con il nome di “Francigena di Montagna”, la Via degli Abati è un antico percorso di circa 190 Km. (di cui 127 in Emilia-Romagna) che collega Pavia a Pontremoli lungo la Val Trebbia, attraverso luoghi di fede di straordinaria suggestione come l’Abbazia di San Colombano, borghi caratteristici come quello di Bobbio o Pontremoli, splendidi castelli come quello di Bardi e paesaggi incontaminati di rara bellezza dell’Appennino Parmense.
Il Cammino degli Abati risale al periodo della dominazione Longobarda, quando era principalmente utilizzato dai monaci di Bobbio per raggiungere la città di Roma prima che la Via Francigena di Monte Bardone (oggi Cisa), rimasta a lungo sotto il controllo dei Bizantini, assumesse un ruolo predominante nelle antiche vie di commercio e pellegrinaggio.
Il percorso era utilizzato in particolar modo dai pellegrini nord europei ed irlandesi che, nel lungo e difficoltoso viaggio di fede verso Roma, includevano una sosta a Bobbio per una visita alla tomba di San Colombano, abate irlandese fondatore della locale abbazia.

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  • Castello/Fortezza/Rocca/Villa

Castello di Compiano

Compiano, Emilia-Romagna

Il Castello di Compiano svetta con forme possenti sul borgo e sull’alta Val di Taro. Le fondamenta del Castello risalgono a prima dell’anno Mille. Il castello è legato alla storia di molte famiglie nobili, su tutte la famiglia Landi, che in queste valli instaura lo Stato Landi, un regno lungo più di 400 anni. Ai Landi, Principi del Sacro Romano Impero, nel 1682 seguono i duchi Farnese che regnano sul Ducato di Parma e Piacenza. Con la duchessa Maria Luigia, nella prima metà dell’Ottocento, il castello fu trasformato in carcere di Stato. Il piano nobile in origine ospitava l’appartamento del Principe Landi. La Marchesa Lina Raimondi Gambarotta è l’ultima abitante del castello e ne ha recuperato gli ambienti con passione e rigore. Il museo valorizza le stanze della Marchesa con un percorso guidato.
Visitare il Castello è come seguire le tracce delle nobili dinastie Landi, Grimaldi, Farnese. Pizzi e ventagli veneziani, tappeti spagnoli e francesi, manifatture Richard, statuette in bisquit, candelieri Limoges e armature fanno rivivere il tempo che fu.
Il percorso arriva quindi al Museo Internazionale Massonico, donazione del professor Flaminio Musa: unico in Italia, con una ricca collezione di oggetti della Massoneria Anglosassone degli ultimi 300 anni, paramenti, oggetti di valore, e anche la ricostruzione di un tempio massonico. Dal 1997 è stato riscoperto il legame fra il Principato di Monaco ed il Castello di Compiano.

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  • Castello/Fortezza/Rocca/Villa

