Le attività del turista culturale
cultura materiale (città d'arte, siti archeologici, musei)
Il viaggio nella Romagna Forlivese è una scoperta continua di piccoli luoghi, che lasciano ciascuno un segno nella memoria. Per esempio, a Forlimpopoli, c’è Casa Artusi, istituto gastronomico e centro culturale che comprende biblioteca, scuola di cucina, spazio eventi e ristorante che regalano l’occasione straordinaria di una full immersion nel mondo appartenuto al padre della cucina italiana, Pellegrino Artusi, ma anche di poter perfezionare tecnica, abilità e conoscenza sulla materia. Sempre a Forlimpopoli si visita poi la Rocca Albornonziana, voluta dal cardinale Egidio Carrilla de Albornoz nel Trecento e oggi fra le meglio conservate dell’Emilia-Romagna. Nei suoi sotterranei si trova il Museo Archeologico Civico “Tobia Aldini”, con una ricca collezione di reperti dal Paleolitico all’epoca romana.
Spostandosi a Bertinoro ci si imbatte in un monumento alquanto curioso, la “Colonna dei dodici anelli”, detta anche “delle Anella” o “dell’Ospitalità”. Realizzata nel 1247, tale colonna, eretta sulla piazza principale del paese, aveva lo scopo di far cessare le dispute fra i nobili locali desiderosi di ospitare i “foresti” di passaggio. I 12 anelli sul fusto della colonna appartenevano infatti ciascuno a una famiglia di Bertinoro, e a seconda dell’anello scelto dallo straniero per legare il cavallo, veniva poi ospitato. Oltre che essere la “Città dell’Ospitalità”, Bertinoro è anche la “sede distaccata” dell’Alma Mater Studiorum di Bologna, l’ateneo più antico del mondo, che nella Rocca vescovile ha il suo Centro Residenziale Universitario, accanto al Museo Interreligioso, nato per volontà della diocesi di Forlì-Bertinoro e dedicato alle tre grandi religioni monoteiste (Ebraismo, Cristianesimo ed Islam).
Un’altra bella Rocca che segna la Romagna Forlivese è quella di Meldola, voluta dagli Arcivescovi di Ravenna, anche se in paese si arriva per visitare un luogo unico nel suo genere: il Museo del baco da seta, dedicato a Ciro Ronchi, grande filandiere meldolese che nel 1872 contribuì in larga parte a rendere questo borgo romagnolo il centro più importante d’Italia, insieme a Como, per la produzione di seta greggia, sia per quantità e per qualità, in concorrenza con Cina e Giappone.
La fama di Predappio riporta invece a una storia più recente. Il borgo è il paese natale di Benito Mussolini, che nel corso del Ventennio, per dare lustro alle proprie origini, mise qui all’opera i maggiori architetti dell’epoca. Operazione riuscita, perché oggi Predappio è un vero e proprio Museo Urbano, un compendio di architettura del periodo fascista da rileggere attraverso edifici come la Ex Casa del Fascio e dell’Ospitalità, costruita tra il ’34 e il ’37 su progetto dell’Architetto Arnaldo Fuzzi, edificio di formidabile effetto nelle sue dimensione e nel contrasto dei colori rosso e bianco, e il Palazzo Varano, ex dimora dei Mussolini e attuale sede comunale.
A 10 km da Forlì si fa tappa in un Comune composto da due nuclei distinti: Castrocaro Terme e Terra del Sole, oggi un’unica realtà amministrativa formata dal borgo noto per gli impianti termali, Castrocaro, e da Terra del Sole, o Eliopoli. Quest’ultima è la città-fortezza medicea eretta fra il 1564 e il 1579, ancora oggi chiusa in una cinta muraria alta 13 metri e con uno sviluppo di ben 2 km e 87 metri, che custodisce tre distinte opere architettoniche e difensive: il Girone, la Rocca e le Cannoniere (Arsenali Medicei). Considerata dagli esperti uno dei più interessanti esempi di architettura fortificata medievale, oggi è sede del Museo storico.
Si torna bruscamente al contemporaneo facendo uno stop a Santa Sofia, borgo noto per il Premio Campigna, prestigioso premio di arte moderna nato nel 1955, che nel quotidiano trova i suoi cardini nella Galleria d’arte contemporanea “Vero Stoppioni” e nel Parco Sculture. Quest’ultimo si sviluppa dal Parco della Resistenza, per raggiungere Capaccio correndo lungo il fiume Bidente, creando passo dopo passo un percorso che alterna stili e tendenze artistiche: l’Ulisse dei coniugi Anne e Patrick Poirier, Sotto l’albero di Ginkgo del giapponese Hidetoshi Nagasawa, per esempio, mischiate a opere di Arnaldo Pomodoro, Nicola Carrino, Cuoghi Corsello, Luigi Mainolfi, Giuseppe Maraniello, Eliseo Mattiacci, Chiara Pergola, Francesco Somaini, Mauro Staccioli.
Le attività del turista Enogastronomico
Enogastronomia
Le produzioni agroalimentari dell’Appennino Tosco-Romagnolo sono di eccellente qualità.
