Villa Edvige Garagnani

Comune di ZOLA PREDOSA

  • Culturale Materiale - Altro

La villa è oggi Polo Culturale, sede dell’ufficio informazione turistiche (UIT) Colli Bolognesi (https://www.visitcollibolognesi.it/) e del Centro Studi Ville Bolognesi (https://www.villebolognesi.it/), grazie a un progetto di riqualificazione finanziato dall’Unione Europea insieme al vicinissimo Parco Giardino Campagna, polmone verde al centro della città. Villa Garagnani è anche cuore pulsante della cultura enogastronomica rappresentata dal Punto del Gusto (https://www.villagaragnani.it/punto-gusto), e dalla sede del Consorzio del Pignoletto (www.consorziopignoletto.it) per la promozione del noto vino doc dei nostri Colli, una delle principali eccellenze del territorio insieme alla celebre Mortadella Bologna (https://mortadellabologna.com/).
La villa ospita anche uno spazio di coworking ed è utilizzabile per eventi.

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Villa Edvige Garagnani

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  • Borgo

Savignano sul Panaro – Borgo Medioevale

Savignano Sul Panaro, Emilia-Romagna

L’accesso al borgo avviene attraverso una massiccia torre difensiva facente parte della prima cinta muraria di un tempo. Evidenti le fessure che indicano l’antica presenza di un ponte levatoio su un fossato che oggi non esiste più. Nel bel mezzo, tra due piccole finestre, è visibile un affresco del ‘600 raffigurante la Madonna col Bambino un po’ segnato dal tempo. La torre, recentemente restaurata, e il selciato, realizzato in ciottoli di fiume che si estende in tutto il borgo, sono un bel biglietto da visita per il turista.

Prima di entrare, si può fare una brevissima deviazione sulla sinistra, a poche decine di metri, siamo ancora fuori dal borgo, si trova il piccolo oratorio di San Rocco eretto nel 1631 in ringraziamento per lo scampato pericolo della peste dell’anno 1630. Il restauro conservativo interno ed esterno del 1980 ha in parte ridotto il fascino di questi piccoli edifici di culto frutto della devozione popolare di un tempo.

Ritornando e superando la torre d’ingresso, si entra nella prima zona del borgo, dove una serie di edifici si affiancano sulla breve strada che porta ad una graziosa piazzetta molto curata e pulita con tutte le case circostanti in cotto. Un piccolo e caratteristico pozzo a forma ottagonale (restaurato nel 1919 come indicato da un cartello turistico) fa da bella cornice a tutta la piazza.

Il vicolo che prosegue dritto è cieco e si chiude dopo poche decine di metri tra case recentemente ristrutturate che hanno saputo mantenere lo stile del borgo.
Sulla sinistra si sviluppa un vicolo che sale verso la parte alta della collina. La via è affiancata da una serie di belle case in pietra e in cotto nella parte superiore. All’ingresso di una di esse, un segnale turistico indica che l’abitazione era detta “Del Vescovo” per poi assunse il nome di “Casa del Capitano” per poi diventare Teatro. Alzando lo sguardo è possibile vedere lo stemma dei Contrari appartenete ai Signori di Savignano che nel 1409 conquistarono la Signoria fino al 1575, vicenda ricordata ogni anno nell’ambito della manifestazione storica “La Lotta per la Spada dei Contrari”.

Continuando a salire, ecco un’altra bella torre in sasso risalente al 1026. Anch’essa era dotata di ponte levatoio in quanto anche questa seconda cinta muraria aveva un fossato ritenuto molto utile a rinforzare i sistemi di difesa del Castello.

Superata la torre, il vicolo continua affiancando da una serie di case con facciate in cotto e/o pietra ben conservate. Poco dopo si giunge ad una ampia scalinata che conduce alla grande chiesa dedicata a Maria Assunta, chiesa che io, purtroppo, ho trovato chiusa. La chiesa risale al 1033 e nel corso del tempo ha subito alcuni interventi di consolidamento e ampliamento anche significativi compreso l’ultimo sulla facciata. Questa spicca per essere stata cementata ed avere un colore arancione acceso che a mio avviso non s’addice all’edificio che, osservando bene la sua struttura, risulta tutto realizzato in pietra.

