Le Terme Romane di Acconia di Curinga

Comune di CURINGA

  • Patrimonio culturale Religioso

Se non fosse per il contesto naturalistico e il paesaggio in generale, certo si potrebbe pensare di essere nelle vicinanze di Roma, perché le Terme Romane di Acconia a Curinga sono uno degli esempi meglio conservati dei complessi termali dell’Antica Roma. Invece, siamo nella provincia di Catanzaro, e ciò che rimane oggi è parte di una grande villa monumentale della fine del III-IV secolo d.C., nota anche come Tempio di Castore e Polluce. A rendere significativo il sito archeologico è la conservazione della struttura integra fino quasi alla volta, e la presenza di un bel calidarium, un sorta di sauna ante litteram.

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Le Terme Romane di Acconia di Curinga

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Il Gigante di Curinga

Curinga, Calabria

Il Gigante di Curinga. Una definizione che rende giustizia alla maestosità di questo platano orientale dell’Armenia, che nella sua base larga più di 3 metri può accogliere fino a una decina di persone, e con una circonferenza di 14,75 metri e un’altezza di 31,5, risulta il platano più imponente dell’Italia. Un altro dei suoi record è la longevità, poiché un’antica leggenda narra essere stato piantato più di mille anni fa da un monaco basiliano, sulle sponde di un ruscello nelle vicinanze dell’Eremo di Sant’Elia.

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  • Museo

Museo della Lingua Greco-Calabra Gerhard Rohlfs

Bova, Calabria

Cliccando sul sito www.museogerhardrohlfs.it ci si immerge nella realtà inaspettata della Calabria più vera. Il link apre infatti le porte virtuali di quello che dal 2016 è il Museo della Lingua Greco-Calabra Gerhard Rohlfs di Bova, in provincia di Reggio Calabria. Nato grazie all’intervento sinergico del Parco Nazionale d’Aspromonte e degli enti pubblici territoriali deputati alla valorizzazione e alla tutela del patrimonio culturale della minoranza storico-linguistica dei Greci di Calabria, il museo offre la possibilità di entrare in contatto diretto con ciò che rimane di una cultura millenaria, attraverso mostre, opere e progetti creati ad hoc. Fra gli eventi più significativi, in autunno da non perdere sono le Giornate Fai della Giudecca di Bova.

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  • Patrimonio culturale Religioso

Gerace Cattedrale

Gerace, Calabria

L’8 settembre 2018, la Cattedrale di Gerace, detta anche Basilica di Santa Maria Assunta, è stata nominata Basilica Minore, ma già prima era evidente all’occhio la sua importanza. Architettonicamente, per esempio, è fra le più imponenti e belle costruzioni di epoca normanna della Calabria – di cui è considerata un autentico modello -, nonché la più ampia chiesa romanica dell’Italia Meridionale, tanto da essere stata dichiarata “bene di interesse nazionale”. Lo stile composito assomma elementi decorativi e strutturali di varie epoche, in particolare bizantino-romanico-normanne. Iniziata nel 1045 su una preesistente struttura sacra dedicata all’Ajia Kiriaki (Santa Ciriaca), fu consacrata nel 1222. Fra le curiosità che si possono notare c’è quella delle due absidi poste l’una accanto all’altra, simmetria dovuta a due eventi sismici che costrinsero gli ingegneri a rivederne l’impianto. Sulla pianta a croce latina si innestano tre grandi navate separate da due file di dieci colonne, scanalate o lisce, tutte diverse fra loro perché recuperate da ville antiche situate lungo la costa. Stessa origine hanno anche le 26 colonne che scandiscono lo spazio della cripta di epoca normanna, a croce greca. La discesa alla cripta consente di scoprire anche altri due gioielli: la Cappella della Madonna dell’Itria, con uno splendido pavimento in maioliche geracesi, e la Cappella di San Giuseppe, che ospita il Museo Diocesano del Tesoro della Cattedrale.

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  • Patrimonio culturale Religioso

Gerace Chiesa di San Francesco D’Assisi

Gerace, Calabria

Insieme alla Cattedrale, o Basilica di Santa Maria Assunta, la Chiesa di San Francesco d’Assisi di Gerace è stata dichiarata “bene architettonico” di interesse nazionale e rappresenta un importante edificio in stile gotico non solo del reggino, ma della Calabria tutta. Situata sulla “piazza delle tre chiese” del borgo medioevale, dietro a una facciata piuttosto spoglia nasconde interni ricchi di opere di grande valore. A cominciare dall’altare maggiore seicentesco, in marmi policromi intarsiati, uno dei migliori documenti del Barocco in Calabria. Sempre in marmi policromi è anche l’arco trionfale, opera barocca del frate Bonaventura Perna, nativo del luogo. Si devono invece a ritrovamenti più recenti una serie di antichissimi sarcofagi, disposti lungo le navate laterali.