Castello di Bardi

Bardi, Emilia-Romagna

Il castello di Bardi, detto anche Castello Landi, è un’imponente fortezza che sorge su uno “scoglio” di diaspro rosso al centro della valle del Ceno. L’edificio, uno dei massimi esempi di architettura militare in Italia, sovrasta il punto in cui il torrente Noveglia confluisce proprio nel Ceno, posizione che nel medioevo rappresentava un’importante tappa sul percorso della via degli Abati.
Il nome “Bardi” deriva da Longobardi, l’esistenza di una fortezza che viene costruita agli inizi del IX secolo e completato agli inizi del X secolo risale al regno di Berengario del Friuli. Nell’898 l’edificio venne venduto al vescovo di Piacenza Everardo, che ne fece un sicuro rifugio in caso di aggressione da parte degli Ungari che in quei tempi razziavano la Pianura Padana.
Fino al XII secolo il castello fu governato da una consorteria di nobili locali, conosciuti come conti di Bardi, finché, nel 1257, fu acquistato, con il vicino castello di Compiano, dal ghibellino Ubertino Landi di Piacenza, che ne fece la capitale dei domini della sua famiglia. Ai piedi delle sue possenti mura si svolsero molte battaglie contro i guelfi, sconfitti tra l’altro nel 1313. Nel corso del XV secolo i Landi modificarono la rocca, adeguandola alle nuove esigenze difensive e conferendole l’aspetto attuale.
Nel 1551 Carlo V d’Asburgo conferì ai Landi il rango di marchese e concesse loro il privilegio di battere moneta. Sul finire del XVI secolo, per volere di Federico Landi, il castello diventò una residenza principesca dotata di pinacoteca, archivio di famiglia, biblioteca ed esposizione di armi. Nel 1682, con l’estinzione dei Landi, cominciò la decadenza del castello. Dopo un negoziato snervante condotto presso la corte imperiale dall’ambasciatore conte Fabio Perletti, il feudo passò, assieme a quello di Compiano, ai loro storici rivali, i Farnese, e successivamente ai Borbone Parma.
La struttura, nel corso del XIX secolo, continuò a decadere e fu adibita a prigione militare, sede della pretura e del comune. Il recupero cominciò dopo gli anni sessanta.
Oggi all’interno della fortezza, oltre alla struttura fortificata, sono visitabili: il Museo della Civiltà Valligiana, il Museo della Fauna e del Bracconaggio, il Museo degli Alpini intitolato al Capitano Pietro Cella (1ª medaglia d’oro del Corpo Alpino) e il Museo Archeologico della Valle del Ceno. Dal 2017 qui è ospitata anche la mostra permanente Novecento: Arte e mestieri dell’Est Europeo – Collezione Ferrarini-Nicoli.
Dal 2018 inoltre il Castello di Bardi è la sede di rappresentanza nazionale del Centro di Coordinamento Maschere (allegoriche) Italiane.

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  • Patrimonio culturale Religioso

Polo Museale del Seminario Vescovile di Bedonia

Bedonia, Emilia-Romagna

L’imponente complesso del Seminario Vescovile di Bedonia spicca nella sua imponenza architettonica, esaltata dall’esiguità del piccolo paese, a fianco del Santuario della Madonna della Consolazione, meglio conosciuta come “Madonna di San Marco”, ove fin dal 1685 si venerava la Madre di Cristo in una piccola cappella ancora esistente.
Il Seminario, che si estende su quasi 6000 mq. coperti, ospita complessivamente dieci musei: la pinacoteca Parmigiani, l’opera omnia di Romeo Musa, il museo e centro studi cardinale Agostino Casaroli, il fondo documentario cardinale Opilio Rossi, il centro di documentazione sull’emigrazione, la mostra permanente della devozione popolare, il museo archeologico, il museo di storia naturale, il planetario con laboratorio e il centro audiovisivi San Marco.

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  • Culturale Materiale - Altro