Così si è giunti sulla sommità del Castello, un ampio spazio piano sul fianco della chiesa fa pensare che in passato qui sorgesse una rocca con degli edifici nobili che magari si sviluppavano intorno ad una piccola corte chiusa.

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  • Castello/Fortezza/Rocca/Villa

Palazzo Barozzi (propriamente: Contrari-Boncompagni)

Vignola, Emilia-Romagna

PALAZZO CONTRARI BONCOMPAGNI DETTO BAROZZI A VIGNOLA

E’ un elegante palazzo rinascimentale quasi del tutto integro nella sua morfologia. Fu costruito negli anni 1560-67 circa, su ordine di Ercole Contrari il Vecchio (feudatario di Vignola) su progetto del grande architetto vignolese Jacopo Barozzi detto il Vignola; per questo iI palazzo è conosciuto anche come Palazzo Barozzi.

Un palazzo rinascimentale con una scala che sfida le regole dell’architettura

Il Palazzo Contrari-Boncompagni sorge nella piazza antistante la Rocca di Vignola. Esso venne fatto erigere per volere del conte Ercole il Vecchio Contrari come nuova dimora signorile per la famiglia, affidò la sua costruzione al “magistro/muratore” Bartolomeo Tristano di Ferrara su progetto del grande architetto vignolese Jacopo Barozzi detto il Vignola; per questo il palazzo è conosciuto anche come Palazzo Barozzi.

Con l’esaurirsi della famiglia Contrari, alla morte avvenuta nel 1575 di Ercole il giovane Contrari, il Palazzo insieme al resto del feudo, viene acquistato nel 1577 da Giacomo Boncompagni che ne curerà il completamento, la famiglia Boncompagni rimarrà proprietaria del Palazzo fino al 1949 quando decise di venderlo alla Parrocchia di Vignola.

Il palazzo ha un corpo di fabbrica di pianta leggermente rettangolare a cui sono annesse due ali laterali; quella di sinistra contiene la famosa scala a chiocciola. Si sviluppa su quattro piani: il piano interrato ed il piano terra rialzato erano destinati alle cucine, agli approvvigionamenti e all’andamento della casa; il piano nobile era la parte dove il feudatario viveva e riceveva, mentre il sottotetto era destinato ad alloggio della servitù.

La scala a chiocciola, unica parte verticale che collega i vari piani del palazzo, è totalmente aerea e sostenuta soltanto da una colonna, situata nel bellissimo seminterrato e dal muro perimetrale dove sono “incastrati” i gradini autoportanti. Progettata come il resto del palazzo da Jacopo Barozzi, presenta una straordinaria forma elicoidale ed è un capolavoro architettonico di altissimo livello. Essa infatti è aerea con un unico pilastro di sostegno posto nel seminterrato ed ognuno dei 106 gradini è autoportante. Questo crea un effetto di vorticosa salita, resa comunque piacevole dall’armoniosa spirale, dalle tre aperture che regalano una splendida vista sul territorio di Vignola e dagli affreschi che decorano le pareti della scala.

Recentemente è stato eseguito un restauro che ha interessato il seminterrato (attualmente visitabile), che ospitava le cantine, la cucina, due pozzi, il forno e il primo ciclo della scala elicoidale autoportante del Barozzi. Tra i diversi ambienti recuperati nel piano interrato, è stata ricavata una splendida sala conferenze.

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  • Borgo

Abbazia di Monteveglio

Valsamoggia, Emilia-Romagna

Sulla sommità di una collina della valle del Samoggia sorge l’Abbazia di Monteveglio, una delle abbazie in stile romanico più antiche della diocesi bolognese.
L’Abbazia di Monteveglio, sorge sulla sommità di una collina che domina la valle del Samoggia, e si trova all’interno dell’antico borgo medievale fondato da Matilde di Canossa nel XI secolo. Per raggiungerla si arriva a Monteveglio, storica località della Valsamoggia, e si percorre Via Abbazia fino a ritrovarsi davanti all’entrata del Borgo (coordinate 44.467984177379634, 11.090576897505544), lasciando la macchina nel parcheggio a lato della strada.

