Chiesa di San Giuseppe

Comune di RAGUSA

  • Patrimonio culturale Religioso

La Chiesa di San Giuseppe, situata a Ragusa Ibla, in Piazza Pola, rappresenta insieme alla Chiesa di San Giorgio, uno dei gioielli del barocco siciliano. Fu costruita dalle monache benedettine tra il 1759 e il 1790, in seguito alla distruzione causata dal terremoto del 1693 della preesistente Chiesa di San Giuseppe inserita nel monastero. Fa parte di un esteso complesso architettonico comprendente l’annesso Monastero delle Benedettine del SS. Sacramento, che si affaccia posteriormente in via Torrenuova, e il vecchio Palazzo Comunale, sede della Amministrazione cittadina fino al 1926, facente parte, una volta, dell’edificio monacale. L’opera, vicina al repertorio formale di Rosario Gagliardi e per questo a lungo attribuita al maestro del barocco ibleo, è oggi più solidamente attribuita al frate carmelitano Alberto Maria di San Giovanni Battista, attivo nella Val di Noto nella seconda metà del XVIII secolo, pur non escludendosi del tutto un apporto iniziale dello stesso Gagliardi. La Chiesa è caratterizzata dall’andamento concavo-convesso della facciata ‘a torre’, organizzata su due ordini sovrapposti con telaio libero di colonne conclusi da un timpano spezzato curvo. Il prospetto è coronato dalla loggia campanaria a tre luci, che conferisce all’edificio il caratteristico slancio verticale, ed è arricchito da statue dei Santi dell’Ordine benedettino: San Benedetto e San Mauro in alto, Santa Scolastica e Santa Geltrude in basso, San Gregorio Magno e Sant’Agostino ai lati del portone d’ingresso, ideate e realizzate dallo scultore ragusano Giambattista Muccio nel 1775. Pregevoli anche il portale di accesso, sormontato da un fregio a motivi vegetali e, al di sopra di questo, la grande finestra con grata “panciuta” o “a petto d’oca” in ferro battuto, opera dell’artigiano sciclitano Filippo Scattarelli, che la realizzò sempre nel 1775. Nelle nicchie del vestibolo d’ingresso si conservano la statua di San Benedetto del XVII secolo, e quella San Giuseppe, preziosa opera d’arte in legno di scuola napoletana, voluta nel 1785 dalla badessa Giovanna Maria Arezzo, e fatta rivestire in seguito di lamina d’argento lavorata a sbalzo dall’argentiere messinese Antonio Musolino. L’interno presenta una pianta ellittica a sviluppo longitudinale – uno schema ricorrente nel barocco della Sicilia orientale, che ritroviamo ad esempio nella gagliardiana chiesa di S. Chiara a Caltagirone (1743) o anche nella S. Chiara di Noto dello stesso autore (1717) o nella chiesa del Carmine di Noto del fr. Alberto Maria di S. Giovani Battista; schema che testimonia inoltre il legame ideale dell’architettura barocca siciliana con le coeve esperienze d’oltralpe. La copertura è costituita da una grande volta a calotta ribassata, al cui centro si trova un affresco di Sebastiano Lo Monaco (1793) che raffigura la gloria di San Benedetto e San Giuseppe, che domina e copre tutta la navata ovale della Chiesa. La maestosa volta e le pareti sono decorate da motivi neoclassici, opera dei maestri stuccatori Agrippino Maggiore di Mineo e Giuseppe Cultrera di Licodia Eubea, posti sopra gli altari laterali. Il gran coro e gli otto coretti che si affacciano sulla navata sono stati realizzati nel 1798 da Ippolito Cavalieri, ebanista ragusano di gran valore, e ne abbelliscono le pareti, insieme ai tre quadri dipinti nel 1801 da Tommaso Pollace e raffiguranti rispettivamente San Mauro, San Benedetto e Santa Geltrude, e dal quadro del pittore Giuseppe Crestadoro raffigurante la SS. Trinità. Gli altari laterali e l’altare maggiore sono realizzati in pietra bianca e ricoperti da “cristalli pittati”, e risalgono al 1801, quando vennero realizzati dai ragusani Carmelo Cutraro, Corrado Leone e Tommaso Pollace. Sul lato destro è posto l’organo. L’abside nelle solennità è ornata da una pregevole cortina in seta beige e velluto cremisi, ricamata in oro dalle novizie della prima metà dell’Ottocento, posta sull’altare maggiore. Di raffinata esecuzione infine è il pavimento, in lastre di pietra di Modica con intarsi in pietra pece e mattonelle di maiolica – un vero unicum nell’architettura sacra dell’epoca.

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Chiesa di San Giuseppe

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Ragusa, Sicilia

Le Corone della Qualità

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Qualità del servizio, Promozione del Territorio, Identità, Notorietà.

