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Scopri tutti i comuni del territorio

L’Irpinia è una terra di passaggio tra due mari. il Tirreno e l’Adriatico, ricca di storia e cultura, di tradizioni religiose e popolari, di produzioni enogastronomiche di qualità. Il fascino dei piccoli borghi arroccati, che spesso ospitano fortificazioni e palazzi di pregio, ed il paesaggio naturale, fatto di boschi e corsi d’acqua ma anche di distese destinate a pascolo o a coltivazioni di grano e foraggio, costituiscono lo scenario per un’accoglienza calorosa, meta ideale per un turismo lento.

Il territorio, che corrisponde a quello della provincia di Avellino, è attraversato da itinerari culturali di grande valore storico: la Valle dell’Ofanto, la Via Francigena, la Via Appia e da cammini religiosi. È sede di due Parchi Naturali, il Parco regionale dei Monti Picentini e il Parco del Partenio, nel territorio dei quali sono presenti anche attrattori di interesse culturale oltre che naturalistico.

Tra le località che registrano il maggior numero di presenze di visitatori, in quanto meta di pellegrinaggio religioso, vi sono Montevergine con il Santuario dedicato alla Madonna “Mamma Schiavona” e l’Abbazia di Loreto e Materdomini, con il Santuario di San Gerardo Maiella. Entrambi richiamano ogni anno più di un milione di pellegrini in quanto luoghi di culto caratterizzati da una fervente spiritualità. Si trovano, inoltre, ubicati in aree di grande interesse naturalistico.

Il Santuario di Montevergine si trova nel territorio del Parco del Partenio che ospita al suo interno diversi sentieri sia di pellegrinaggio sia per gli amanti del trekking o del cicloturismo. In particolare, il Massiccio del Partenio è attraversato dal “Sentiero Italia” nel quale sono fatti convergere quasi tutti i 33 sentieri del Parco, in modo tale che l’intero territorio possa essere percorso da est (Ospedaletto-Summonte) ad ovest (Arienzo S. Felice a Cancello) per circa 35 chilometri e da sud (Valle di Lauro e Baianese) a nord (Valle Caudina), unendo simbolicamente in una unica rete ben 19 Comuni e 4 Province.  Nel territorio del Parco del Partenio si trova anche l’Oasi gestita dal WWF, la “Montagna di Sopra di Pannarano”.

Il territorio di Caposele dove si trova il Santuario di San Gerardo Maiella è noto per la presenza delle sorgenti del Sele che alimentano l’“Acquedotto Pugliese” e fa parte della comunità montana Terminio Cervialto e gran parte del territorio comunale ricade per l’appunto nel Parco Regionale Monti Picentini. Il fiume Sele è citato da Virgilio nelle Georgiche, successivamente anche da Plinio il Vecchio e Strabone.

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Sagra della Castagna e del Tartufo Nero

Bagnoli Irpino, Campania

21 elementi Cosa fare e vedere

  • Castello/Fortezza/Rocca/Villa

Torre Angioina

Summonte, Campania

Summonte sembra essere stato una scelta strategica per la localizzazione del castello (documentato per la prima volta nel 1094) e della fortificazione del casale. Si può affermare, pertanto, che Summonte sia stato fino agli albori della modernità essenzialmente un presidio militare. L’elemento superstite di tale sistema di fortificazioni è la torre cilindrica a base tronco-conica (fine sec. XIII-inizi sec, XIV ). La torre fu elevata sui ruderi del castello dove probabilmente, abitò la famiglia Malerba che tenne il feudo locale in epoca normanna. Intorno alla metà degli anni novanta, tuttavia, sono state ritrovate le strutture del castello di epoca normanno-sveva in Summonte, a seguito di uno scavo archeologico condotto con la supervisione della Soprintendenza ai Beni Archeologici di Salerno, Avellino e Benevento.
La torre che fino a pochi anni fa si presentava come un rudere, è stata di recente restaurata recuperandone l’apparecchiatura muraria e ricostruendone i solai lignei fino all’ultimo livello, di cui si è trovata traccia.

