Le attività del turista culturale
cultura immateriale (eventi, spettacoli dal vivo, festival)
Quattro eventi, ciascuno con decenni di storia alle spalle, animano il calendario della Valmarecchia, in provincia di Rimini. Iniziando dal “Festival Internazionale del Teatro in Piazza” di Santarcangelo di Romagna, la più antica manifestazione italiana dedicata alle arti della scena contemporanea: creato nel 1971, il Festival si svolge in luglio e alterna momenti di spettacolo di teatro, danza e performing art con interpreti di fama internazionale. Dal 2012, per incentivare la promozione della cultura teatrale, alcune attività si protraggono nel corso dell’intero anno, ospitando artisti in residenza e costruendo percorsi di visione per gli spettatori della città.
Cambio di location, da Santarcangelo a Verucchio, e di soggetto, dal teatro alla musica. Il Sagrato della Chiesa del piccolo borgo medievale, che conserva una delle Rocche Malatestiane più belle della provincia, è da 35 anni lo scenario del “Verucchio Music Festival”, fra i più affermati eventi musicali del panorama nazionale, proponendo sempre interpreti di qualità e spaziando in ogni genere.
Gli altri due eventi portano invece a Pennabilli. In poco più di 20 anni, “Artisti in Piazza” è riuscito a imporsi sulla scena europea come Festival Internazionale dell’Arte di Strada (International Buskers Festival), richiamando da tutto il mondo tantissimi artisti di strada. Dalla street art si passa alle antichità con lo storico appuntamento di “Pennabilli Antiquariato”, da quasi mezzo secolo una delle più autorevoli mostre mercato del settore in Italia. Ambientata nelle sale di Palazzo Olivieri, è un’occasione unica per passare in rassegna nello stesso luogo memorabilia, sculture, dipinti, libri, gioielli e orologi di secondo polso, arredi e curiosità di ogni genere, datati anche qualche secolo fino ad arrivare al modernariato.
cultura materiale (città d'arte, siti archeologici, musei)
I “contenitori museali” della Valmarecchia sono un inno alla promozione delle specificità del territorio, e alcuni di essi hanno “titoli” che sono acronimi molto più che significativi. ReMus è la Rete dei musei dei due fiumi Uso e Marecchia e del territorio tra essi compreso; il MUSAS, Museo Storico Archeologico, e il MET, Museo Etnografico degli Usi e Costumi della Gente di Romagna, si trovano invece a Santarcangelo di Romagna.
A Verucchio da non perdere è il Museo Villanoviano, con le testimonianze del passato etrusco; dalla volontà dei Comuni di Novafeltria, Pennabilli, Poggio Torriana, San Leo, Sant’Agata Feltria e Verucchio nasce la Rete Teatrale Valmarecchia; a Pennabilli ha sede il Museo del Parco Naturale del Sasso Simone e Simoncello, ma soprattutto “I luoghi dell’anima”, museo diffuso ideato e progettato dal poeta e sceneggiatore Tonino Guerra. Ne fanno parte sette musei, all’aperto e non: “L’Orto dei frutti dimenticati”, “La strada delle Meridiane”, “Il Giardino pietrificato”, “L’Angelo coi baffi”, “Il santuario dei pensieri”, “Il rifugio delle Madonne abbandonate” e “La Madonna del rettangolo di Neve”. A Perticara invece c’è il Museo Sulphur, che racconta la plurisecolare storia della miniera di zolfo che ha segnato la storia della Valmarecchia.