All’odierno abitato si accede attraverso una porta ad arco, ciò che rimane delle antiche fortificazioni del borgo. Sopra la porta ad arco, infatti, si notano ancora le asole di sollevamento del ponte levatoio e il camminamento di ronda che sovrasta un breve tratto delle mura. Sulla destra, subito dopo l’ingresso, si trova la torre trecentesca, recentemente restaurata. Adiacente alla torre si trova l’antica Casa di San Benedetto, per secoli sede dell’oratorio e della confraternita di Santa Maria delle Rondini. Alla sinistra del portale d’ingresso si scorge invece la torre campanaria, di aspetto seicentesco, che aveva la funzione di richiamo per l’arengo della comunità. Si incontra successivamente l’oratorio dei santi Rocco e Sebastiano, piccolo edificio religioso eretto dagli abitanti durante l’epidemia di peste del 1631 e restaurato alla fine dell’Ottocento.

Proseguendo lungo la strada che attraversa il borgo, troviamo la chiesa, dedicata a Santa Maria Assunta, le cui origini sono antichissime: venne costruita infatti nel ‘400, ma le forme attuali risalgono al periodo tra il XI e il XII secolo. L’intero complesso è stato restaurato tra il 1925 e il 1934 dall’architetto Giuseppe Rivani. La chiesa presenta un presbiterio, che si erge sopra alla cripta, ed è a tre navate. L’acquasantiera, posta nella navata di destra, è di epoca longobarda e, nella navata centrale, per accedere al presbiterio, si accede da una scala in stile barocco. L’altare ha cinque colonne ed è stato realizzato in marmo rosso di Verona. Ai lati del presbiterio vi è una struttura lignea in noce che ospita il coro. Nella cripta, posta al centro, vi è una pietra tombale. L’area è suddivisa in quattro campate di colonne e pilastri con tre altari posti nei tre absidi.
Attorno alla chiesa si sviluppa il complesso monastico.

Appena eretto, il monastero fu assegnato ai Canonici regolari di San Frediano di Lucca, antica congregazione monastica di regola agostiniana nata intorno al 556. I Canonici Regolari di San Frediano di Lucca arrivarono a Monteveglio tra il 1092 e il 1100 e rimasero all’incirca fino al 1450. Dopo il 1455 l’abbazia venne affidata ai Canonici Lateranensi di San Giovanni in Monte di Bologna, che provvidero ad abbellire questi luoghi con nuovi arredi e decorazioni, fra le quali un dipinto di Lorenzo Costa raffigurante l’Assunta, ora conservato presso la Pinacoteca Nazionale di Bologna.

Nei secoli successivi il monastero acquistò una notevole prosperità economica, fino a possedere gran parte del territorio parrocchiale. Nella seconda metà del Novecento l’abbazia fu, per breve tempo, abitata dalla comunità di Don Giuseppe Dossetti, figura religiosa e politica di grande rilievo storico. Oggi, l’abbazia è tenuta dai francescani dell’ordine dei Fratelli di San Francesco.

Il Borgo Medievale è sempre aperto al pubblico. Per visitare l’abbazia è necessario contattare i Fratelli di San Francesco all’indirizzo email fratimonteveglio@gmail.com oppure al numero di telefono 051 6707931. La Chiesa è aperta tutti i giorni dalle 6:30 alle 12:00 e dalle 15:00 alle 19:30. Mentre il chiostro interno è visitabile soltanto la domenica e i festivi dalle 15.00 alle 17.00.

Per informazioni generali contattare: UIT Colli Bolognesi
Tel. + 39 366 8982707 – info@visitcollibolognesi.it
Lunedì – Mercoledì-Giovedì e Venerdì 14.30-19, Sabato 9.00-13 e 15-18, Martedì e Domenica Chiuso
Fonti: volume “Le valli del Lavino e del Samoggia nella storia”

