NAVIGA PER PUNTI DI INTERESSE
Esplora il territorio
Scopri le attrazioni più interessanti
Comune di CESENA
La Rocca Malatestiana è una fortezza nata per difendere la città di Cesena e posta sulla sommità del colle Garampo e circondata dal Parco della Rimembranza; è la terza fortificazione costruita a poca distanza dalle rovine delle due precedenti di epoca tardo-romana e medievale.
La prima fortezza, detta “Rocca antica”, si trovava più a monte, al Beccavento, sull’antico “castrum romanum”, e venne distrutta da una frana provocata da una piena del fiume Savio intorno all’anno 1000
Successivamente venne costruita più a valle la seconda, detta “Rocca vecchia” nota come “dell’Imperatore” perché vi soggiornò Federico Barbarossa. Nel 1357 Cia degli Ordelaffi, moglie di Francesco II Ordelaffi, signore di Forlì, vi sostenne con coraggio e valore l’assedio del Cardinale Albornoz. La Rocca venne distrutta nel 1377 dall’esercito dei Bretoni, guidati dal cardinale Roberto da Ginevra (futuro Antipapa Clemente VII), che saccheggiarono e incendiarono l’intera città.
Nel 1380 incominciarono i lavori di rinnovamento della rocca Malatestiana, per iniziativa di Galeotto I Malatesta, che la rese punto strategico per la difesa della città. I lavori della rocca Nuova, diretti inizialmente dall’architetto Matteo Nuti da Fano, ultimati da Cristoforo e Francesco Baldini da Ferrara, furono condotti in due tranche, la prima dal 1466 al 1470, quando era pontefice Paolo II (1464-1471), la seconda dal 1475 al 1477, regnante Sisto IV (1471-1484).
Nell’ottobre del 1432, dopo la morte prematura di Galeotto Roberto, a Cesena subentra Domenico Malatesta Novello, al quale si devono attribuire le grandi opere che hanno dato alla città l’impronta malatestiana che ancora oggi la caratterizza nella parte storica del centro urbano. In particolare nel 1441 Novello si dedicò assiduamente ai nuovi lavori per il rafforzamento e il rinnovamento della cinta muraria cittadina.
Dopo la morte di Novello, avvenuta nel 1465, Cesena ritornò sotto la dominazione pontificia e il fortilizio d’epoca malatestiana fu completamente rinnovato, adeguato ai sistemi difensivi legati all’introduzione delle nuove armi da fuoco.
Nel 1500 Cesare Borgia, chiamato “il Valentino”, eresse Cesena a capitale del Ducato di Romagna, centro del suo potere. Nel 1502 giunse in città Leonardo da Vinci, al quale Borgia aveva conferito l’incarico di rilevare ed aggiornare le fortificazioni delle città di Romagna conquistate[3]. Della sua attività ci restano i rilievi della cinta muraria, con annotazioni sulle due rocche, e il disegno dei rastelli che proteggevano la porta principale di accesso alla rocca Nuova. Certamente Leonardo approvò la soluzione adottata per la costruzione del nuovo sistema di bombardiere posto sul “muro grosso” della rocca Nuova. Queste postazioni, dette alla “franzosa”, vennero ultimate nel giugno del 1503. La rocca Nuova di Cesena conserva, assieme agli aspetti tradizionali del sistema di fortificazione in uso nella seconda metà del Quattrocento, interessanti e particolari soluzioni difensive che furono adottate in tutta Italia nei primi anni del Cinquecento, in seguito alla diffusione delle armi pesanti, per contrastare il tiro potente delle bocche da fuoco.
Dal Settecento in poi
Antica stampa con Rocca Malatestiana e Ponte Vecchio
Fino alla fine del Settecento la Rocca mantenne la sua funzione di fortezza militare, ma dopo l’epoca napoleonica, attraverso lavori di modifica, venne trasformata in carcere sia all’interno del Maschio e della Femmina, sia nella “Torre del Nuti” così chiamata dal nome dell’architetto Matteo Nuti che la progettò.
Nei primi anni quaranta del XX secolo, su Viale Mazzoni, è stato costruito un rifugio antiaereo dall’ingegnere Mario Tellerini. Il tunnel, lungo 60 m, largo 3 m e alto 4 m, è costruito in mattoni e in grado di ospitare 800 persone; è dotato di un impianto di aerazione, illuminazione, due latrine e di rifornimento idrico[2].
La Rocca rimase carcere fino al dicembre del 1969 e solo nel 1970, quando il castello tornò al Comune, vennero eliminate alcune strutture della prigione[2].
Nel 1974 venne collocato nella Femmina il Museo della Civiltà Contadina che fino al 1988 rimase l’unica parte visitabile dell’intero complesso. Dal 1989 per ripetuti interventi di recupero e di adeguamento alle norme di sicurezza e per continue iniziative di valorizzazione quali mostre, spettacoli, manifestazioni varie, la Rocca si è proposta all’attenzione di cittadini e turisti e nel giugno del 2003 sono stati riaperti i camminamenti interni alle mura e il Maschio[5]. Nel 2008 la Rocca è stata al centro di un progetto di consolidamento e di restauro, che ha interessato in particolare le decorazioni pittoriche.[6] Negli anni 2010 la Rocca è sede di alcuni eventi culturali ed è oggetto di visite guidate sia diurne che notturne.[5]
Scopri le attrazioni più interessanti