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Il Villaggio preistorico di Capo Graziano, sorge a circa 174 mt sopra il livello del mare e risale all’età del Bronzo. Gli scavi archeologici condotti tra il 1956 ed il 1969 dagli archeologi Luigi Bernabò Brea e Madeleine Cavalier hanno portato alla luce una ventina di capanne dalla forma ovale, alcune delle quali con struttura a “spina di pesce”, e all’interno delle capanne sono state rinvenute ceramiche di produzione autoctona appartenenti al periodo di Diana, ritrovate anche nella sponda meridionale del porto. Inoltre è deducibile, data la particolare struttura, che queste costruzioni fossero così realizzate per meglio difendersi dai frequenti attacchi e dalle violente incursioni a cui era soggetta l’isola. Oltre la parte emersa, Capo Graziano custodisce nei suoi fondali marini ben nove relitti adagiati nel fondo di Capo Graziano, a causa dei naufragi dovuti alla secca qui presente. Sono diversi i percorsi che permettono ai sub e agli amanti della cultura di ammirare le meraviglie che il fondale custodisce. Si può scendere fino ad una profondità massima di 45 metri, punto dal quale si può ammirare il relitto A, di età greca, che risale al II secolo a.C., sempre dallo stesso punto, si può scorgere il relitto G, ancora oggi quasi interamente insabbiato, risalente al V secolo a.C. Meno datato è invece il relitto “Citta di Milano”, risalente al 1919, si tratta di una nave della marina affondata a causa di una violenta esplosione delle caldaie provocata dall’impatto con la secca del Capo. Oltre i relitti, nel fondale di Capo Graziano, si possono ammirare numerose anfore, vasellame e corredi, e parte di questi reperti archeologici è conservata nella sede del museo filicudaro di Bernabò Brea, diviso in cinque aree espositive e situato a Filicudi Porto in una caratteristica abitazione eoliana.
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