A cominciare dal vino, che vede primeggiare il Sangiovese di Romagna Doc, con le sue tipologie “Romagna Sangiovese” e “riserva” e 12 sottozone, fra cui quelle di Predappio, Bertinoro e Meldola.
Dalla Valle del Bidente provengono invece due formaggi da intenditori, il Raviggiolo, Presidio Slow Food, e la classica Casatella, tradizionalmente utilizzata anche per farcire la piadina, e come piatto il tortello alla lastra. Nella zona di Civitella di Romagna è la ciliegia a spiccare, soprattutto nelle varietà locali morandina, morette e duroni, ma pregiato è anche il tartufo bianco, protagonista di una sagra annuale. Tuberi preziosi e funghi si trovano anche a Dovadola, insieme alle carni di razza romagnola Igp.
A Premilcuore è la castagna a conquistarsi una certa fama, soprattutto perché ingrediente base del castagnaccio, dolce di origine toscana ma diffuso in tutti gli Appennini. A Forlimpopoli si trova poi Casa Artusi, il centro di cultura gastronomica dedicato alla cucina domestica italiana ispirato dall’opera di Pellegrino Artusi, “padre” della cucina italiana, inserito nella rete dei Musei del Gusto dell’Emilia-Romagna.
Le attività del turista Naturalistico
cammini
Brennero – Roma, che letto da un trekker, equivale all’antica Via dei Romei. Un tragitto che già oggi rappresenta una sfida per distanza e diversità di paesaggi attraversati, ma che regala l’ebbrezza di un viaggio indietro nel tempo, oltre che la possibilità di fare tappa in luoghi uno più bello dell’altro. Si parte dalle vette del Brennero per attraversare il Veneto, la Romagna, gli Appennini e la Toscana del Casentino. Poi Arezzo o Firenze, oppure verso Urbino, Gubbio e quindi Roma.
I “Romei” erano dunque tutti coloro che compivano un viaggio di penitenza verso la Città Santa, a piedi o su animali da soma, portando le “Insegne del pellegrinaggio” cioè la chiave per San Pietro a Roma. I Romei utilizzavano le “direttrici” create dai Romani, dai Goti, dai Bizantini e dai Longobardi. In territorio di Romagna, da Forlì i pellegrini attraversavano la Valle del Montone, toccando Castrocaro Terme, Dovadola, Rocca San Casciano fino a San Benedetto in Alpe, per poi deviare verso la Valle del Tramazzo, cioè da Modigliana e Tredozio, per arrivare in Toscana. Nella Valle del Bidente ci si fermava invece a Meldola, proseguendo per Cusercoli, Galeata, Santa Sofia, Campigna.
A tratti, nella Romagna Forlivese i Romei contemporanei incrociano anche il Cammino di Assisi, un itinerario spirituale di circa 290 km, ispirato alle figure di Sant’Antonio e San Francesco, che da qui prosegue per Toscana e Umbria. Dal borgo di Dovadola il Cammino di Assisi si snoda fino alla città del Patrono d’Italia, San Francesco, raggiungendo l’Eremo di Montepaolo prima dimora italiana di Sant’Antonio, nel cuore dell’Appennino Tosco-Romagnolo. L’intero percorso è un continuo rimando alle vicende umane e spiriturali dei due Santi: si attraversano quindi luoghi noti come Montepaolo, Assisi, La Verna (il sacro monte delle stigmate), Gubbio, Montecasale, l’Eremo della Casella, e l’Eremo millenario di Camaldoli, fondato da S. Romualdo di Ravenna. Il percorso si innesta sui cammini della Via Romea Germanica, del Cammino di Sant’Antonio e del Cammino di Dante. Il Cammino di Assisi è riconosciuto come Cammino nell’Atlante dei Cammini del Mibact.
turismo termale
Nel 1838, il Dottor Corrado Taddei De Gravina, medico e studioso castrocarese, creò il primo impianto di sfruttamento a scopo terapeutico delle acque delle Terme di Castrocaro. Fu come una rinascita per una tradizione che a dire il vero perdurava dai tempi dei romani, veri cultori del Salus per Aquam. Risalgono invece al 1844 il primo stabilimento termale, e agli inizi del Novecento gli studi e le ricerche in collaborazione con le Università di Pisa, di Bologna, di Ferrara e con l’Istituto di Geoscienze e Georisorse di Pisa, che portarono alla scoperta di nuovi pozzi di acque sulfuree e all’avvio della produzione di fanghi a maturazione naturale, detti “di velluto” per la loro palpabile cremosità.
Nel 1938 ci fu dunque l’inaugurazione dello Stabilimento Termale Demaniale, ampliato poi negli anni ’70 e ’90 con nuove strutture dedicate alle tradizionali cure termali e a centri specializzati per la cura della sordità rinogena e delle vascolopatie periferiche e per la riabilitazione motoria.
Nel 2003 inizia un nuovo capitolo delle Terme di Castrocaro, improntato al wellness di ultima generazione: il colosso GVM Care&Research entra nella gestione e con un progressivo e costante investimento, rende tutto il complesso un centro all’avanguardia nel benessere e cure termali, con SPA Termale, Poliambulatorio medico termale accreditato con il Servizio Sanitario Nazionale e un Centro di Riabilitazione avanzato.