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  • Borgo

Monumento ai Caduti di Fragalà

Melissa, Calabria

1949-1979. Il Monumento ai Caduti di Fragalà venne eretto in occasione del trentesimo anniversario della strage passata alla storia come” eccidio di Fragalà“. Fragalà era un fondo nei pressi del borgo di Melissa, nel crotonese, assegnato dalla legislazione borbonica del 1811 per metà alla casata dei Berlingeri e per la restante parte al Comune. Nella realtà, col tempo i Berlingeri avevano poi occupato l’intero latifondo. Negli anni immediatamente seguenti la Seconda Guerra Mondiale, e in particolare nel 1949, ben 14.000 contadini nella sola Calabria scesero in piazza per protesta perché i nobili non volevano consentire che le terre da loro abbandonate o in disuso fossero concesse ai mezzadri così come aveva stabilito una legge del Ministero dell’Agricoltura. Nell’ottobre del 1949, a Melissa, un gruppo di contadini fu attaccato dalle forze dell’ordine e tre manifestanti furono uccisi. L’evento ebbe una grande risonanza in tutto il Paese e anche all’estero, suscitando commozione e indignazione . Trent’anni più tardi, l’artista Ernesto Treccani, figlio del fondatore dell’omonima enciclopedia, donò ai cittadini di Melissa il Monumento a ricordo dell’eccidio. Il drammatico episodio ispirò anche alcune sue opere racchiuse nel ciclo “Da Melissa a Valenza”.

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  • Patrimonio culturale Religioso

Casa-Chiesetta di San Nicodemo da Cirò

Cirò, Calabria

900-990. Queste le date di nascita e di morte di San Nicodemo da Cirò, noto anche come Nicodemo di Mammola, monaco cristiano venerato sia dalla chiesa cattolica che da quella ortodossa e ricordato ogni anno il 12 marzo, giorno della sua scomparsa, con una festa in suo onore. Il culto è diffuso in tutta la Calabria, ma è a Cirò e a Mammola che è più sentito. A Cirò si trova infatti la sua casa natia, trasformata nei secoli prima in oratorio e poi nella Casa-Chiesetta di San Nicodemo da Cirò, dove sono tutt’ora conservate le sue reliquie, mascella e due molari. Durante la celebrazione, la statua del Santo viene portata in processione insieme a quella del compatrono di San Francesco di Paola.

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  • Patrimonio culturale Religioso

Chiesa del Purgatorio

Cirò, Calabria

Nel centro storico di Cirò c’è la Chiesa del Purgatorio, così denominata perché un tempo era la sede della Congregazione del Purgatorio, che come compito principale aveva quello di raccogliere le offerte dei devoti al momento del trapasso di un caro. Le anime dei morti venivano così accompagnate nell’aldilà, con preghiere e funzioni ad personam. A ricordo di ciò, sul portale d’ingresso è scolpito un teschio, mentre una volta varcata la soglia, si scoprono un altare con tre nicchie: in quella centrale c’è la statua dell’Immacolata, a destra quella di S. Pasquale e a sinistra quella di Gesù, e accanto a questa, la cella campanaria. Dopo anni in cui la struttura era stata abbandonata, il tetto era crollato e la chiesa chiusa al culto, oggi un attento restauro l’ha resa di nuovo agibile.

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  • Borgo

Centro storico Cirò

Cirò, Calabria

Cirò, o meglio Cirò Superiore, da distinguersi da Cirò Marina, sul litorale. Poco più di 2500 abitanti e una fama che travalica i confini della Calabria e non solo. E questo grazie al suo prodotto d’eccellenza, il bianco Cirò Dop, ma soprattutto per le molte bellezze storico-artistiche che riserva il suo centro storico, chiuso da una cinta muraria medievale. Quattro le porte da cui si accedeva ieri come oggi: Scezzari, Cacovia, Falcone e Mavilia. Quest’ultima è il varco verso il centrale Corso Luigi Lilio, omaggio al cittadino più celebre di Cirò, medico, astronomo e matematico italiano del Cinquecento, inventore del Calendario Gregoriano. Proseguendo, da qui si raggiunge la piazza principale, su cui affacciano le due principali attrazioni, il Castello Carafa e la Chiesa matrice di Santa Maria de Plateis.

