Palazzo Mazzetti

Comune di ASTI

  • Museo

Palazzo Mazzetti è una dimora signorile tra le più belle dei Settecento astigiano e sede di collezioni d’arte. Acquistato dalla Cassa di Risparmio di Asti del 1937, tre anni dopo questa concesse al Comune di allestirci il Museo e la Pinacoteca Civica. Dal 2001 di proprietà della Fondazione Cassa di Risparmio di Asti, nel dicembre 2011 riapre a pubblico completamente riallestito e restaurato.
Palazzo Mazzetti testimonia l’affermazione di una famiglia di nobili origini, arricchitasi con l’attività della Zecca e con attenti acquisti immobiliari. Il prestigio della dimora nobiliare è testimoniata dai soggiorni di Giacomo Stuart (1717), del re di Sardegna Carlo Emanuele III (1727) e di Napoleone I (1805).
Nel 1442 i figli di Domenico Mazzetti da Chieri acquistano parte del feudo imperiale di Frinco, che fino all’età moderna rimane un’isola di giurisdizione imperiale entro i possedimenti sabaudi. Nella seconda parte del Seicento i Mazzetti iniziano ad Asti l’opera di accorpamento degli edifici medievali dell’isolato di corso Alfieri, dove già nel 1624 è documentata una grande casa di proprietà di Giulio Cesare Mazzetti.
Nel 1684 sono costruiti nuovi ambienti tra cui le sale decorate a stucco della manica centrale, verso il cortile principale. Nel 1693 il conte Giovanni Battista Mazzeti perviene ad una prima acquisizione attraverso la casa del conte Giovanni Rodolfo Fornaca di Sessant e, nel 1716, alla nuova dimora viene inglobato anche l’edificio degli eredi del notaio Lorenzo Gallo che affacciava in parte sull’attuale via Giobert, costruzione demolita. I lavori di ampliamento si concludono con i lavori di decorazione della Galleria nel 1730.
Si deve a Giulio Cesare Mazzetti il progetto, affidato all’architetto Benedetto Alfieri, di costruzione dell’ala orientale, comprendente il rifacimento della facciata, l’atrio, lo scalone, il salone d’onore e le stanze ad est dell’ingresso principale. Nei nuovi ambienti intervengono stuccatori ticinesi che realizzano la decorazione rocaille. La presenza alfieriana in questa seconda fase costruttiva è individuabile nel disegno della facciata ornata da semplici incorniciature, nei portali d’accesso a “effetto prospettico”, nell’elegante atrio con colonne di gusto manieristico e nello scalone dal lato maggiore illuminato. Il portone d’ingresso e il balcone con la ringhiera in ferro battuto a motivi rococò sono iscritti in un arco rientrante nel muro, ornato dallo stemma dei Mazzetti (tre mazze) sorretto da due liocorni affrontati.
Nel 1846 il conte Luigi Alfassio Grimaldi di Bellino acquista l’edificio da Pietro Roero di Settime che lo aveva ereditato nel 1829 in qualità di nipote dell’ultimo discendente dei Mazzetti. Tra le modifiche da lui apportate è documentata quella della facciata sulla contrada maestra e su via Giobert, progettata dall’ing. Valessina.
Il cantiere novecentesco prende avvio dopo l’acquisto del palazzo da parte della Cassa di Risparmio di Asti (1937) e in occasione della Mostra d’Arte Astigiana inaugurata in quell’anno. Artisti astigiani (tra cui Anacleto Laretto, Giuseppe Manzone e Ottavio Baussano) sono impegnati nei restauri e nelle ridecorazioni che vanno letti nell’ambito di un progetto che prevedeva la ricostruzione degli ambienti settecenteschi guardando al cantiere-modello di Palazzo Madama a Torino.
La Fondazione Cassa di Risparmio di Asti acquista il Palazzo e affida i progetto di restauro, ristrutturazione e riqualificazione funzionale all’architetto Giovanni Bo. Vengono eseguiti tra il 2003 e il 2005 i primi lavori urgenti di consolidamento delle volte e di sistemazione del tetto. Dal 2005 al 2009 si completano i lavori del primo lotto. Infine, nel dicembre del 2011, si giunge al completamento dei lavori, al riallestimento del museo e alla riapertura completa di Palazzo Mazzetti.