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  • Borgo

Borgo di Castello di Serravalle

Valsamoggia, Emilia-Romagna

Castello di Serravalle è un piccolo borgo medievale situato nella splendida cornice dei colli bolognesi. Da sempre, terra di confine, fu conteso innumerevoli volte da molte popolazioni: prima dai Longobardi e dai Bizantini, poi dai modenesi e dai bolognesi.
Il borgo medievale sorse tra l’ VIII° e il IX° secolo d.C. Esso si presentava ben diverso da come è oggi: molto più piccolo, era costituito da due costruzioni affiancate e separate dalla strada che lo attraversava; al centro del castello era presente il cortile d’arme, comune in tutti i castelli.
Si racconta addirittura, che nel 800 d.C Carlo Magno, nel suo viaggio verso Roma, sostò a Serravalle una notte con i suoi armati.
Da sempre luogo strategico, situato sul confine su una delle due strade esistenti all’epoca, fu conteso per tutto il medioevo fra Bologna e Modena. Nel 1200 passò sotto i bolognesi che lo riedificarono nel 1227 costruendo la rocca, le mura e il fossato. La strada principale del borgo ripercorreva l’antica strada romana e per accedere al castello bisognava passare un ponte levatoio e attraversare il mastio. Al piano terra della torre, su di un bassorilievo del portone, è scolpito il “custode del castello” che tiene in mano la chiave simbolo del possesso; questa figura era particolarmente simbolica perché se i nemici fossero arrivati a vederlo, avrebbe voluto dire che il castello era caduto in mano ad essi, essendo il mastio l’ultimo baluardo. Le mura seguivano la strada principale, attorno ad essa nacquero i primi edifici, la chiesa e la casa del comune del 1235. Quest’ultima fu fatta edificare da Jacopino di San Lorenzo in Collina, primo capitano di Serravalle e della montagna che si conosca in Italia. Egli abitava in questo edificio e amministrava il borgo. In caso di pericolo radunava il popolo nell’Arengo, cioè la piazzetta davanti ad esso.
L’antico cortile d’arme si trasformò in un porticato, attraversato dalla strada principale e utilizzato come luogo di ritrovo e di mercato e, in caso di assedio, come riparo per i cavalieri.
Nel 1288 Serravalle fu elevato al rango di podesteria, e il podestà ebbe sotto il suo potere tutti i comuni delle vallate del Samoggia e del Lavino.
Nel 1316 il castello fu dato in custodia alle società del Grifone e dei Falegnami di Bologna.
Nel XIV° secolo venne costruito l’ultimo giro di mura , che seguivano l’andamento del crinale della collina e all’interno di esse furono edificate nuove costruzioni, tra le quali torri, case e strutture difensive.
Nel 1304 venne eretto il Cassero che è tutt’ora, l’accesso principale al castello e la strada cambiò perciò direzione. Il Cassero si presenta come una torre senza coperto, in modo che dall’alto dei camminamenti e dei merli i soldati potessero controllare il passaggio di cose e persone.
Nel 1325 la guerra tra Modena e Bologna culminò con la battaglia di Zappolino, divenuta famosa dal poema tragicomico della “Secchia rapita” scritto da Alessandro Tassoni nel 1600. Questa battaglia fu combattuta a pochi chilometri da Serravalle nei prati di Soletto e Parviano. Della terribile battaglia si contarono circa 3000 tra morti e feriti e 2000 prigionieri da parte bolognese, i modenesi ebbero modeste perdite; questa fu una delle più grandi battaglie campali del medioevo e la più famosa fra Modena e Bologna.
Terminò così la periodica occupazione dei Visconti e il territorio di Serravalle divenne possedimento dello Stato della Chiesa fino all’anno dell’unità d’Italia.
Nel 1453 con la caduta dell’impero Bizantino, finì l’era del medioevo. In questo periodo i castelli furono smantellati e Serravalle subì la stessa sorte ma, nel 1527, i Lanzichenecchi, mercenari provenienti dalla Germania, scesero in Italia saccheggiando le città italiane. In quell’anno il Legato Pontificio Pirro Buttiglieri fece riedificare la rocca e le mura.
Nel XIX° secolo con le riforme napoleoniche, nacque l’odierno comune, e Serravalle acquisì il nome di “Castello di Serravalle” e il capoluogo si spostò a Castelletto.

L’accesso principale e storico al Castello avviene attraverso il Cassero, una doppia porta merlata in cui si intravedono ancora i segni di un ponte levatoio che denotano la presenza di un fossato oggi non più presente. La cinta muraria del 1235 che da qui partiva, era lunga ben 500mt, oggi solo una parte di questa importante fortificazione è ancora visibile. Sul fianco sinistro del Cassero troviamo la Rocca con una possente torre che si introduce all’interno del borgo che si sviluppa su due vie che formano una specie di elisse (vedi foto della piantina a sinistra). Iniziando a percorrere la via sulla sinistra, ritroviamo l’area dell’antico castello, oggi rappresentato dal Palazzo Boccadiferro, edificio molto lineare dalla facciata cinquecentesca.

