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Comune di CAGLIARI
Castello (Castello di sopra, Casteddu de Susu nella lingua locale) è al centro dei quartieri storici di Stampace, Villanova e Marina e domina la città di Cagliari per la sua posizione sull’omonimo colle calcareo, elevandosi di un centinaio di metri sul mare.
Dopo alterne vicende, il colle venne ceduto nel 1215, dietro minaccia militare, da Benedetta, giudicessa di Càlari, ai Pisani di Ubaldo e Lamberto Visconti.
Approfittando della favorevole pozione geografica, i Pisani lo circondarono di possenti torri e mura bastionate facendone il ‘Castellum Castri de Kaliari’, sede del potere civile, militare e religioso dopo la vittoria nel 1258 sul Giudicato di Càlari e la distruzione e l’abbandono della sua capitale, Santa Igia, posta ai margini dello stagno di Santa Gilla.
Il quartiere di Castello, da quel momento, diventa il centro del potere e dell’aristocrazia, e tale rimase fin quasi ai giorni nostri, vedendo alternarsi prima i Pisani, poi gli Aragonesi che li assediano con l’Infante Alfonso nel 1324 e li espellono nel 1326, e, con l’unificazione della Corona nel 1469, gli Spagnoli: dal 1718. Infine, dopo varie vicissitudini, i Piemontesi, che incorporeranno l’Isola nel sabaudo Regno di Sardegna, e continuando a ospitare fino ai giorni nostri, nel Palazzo Regio di Piazza Palazzo, la Prefettura, il Consiglio della Città Metropolitana e, adiacente, la Cattedrale e l’Arcidiocesi di Cagliari.
Il quartiere, seguendo la conformazione morfologica del colle, si sviluppa su un impianto fusiforme, orientato da sud a nord, alle cui estremità convergono le tre arterie principali di via dei Genovesi, via Lamarmora e via Canelles; nella parte centrale si apre la Piazza Palazzo mentre la Piazza Indipendenza conclude a nord il quartiere.
L’accesso a Castello avviene tutt’ora a Sud attraverso la Porta del Leone e dell’Elefante, nelle omonime torri. A Nord, attraverso le Porte dell’Avanzada, abbattuta nel XX secolo, e di Altamira, le Porta Cristina e di San Pancrazio, nell’omonima torre.
Il quartiere di Castello merita la visita, tanto per la posizione geografica e la magnifica vista che offre verso il Golfo di Cagliari e la piana del Campidano, quanto per la struttura urbanistica, con le strette strade che ospitano piccoli negozi e botteghe artigianali, per gli edifici ordinari che vi si affacciano e per gli importanti esempi di architettura civile, militare e religiosa.
Il ruolo militare del colle di Castello, a partire dall’epoca pisana, è ben sottolineato da importantissime architetture:
Le imponenti mura, di impianto pisano, probabilmente su preesistenze puniche e romane, in bianco calcare, rafforzate dagli Aragonesi e dagli Spagnoli,
Le possenti Torri dell’Elefante, di San Pancrazio e del Leone, quest’ultima incorporata successivamente nel Palazzo Boyl.
Il Regio Arsenale, realizzato dai Piemontesi sulla tenaglia bastionata spagnola progettata da Rocco Capellino, e trasformato negli anni Settanta del XX secolo nella Cittadella dei Musei,
la ex Caserma San Carlo, impropriamente chiamata ‘Ghetto degli ebrei’, realizzata nel 1738 e intitolata al reggente Carlo Emanuele III di Savoia, per il reparto di cavalleria dei Dragoni, ora occupato da abitazioni.