Le attività del turista Spirituale
cammini
Brennero – Roma, che letto da un trekker, equivale all’antica Via dei Romei. Un tragitto che già oggi rappresenta una sfida per distanza e diversità di paesaggi attraversati, ma che regala l’ebbrezza di un viaggio indietro nel tempo, oltre che la possibilità di fare tappa in luoghi uno più bello dell’altro. Si parte dalle vette del Brennero per attraversare il Veneto, la Romagna, gli Appennini e la Toscana del Casentino. Poi Arezzo o Firenze, oppure verso Urbino, Gubbio e quindi Roma.
I “Romei” erano dunque tutti coloro che compivano un viaggio di penitenza verso la Città Santa, a piedi o su animali da soma, portando le “Insegne del pellegrinaggio” cioè la chiave per San Pietro a Roma. I Romei utilizzavano le “direttrici” create dai Romani, dai Goti, dai Bizantini e dai Longobardi. In territorio di Romagna, da Forlì i pellegrini attraversavano la Valle del Montone, toccando Castrocaro Terme, Dovadola, Rocca San Casciano fino a San Benedetto in Alpe, per poi deviare verso la Valle del Tramazzo, cioè da Modigliana e Tredozio, per arrivare in Toscana. Nella Valle del Bidente ci si fermava invece a Meldola, proseguendo per Cusercoli, Galeata, Santa Sofia, Campigna.
A tratti, nella Romagna Forlivese i Romei contemporanei incrociano anche il Cammino di Assisi, un itinerario spirituale di circa 290 km, ispirato alle figure di Sant’Antonio e San Francesco, che da qui prosegue per Toscana e Umbria. Dal borgo di Dovadola il Cammino di Assisi si snoda fino alla città del Patrono d’Italia, San Francesco, raggiungendo l’Eremo di Montepaolo prima dimora italiana di Sant’Antonio, nel cuore dell’Appennino Tosco-Romagnolo. L’intero percorso è un continuo rimando alle vicende umane e spiriturali dei due Santi: si attraversano quindi luoghi noti come Montepaolo, Assisi, La Verna (il sacro monte delle stigmate), Gubbio, Montecasale, l’Eremo della Casella, e l’Eremo millenario di Camaldoli, fondato da S. Romualdo di Ravenna. Il percorso si innesta sui cammini della Via Romea Germanica, del Cammino di Sant’Antonio e del Cammino di Dante. Il Cammino di Assisi è riconosciuto come Cammino nell’Atlante dei Cammini del Mibact.
Le attività del turista Sportivo
cammini
Brennero – Roma, che letto da un trekker, equivale all’antica Via dei Romei. Un tragitto che già oggi rappresenta una sfida per distanza e diversità di paesaggi attraversati, ma che regala l’ebbrezza di un viaggio indietro nel tempo, oltre che la possibilità di fare tappa in luoghi uno più bello dell’altro. Si parte dalle vette del Brennero per attraversare il Veneto, la Romagna, gli Appennini e la Toscana del Casentino. Poi Arezzo o Firenze, oppure verso Urbino, Gubbio e quindi Roma.
I “Romei” erano dunque tutti coloro che compivano un viaggio di penitenza verso la Città Santa, a piedi o su animali da soma, portando le “Insegne del pellegrinaggio” cioè la chiave per San Pietro a Roma. I Romei utilizzavano le “direttrici” create dai Romani, dai Goti, dai Bizantini e dai Longobardi. In territorio di Romagna, da Forlì i pellegrini attraversavano la Valle del Montone, toccando Castrocaro Terme, Dovadola, Rocca San Casciano fino a San Benedetto in Alpe, per poi deviare verso la Valle del Tramazzo, cioè da Modigliana e Tredozio, per arrivare in Toscana. Nella Valle del Bidente ci si fermava invece a Meldola, proseguendo per Cusercoli, Galeata, Santa Sofia, Campigna.
A tratti, nella Romagna Forlivese i Romei contemporanei incrociano anche il Cammino di Assisi, un itinerario spirituale di circa 290 km, ispirato alle figure di Sant’Antonio e San Francesco, che da qui prosegue per Toscana e Umbria. Dal borgo di Dovadola il Cammino di Assisi si snoda fino alla città del Patrono d’Italia, San Francesco, raggiungendo l’Eremo di Montepaolo prima dimora italiana di Sant’Antonio, nel cuore dell’Appennino Tosco-Romagnolo. L’intero percorso è un continuo rimando alle vicende umane e spiriturali dei due Santi: si attraversano quindi luoghi noti come Montepaolo, Assisi, La Verna (il sacro monte delle stigmate), Gubbio, Montecasale, l’Eremo della Casella, e l’Eremo millenario di Camaldoli, fondato da S. Romualdo di Ravenna. Il percorso si innesta sui cammini della Via Romea Germanica, del Cammino di Sant’Antonio e del Cammino di Dante. Il Cammino di Assisi è riconosciuto come Cammino nell’Atlante dei Cammini del Mibact.