Proseguendo lungo questa via, sulla sinistra si nota la presenza di un lungo muro che nasconde il giardino pensile del castello, mentre a destra troviamo diversi importanti edifici. Subito appare la chiesa di San Pietro in posizione più elevata rispetto al resto del borgo. La chiesa fu completamente ricostruita nel 1689 perché quella originaria era troppo piccola per la comunità. La facciata in stile romanico di mattoni rossi è decisamente più recente e non in tono con il resto degli edifici circostanti. Sul fianco destro della chiesa c’è un piccolo giardino dove è presente una curiosità, una vite millenaria dipinta di blu.

Subito dopo la chiesa ecco apparire il Palazzo del Capitano, figura chiave della realtà locale, il Capitano da qui amministrava la giustizia secondo le leggi emanate dal senato bolognese, oggi l’edificio è sede dell’Ecomuseo della Collina e del Vino (Serravalle fa parte del circuito “Città del Vino”). Sul fianco della casa e ben visibile, si erge una massiccia torre campanara risalente anch’essa al XIII secolo.

Continuando sempre sulla via principale, ritroviamo alcuni edifici del borgo (oggi uno di essi è un ristorante) che conducono alla parte posteriore del borgo che ha perso in buona parte la sua connotazione antica, attualmente è presente un giardinetto e di un parcheggio auto. Da qui, sulla sinistra, si può imboccare il secondo vicolo del borgo che ci porterà nuovamente al Cassero (ingresso del borgo).

All’angolo tra la piazzetta e il vicolo si erge un edificio con una torre colombaia e rodoniana tipica dell’Appennino emiliano. La funzione era quella dell’allevamento di colombi e rondoni a scopi alimentari. Una targa esplicativa, posta sull’edificio, descrive come avveniva l’allevamento di questi uccelli.

Proseguendo su questo vicolo, incontriamo una piazzetta con edifici recenti e/o ristrutturati, una recente e bruttissima torre per l’acqua potabile, un antico pozzo (visibile solo la parte esterna) e un piccolo orto (apparentemente abbandonato) che si ispira a quelli che erano presenti fin dalle origini del borgo.

Da qui si prosegue fino al Cassero costeggiando altri edifici in pietra che riprendono, almeno nell’aspetto, quelli originali del borgo.

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  • Festival

Porretta Soul Festival

Alto Reno Terme, Emilia-Romagna

Il Porretta Soul Festival è un festival soul che si svolge solitamente nella terza decade di luglio al Rufus Thomas Park di Porretta Terme. Il Festival nacque il 10 dicembre 1987 per iniziativa di Graziano Uliani, appassionato di musica soul, il quale, dopo aver partecipato alle celebrazioni per il ventesimo anniversario della morte di Otis Redding a Macon, in Georgia, decise di organizzare un festival in suo onore. Con il passare degli anni il Festival si è affermato come il più prestigioso appuntamento europeo dedicato interamente alla musica soul e al rhythm & blues, con un riferimento particolare alla musica di Memphis, il Memphis Sound, e alla scuola musicale del grande Otis Redding, al quale il festival è dedicato fin dalla sua origine. Grazie a questa iniziativa, Porretta ha avuto il piacere di ospitare i nomi più prestigiosi della musica soul, cantanti e musicisti spesso giunti per la prima volta in Europa appositamente per presenziare al festival, un fenomeno che ha fatto parlare la stampa internazionale del Porretta Soul Festival come di un miracolo nella scena musicale degli ultimi anni. Porretta ha anche dedicato una via a Otis Redding e il parco dove si svolge la kermesse musicale a Rufus Thomas. Dopo più di 30 edizioni, il Soul Festival porrettano fa ormai parte della geografia della musica soul ed è considerato la vetrina europea del Memphis Sound. Il festival è gemellato con lo Stax Museum of American Soul Music di Memphis (prestigioso museo all’interno del quale il Festival porrettano è presente) e con il Center For Southern Folklore di Memphis. Nel febbraio 2017 ha ricevuto il Keeping The Blues Alive Award dalla Blues Foundation di Memphis.
L’editore Volo Libero ha pubblicato “Soul City”, la storia del Porretta Soul Festival , scritto da Edoardo Fassio, con la prefazione di Renzo Arbore.