Moltissime le architetture civili, pubbliche e private, tra le quali:
il Bastione di Saint Remy con la Terrazza Umberto I e la Passeggiata coperta, inaugurato nel 1901, vera e propria porta moderna del quartiere che, tramite la sua scalinata monumentale affacciata sulla Piazza Costituzione, collega direttamente Castello al quartiere di Villanova e incorpora gli antichi bastioni della zecca e di Santa Caterina;
il Palazzo Regio, o Viceregio, nella Piazza Palazzo, di primo impianto aragonese e trasformato nel tempo fino all’attuale configurazione di epoca sabauda, attualmente sede della Prefettura e del Consiglio della Città Metropolitana;
il Palazzo di Città, sede del Municipio fino ai primi del Novecento, di impianto aragonese e trasformato nelle forme attuali in epoca sabauda, ora sede di attività museali dopo aver ospitato il Conservatorio di musica;
l’ex-Museo Archeologico, nella Piazza Indipendenza, realizzato trasformando nel 1904 l’edificio della zecca, che, insieme all’adiacente Palazzo delle Seziate, ospita oggi, la Soprintendenza Archeologica;
la Cittadella dei Musei, realizzata negli anni Settanta del XX secolo, in trasformazione del Regio Arsenale, di cui mantiene la Porta, opera di Carlo Pilo Boyl, e ospita l’importantissimo Museo Archeologico Nazionale, il Museo delle cere anatomiche del Susini, il Museo Siamese Stefano Cardu e il Museo Etnografico;
la Porta Cristina, opera neoclassica ottocentesca di Carlo Pilo Boyl, che collega la passeggiata di Buon Cammini con la Piazzetta Arsenale;
il Rettorato dell’Università degli Studi di Cagliari, nell’omonima via Università, realizzato nel 1770’ per volere di Carlo Emanuele III di Savoia dall’ingegnere Saverio Belgrano di Famolasco, e l’annessa Biblioteca Settecentesca;
il Teatro Civico, ubicato affianco del Palazzo Boyl, iniziato da Giuseppe Cominotti e ultimato nel 1836 da Gaetano Cima, semidistrutto durante i bombardamenti del 1943 e ristrutturato recentemente come teatro all’aperto;
l’ex-Collegio gesuitico di Santa Croce, in via Corte d’Appello, trasformato nel XVIII secolo dall’ingegnere piemontese Felice de Vincenti, e adibito prima a Regio Archivio e poi a Corte d’Appello, fino a ospitare oggi il Dipartimento di Architettura dell’Università di Cagliari;
la Scuola elementare di Santa Caterina, prospiciente la Terrazza Umberto I, costruita nel 1907 sull’area del Convento omonimo, parzialmente crollato nel 1747;
il Palazzo Boyl, che prospetta sul quartiere di Marina, opera neoclassica e residenza di Carlo Pilo Boyl, marchese di Putifigari, ultimata nel 1840, incorpora la torre del Leone, erroneamente chiamata dell’Aquila; decorata con le statue delle stagioni, si affaccia, con una magnifica vista sul porto e sul Golfo di Cagliari;
infine una lunga serie di palazzi nobiliari: Brondo Zapata, Cugia, Aymerich, Asquer Zapata, de Magistris, Pes, Delitala, Lostia, Barrago, Sanjust, Pilo Manca, Vulpez.
Numerosi anche gli elementi che compongono l’architettura religiosa:
la Cattedrale di Santa Maria Assunta e Santa Cecilia, nella Piazza Palazzo, con il coro poggiato sullo strapiombo verso il quartiere di Villanova. Impostata verso il 1217, in epoca pisana, di cui si conserva l’imponente campanile, e trasformata nel XIV secolo nell’impianto a croce latina che oggi conosciamo fu completata in stile gotico aragonese, ben rappresentato nella cappella della Sacra Spina, nel transetto destro. Successivamente, fino ai primi anni del XVIII secolo, furono eseguiti importanti lavori di ristrutturazione, con la cupola, le cappelle e la facciata barocca ad opera di Pietro Fossati, in sostituzione di quella romanica originaria. Dopo la Prima guerra mondiale, a seguito di lavori di ricerca di quella originaria, la facciata barocca andò perduta e sostituita, nel 1933 dalla attuale, in stile neoromanico, opera di Francesco Giarrizzo. Sotto il presbiterio, la cripta voltata seicentesca, con il santuario dei martiri e il sepolcro di Maria Giuseppina di Savoia. La chiesa ospita il magnifico Pergamo di Guglielmo, proveniente dal Duomo di Pisa.
La sede arcivescovile, compresa tra il Palazzo Regio e la Cattedrale, qui ubicato già in epoca pisana ed edificato assieme alla Cattedrale, più volte rimaneggiato, fino agli anni Trenta del secolo scorso;
la chiesa della Purissima, del 1554, in stile gotico aragonese, incorporata nella palazzata di via Lamarmora;
la chiesa di Santa Lucia e relativo convento, del XV secolo, oggi adibito ad asilo e scuola, nella via Martini;
la chiesa della Madonna della Speranza, cappella gentilizia dei marchesi Aymerich di Laconi, realizzata tra il XV e il XVI secolo, in prossimità della cattedrale;
La chiesa di san Giuseppe Calasanzio, costruita in stile barocco, tra il 1663 e il 1735, e l’annesso convento degli Scolopi;
La basilica di Santa Croce, che sorge nel sito della sinagoga, nella Judaria, area del quartiere che ospitò per lunghissimo tempo, e fino al decreto di espulsione di Filippo e Isabella, la comunità ebraica cagliaritana. La chiesa originaria, probabilmente riconvertita dalla preesistente sinagoga, fu rinnovata e ampliata nel 1551.
Oggi, si accede al quartiere, oltre che attraverso le porte antiche, anche attraverso un sistema di ascensori che lo collegano ai quartieri sottostanti.
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