Dallara Academy

Varano De' Melegari, Emilia-Romagna

Nell’autunno 2018, la Dallara Automobili ha aperto un nuovo edificio, a fianco della sede storica di Varano de’ Melegari: la Dallara Academy. Si tratta di una struttura dal design audace, progettata dall’architetto genovese Alfonso Femia e fortemente voluta dall’Ingegner Giampaolo Dallara. Essa si sviluppa su due piani, collegati da un’ampia rampa curva vetrata percorribile a piedi. L’edificio mostra da subito un’anima polivalente fortemente focalizzata su temi cari all’azienda: il legame con il territorio, la tecnologia e la formazione. L’area espositiva aperta al pubblico ricorda la curva sopraelevata di una pista, dove le Dallara hanno colto innumerevoli allori. In mostra le auto che hanno segnato la storia dell’Ingegner Dallara prima, e dalla Dallara Automobili poi: dalla Miura all’ X1/9, dalle vetture Sport nate in collaborazione con la Lancia alle Indy-car che corrono negli Stati Uniti, dai prototipi di Le Mans fino alle serie come Formula 3 e Formula E, per arrivare all’ ultima nata “Dallara Stradale”. Il visitatore si immergerà in una passeggiata nella storia delle auto, da corsa e da strada ad alte prestazioni, senza mai perdere il contatto con l’ ambiente circostante, grazie all’ampia vetrata che segue la traiettoria dell’intera rampa.
Spinta verso il futuro è la Dallara Academy rivolta ai ai più giovani: un’intera area dell’edificio è totalmente dedicata a Laboratori Didattici pensati e progettati per gli studenti delle scuole medie inferiori e superiori, dove i ragazzi possono sperimentare in prima persona le leggi della fisica applicate alla progettazione ed allo sviluppo delle automobili. I Laboratori Didattici si basano sulla filosofia dell’”edutainment” ossia dell’imparare divertendosi, portando i ragazzi oltre lo studio della fisica legata alla sola esperienza scolastica, per coinvolgerli direttamente in attività ispirate alle tre competenze principali che contraddistinguono l’azienda: la progettazione e la produzione con materiali compositi, l’aerodinamica e la dinamica del veicolo.
L’impegno dell’azienda nella formazione prosegue con un’area dedicata agli studi di livello universitario. Il primo piano, infatti, è la sede del secondo anno del corso di laurea magistrale in “Racing Car Design” della Motorvehicle University of Emilia-Romagna (MUNER), l’associazione fortemente voluta dalla Regione Emilia-Romagna che nasce dalla sinergia tra alcuni prestigiosi atenei (Università di Bologna, Università di Modena, Università di Modena e Reggio Emilia e Università di Parma) e le case automobilistiche che cercano l’eccellenza del Made in Italy nel mondo affondando le radici storiche nel territorio: Automobili Lamborghini, Dallara, Ducati, Ferrari, Haas F1 Team, HPE Coxa, Magneti Marelli, Maserati e Toro Rosso.
La Dallara Academy ha al suo interno anche un’area capace di ospitare 350 persone progettata per poter ospitare conferenze, meeting, presentazioni ed attività di team building

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  • Cammino-Religioso

Cammino sulla Via degli Abati

Borgo Val Di Taro, Emilia-Romagna

Anche conosciuta con il nome di “Francigena di Montagna”, la Via degli Abati è un antico percorso di circa 190 Km. (di cui 127 in Emilia-Romagna) che collega Pavia a Pontremoli lungo la Val Trebbia, attraverso luoghi di fede di straordinaria suggestione come l’Abbazia di San Colombano, borghi caratteristici come quello di Bobbio o Pontremoli, splendidi castelli come quello di Bardi e paesaggi incontaminati di rara bellezza dell’Appennino Parmense.
Il Cammino degli Abati risale al periodo della dominazione Longobarda, quando era principalmente utilizzato dai monaci di Bobbio per raggiungere la città di Roma prima che la Via Francigena di Monte Bardone (oggi Cisa), rimasta a lungo sotto il controllo dei Bizantini, assumesse un ruolo predominante nelle antiche vie di commercio e pellegrinaggio.
Il percorso era utilizzato in particolar modo dai pellegrini nord europei ed irlandesi che, nel lungo e difficoltoso viaggio di fede verso Roma, includevano una sosta a Bobbio per una visita alla tomba di San Colombano, abate irlandese fondatore della locale abbazia.

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  • Castello/Fortezza/Rocca/Villa

Castello di Compiano

Compiano, Emilia-Romagna

Il Castello di Compiano svetta con forme possenti sul borgo e sull’alta Val di Taro. Le fondamenta del Castello risalgono a prima dell’anno Mille. Il castello è legato alla storia di molte famiglie nobili, su tutte la famiglia Landi, che in queste valli instaura lo Stato Landi, un regno lungo più di 400 anni. Ai Landi, Principi del Sacro Romano Impero, nel 1682 seguono i duchi Farnese che regnano sul Ducato di Parma e Piacenza. Con la duchessa Maria Luigia, nella prima metà dell’Ottocento, il castello fu trasformato in carcere di Stato. Il piano nobile in origine ospitava l’appartamento del Principe Landi. La Marchesa Lina Raimondi Gambarotta è l’ultima abitante del castello e ne ha recuperato gli ambienti con passione e rigore. Il museo valorizza le stanze della Marchesa con un percorso guidato.
Visitare il Castello è come seguire le tracce delle nobili dinastie Landi, Grimaldi, Farnese. Pizzi e ventagli veneziani, tappeti spagnoli e francesi, manifatture Richard, statuette in bisquit, candelieri Limoges e armature fanno rivivere il tempo che fu.
Il percorso arriva quindi al Museo Internazionale Massonico, donazione del professor Flaminio Musa: unico in Italia, con una ricca collezione di oggetti della Massoneria Anglosassone degli ultimi 300 anni, paramenti, oggetti di valore, e anche la ricostruzione di un tempio massonico. Dal 1997 è stato riscoperto il legame fra il Principato di Monaco ed il Castello di Compiano.