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  • Esposizione

Collezioni Nigelli

Monte San Pietro, Emilia-Romagna

Dalla passione per la meccanica di Bruno Nigelli è nata una collezione privata di grande valore: oltre 300 moto, con pezzi d’epoca, in alcuni casi unici raccontano la storia della motociclistica di Bologna, che con i suoi 85 costruttori ha fatto nascere una realtà unica al mondo. La collezione oggi è collocata all’interno degli spazi aziendali di NIFO srl, azienda leader nel settore dei sistemi frenanti.
L’idea di Bruno Nigelli, semplice quanto difficile, è stata quella di creare una collezione in grado di valorizzare le storie motociclistiche sommerse dal passare degli anni. E’ nata così questa “raccolta” che comprende oltre 300 moto costruite tra il 1920 e il 1970. “Un periodo nel quale – racconta Nigelli – hanno operato a Bologna ben 84 aziende motociclistiche e 200 imprese dell’indotto ad essa collegate”. Fra i “pezzi forti” della collezione c’è la Morini 250 cm3 bialbero con la quale Tarquinio Provini ha ottenuto risultati formidabili contro le giapponesi a 4 cilindri, la Ducati 750 cm3 appartenuta a Walter Villa, una Ducati Marianna, la Mondial 250 cm3 bialbero realizzata con pezzi originali copia esatta di quella che ha vinto con Cecil Sandford il campionato del mondo. Fra le turismo la Ducati Cruiser, una G:D e una Dall’olio. In una sala attigua alle motociclette “bolognesi” c’è una collezione di 20 moto estere e di altre regioni. Completa l’esposizione una raccolta di “clacson” di ogni epoca, dalle trombette dei film di Ollio e Stanlio, alle sirene marine fino alle moderne trombe pneumatiche. Oltre alle moto c’è anche un raccolta di 250 propulsori motociclistici italiani e stranieri: “Negli anni’50 – dice Nigelli – sono stati realizzati propulsori molto interessanti e originali, non c’era una linea tecnica predominante”.

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  • Museo

Museo delle Tradizioni e della Cultura Materiale “La Tratta”

Copparo, Emilia-Romagna

Il Museo delle tradizioni e della cultura materiale di Copparo offre una vasta raccolta di materiali della civiltà contadina supportata da moderni e funzionali criteri espositivi. Il museo nasce nel 1986 con l’acquisto della raccolta di materiali della civiltà contadina del Basso Ferrarese di proprietà di Severino Peron, cui si sono aggiunte negli anni, varie donazioni di privati. Dal 2000, grazie ad un intenso progetto di restauro, il museo trova sede presso la casa colonica con annesso fienile denominata “La Tratta”, riportando il più possibile gli oggetti alla loro collocazione originaria.
L’esposizione privilegia l’esplicazione dei principali cicli produttivi della zona del copparese: il ciclo del grano, il ciclo del vino e il ciclo della canapa; anche l’allestimento degli ambienti domestici, cucina, stalla, camera da letto, favorisce una lettura il più possibile fedele alla realtà trascorsa.

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  • Eccellenza Urbana / Centro Storico

Museo Urbano di Predappio

Predappio, Emilia-Romagna

Predappio è una cosiddetta città di fondazione ovvero un nuclei urbani e abitativo nato non spontaneamente, ma sulla base di una precisa volontà politica e di un progetto urbanistico e costruito, quindi, nella parte fondamentale, detta “nucleo di fondazione”, tramite un intervento caratterizzato da una precisa conformazione geometrica spesso caricata di significati simbolici e modelli ideali (città ideale).
Costruita dal 1925 al 1942 per volere di Benito Mussolini (nato qui) che incaricò i più illustri architetti dell’epoca, Predappio ha le caratteristiche di un museo all’aperto, sempre visitabile durante tutto l’anno. Il Museo Urbano di Predappio, infatti, è stato costituito con la finalità di guidare il visitatore alla lettura delle architetture e dei monumenti di maggior rilievo, attraverso un itinerario realizzato con pannelli illustrativi e leggii porta informazioni. L’itinerario del Museo Urbano è stato pensato e strutturato in modo da prevedere almeno un punto strategico, Piazza Garibaldi, in cui il visitatore può trovare informazioni generali riguardanti tutto il percorso di visita. Si consiglia, pertanto, di iniziare il percorso proprio da P.zza Garibaldi, presso la quale si trova anche l’ufficio informazioni per dettagli sull’itinerario.
Gli edifici e le piazze che si possono vedere lungo l’itinerario del Museo Urbano sono ben 23.