E’ costruita interamente in conci di pietra calcarea sbozzati e malta di allettamento a base di calce, sabbia mista a lapillo e pietra macinata. In origine il paramento esterno doveva essere interamente intonacato. I solai dovevano essere forse cinque ed avevano travi e tavolato in legno di castagno. Il volume di base della torre angioina, modellato a tronco di cono, non era di sezione circolare bensì ellittica, forse perché la costruzione aveva dovuto includere le strutture murarie di un mastio preesistente, supportato da uno sperone alto e massiccio sul lato nord-ovest. La ricomposizione della torre è stata effettuata studiando attentamente tutti i particolari costruttivi e riproponendo i materiali e le tecniche costruttive preesistenti, sia come mezzo di rimodellamento degli aspetti architettonici sia come mezzo di consolidamento della fabbrica.

La torre è caratterizzata da cinque piani, così suddivisi:
· Piano terra
E’ in realtà una cisterna sottostante il primo vero livello della torre, essa risale al XIII-XIV secolo ed era utilizzata per la raccolta dell’acqua piovana.

· Piano sopraelevato
Vano soprastante la cisterna e ad essa collegata mediante un pozzo, probabilmente tale ambiente era destinato alla conservazione delle vettovaglie. Oggi il piano è stato pavimentato con tavolato di legno di castagno, supportato con struttura metallica e dotato di una botola di cristallo, il piano ha un accesso indipendente rispetto agli altri piani della torre e vi si accede attraverso una scaletta laterale in ferro e legno.·

· Piano primo
Vi si accede attraverso una scala esterna in muratura di conci di pietra sbozzata, semicircolare che si sviluppa lungo la parete esterna della torre, il piano è caratterizzato al suo interno da un pavimento in tavolato ligneo supportato da travi di legno lamellare posizionate sulle medesime riseghe delle strutture antiche, centralmente e presente una scala di legno lamellare con pedate lignee e balaustre di ferro, la scala si sviluppa per tutti i piani fino al terrazzo terminale. Lungo le pareti in conci di pietra calcarea sbozzata a vista sono presenti una serie di feritoie chiuse con infissi di legno, destinate essenzialmente all’illuminazione e all’aerazione dell’ambiente interno.·

· Piano secondo
Il piano ha le stesse caratteristiche del primo, con la sola differenza che è un po’ più ampio ed al posto delle feritoie per l’aerazione, presenta una sola apertura, una sorta di monofora ad arco policentrico, realizzata in scheggioni di pietra calcarea e chiusa da infisso di legno trattato a cera.
· Piano terzo
Il piano ha le stesse caratteristiche dei precedenti con la sola differenza che presenta sei monofore ad arco policentrico.

· Terrazza
Dalla terrazza è possibile godere di uno scenario panoramico eccezionale, ad essa vi si accede dalla scala tramite un lucernaio, in legno vetro e struttura metallica, il pavimento è rivestito con gres porcellanato ad effetto legno, antigelivo ed antiscivolo perimetralmente è presente un parapetto in apparecchiatura muraria di conci di pietra sbozzati e bauletto di coronamento in schegge di pietra.

L’intera struttura è fornita di un impianto elettrico autonomo caratterizzato da faretti e punti presa distribuiti per ogni piano. L’impianto è stato realizzato secondo tutte le norme di sicurezza vigenti in materia. Gli infissi sono in legno di castagno rinforzato con caratteristiche estetiche tipiche delle forme medioevali.

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  • Arti, Saperi e Sapori

Sagra della Castagna e del Tartufo Nero

Bagnoli Irpino, Campania

La Sagra della Castagna e del Tartufo Nero è un evento enogastronomico che si svolge a Bagnoli Irpino, ogni anno, nel periodo autunnale.

