Le attività del turista culturale
cultura materiale (città d'arte, siti archeologici, musei)
La provincia di Parma è percorsa dalle Valli Taro e Ceno, che oltre a offrire interessanti itinerari naturalistici, sono punteggiate di tappe culturali che talvolta rappresentano degli unicum assoluti. Per esempio, nel Castello di Compiano, parte del circuito dei Castelli di Parma e Piacenza, ha sede il solo Museo Massonico d’Italia, affiancato fra l’altro dalla ricca Collezione “Raimondi Gambarotta”, costituita da oggetti d’arte, arredi e dipinti sei-settecenteschi.
A Tarsogno, frazione di 400 anime nel Comune di Tornolo, sempre nel parmense, si può quasi dire che ci sono più musei che case. Si inizia con il piccolo Museo dell’Emigrante per passare poi all’imponente Seminario Vescovile di Bedonia, che raggruppa la Pinacoteca Parmigiani, due biblioteche con migliaia di volumi antichi, il Museo di Storia Naturale, il Museo Archeologico e il Planetario.
Un altro polo culturale è la Fortezza di Bardi, le cui sale si dividono fra Museo Archeologico, Collezione Ferrarini-Nicoli, Museo della Civiltà Valligiana della Val Ceno e Museo della Fauna e del Bracconaggio.
Sono invece una sessantina le opere che narrano il percorso artistico di Martino Jasoni, nativo di Berceto, dove oggi si può visitare il museo a lui dedicato. Il prestigioso riconoscimento di Museo di Qualità della Regione Emilia-Romagna fa percepire la sua importanza, il resto lo fa la visita, fra acquerelli e opere esposte anche nella Biennale di Venezia del 1936.
Chiude la scoperta della provincia di Parma la tappa “satellite” della Motor Valley, la Dallara Automobili. Accanto alla sede storica fondata nel 1972 dall’Ingegner Dallara, sorge oggi l’avveniristica Dallara Academy, un edificio dall’anima polivalente, dove si fa ricerca e sperimentazione e dove si sviluppa la “Rampa espositiva”, l’area museale con la collezione dei modelli che hanno fatto la storia della marca.
Le attività del turista Enogastronomico
Enogastronomia
Alla fine dell’800, le province di Parma e Massa Carrara furono interessate dal fenomeno dell’emigrazione verso gli Stati Uniti e l’Inghilterra, che a sua volta ne favorì un altro: quello della diffusione della fama del “Fungo di Borgotaro”. Gli emigranti in cerca di fortuna erano infatti soliti portare con sé alcuni prodotti delle loro terre d’origine, e questo permise di far conoscere questa prelibatezza anche all’estero, e di conseguenza anche la zona da cui proveniva. Ciononostante, il Fungo di Borgotaro è stato riconosciuto come prodotto solo di recente: risale infatti al 1993 il marchio IGP del Ministero, e al 1996 quello della CEE, mentre nel 1995 è stato creato il Consorzio di Tutela a garanzia del disciplinare di produzione, che ad oggi interessa i comuni di Berceto, Borgo Val di Taro, Albareto, Compiano, Tornolo e Bedonia in provincia di Parma oltre ai comuni di Pontremoli e Zeri in provincia di Massa Carrara.
Oltre a questi gustosi porcini, in primavera il bosco regala anche il fungo prugnolo, e in autunno le castagne. Le erbe di campo e le patate diventano invece ingredienti base della torta tipica locale, la “baciocca”, la torta salata che prende il nome dalla sottilissima sfoglia creata con farina, acqua e olio extravergine. E’ invece dolce l’impasto degli ’“amor”, dolcetti di crema alla vaniglia e burro chiusa fra due wafer, souvenir d’obbligo per chi visita Borgotaro e le sue pasticcerie storiche.
Le attività del turista Naturalistico
ecoturismo
Le Valli Taro e Ceno insistono nell’area dell’Appennino Parmense, ideale per essere esplorata a piedi, lungo i cinque sentieri turistici messi a punto grazie alla collaborazione fra l’Unione dei Comuni Valli Taro e Ceno e l’ A.S.D. 3t Valtaro. A condurre gli escursionisti in sicurezza sono a richiesta le Guide Ambientali Escursionistiche (GAE) delle Valli Taro e Ceno, che operano anche nell’Oasi WWF dei Ghirardi, situata a sua volta all’interno di un Sito d’Importanza Comunitaria nei Comuni di Borgo Val di Taro e Albareto.
Entrando nel dettaglio, la Riserva Naturale Regionale e Oasi WWF dei Ghirardi si sviluppa su un’area di circa 600 ettari fra prati, boschi e torrenti, nell’alta Val Taro, nel cuore dell’Appennino Parmense, habitat perfetto per innumerevoli specie di animali, piante e funghi.
trekking
Il crinale che unisce Liguria, Toscana ed Emilia Romagna è quello del Monte Gottero, punto di ritrovo di appassionati di trekking nelle Valli Taro e Ceno. Sul Monte Penna, la montagna simbolo della vallata, corre invece il “Sentiero Segreto”, che nel suo tracciato tocca la cresta delle “rocce della Nave”, una splendida faggeta e una prateria d’altura che sovrasta l’anfiteatro naturale della “Nave”. Un’escursione emozionante per i panorami che offre, ma anche per le vertigini che provoca, e per questo non adatta a tutti i camminatori, di certo non a quelli che soffrono l’altezza.