Le attività del turista Enogastronomico
Enogastronomia
L’Emilia-Romagna è la Regione della Food Valley, dato ormai assodato, ma quello del buon cibo non è un “fenomeno” che si limita alla zona Parma-Reggio Emilia, bensì che dilaga in ogni dove, fino a lambire la Costa Adriatica. Ne è un esempio la Valmarecchia, quella striscia di terra solcata dal fiume omonimo che ricade in provincia di Rimini, vero concentrato di leccornie da buongustai. Il primo prodotto che si incontra lasciandosi alle spalle il mare è un’icona delle eccellenze di terra, il maiale di razza Mora Romagnola, alla base di molti insaccati e salumi artigianali, seguito dall’olio extravergine di oliva Dop “Colline di Romagna”, dai vini Sangiovese e Rebola, dal pane realizzato con grani antichi locali come il “gentilrosso” (recuperato grazie al progetto Terre Biologiche Valmarecchia), dal tartufo Bianco Pregiato e dai formaggi altrettanto rari, come l’Ambra di Talamello, stagionato nelle fosse scavate nella roccia arenaria.
Novafeltria vanta addirittura un prosciutto “brevettato”, il “Mandolino del Montefeltro”: particolare stagionatura e salatura con sale marino grosso di Cervia, pepe nero e aglio sono la ricetta segreta, ma non troppo, di un’arte antica rivisitata dalle macellerie storiche del borgo. Torriana, nell’attesa di vedere inaugurato il Museo del Miele, attira con le sue arnie colorate diffuse in tutta la zona, alimentate da piante spontanee come la sulla, l’erba medica e la lupinella che danno aromi intensi ai mieli venduti nelle botteghe locali. Immancabile il miele di castagno, dal gusto amarognolo e forte, perfetto da abbinare al formaggio di fossa, lasciato riposare proprio vicino ai boschi di castagno. Dagli alberi di querce della Alta Valmarecchia deriva invece la melata, dal colore ambrato e ricca di minerali, come il potassio. Infine, San Leo, la cui specialità è il liquore Balsamo Cagliostro, dedicato a Francesco Balsamo, noto appunto come il Conte di Cagliostro.
Le attività del turista Naturalistico
cammini
San Francesco era un grande viaggiatore, non c’è che dire. Il Centro Italia è disseminato di luoghi che portano memoria del suo passaggio, e fra questi, alcuni si trovano nella Valmarecchia. Qui il Santo transitò nel 1213, partendo da Rimini alla volta de La Verna. Oggi quel tragitto costituisce il Cammino di San Francesco, lungo 110 km e inserito nella rete dei Cammini dell’Emilia Romagna.
Bisogna calcolare 5 giorni per compierlo integralmente, dall’Adriatico all’Appennino Tosco-Romagnolo seguendo il corso del Marecchia. La traccia insiste a tratti su antichi sistemi viari, ricongiungendosi a La Verna con gli altri cammini del Centro Italia dedicati a San Francesco. Con circa 20 chilometri al giorno da compiere, c’è tempo anche per brevi soste presso conventi e monasteri che si incontrano lungo il tragitto. Fra le tappe irrinunciabili c’è per esempio il Convento dei Frati Minori a Verucchio con il secolare cipresso del “Poverello”, oppure il Convento di Sant’Igne, immerso nel silenzio del bosco ai piedi della rupe di San Leo. Anno di fondazione, 1244. O ancora, il Convento delle Clarisse e dei Frati Minori a Sant’Agata Feltria, risalente al XIII secolo.
ecoturismo
Se si viaggia in famiglia nella provincia di Rimini e si ha voglia di fare un’escursione nella natura, il Parco Sasso Simone e Simoncello è la meta ideale. Dei numerosi percorsi segnalati dal CAI – la cui mappa è disponibile presso la sede del Parco, il Centro Visite di Ponte Cappuccini e gli uffici delle Pro Loco o Uffici Turistici della zona – pochi sono classificati per esperti. Gli altri, la maggior parte, sono accessibili a tutti, bambini compresi. Il paesaggio è per lo più collinare e montuoso ed è compreso fra i 670 e i 1.415 metri della cima Carpegna. Molto suggestivi sono per esempio il tracciato che esplora la zona del Lago di Andreuccio e della Rocca di Maiolo.
