Le attività del turista Enogastronomico
Enogastronomia
Il “paniere” della Valtellina è ricco di prodotti Dop e Igp, che sono di per sé un ottimo incentivo per un viaggio in questa terra, aspra per la sua natura montagnosa, ma generosa grazie all’impegno dell’uomo a renderla fruttifera. Ed ecco quindi la Bresaola della Valtellina Igp, unica per il suo aroma inconfondibile generato dall’aria fresca che porta a essiccazione le carni precedentemente salate; le Mele Igp, coltivate fra i 200 e i 900 metri di altitudine, come le Stark Delicious, molto croccanti e aromatiche, le Golden Delicious, dal gusto dolce e aromatico, e le Gala, dolci e molto succose; il Bitto Dop e il Valtellina Casera Dop, che hanno come particolarità il primo di risalire ai tempi di Celti e di essere prodotto in estate sui pascoli d’alta quota; il secondo è prodotto tutto l’anno nel fondovalle, è semigrasso ed è ingrediente fondamentale dei piatti della tradizione locale, come sciatt o pizzoccheri. Piatto così emblematico, quest’ultimo, da essere tutelato dall’Accademia del Pizzocchero di Teglio.
Con 6000 alveari e circa 350 apicoltori, la provincia di Sondrio, e quindi la Valtellina, vantano una produzione annua media di circa 780 quintali di miele, fra quello di rododendro, di castagno, di tiglio, di millefiori di alta montagna e di acacia. Miele ottimo da spalmare anche sul pane di segale, un cereale con ogni probabilità noto in zona già nel periodo compreso tra l’Età del Rame e l’Età del Bronzo, oggi al centro di un progetto, il “Segale 100% Valtellina”, che coinvolge numerosi panifici locali in un’autentica produzione a km zero. Merita un cenno anche un altro prodotto simbolo della provincia ma originario della Valchiavenna, il violino di capra, un salume tipico la cui stagionatura avviene ancora nei caratteristici Crotti.
Ha infine una storia antichissima la viticoltura, che, attiva in valle dai tempi dei Romani, ha contribuito a ridisegnare il paesaggio, con un sistema di terrazzamenti che oggi sfiora i 2.500 km di muretti a secco. Una tradizione che è andata affinandosi nei secoli e che oggi può contare su Docg come lo Sforzato (o Sfursat), un passito rosso secco, o il Valtellina Superiore, suddiviso nelle cinque sotto denominazioni Maroggia, Sassella, Grumello, Inferno e Valgella, e Doc quali il Rosso di Valtellina di pronta beva così come l’Alpi Retiche Igp.
Le attività del turista Naturalistico
turismo termale
Già ai tempi in cui Leonardo Da Vinci figurava fra i frequentatori ed estimatori dei Bagni Vecchi, Bormio Terme era una “wellness destination” storica, con più di 1.500 anni di tradizione alle spalle, come testimoniato dagli scritti di Plinio il Vecchio.
Bormio è quindi da sempre la meta relax della Valdicentro, in Alta Valtellina, dove oggi si può usufruire di tutte le declinazioni possibili del concetto di Salus per Aquam: a cominciare da una vasca termale lunga 25 metri e larga 16, bagno turco, sauna, percorso Kneipp, doccia emozionale, oltre alle scenografiche vasche esterne Quattro Stagioni e alla Loggia Termale, con vista sulle montagne e sulla famosa pista Stelvio. Un paradiso di acque salubri da vivere anche in famiglia, grazie a una zona riservata ai più piccoli, con vasche termali, giochi d’acqua e scivoli dedicati.
Due le strutture alberghiere fra cui scegliere: QC Terme Bagni Vecchi, con una parte antica, articolata in Bagni Romani, con due vasche scavate nella roccia, e Bagni dell’Arciduchessa, composti da vasca di reazione, bagno turco decongestionante, bio-sauna al fieno, sala relax e tinozza all’aperto. Per un bagno turco naturale, c’è poi la grotta sudatoria di S. Martino, che si sviluppa su due gallerie scavate nella roccia per oltre 50 metri, mentre i Bagni Medievali offrono un percorso disintossicante che sfrutta le caratteristiche e i benefici delle saune, e i Bagni Imperiali alternano servizi termali a zone di relax.
QC Terme Bagni Nuovi mette a disposizione oltre trenta differenti pratiche termali con vasche e piscine all’aperto, fra cui i Giardini di Venere, con sette vasche e due saune in baita. Tramite la Grotta di Nettuno, un percorso dove si alternano caldo e freddo, si raggiungono i Bagni di Giove, indoor, per una completa rigenerazione fisica, e i Bagni di Ercole, con numerose saune e bagni turchi.