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  • Castello/Fortezza/Rocca/Villa

Rocca Estense

Lugo, Emilia-Romagna

La Rocca di Lugo rappresenta un’importante testimonianza nel campo dell’architettura fortificata che, particolarmente in Romagna, caratterizzò la formazione dei centri urbani a partire dal basso medioevo. Il periodo più significativo per lo sviluppo della fortificazione corrisponde comunque alla dominazione estense (1437-1598) durante la quale i connotati dell’apparato difensivo vennero profondamente modificati.
Della Rocca quattrocentesca restano molte strutture seminascoste da altre più recenti: sono tutt’ora leggibili l’impianto quadrangolare, articolato sul cortile interno e parti cospicue delle torri. L’aspetto attuale risale alla fine del ‘500, quando Alfonso II fece demolire la cittadella, divenuta superflua, riservando l’area resa libera alla fiera.
Dopo il passaggio di Lugo alla Chiesa, la Rocca subì alcuni ampliamenti e conobbe una progressiva cancellazione delle caratteristiche castellane, culminate nella creazione del Giardino Pensile alla fine del XVIII secolo.
culminate nella creazione del Giardino Pensile alla fine del XVIII secolo. Pur non essendo un giardino “storico”, il giardino della Rocca Estense, grazie alla cornice in cui è inserito, crea un ambiente estremamente suggestivo tale da evocare il ruolo, carico di simboli, che il giardino ha da sempre ricoperto nella storia e nei miti. Risale soltanto ad una quarantina di anni fa il passaggio che oggi consente di accedere al giardino attraverso il cortile interno.
Sede dell’Amministrazione Comunale a partire dal 1847, ha sale di rappresentanza di notevole interesse culturale e storico.

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  • Eccellenza Naturalistica

Isola Serafini

Monticelli D'ongina, Emilia-Romagna

Isola Serafini è un’isola fluviale sul fiume Po, situata a cavallo del territorio dei comuni di Monticelli d’Ongina (PC) e di Spinadesco (CR), ed è la più grande isola del bacino fluviale del Po.
Il braccio del Po che circonda l’isola a nord riceve la confluenza del fiume Adda. Pochi chilometri ad est dell’isola è posta la città di Cremona. L’estremità settentrionale corrisponde al punto più a nord di tutta l’Emilia Romagna. L’unico centro abitato dell’isola è Isola Serafini, frazione di Monticelli d’Ongina. Posto all’estremo sud-ovest dell’isola, il centro abitato è collegato alla terraferma tramite un doppio ponte che lo mette in comunicazione con la sede comunale, distante 3,5 km.
La forma dell’isola è stata modificata in modo importante nell’ultimo secolo dall’azione erosiva e depositiva del fiume, unita a modifiche antropiche: la Carta Topografica d’Italia del 1907 riporta l’esistenza di una lingua di terra chiamata (impropriamente) “Isola Serafina”, circondata da un ampio meandro del Po e collegata da un istmo alla terraferma. L’attuale porzione cremonese dell’isola era invece il promontorio con toponimo (sempre improprio) “Isola Mezzadra”. Il successivo stravolgimento dell’idrografia, con la costruzione del canale di scarico della centrale idroelettrica, ha portato all’attuale geografia locale.
L’isola è famosa anche per ospita la centrale idroelettrica Carlo Bobbio, che produce energia sfruttando il dislivello creato da un doppio sbarramento. L’opera è aggirabile tramite una conca di navigazione rinnovata ed ampliata nel 2018.
La costruzione delle dighe nel 1958 è stata causa di un importante impoverimento della fauna ittica a monte dello stesso (specialmente la popolazione di storioni), al momento in via di risoluzione grazie alla costruzione nel 2017 di una doppia scala di risalita che permette ai pesci migratori di risalire lo sbarramento.
L’Isola ha un particolare interesse naturalistico ed è classificata come Sito di Interesse Comunitario (SIC), per la presenza di estese zone umide e sabbioni che richiamano numerose specie di uccelli sia stanziali che migratori come rondini di mare, fraticelli, falchi, gufi, picchi, gruccioni.