La visita inizia nell’atrio e salendo l’elegante scalone ornato da stucchi e sculture del Settecento, si raggiunge lo splendido Salone d’onore del piano nobile, uno dei primi ambienti di rappresentanza edificati su progetto dell’architetto Benedetto Alfieri. Nel Salone spiccano La femme di Giacomo Grosso (1895) opera simbolo delle collezioni astigiane e le grandi tele provenienti dalla quadreria del vicino Palazzo Ottolenghi e i dipinti del genovese Valerio Castello di proprietà della Cassa di Risparmio di Asti.
Proseguendo nelle sale storiche dell’ala occidentale, primo nucleo del palazzo barocco che testimonia il gusto e i fasti della nobile famiglia Mazzetti, si possono ammirare dipinti e mobili del XVII e del XVIII secolo e le tavole del polittico cinquecentesco del Maestro di San Martino Alfieri, ospitate negli ambienti tra i più sontuosi della dimora: l’Alcova, il raffinato Camerino, la principesca Galleria e la Sala dello Zoadiaco, mentre la Galleria degli stemmi rappresenta una sosta del percorso museale, poiché ospita il video in multi proiezione intitolato l’Occhio di riguardo dedicato alle decorazioni del palazzo e alle sue collezioni.
Giunti nuovamente nel Salone, la visita continua nell’ala est dove si possono ammirare la grandiosa e suggestiva opera di Lorenzo Delleani “Pellegrinaggio ad Oropa” e importanti collezioni ottocentesche quali la raccolta di manufatti orientali e la collezione di tessuti antichi, per terminare con le preziose microsculture dell’ebanista Giuseppe Maria Bonzanigo mobiliere della corte sabauda.

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Palazzo Mazzetti

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  • Monumento

Teatro Coccia

Novara, Piemonte

Il Teatro Coccia è il principale teatro lirico di Novara (nonché uno dei maggiori teatri di tradizione italiani), ed è altresì il teatro “storico” più importante del Piemonte, che racchiude anche la Scuola di Teatro Musicale, unica scuola di teatro musicale in Italia a risiedere stabilmente dentro un teatro di tradizione.
Ancora oggi colpisce la grandezza della sala a forma di ferro di cavallo, circondata da tre ordini di ampi palchi, dalla prima galleria e dal loggione, tutti decorati in stile rinascimentale, con una serie di colonne corinzie di ghisa sormontate da una scultura raffigurante un cigno. La capienza della sala era di 1500 posti, con una massima di 1800 persone; gli ultimi lavori di restauro, tuttavia, hanno ridimensionato la capienza, portando a 918 i posti a sedere. Il boccascena è di 14 metri, la profondità di 23 metri, mentre la torre scenica della graticcia si sviluppa per ben 22,5 metri di altezza. Vi è anche un’altra sala per spettacoli, chiamata “Piccolo Coccia”, con una capienza di 200 posti. L’ultimo restauro, completato nel 1993, ha riportato i colori originali della sala (velluti in rosa antico, decorazioni color avorio e oro), dopo le modifiche avvenute negli anni 20/30 del secolo scorso, che avevano sostituito le tapezzerie col colore rosso, e operato una totale doratura dei parapetti dei palchi.

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  • Sportivo

Riserva Bianca

Limone Piemonte, Piemonte

l comprensorio si estende nel comune di Limone Piemonte fino a toccare il confine con la vicina Francia e comprende gli impianti di risalita di Limone Sole, Colle di Tenda-Quota 1400 e Limonetto.

Negli ultimi anni è stato oggetto di un’importante opera di ristrutturazione degli impianti di risalita, grazie anche ai contributi erogati per le Olimpiadi di Torino 2006. Attualmente si contano circa 80 km di piste e 16 impianti di risalita, di cui 1 telecabina, 11 seggiovie e 4 skilifts.