Entrando nel territorio di Bardi, è il Monte Lama a fare da sfondo ai camminatori, offrendo itinerari lunghi chilometri, fattibili per i più, fra prati, macchie di faggi e maestosi affioramenti rocciosi. Senza dimenticare che questo è il territorio un tempo attraversato da briganti e contrabbandieri di confine fra Emilia Romagna e Liguria, lungo mulattiere e sentieri oggi trasformati in percorsi da trekking.
cammini
All’epoca della dominazione longobarda, i monadi di Bobbio si recavano a Roma utilizzando principalmente una strada, oggi chiamata Via degli Abati ma nota anche come “Francigena di Montagna” in quanto si inerpica su sentieri, mulattiere e carrarecce del Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano. Il Cammino, che un tempo collegava Pavia e Pontremoli – dove si ricongiungeva alla Francigena -, solo considerando la porzione nella provincia di Parma è lungo 190 km. Se si è avvezzi al trekking e alla MTB seria, la Via degli Abati è un percorso non eccessivamente impegnativo e che consente di godere di panorami ampi e paesaggi densi di spunti storico-artistici.
Le attività del turista Spirituale
cammini
All’epoca della dominazione longobarda, i monadi di Bobbio si recavano a Roma utilizzando principalmente una strada, oggi chiamata Via degli Abati ma nota anche come “Francigena di Montagna” in quanto si inerpica su sentieri, mulattiere e carrarecce del Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano. Il Cammino, che un tempo collegava Pavia e Pontremoli – dove si ricongiungeva alla Francigena -, solo considerando la porzione nella provincia di Parma è lungo 190 km. Se si è avvezzi al trekking e alla MTB seria, la Via degli Abati è un percorso non eccessivamente impegnativo e che consente di godere di panorami ampi e paesaggi densi di spunti storico-artistici.
Le attività del turista Sportivo
trekking
Il crinale che unisce Liguria, Toscana ed Emilia Romagna è quello del Monte Gottero, punto di ritrovo di appassionati di trekking nelle Valli Taro e Ceno. Sul Monte Penna, la montagna simbolo della vallata, corre invece il “Sentiero Segreto”, che nel suo tracciato tocca la cresta delle “rocce della Nave”, una splendida faggeta e una prateria d’altura che sovrasta l’anfiteatro naturale della “Nave”. Un’escursione emozionante per i panorami che offre, ma anche per le vertigini che provoca, e per questo non adatta a tutti i camminatori, di certo non a quelli che soffrono l’altezza.
Entrando nel territorio di Bardi, è il Monte Lama a fare da sfondo ai camminatori, offrendo itinerari lunghi chilometri, fattibili per i più, fra prati, macchie di faggi e maestosi affioramenti rocciosi. Senza dimenticare che questo è il territorio un tempo attraversato da briganti e contrabbandieri di confine fra Emilia Romagna e Liguria, lungo mulattiere e sentieri oggi trasformati in percorsi da trekking.
ippoturismo/equitazione
Sentieri, carraie, mulattiere e vecchie strade comunali creano il circuito ad anello dell’Ippovia della Val Taro e Val Ceno, che percorre colline e valli dell’Appennino Parmense, inglobando anche tratti della Via Francigena. Nell’insieme, nonostante la varietà di paesaggi, tra prati, torrenti, boschi di castagno e quercia, si tratta di un percorso di media difficoltà, che sfiora pievi e castelli millenari, piccoli borghi e aziende agrituristiche, in un insieme di grande armonia che invita al relax e alla meditazione.
Ottima la segnaletica, posizionata agli incroci e nei punti-tappa, che rendono chiare anche le alternative e i collegamenti con il circuito della Val Parma e con quello dell’Appennino Piacentino.
ciclismo
In un territorio in cui si intrecciano numerosi percorsi ciclabili, c’è chi fa luce su quale sia il tracciato più adatto a noi e ci guida in tutta sicurezza. E’ l’Associazione Guide Ambientali Escursionistiche Valtaro e Valceno, che attraverso il suo personale esperto, conduce alla scoperta della provincia di Parma. In particolare, la Valtaro offre un percorso di circa 75 km in gran parte in salita che porta fino nel cuore dell’Appennino. Fra Borgotaro e Ostia Parmense è inoltre a disposizione una splendida pista ciclabile che costeggia il fiume Taro per quasi 11 km.
cammini
All’epoca della dominazione longobarda, i monadi di Bobbio si recavano a Roma utilizzando principalmente una strada, oggi chiamata Via degli Abati ma nota anche come “Francigena di Montagna” in quanto si inerpica su sentieri, mulattiere e carrarecce del Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano. Il Cammino, che un tempo collegava Pavia e Pontremoli – dove si ricongiungeva alla Francigena -, solo considerando la porzione nella provincia di Parma è lungo 190 km. Se si è avvezzi al trekking e alla MTB seria, la Via degli Abati è un percorso non eccessivamente impegnativo e che consente di godere di panorami ampi e paesaggi densi di spunti storico-artistici.