Un consiglio: prima di partire per una gita, meglio informarsi se al poligono militare all’interno del Parco sono in corso esercitazioni. L’area è tabellata e l’accesso è comunque libero se non si svolgono addestramenti militari, e in ogni caso il perimetro è interamente sorvegliato e circondato. Nei mesi estivi non ci sono comunque mai esercitazioni.
trekking
Il sito da cliccare è explorevalmarecchia.it, e il resto viene da sé. I borghi con la sapienza trasmessa dalle pietre, i boschi con i silenzi pieni di ispirazione, le valli fruttuose coltivate dalla mano dell’uomo. Gli itinerari sono studiati per dare un assaggio di tutto ciò che significa la Valmarecchia, andando da zone con clima mediterraneo ad altre con clima continentale, da ulivi e palme a fitti boschi di castagno, che per secoli hanno costituito la principale forma di sostentamento delle popolazioni montane.
Interesse naturalistico, storico e paesaggistico si incontrano lungo il corso del Marecchia, in uno slalom fra promontori dominati da roccaforti, avamposti militari ma anche di tradizioni antiche, che è ancora più piacevole scoprire a passo lento. Ecco così il trekking dei castelli che va da Montebello a Monte Matto, il trekking lungo le vie dei contrabbandieri passando per il Trabocchetto, tra Scavolino a Soanne; e il “Bioitaly” di Sant’Agata Feltria, percorso didattico-naturalistico ad anello, di facile percorrenza e adatto a tutti.
Le attività del turista Spirituale
cammini
San Francesco era un grande viaggiatore, non c’è che dire. Il Centro Italia è disseminato di luoghi che portano memoria del suo passaggio, e fra questi, alcuni si trovano nella Valmarecchia. Qui il Santo transitò nel 1213, partendo da Rimini alla volta de La Verna. Oggi quel tragitto costituisce il Cammino di San Francesco, lungo 110 km e inserito nella rete dei Cammini dell’Emilia Romagna.
Bisogna calcolare 5 giorni per compierlo integralmente, dall’Adriatico all’Appennino Tosco-Romagnolo seguendo il corso del Marecchia. La traccia insiste a tratti su antichi sistemi viari, ricongiungendosi a La Verna con gli altri cammini del Centro Italia dedicati a San Francesco. Con circa 20 chilometri al giorno da compiere, c’è tempo anche per brevi soste presso conventi e monasteri che si incontrano lungo il tragitto. Fra le tappe irrinunciabili c’è per esempio il Convento dei Frati Minori a Verucchio con il secolare cipresso del “Poverello”, oppure il Convento di Sant’Igne, immerso nel silenzio del bosco ai piedi della rupe di San Leo. Anno di fondazione, 1244. O ancora, il Convento delle Clarisse e dei Frati Minori a Sant’Agata Feltria, risalente al XIII secolo.
Le attività del turista Sportivo
ippoturismo/equitazione
A cavallo, lentamente, con tappe prefissate come si faceva una volta, quando c’erano le cosiddette stazioni di posta. Oggi al posto di quei luoghi di ristoro, per cavalli e cavalieri, nella Valmarecchia ci sono agriturismi che vanno da quelli spartani ai country chic dotati di ogni comfort, aziende con maneggio annesso dove fare ritorno alla fine di una giornata passata in sella lungo il corso del Marecchia. Territorio ideale per praticare ippoturismo in tranquillità, su strade sterrate mai troppo ripide e percorsi che attraversano boschi e campagne, offrendo sempre scorci suggestivi che sanno di autentico.
cammini
San Francesco era un grande viaggiatore, non c’è che dire. Il Centro Italia è disseminato di luoghi che portano memoria del suo passaggio, e fra questi, alcuni si trovano nella Valmarecchia. Qui il Santo transitò nel 1213, partendo da Rimini alla volta de La Verna. Oggi quel tragitto costituisce il Cammino di San Francesco, lungo 110 km e inserito nella rete dei Cammini dell’Emilia Romagna.