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  • Sportivo

Prato Nevoso

Frabosa Soprana, Piemonte

Prato Nevoso (o anche Pratonevoso) è una località sciistica, frazione del comune di Frabosa Sottana, in provincia di Cuneo, nei pressi di Mondovì, facente parte del Mondolè Ski.
L’idea di realizzare una nuova stazione turistica in una remota contrada del Monregalese, detta allora “case Prà Nevoso”, lungo le pendici occidentali del Monte Malanotte risale già al 1960 e si deve ad un imprenditore savonese, Giacomo Dodero, abituale frequentatore di Frabosa Soprana ed appassionato camminatore.
Gli impianti sono stati continuamente rinnovati e modernizzati, questo ha fatto sì che Prato Nevoso e il Mondolè siano diventati, con i loro 130 km di piste, il comprensorio più grande della provincia di Cuneo.
Grazie alla realizzazione di un impianto di innevamento centralizzato viene garantita la presenza di neve sull’intero comprensorio di Prato Nevoso, dalla conca alle piste da discesa.
Sono stati realizzati nuovi edifici in una zona soleggiata e vicinissima agli impianti, il Borgo Stalle Lunghe che è diventato un bellissimo e moderno complesso residenziale integrato nel paesaggio.
L’operazione ha dato impulso ad una nuova vita, anche estiva, per Prato Nevoso. Nei mesi estivi la conca si trasforma in un grande e verdeggiante parco, dove poter praticare altre attività outdoor.

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  • Sportivo

Granfondo La Fausto Coppi

Cuneo, Piemonte

La magia di pedalare sulle strade del Giro d’Italia e del Tour de France: il cuore delle Alpi Marittime. Partecipare ad una delle Granfondo più longeve d’Italia e d’Europa, intitolata a Fausto Coppi con oltre 4000 metri di dislivello.
Il percorso della Granfondo si divide da quello della Mediofondo già alle porte di Cuneo. Dopo aver percorso il viadotto Soleri si svolta verso Busca. Dopo 30 km in piano si affronta la prima salita della giornata, quella che conduce al santuario di Valmala (mt 1.380) in Valle Varaita. Appena il tempo di prendere fiato e, superata Dronero, con il passaggio sul ponte del Diavolo, è già tempo di affrontare la seconda salita di giornata. Uno strappo di 10 km verso la Piatta Soprana e la Valle Grana con picchi al 14% per circa 10 km. Scesi in Valle Grana, il percorso della Granfondo si riunisce a quello della Mediofondo: le grandi difficoltà della salita regina della competizione aspettano: Il Colle Fauniera. Il percorso prosegue come descritto nella Mediofondo, per tornare a Cuneo, verso il traguardo.

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  • Circuito / Tour

I centri storici medievali di Cuneo, Saluzzo, Mondovì, Alba e Fossano

Cuneo, Piemonte

La città di Cuneo fondata in epoca Medievale, quando alcuni abitanti della zona si rifugiarono sul “Pizzo di Cuneo” (1198) e vi fondarono un libero Comune. Piazza Galimberti è il cuore della città ed interrompe Via Roma e il proseguimento ottocentesco di Corso Nizza che attraversano tutta la città.
Entrambe le arterie, affiancate da otto chilometri di portici, offrono varie occasioni di shopping e sono lo specchio dei secoli della storia cittadina impressa nelle pietre. Piacevole anche una passeggiata in Corso Marconi, al Parco della Gioventù e sulla valle del torrente Gesso.

Sede del Parco Naturale del Monviso e Capitale del Marchesato, Saluzzo è una piccola città di grande valore storico artistico immersa tra le colline nella provincia di Cuneo e dominata dal Massiccio del Monviso. Saluzzo si presenta come un borgo di collina tipicamente trecentesco: piccole vie acciottolate, chiese e eleganti palazzi nobiliari con i loro giardini, popolano il centro storico. ha un vastissimo centro storico ancora interamente costruito secondo la trecentesca architettura urbana, con numerosi poli di attrazione museale e artistica. Di notevole interesse nel centro abitato sono il Duomo, la Castiglia, con i nuovi allestimenti multimediali della Memoria Carceraria e della Civiltà cavalleresca, nonchè sede dell’archivio storico, della collezione di arte contemporanea IGAV e di spazi per mostre temporanee, Casa Cavassa e la Chiesa di San Giovanni.

Il centro storico di Fossano si divide in due borghi: Borgo Piazza, sviluppatosi tra il ‘400 e il ‘700, e Borgo Vecchio, nucleo originario della città, di età medievale. Ricco di palazzi medievali, rinascimentali e barocchi, è caratterizzato dalla presenza dei portici, che affiancano interamente via Roma e si sviluppano anche lungo altre strade del centro, tra cui via Cavour, via Garibaldi, via Barotti, via Muratori. Sul lato orientale il centro storico è delimitato dal viale Mellano, passeggiata pedonale che offre una magnifica vista delle Langhe, mentre sul lato occidentale, lungo via Martiri dell’Indipendenza, viale Sacerdote e viale Bianco, si può godere il panorama delle Alpi, dominate dal Monviso.
Dell’antica cinta muraria cittadina restano solo il Bastione della Porta del Salice, la Porta di San Martino e le mura contenitive del castello, oltre che i resti visibili lungo viale Mellano.

