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Comune di VIGGIANELLO
La Valle del Mercure (l’origine del nome potrebbe essere riferita al dio Mercurio a seguito del monachesimo greco-orientale nella Lucania), si estende nella Basilicata sudoccidentale ai confini con la Calabria. Comprende in tutto sei comuni, di cui quattro in Lucania in provincia di Potenza (Castelluccio Inferiore, Castelluccio Superiore, Rotonda e Viggianello) e due in Calabria in provincia di Cosenza (Laino Borgo e Laino Castello).
La Valle del Mercure è un ampio bacino fluviale, e come confermano gli studiosi, era interamente occupata da un lago Pliocenico che, a seguito delle evoluzioni geologiche della Terra, è interamente scomparso, per via di fratture che hanno favorito il deflusso verso il Mar Tirreno. Ne sono la prova i reperti paleontologici: oltre a ippopotami (Hippotamus), il rinoceronte, la iena, l’orso, rettili oceanici, lucertole gigantesche, la tigre, è stato rinvenuto interamente un Mammut o elefante primigenio (Elephas) di 400.000 – 700.000 anni fa, ora conservato presso il Museo di Naturalistico e Paleontologico di Rotonda.
La Valle, oltre ad essere la più importante stazione di ritrovamenti archeologici del Pollino, è attraversata da numerosi e importanti corsi d’acqua dal carattere torrentizio, dal fiume Mercure che, nasce a Viggianello (da Serra del Prete 2180 m) e diventa Lao in Calabria, al torrente Peschiera. Il Fiume Mercure è il più esteso con i suoi 64 Km, dando vita alla Valle del Fiume Lao, che è Riserva Naturale Statale; il Peschiera, lungo 17 km, nasce a Castelluccio Superiore (dal M. Zaccàna 1580 m), ospita la Lontra, ormai rarissima in Italia, segno inequivocabile della purezza e limpidità dell’acqua. Nella Valle del Mercure, intorno all’anno 1000, si insediarono comunità di monaci, diversamente organizzati in vita monastica o eremitica nelle numerose grotte, che diedero vita ad una delle più importanti comunità religiose del tempo denominata Mercurion, dalla quale derivano per l’appunto i nomi della valle e del fiume. Tra i membri più importanti si cita San Nilo da Rossano, fondatore dell’Abbazia di Grottaferrata vicino Roma.
L’abate Nilo, nato nella Calabria bizantina e quindi greco di origine e di rito, fondatore di vari monasteri, decise di fondare un monastero sui colli di Tuscolo, sui ruderi di una grande villa romana, dove sembra gli sia apparsa la Madonna. Anche se l’abbazia non venne vista compiuta da Nilo, poiché questi morì l’anno successivo al suo arrivo nell’attuale zona di Grottaferrata. I lavori vennero terminati sotto il controllo di san Bartolomeo, co-fondatore dell’abbazia. Le reliquie di Bartolomeo si dovrebbero ancora trovare nell’abbazia, anche se non sono state ritrovate assieme a quelle di Nilo. All’interno dell’abbazia si trova una delle biblioteche più fornite di testi in greco antico e latino al mondo, con migliaia di volumi di valore inestimabile. Il monastero comprende anche la chiesa di Santa Maria, dove viene seguito il rito ortodosso in greco antico.
Ritornando al Mercure, lungo il fiume Lao si incontrano Papasidero, Orsomarso e verso la foce Scalea e Santa Maria del Cedro. La vegetazione è tipicamente mediterranea con presenza di faggio e castagno alle quote più elevate. La specie animale più importante è rappresentata da un rarissimo nucleo di lontre. Sul fiume Lao è possibile praticare il rafting.
Mercurion
Il Mercurion identifica un territorio all’interno del Pollino in cui fiorì per molti secoli il monachesimo greco-orientale. L’origine del nome potrebbe essere riferita al dio Mercurio o in alternativa a San Mercurio di Cesarea. Il territorio su cui si estendeva il Mercurion si trovava al confine calabro-lucano e corrisponde ai territori attualmente compresi nei comuni di Aieta, Castelluccio Inferiore, Castelluccio Superiore, Episcopia, Laino, Latronico, Mormanno,
Noepoli, Orsomarso, Rotonda, Tortora, Scalea e Viggianello. Comprende il bacino del Mercure e la valle del fiume Lao. I suoi confini sono dati a sud dalle pendici occidentali ed orientali del massiccio del Pollino, mentre a nord è delimitata dalla valle del Sarmento e ad ovest dal monte Sirino. Ecclesiasticamente era organizzato come un’eparchia monastica, politicamente si trovava al confine tra l’Impero Bizantino e le terre longobarde. La nascita del Mercurion nel VI secolo e la sua successiva evoluzione possono essere legate a vari motivi:
– la crisi iconoclasta, che spinse molti monaci basiliani a cercare rifugio in zone dell’Impero bizantino scarsamente popolate e lontane dalle coste (cosa che garantiva un più facile difendibilità dalle scorrerie saracene);
– la conquista araba della Siria e dell’Egitto nel VI secolo, e della Sicilia nel IX secolo;
– la politica dell’Impero stesso, che incentivava la diffusione del cristianesimo ortodosso nelle zone da esso controllate.
Il periodo di massimo splendore della zona fu raggiunto nei secoli X-XI, in cui il Mercurion fu definito nuova Tebaide.
e divenne uno dei maggiori centri del misticismo dell’Italia meridionale e della Sicilia, in tale periodo infatti vissero o studiarono, presso i monasteri locali, un gran numero di personalità che saranno venerate come santi dalla chiesa.
Successivamente, con la conquista normanna e la conseguente espansione del rito romano, iniziò la decadenza che porterà i monasteri di rito greco ad essere assoggettati ad abbazie latine e quindi alla liquidazione dell’eparchia.
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