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  • Museo

Museo degli Archi di Pasqua

San Biagio Platani, Sicilia

Il Museo degli Archi di Pasqua è una struttura di circa 500 mq destinata alla valorizzazione degli Archi di Pasqua. All’interno 8 sale espositive, una sala per la proiezione in 3D degli Archi di Pasqua e una sala laboratorio. Nato con lo scopo di preservare i pezzi di ogni edizione degli Archi, il museo arricchisce la visita sotto il punto di vista storico e culturale, rendendo partecipe il visitatore della storia degli Archi, della tradizione, e della passione che le confraternite mettono nel realizzare tale manifestazione.

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  • Museo

MUCEB – Museo della Ceramica di Burgio

Burgio, Sicilia

L’istituzione del MUCEB trae origine dalla volontà di salvaguardare e valorizzare una feconda attività svolta da maestranze locali e territoriali, che nel corso dei secoli si sono alternate nel rendere sempre più preziosa e apprezzata la produzione della maiolica di questo luogo.
Tutto questo grazie al lavoro ed alle ricerche effettuate negli ultimi anni, attraverso una peculiare ricerca nel campo degli antichi mestieri, nell’indagine del quartiere dei Figuli, delle antiche botteghe, delle macchine e delle fornaci per la lavorazione e la preparazione della materia. Lavoro arduo, condotto nel corso del tempo con passione e consapevolezza, costituito da intrecci, relazioni e contatti con i detentori di un’antica sapienza lavorativa da preservare e tutelare dai rischi dell’oblio.

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  • Castello/Fortezza/Rocca/Villa

Torre di Monterosso

Realmonte, Sicilia

Costruzione tipica del Camilliani, a base quadrata di mt 12,10 x 12,30 e scarpata fino al primo livello fino a quota 5,60.

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  • Borgo

Sambuca di Sicilia

Sambuca Di Sicilia, Sicilia

A 40 km, il Cretto di Alberto Burri a Gibellina è una delle più importanti opere di land art del Novecento. Per restare a Sambuca, il Monte Genuardo e la Riserva naturale orientata (1180 m. s.l.m.) comprendente la zona di Santa Maria del Bosco e il Bosco del Pomo con l’insediamento di Adranon, sono meta di passeggiate e trekking. A oriente di Monte Genuardo corre la valle segnata dai castelli arabi, che controllavano la via dei commerci dal porto di Sciacca sino a Palermo. La rocca di Zabut era il guardiano della valle. Il lago Arancio è un bacino artificiale, alle cui spalle partono alcuni itinerari di trekking, come quello lungo la gola della Tardara che conduce a Sciacca. Meritano una visita la torre di Pandolfina di metà Quattrocento, che si erge a difesa della masseria, la torre di Cellaro (XI secolo) sulle sponde del lago Arancio e, poco distante, i resti del fortino arabo di Mazzallakkar. Dal lago, attraverso la strada statale 188, si raggiungono le cave di Misilbes, “fantastiche e irreali – scrive nel 1960 Leonardo Sciascia – scavate nel fianco delle collina come templi egiziani”. A nord dell’abitato si trova la chiesa di Santa Maria di Adragna, nota come “Bammina”, tra i luoghi di culto più antichi del territorio. Sembra avere origine dal primitivo luogo di culto annesso al casale di Adragna. Infine, si può visitare il sito archeologico di Monte Adranone..

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  • Museo

Museo della Memoria di Santa Margherita di Belice

Santa Margherita Di Belice, Sicilia

Il Museo, realizzato all’interno della ex Chiesa Madre di Santa Margherita, è volto a ricostruire, custodire e comunicare la memoria civile della Valle del Belice nel periodo del terremoto del 15 gennaio 1968. Lo spazio espositivo ospita materiale fotografico vario, proveniente in gran parte da archivi e collezioni private, immagini audio-video, raccolte di quotidiani e riviste dell’epoca.

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  • Naturalistico - Altro

La Cascata delle Due Rocche

Corleone, Sicilia

A Corleone, nel cuore dell’entroterra della provincia di Palermo, si trova la bellissima Cascata delle due Rocche, formata dal salto del fiume San Leonardo, un affluente del fiume Belice. Alta circa 4 metri, si trova a pochi passi dal centro storico in un contesto che per le sue caratteristiche morfologiche è chiamato Canyon e sul quale si possono ammirare anche i resti di un acquedotto forse di origine medievale. il sito è stato tra i più votati della campagna “luoghi Del cuore” in Sicilia ed il secondo come luogo d’ acqua. Ai piedi della cascata trovasi un mulino ad acqua. Il periodo nel quale la cascata dà il meglio di se sono i mesi da Gennaio ad Aprile , ma anche in autunno quando piove in maniera copiosa. Attorno al Canyon vi sono sentieri, non facili da percorrere, dai quali si ha una veduta piuttosto suggestiva. Una strada collega in salita al Convento del SS Salvatore, altro luogo suggestivo da visitare. Un unicum naturalistico e architettonico degno di una gita .