Il centro storico di Alba, di impianto medievale, è caratterizzato dalla presenza di palazzi nobiliari, torri e numerose chiese.In Piazza Risorgimento si trova il Palazzo del Comune, fulcro storico della città, ed è costruito su preesistenti edifici romani. Nel salone del consiglio possiamo trovare dipinti importanti: una tavola raffigurante la Vergine con il Bambino di Macrino d’Alba risalente al 1501; una pala con Madonna e Bambino tra San Giuseppe e Sant’Anna e il Concerto attribuito a Mattia Preti.
Alba era nota come città delle cento torri, tutte costruite nel XIV e XV secolo; ne rimangono poche (le meglio conservate sono quelle tra piazza Risorgimento e Via Cavour) e, fra quelle rimaste, molte sono state abbassate al livello dei tetti o incorporate negli edifici.

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  • Cammino - sportivo

La Via del Sale

Limone Piemonte, Piemonte

Le vie del sale tra Piemonte e Liguria erano terre di passaggio di pastori, pellegrini, mulattieri, commercianti e viaggiatori che dal Ponente ligure e dalla vicina Provenza raggiungevano, tramite i passi alpini, il Piemonte ed il Nord Europa dando vita a fitte reti di scambi.
Gran parte dei percorsi denominati “Vie del sale” con partenza tra Nizza e Porto Maurizio (Liguria) confluivano sul Colle del Cornio (attuale Colle di Tenda) da dove proseguivano verso il Nord. Detta anche “Via Marenga” (cioè “che porta al mare”), la Via del Sale che transitava da Limone era un caratteristico percorso mulattiero.
Oggi le “Vie del sale” hanno perso la connotazione commerciale assumendo un ruolo importante per il turismo outdoor: mete di escursioni, trekking e MTB, queste permettono di esplorare territori ancora incontaminati e ricchi di varietà floro-faunistiche.
La Via del Sale lungo la strada ex militare Limone – Monesi è un percorso di media difficoltà, che tocca, come punto più alto, i 2.239 m. Punti di partenza possono essere la Stazione FS di Limone P.te, con un percorso di 53 km, oppure il Colle di tenda con 39 km. L’arrivo è a Monesi di Triora a 1378 m, con percorso ad anello, si può tornare attraversando il territorio francese.

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  • Riserva

Riserva della Biosfera Transfrontaliera del Monviso

Saluzzo, Piemonte

La Riserva della biosfera transfrontaliera del Monviso è promossa da due Parchi regionali, il Parco del Po cuneese ed il Parco naturale regionale del Queyras e rappresenta ad oggi l’unica Riserva transfrontaliera italiana.
Questo territorio italo-francese è stato designato « Riserva della Biosfera » il 28 maggio 2013, ottenendo nel 2014 il riconoscimento di Riserva transfrontaliera: è infatti composta da un territorio di centonove comuni, di cui ottantotto in Italia e ventuno in Francia.
Il territorio della Riserva si situa nel cuore delle Alpi Cozie piemontesi per il versante italiano e delle Hautes-Alpes ed Alpes dell’Haute Provence nella Regione PACA per il versante francese. In Italia la Riserva si estende su una superficie totale di oltre 293 mila ettari che va dai due versanti del Monviso fino alle colline del Roero, attraversando i territori della Valle Maira, Valle Varaita, Valle Po, Bronda e Infernotto e l’area del Saluzzese, di Racconigi e di Savigliano (il Nord-Ovest della provincia di Cuneo), nonché una porzione della Provincia di Torino con i Comuni di confine di Villafranca Piemonte, Pancalieri, Cavour e Bobbio Pellice.
La presenza, oltre al massiccio del Monviso, del fiume Po, di una pluralità di laghi alpini, di molteplici paesaggi caratterizzati dalla relazione equilibrata tra uomo e ambiente e da una elevata ricchezza ecologica e biologica fanno di questo territorio uno dei gioielli naturalistici delle Alpi.
All’interno di questo ambito sono presenti ben quattro siti iscritti nel Patrimonio mondiale dell’UNESCO (Briançon, il Castello di Racconigi, il Castello di Pollenzo e Mont-Dauphin).