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  • Arti, Saperi e Sapori

La Terra del Riso

Jolanda Di Savoia, Emilia-Romagna

La “Terra del Riso” è un itinerario alla scoperta dei paesaggi, delle tradizioni e dei sapori legati al riso del Delta che si snoda nella zona di produzione del Riso del Delta del Po – IGP per lo più inserite nel perimetro della Grande Bonifica Ferrarese, tra i comuni di Jolanda di Savoia, Massa Fiscaglia, Berra e due frazioni di Codigoro, Mezzogoro e Pontelangorino. Le varietà più diffuse sono: baldo, arborio, carnaroli, volano.
Gli appassionati della buona cucina percorrendo la strada potranno conoscere e godersi un prodotto unico e genuino.
Inoltre il percorrere questo itinerario sarà occasione per approfondire la conoscenza di un territorio ricco di testimonianze architettoniche e culturali e che ha saputo conservare e valorizzare molti dei suoi antichi usi e sapori.

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  • Circuito / Tour

Ciclovia del Sole

Concordia Sulla Secchia, Emilia-Romagna

La Ciclovia del Sole rappresenta una delle prime declinazioni in Italia del concetto di Bike Tour, percorso da compiere in una o due settimane con tappe giornaliere, che portano i cicloturisti a conoscere le risorse dei territori e la ricchezza delle città che attraversano. Infatti la forza del progetto deriva dal livello sovra regionale della ciclovia e dalle eccellenze di carattere mondiale (Verona, Lago di Garda, Mantova, Modena, Bologna, Appennini, Pistoia, Firenze) che consente di connettere, ma anche dalla possibilità di fungere da dorsale attraverso la quale raggiungere moltissime altre emergenze ed irradiare sul territorio risorse e opportunità. L’itinerario del Ciclovia del Sole è una delle quattro ciclovie nazionali prioritarie e si sviluppa lungo l’Eurovelo 7, uno degli assi ciclabili individuati a livello Europeo che attraversa la nostra Penisola da Nord a Sud.
Il percorso della Ciclovia del Sole da Verona a Firenze si sviluppa per oltre 650 km. (si tratta di un dato complessivo che comprende sia l’itinerario principale che le integrazioni, anche intermodali), e interessa 4 regioni (Emilia-Romagna, Lombardia, Toscana, Veneto), 7 Province/Città metropolitane (Bologna, Firenze, Mantova, Modena, Prato, Pistoia, Verona) e 75 comuni. Nell’ambito del territorio della Città metropolitana di Bologna (che comprende il territorio delle province di Bologna e Modena) i comuni interessati sono 18.
Alla Città metropolitana di Bologna è stato affidato il ruolo di coordinamento tecnico nazionale della Ciclovia del Sole in termini di progettazione, espletamento dell’appalto e direzione lavori del tratto Verona-Bologna.

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Eventi

Sagra del Tartufo del Bidente

Enogastronomico

Comune: Civitella Di Romagna

Mese di inizio: Novembre

Durata: 4 Giorni

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Sagra dell’Ulivo e dell’Olio

Enogastronomico

Comune: Brisighella

Mese di inizio: Novembre

Durata: 1 Giorni

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Tartòfla Savigno, Festival del Tartufo Bianco di Savigno

Enogastronomico

Comune: Valsamoggia

Mese di inizio: Novembre

Durata: 8 Giorni

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Mostra del Cavallo e del Puledro

Fiera

Comune: Galeata

Mese di inizio: Novembre

Durata: 3 Giorni

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Sagra del Tartufo del Bidente

Enogastronomico

Comune: Civitella Di Romagna

Mese di inizio: Novembre

Durata: 4 Giorni

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Sagra dell’Ulivo e dell’Olio

Enogastronomico

Comune: Brisighella

Mese di inizio: Novembre

Durata: 1 Giorni

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Tartòfla Savigno, Festival del Tartufo Bianco di Savigno

Enogastronomico

Comune: Valsamoggia

Mese di inizio: Novembre

Durata: 8 Giorni

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Mostra del Cavallo e del Puledro

Fiera

Comune: Galeata

Mese di inizio: Novembre

Durata: 3 Giorni

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