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  • Sito Archeologico

Parco Archeologico di Segesta

Calatafimi-segesta, Sicilia

Segesta fu una delle principali città degli Elimi,un popolo di cultura e tradizione peninsulare che,secondo la tradizione antica, proveniva da Troia.La città, fortemente ellenizzata per aspetto e cultura, raggiunse n ruolo di primo piano tra i centri siciliani e nel bacino del Mediterraneo, fino al punto di poter coinvolgere nella sua secolare ostilità con Selinunte anche Atene e Cartagine. Dopo la distruzione di Selinunte nel 409 a.C. ad opera dei Cartaginesi, Segesta visse con alterne fortune il periodo successivo, fino ad essere conquistata e distrutta da Agatocle di Siracusa (nel 307 a.C.), il quale le impose il nome di Diceòpoli, città della giustizia. In seguito, ripreso il suo nome, passò nel corso della prima guerra punica (264-241 a.C.) ai Romani che, in virtù della leggendaria comune origine troiana, la esentarono da tributi, la dotarono di un vasto territorio e le permisero una nuova fase di prosperità. Tra il II e I sec. a.C. Segesta venne totalmente ripianificata sul modello delle grandi città microasiatiche, assumendo un aspetto fortemente scenografico. Recenti indagini hanno rivelato una fase tardo-antica, un esteso
villaggio di età musulmana, seguito da un insediamento normanno-svevo, dominato da un castello alla
sommità del Monte Barbaro. Segesta è famosa per i suoi due monumenti principali: il tempio dorico e il teatro.

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  • Affari

Ceramiche di Santo Stefano di Camastra

Santo Stefano Di Camastra, Sicilia

Santo Stefano di Camastra è un paese che si trova sulla strada provinciale che costeggia il mare. Il paese si è sviluppato intorno alla produzione artigianale di ceramica siciliana, di cui oggi è il maggiore produttore dell’isola. Lungo la strada troverete numerosi negozi con annessa fabbrica che espongono i variopinti manufatti

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  • Tradizione

Festa di Sant’Agata

Catania, Sicilia

La festa di sant’Agata è la più importante festa religiosa della città di Catania. Si celebra in onore della santa patrona della città, ed è una tra le feste religiose cattoliche più seguite, proprio per il numero di persone che coinvolge e attira. Si svolge tutti gli anni dal 3 al 5 febbraio, il 12 febbraio. La ricorrenza di febbraio è legata al martirio della santa catanese, mentre la data di agosto ricorda il ritorno a Catania delle sue spoglie, dopo che queste erano state trafugate e portate a Costantinopoli dal generale bizantino Giorgio Maniace quale bottino di guerra e dove rimasero per 86 anni. Dal 3 al 5 febbraio giungono a Catania più di un milione tra fedeli e turisti.

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  • Borgo

Punta Secca

Santa Croce Camerina, Sicilia

Piccolo borgo marinaro, frazione di Santa Croce Camerina in provincia di Ragusa, in Sicilia. La gente del posto la chiama “a sicca” (la secca) probabilmente per la presenza di una piccola formazione di scogli di fronte alla spiaggia di levante, appunto una “secca”. Ed è proprio qui, dinnanzi al mare, che si trova la villetta del commissario Montalbano, protagonista delle fortunata fiction Rai trasmessa in 65 Paesi del mondo.

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  • Castello/Fortezza/Rocca/Villa

Fortificazioni Greche di Capo Soprano (Mura Timoleontee)

Gela, Sicilia

Le fortificazioni greche di Gela, meglio conosciute come Mura timoleontee di Caposoprano, costituiscono un’importantissima testimonianza archeologica del sistema difensivo che cingeva la collina sulla quale sorgeva l’antica città greca di Gela, fondata da coloni di Rodi e Creta nel 689 e definitivamente distrutta nel 282 a.C Le mura si trovano all’interno di un grande parco posto tra la città moderna e la costa, in località Caposoprano.

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  • Riserva

Riserva Naturale Biviere di Gela

Gela, Sicilia

L’area su cui sorge la riserva era, fino al Cinquecento, un ambiente salmastro paludoso. All’inizio del Seicento il Duca Giovanni di Aragona la trasformò in un lago di acqua dolce collegandolo con un canale sotterraneo al fiume Dirillo. Fino alla metà del Novecento il lago era una Riserva di caccia e pesca. Nel 1991 è stata dichiarata zona umida di importanza internazionale riconosciuta dalla Convenzione di Ramsar.

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Eventi

Mostra al Museo Civico delle Meraviglie

Culturale

Comune: Castelbuono

Mese di inizio: Novembre

Durata: 5 Giorni

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Comune: Castelbuono

Mese di inizio: Novembre

Durata: 5 Giorni

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