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  • Castello/Fortezza/Rocca/Villa

Torre Normanna

Cirò, Calabria

Accanto al Castello di Cirò Superiore – l’abitato a monte rispetto a Cirò Marina, sul litorale – si erge la cosiddetta Torre Normanna, ritenuta essere il nucleo più antico del maniero stesso. Si tratta di un bastione pentagonale merlato, che poggia su una base circolare scarpata, attribuito alla nobile casata dei Carafa, feudatari di Cirò dal 1496 al 1542. Secondo alcuni studiosi altro non sarebbe che il frutto di un ampliamento di una preesistente fortificazione normanna dovuto a esigenze difensive, come avvenne contestualmente per il Palazzo della Licie, l’attuale Castello Sabatini, per il quale è documentata una ristrutturazione verso la fine del ‘500 con l’aggiunta di bastioni ai quattro angoli. Benché non visitabile per motivi di sicurezza, merita attenzione per la sua architettura esterna, ben visibile da Corso Luigi Lilio e dalla panoramica Piazza Mavilia.

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  • Museo

Il Polo Museale di Cirò

Cirò, Calabria

Sono ben tre le esposizioni che compongono il Polo Museale di Cirò, attrazione culturale sui generis nel panorama turistico della provincia di Crotone. Questa la sequenza dei temi trattati: si comincia dalle sale dedicate a Luigi Lilio, con la riproduzione dei documenti che ricostruiscono la riforma del Calendario Gregoriano, affiancati da una mostra permanente multimediale incentrata sull’astronomia antica. Il percorso prosegue virando sul tema dell’alchimia e sulla figura di Giano Lacinio, alchimista francescano orgoglio di Cirò, dove nacque nel Cinquecento. Altra mostra permanente e altra virata varcando la soglia del Museo del Vino e della Società Contadina, dove macchinari d’epoca e beni e arredi della civiltà contadina raccontano di come si vinificava e si viveva un tempo nel territorio di Cirò.

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  • Monumento

Monumento ai Caduti della Prima e Della Seconda Guerra Mondiale

Cirò, Calabria

Anche un piccolo borgo del crotonese come Cirò ha offerto il suo tributo in vite umane all’esito dei conflitti bellici del Novecento. Se ne ha una misura camminando lungo il centrale Corso Luigi Lilio, dove ci si imbatte nel Monumento ai Caduti della Prima e Della Seconda Guerra Mondiale. Realizzato in marmo, cemento, pietra e bronzo, è piuttosto imponente e articolato, e frutto di due diversi momenti: nel 1921, anno di inaugurazione, fu infatti posta una lapide in bronzo con incisi i nomi dei 96 soldati nativi di Cirò scomparsi durante la Grande Guerra, mentre nel 1949 fu aggiunta una nuova lapide in marmo relativa ai caduti del secondo conflitto. Fulcro del monumento è infine una statua bronzea raffigurante un soldato ferito che stringe al petto un fucile.

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  • Castello/Fortezza/Rocca/Villa

Castello Carafa

Cirò, Calabria

Cirò è nota come la “Città del vino e del calendario” perché è “capitale” della zona d’origine della prima Dop calabrese – vale a dire del Cirò Dop – e perché diede i natali a Luigi Lilio, ideatore nel 1582 del calendario Gregoriano, che dopo 15 secoli sostituì quello promulgato nel 46 a.C. da Giulio Cesare. Cirò trova il suo centro nel Castello Carafa, posto nella parte alta del borgo antico. L’edificio, costruito fra il XIV e il XVI secolo, si evidenzia per la sua insolita pianta trapezoidale con torri circolati e un bastione pentagonale merlato, e per la corte interna la cui pavimentazione presenta un lastricato in pietra locale con un motivo a stella a nove punte circoscritto da un cerchio. Al piano superiore si sviluppano invece due appartamenti e altre stanze per la servitù.

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Eventi

Riti della Settimana Santa – La Cunfrunta

Religioso

Comune: Badolato

Mese di inizio: Dicembre

Durata: 3 Giorni

Riti della Settimana Santa – La Cunfrunta

Religioso

Comune: Badolato

Mese di inizio: Dicembre

Durata: 3 Giorni

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