Le attività del turista Spirituale
religioso
C’è una Valtellina intima, di luoghi di riflessione e raccoglimento, da scoprire a passo lento. E’ quella del Cammino Mariano delle Alpi, in fase di realizzazione ma che vale la pena intraprendere in vista di ciò che sarà a breve/medio termine. Le tappe saranno 8, per 160 km totali: otto tappe per otto santuari mariani, tutti nella provincia di Sondrio, con meta finale il Santuario della Madonna di Tirano. Due le percorrenze: la Via occidentale, da Piantedo a Tirano, e la Via orientale, che parte da Bormio. La Basilica rinascimentale di Tirano è di certo il monumento religioso più importante della Valtellina, nonché il più importante delle oltre 500 chiese della zona. Altre due da segnalare sono a Chiavenna la Collegiata di San Lorenzo, del XII secolo, con una fonte battesimale in pietra ollare con figure a mezzo rilievo; e il Santuario rinascimentale della Beata Vergine Assunta a Morbegno. Molto suggestivi sono poi il Tempietto di San Fedelino, del X secolo, sul Lago di Mezzola, il Santuario della Santa Casa di Loreto a Tresivio e i resti dell’Abbazia di S. Pietro in Vallate a Cosio Valtellino, mentre su uno sperone di roccia appena fuori Sondrio c’è il Santuario della Madonna della Sassella, circondato dai vigneti terrazzati. Altri due santuari, mete da secoli di pellegrinaggio, sono infine quelli di Grosotto (non distante da Tirano) e di Primolo, in Valmalenco.
E’ invece dedicato alla memoria del beato Nicolò Rusca, arciprete di Sondrio, il cosiddetto Sentiero Rusca, che collega Sondrio al passo del Muretto, in Valmalenco, mentre si trova in Valchiavenna il tracciato di 120 km in 7 tappe realizzato in onore di don Luigi Guanella, nativo di Fraciscio, a Campodolcino, e proclamato santo nel 2011. Fa infine da link alle province di Brescia e Sondrio il Sentiero del beato Pier Giorgio Frassati, fra Corteno Golgi e Aprica, che passo dopo passo consente di ammirare le più importanti vette lombarde: dalla lunga catena delle Alpi Retiche al Gruppo Adamello.
Le attività del turista Sportivo
ciaspole
In Alta Valtellina, sono numerosi i tracciati dedicati a chi vuole fare escursionismo sulla neve con le ciaspole. Si indossano le racchette ai piedi e si parte, inoltrandosi nei boschi silenziosi, guadando torrenti ghiacciati, osservando le orme dei piccoli animali nella neve fresca. Un’attività per tutti, salutare e che permette di godere al massimo della bellezza del paesaggio.
sci alpino
Surfare sulla neve fresca non è cosa da tutti, ma soprattutto non lo si può fare ovunque. In Alta Valtellina, già rinomata per le piste da sci, il freeride è praticabile in parecchie località, e precisamente a Bormio, Livigno, in Valmalenco e a Madesimo, dove si trova il leggendario Canalone, uno degli hot spot per freeride più noti sulle Alpi. Destinazioni dove ci si può divertire in tutta sicurezza, accompagnati a richiesta da una guida alpina o da un maestro, ovviamente dopo essersi muniti di ARTVA, zaino, sonda e pala e dopo aver controllato il bollettino neve.
Uno sport, lo sci, che in Valtellina si può praticare tutto l’anno, perché quando altrove l’attrezzatura viene messa via in attesa della stagione successiva, qui da maggio a novembre si può usufruire della più vasta area sciabile delle Alpi, quella del Passo dello Stelvio, con oltre 20 km fra piste per la discesa e anelli per il fondo, su cui capita spesso di incrociare campioni del “circo bianco” intenti ad allenarsi.
sci di fondo
I fondisti lo sanno: la Valtellina è una destinazione primaria per chi ama questa disciplina. A Livigno si può godere di un impianto di innevamento programmato sulla parte agonistica dell’anello, nota come Molin (circa 8 km sui 30 totali), e di un Centro Sci Fondo fra i più attrezzati che si possa desiderare, tanto che da novembre in poi capita spesso di imbattersi in campioni del circuito mondiale intenti ad allenarsi su questi tracciati. La stagione parte anche con un evento di tutto rispetto, La Sgambeda, la granfondo del Piccolo Tibet.
A pochi chilometri da Bormio si trova invece Valdidentro, il cui anello complessivo, la celebre pista “Viola”, tocca i 25 km, con dislivelli non particolarmente eccessivi nella parte turistica, mentre quella agonistica è rinomata perché molto tecnica, tanto da essere omologata per ospitare gare internazionali.
Le fa concorrenza la pista “Valtellina” di Santa Caterina Valfurva, nel cuore del Parco Nazionale dello Stelvio, fra gli anelli per lo sci nordico più arditi delle Alpi, che si snoda tra un’ampia piana e folti boschi a quota 1800 metri, con soluzioni tecniche originali e rivoluzionarie tra le quali, in particolare, un’impegnativa discesa che richiede però una certa dose di esperienza per essere affrontata, se non addirittura livelli di abilità da Coppa del Mondo, che qui si è svolta già parecchie volte. Un’ebrezza che a tratti possono provare anche i comuni “atleti”, in quanto Il percorso agonistico coincide a tratti con quello turistico.