Bisogna calcolare 5 giorni per compierlo integralmente, dall’Adriatico all’Appennino Tosco-Romagnolo seguendo il corso del Marecchia. La traccia insiste a tratti su antichi sistemi viari, ricongiungendosi a La Verna con gli altri cammini del Centro Italia dedicati a San Francesco. Con circa 20 chilometri al giorno da compiere, c’è tempo anche per brevi soste presso conventi e monasteri che si incontrano lungo il tragitto. Fra le tappe irrinunciabili c’è per esempio il Convento dei Frati Minori a Verucchio con il secolare cipresso del “Poverello”, oppure il Convento di Sant’Igne, immerso nel silenzio del bosco ai piedi della rupe di San Leo. Anno di fondazione, 1244. O ancora, il Convento delle Clarisse e dei Frati Minori a Sant’Agata Feltria, risalente al XIII secolo.
ciclismo
Il fiume Marecchia è il compagno di viaggio ideale per chi ama il cicloturismo, classico, ibrido o MTB che sia. Dal Centro Storico di Rimini parte un itinerario facile, di 35 km, da “Family Tour” e dunque alla portata di tutti, ma questa è la terra delle colline che richiamano chi ha fiato, e allora, si può andare in cerca di qualcosa di più sfidante.
Piuttosto impegnativo è il recente percorso detto “Brevetto Explore Valmarecchia”, che in 120 km tocca tutti i dieci comuni dell’Unione Valle del Marecchia. Il dislivello di 800 metri circa sarà accompagnato da scorci su distese di colline punteggiati da torri, castelli e borghi intatti, la giusta scusa per una sosta ritemprante per poi ripartire e scoprire cosa si nasconde dietro il prossimo promontorio. I più allenati lo faranno in circa 7 ore. Altrimenti, non resta che fermarsi in uno dei tanti agriturismi per una notte e ripartire alle prime luci dell’alba, nella bruma che avvolge tutto.
Le alternative a questa sgambata non mancano. Si veda il “Tour Verucchio”, con partenza e arrivo da/a Santarcangelo di Romagna, che ha come meta Verucchio, magnifico belvedere da cui ammirare l’intera Valmarecchia; il “Tour San Leo”, che gira letteralmente intorno al promontorio su cui è abbarbicato uno dei “Borghi più belli d’Italia”; il “Tour Alta Valmarecchia”, con partenza e arrivo da/1 Novafeltria. La versione “Tour Alta Valmarecchia Lungo”, che come il “Brevetto Explore Valmarecchia” supera i 100 km e con salite che portano a superare quota 800 metri, è invece altra “zona di riserva per esperti delle due ruote.
trekking
Il sito da cliccare è explorevalmarecchia.it, e il resto viene da sé. I borghi con la sapienza trasmessa dalle pietre, i boschi con i silenzi pieni di ispirazione, le valli fruttuose coltivate dalla mano dell’uomo. Gli itinerari sono studiati per dare un assaggio di tutto ciò che significa la Valmarecchia, andando da zone con clima mediterraneo ad altre con clima continentale, da ulivi e palme a fitti boschi di castagno, che per secoli hanno costituito la principale forma di sostentamento delle popolazioni montane.
Interesse naturalistico, storico e paesaggistico si incontrano lungo il corso del Marecchia, in uno slalom fra promontori dominati da roccaforti, avamposti militari ma anche di tradizioni antiche, che è ancora più piacevole scoprire a passo lento. Ecco così il trekking dei castelli che va da Montebello a Monte Matto, il trekking lungo le vie dei contrabbandieri passando per il Trabocchetto, tra Scavolino a Soanne; e il “Bioitaly” di Sant’Agata Feltria, percorso didattico-naturalistico ad anello, di facile percorrenza e adatto a tutti.