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  • Castello/Fortezza/Rocca/Villa

Castello di Bardi

Bardi, Emilia-Romagna

Il castello di Bardi, detto anche Castello Landi, è un’imponente fortezza che sorge su uno “scoglio” di diaspro rosso al centro della valle del Ceno. L’edificio, uno dei massimi esempi di architettura militare in Italia, sovrasta il punto in cui il torrente Noveglia confluisce proprio nel Ceno, posizione che nel medioevo rappresentava un’importante tappa sul percorso della via degli Abati.
Il nome “Bardi” deriva da Longobardi, l’esistenza di una fortezza che viene costruita agli inizi del IX secolo e completato agli inizi del X secolo risale al regno di Berengario del Friuli. Nell’898 l’edificio venne venduto al vescovo di Piacenza Everardo, che ne fece un sicuro rifugio in caso di aggressione da parte degli Ungari che in quei tempi razziavano la Pianura Padana.
Fino al XII secolo il castello fu governato da una consorteria di nobili locali, conosciuti come conti di Bardi, finché, nel 1257, fu acquistato, con il vicino castello di Compiano, dal ghibellino Ubertino Landi di Piacenza, che ne fece la capitale dei domini della sua famiglia. Ai piedi delle sue possenti mura si svolsero molte battaglie contro i guelfi, sconfitti tra l’altro nel 1313. Nel corso del XV secolo i Landi modificarono la rocca, adeguandola alle nuove esigenze difensive e conferendole l’aspetto attuale.
Nel 1551 Carlo V d’Asburgo conferì ai Landi il rango di marchese e concesse loro il privilegio di battere moneta. Sul finire del XVI secolo, per volere di Federico Landi, il castello diventò una residenza principesca dotata di pinacoteca, archivio di famiglia, biblioteca ed esposizione di armi. Nel 1682, con l’estinzione dei Landi, cominciò la decadenza del castello. Dopo un negoziato snervante condotto presso la corte imperiale dall’ambasciatore conte Fabio Perletti, il feudo passò, assieme a quello di Compiano, ai loro storici rivali, i Farnese, e successivamente ai Borbone Parma.
La struttura, nel corso del XIX secolo, continuò a decadere e fu adibita a prigione militare, sede della pretura e del comune. Il recupero cominciò dopo gli anni sessanta.
Oggi all’interno della fortezza, oltre alla struttura fortificata, sono visitabili: il Museo della Civiltà Valligiana, il Museo della Fauna e del Bracconaggio, il Museo degli Alpini intitolato al Capitano Pietro Cella (1ª medaglia d’oro del Corpo Alpino) e il Museo Archeologico della Valle del Ceno. Dal 2017 qui è ospitata anche la mostra permanente Novecento: Arte e mestieri dell’Est Europeo – Collezione Ferrarini-Nicoli.
Dal 2018 inoltre il Castello di Bardi è la sede di rappresentanza nazionale del Centro di Coordinamento Maschere (allegoriche) Italiane.

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Polo Museale del Seminario Vescovile di Bedonia

Bedonia, Emilia-Romagna

L’imponente complesso del Seminario Vescovile di Bedonia spicca nella sua imponenza architettonica, esaltata dall’esiguità del piccolo paese, a fianco del Santuario della Madonna della Consolazione, meglio conosciuta come “Madonna di San Marco”, ove fin dal 1685 si venerava la Madre di Cristo in una piccola cappella ancora esistente.
Il Seminario, che si estende su quasi 6000 mq. coperti, ospita complessivamente dieci musei: la pinacoteca Parmigiani, l’opera omnia di Romeo Musa, il museo e centro studi cardinale Agostino Casaroli, il fondo documentario cardinale Opilio Rossi, il centro di documentazione sull’emigrazione, la mostra permanente della devozione popolare, il museo archeologico, il museo di storia naturale, il planetario con laboratorio e il centro audiovisivi San Marco.

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