La Riserva, come indica il suo nome, ospita una moltitudine di zone naturali tutelate. E’ costituita da foreste, praterie e prati stabili, da formazioni rocciose e ambienti acquatici (paludi, zone umide, torrenti, laghi d’altitudine…) e da pianure, che hanno come scorcio il Monviso. Un migliaio di specie vegetali e più di un centinaio di specie animali abitano l’area tra il Monviso e la pianura del Po.
Ha una grande varietà di ecosistemi in diverse condizioni climatiche (il territorio va dai 450 ai 3841 metri sul livello del mare), tra cui si segnala l’area del Monte Viso, il bosco dell’Alevè popolato principalmente dal Pinus cembra e il bacino del Fiume Po, che ha origine a Pian del Re (2020 metri) e scorre attraverso l’intera area centrale della riserva della biosfera.

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  • Parco

Alpi del Mediterraneo

Valdieri, Piemonte

L’Italia candida per il 2019 le Alpi del Mediterraneo a Patrimonio Mondiale dell’Unesco. Si tratta di una candidatura transnazionale che l’Italia avanza anche per conto della Francia e del Principato di Monaco.
Il sito “Alpi del Mediterraneo”, con una superficie totale di 268.500 ettari tra terra (60%) e mare (40%), comprende porzioni significative delle alte valli cuneesi tra Stura e Tanaro, dell’entroterra del Ponente ligure, del Mercantour e della Costa Azzurra, oltre al vasto tratto di mare tra Nizza e Ventimiglia. Tutto il territorio interessato è posto all’interno di parchi (Marittime, Marguareis, Alpi Liguri, Mercantour) o di Siti di Importanza Comunitaria. Ben settantanove i Comuni coinvolti, ventotto dei quali in territorio italiano.
Al centro della candidatura c’è la storia geologica, e particolare importanza rivestono il massiccio cristallino dell’Argentera e il complesso carsico del Marguareis. Si tratta di un sistema geologico di grande importanza per lo studio della geodinamica della Terra che, in uno spazio di appena 70 chilometri, collega il ghiacciaio più meridionale delle Alpi agli abissi più profondi del Mediterraneo occidentale. Le Alpi del Mediterraneo sono l’unico sito conosciuto in cui sono visibili le testimonianze di tre cicli geodinamici successivi, lungo un periodo di 400 milioni di anni. Il territorio del sito è particolarmente interessante dal punto di vista della biodiversità, grazie alle caratteristiche geomorfologiche e climatiche legate al passaggio rapido dall’ambiente alpino all’ambiente mediterraneo.

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  • Eccellenza Naturalistica

Pianoro della Gardetta Valle Maira

Acceglio, Piemonte

Il pianoro della Gardetta, grazie alla presenza di resti fossili di organismi marini, dune costiere, ciottoli di antichi fiumi e colate di lave vulcaniche, nel 2001 è stato riconosciuto dall’Agenzia per la Protezione dell’Ambiente e per i servizi Tecnici come Patrimonio Geologico Italiano. Il pianoro, nel quale si trovano anche resti di casermette militari della prima metà del Novecento, è circondato da alte cime tra le quali spicca l’affilata Rocca la Meja, vetta in calcare dolomitico dalla caratteristica stratificazione verticale, meta frequente di arrampicatori ed escursionisti.

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  • Eccellenza Urbana / Centro Storico

Centro Storico di Cannero Riviera

Cannero Riviera, Piemonte

Cannero Riviera sorge su di un promontorio a nord di Verbania. Le isole situate nei suoi dintorni, dette “Castelli di Cannero”, in realtà appartengono alla città di Cannobio, e sono le isole italiane situate più a nord del lago. Il clima assai mite permette la crescita di una lussureggiante vegetazione mediterranea caratterizzata da agrumi, palme, ulivi e, durante la stagione primaverile, favorisce il precoce sbocciare delle famose camelie che, unite ai rododendri e alle azalee, trasformano ogni anno il paese in un rigoglioso balcone fiorito schiuso sul lago.
Il centro storico di Cannero Riviera si articola intorno al pittoresco porticciolo scavato nella roccia. Di lì partono le stradine medievali che si inerpicano per il centro dove si trovano cappelle, chiese e piccole edicole votive. Visibili ancora oggi sono le dimore signorili di Massimo D’Azeglio e della patriota Laura Solera Mantegazza.
Poco distante dal centro, ma immersa nel verde, è la chiesa di San Giorgio, eretta nel 1836 in luogo della vecchia chiesa distrutta da un’alluvione.

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  • Eccellenza Urbana / Centro Storico

Centro Storico di Domodossola

Domodossola, Piemonte

La città di Domodossola è il centro principale della val d’Ossola e si trova nella piana del fiume Toce, alla confluenza di val Bognanco, val Divedro, valle Antigorio-Formazza, valle Isorno e val Vigezzo.
Il centro storico è formato da piazze e vicoli conosciuti anche in ambito letterario: le alte case con i portici e i loggiati quattrocenteschi, a sostegno delle case padronali a balconate e loggette del XV e XVI secolo, formano Piazza Mercato, simbolo della città.
I capitelli delle colonne, che sostengono archi romanici e gotici scompagnati, sono finemente scolpiti e nelle testate recano stemmi delle casate ossolane, tra le quali figurano i De Rodis, i Silva, i Da Ponte e i Ferrari.
Tra le architetture del centro spicca anche piazza Fontana con il palazzo gentilizio trecentesco Silva, situati nel quartiere ” La Motta”, come anche Piazza Chiossi e il vicolo medievale. La Motta (ossia: monticello, cumulo), è uno dei quartieri più antichi della città: in via Carina è possibile ammirare abitazioni con balconate in larice, testimonianza dell’influenza walser, mentre fulcro del quartiere è la Piazza Fontana, con al centro la fontana ottagonale e un piccolo obelisco. Di particolare interesse anche la via Briona, sovrastata dalla torre trecentesca del palazzo vescovile, che, partendo dalla piazza Mercato, fungeva da via d’accesso per i principali passi transalpini.
Restano ormai poche tracce delle antiche mura pentagonali, che già dai primi del 1300 cingevano il borgo di Domodossola. Nucleo principale della cinta muraria era il castello (sito nei pressi dell’attuale piazza Tibaldi), il Castrum novum già citato in pergamene del 1001 e il 1007, che venne abbattuto nel 1804 per aprire la strada napoleonica del Sempione.
Molti anche gli esempi di architettura religiosa, che contribuiscono a caratterizzare storicamente il centro storico della città.
Infine, è compreso nel territorio comunale anche il Sacro Monte Calvario, uno dei principali attrattori turistici della città.

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  • Eccellenza Urbana / Centro Storico

Centro Storico di Verbania

Verbania, Piemonte

Il comune nacque dall’unione dei comuni di Intra e Pallanza, e divenne capoluogo di provincia nel 1992. La città sorge su un promontorio a forma di triangolo al centro del Lago Maggiore che segna l’estremità settentrionale del golfo Borromeo, in cui sfocia il Toce. Sulla sponda sud-occidentale sorgono gli abitati di Pallanza e Suna, verso est, separato dal corso del torrente San Bernardino, si trova l’abitato di Intra, mentre a nord si trova la frazione di Trobaso.
Verbania è una città prevalentemente turistica, grazie alla privilegiata posizione geografica. Il comune sorge su un promontorio a forma di triangolo al centro del Lago Maggiore, che segna l’estremità settentrionale del golfo Borromeo, in cui sfocia il Toce. È inoltre circondata dai monti: a est si trova il monte Rosso, mentre a nord l’aspra area montuosa in cui sorge il Parco Nazionale della Val Grande ed in cui si trovano il monte Zeda ed il pizzo Marona. Un’altra riserva naturale da segnalare, la riserva naturale speciale di Fondotoce, si trova appena fuori dalla città, alla confluenza del Toce nel lago Maggiore. Oltre alla particolare conformazione del territorio cittadino, Verbania è caratterizzata da un centro storico “sparso” particolarmente pittoresco, caratterizzato da diversi esempi imponenti di architettura religiosa e civile, ma anche da aree naturali urbane.
In questo frangente, di particolare interesse sono i giardini botanici di Villa Taranto sul promontorio della Castagnola e villa San Remigio, in stile barocco.

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Eventi

Torino Film Festival

Culturale

Comune: Torino

Mese di inizio: Novembre

Durata: 9 Giorni

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Mostre al Castello Visconteo Sforzesco

Culturale

Comune: Novara

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Straconi

Sportivo

Comune: Cuneo

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Scrittorincittà

Culturale

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