La rassegna è dedicata a due eccellenze tradizionali del Parco dei Monti Picentini: il Tartufo Nero di Bagnoli Irpino PAT e la Castagna di Montella IGP. Dall’aroma e dal sapore inconfondibili, con il tartufo si condiscono molte delle pietanze offerte nel menù dell’evento. La castagna, accompagnata da funghi e prodotti caseari, in particolare il pecorino bagnolese (prodotto con il latte di pecore autoctone), contribuisce a rendere questa Sagra un appuntamento atteso da un numero sempre più crescente di visitatori.

Il percorso enogastronomico si snoda nel centro storico del paese, tra circa 100 stand di prodotti tipici di eccellenza. Contribuisce a rendere l’atmosfera festante un programma che prevede spettacoli, concerti di musica popolare e danze folkloristiche. Per far conoscere le bellezze del territorio bagnolese, ricco di arte e cultura, si organizzano visite guidate ai siti di interesse che, per l’occasione, restano aperti.

L’impegno profuso dagli organizzatori ha reso la manifestazione tra le più seguite in Irpinia, accompagnata da magnifici vini, eccellenze gastronomiche e musica popolare.

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  • Arti, Saperi e Sapori

Museo della Ceramica di Calitri

Calitri, Campania

Il Museo della Ceramica si apre tra gli ambienti restaurati del Borgo Castello di Calitri.

Inaugurato nel settembre del 2008, contribuisce a preservare e valorizzare un’arte che nel borgo irpino ha tradizioni antichissime. Negli spazi espositivi sono infatti conservati oggetti prodotti nelle botteghe di ceramica calitrane e nell’intera Alta Valle dell’Ofanto, databili dal XVIII al XX secolo.

Il viaggio nell’arte della ceramica in questo spazio museale parte dalla preistoria e dalla protostoria, con la fossakultur di Oliveto-Cairano, prosegue con le mezze maioliche dell’epoca medievale e le maioliche rinascimentali, interessa le produzioni ottocentesche e novecentesche, e giunge alle maioliche artistiche contemporanee, con le botteghe di restauro e i laboratori di produzione locale odierna. Questi ultimi, insieme ad alcune industrie che si occupano della produzione di laterizi e vasi in terracotta, tramandano la tradizione secolare che lega il territorio alla sua comunità.

Il percorso espositivo prevede una collezione in costante evoluzione, con sezioni storiche dedicate ai manufatti e ai reperti in terracotta, che un tempo furono impiegati in edilizia. Si tratta di oggetti caratteristici della cultura del luogo, rinvenuti durante le complesse ricerche e i numerosi scavi archeologici effettuati nel corso del tempo e non solo, arricchiti con prestiti e donazioni di cittadini privati e associazioni culturali.

Inoltre, la conoscenza della variegata produzione di ceramiche calitrane, dall’età antica in poi, viene tramandata e valorizzata attraverso degli spazi dedicati alla didattica e a manifestazioni artistico culturali di vario genere.

Tutto ciò rende il Museo del Ceramica un luogo di testimonianza di un’arte antichissima e di memoria dell’arte e del tempo, una finestra diretta sulla cultura calitrana.

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  • Arti, Saperi e Sapori

Museo Civico e della Ceramica

Ariano Irpino, Campania

Il Museo Civico e della Ceramica di Ariano Irpino è situato all’interno di Palazzo Forte e ospita oltre 250 oggetti di vario tipo che testimoniano le vicende di un’antica arte, molto diffusa nel Tricolle.

La raccolta di maioliche custodite ripercorre un arco temporale che va dal XIV secolo ai giorni nostri. Accanto a tale repertorio si trovano oggetti in ceramica databili tra il IX e il XIII secolo, provenienti da sporadici ritrovamenti e da scavi condotti nelle zone limitrofe. Frutto di maestri lontani dalle mode e dalle correnti pittoriche, le ceramiche arianesi raccontano, con poche semplici pennellate, gli usi, i costumi, le abitudini e i valori di un popolo e del suo territorio. Per secoli, i “mastri” ceramisti arianesi hanno forgiato brocche, piatti, fiasche e boccali dai colori solari e inconfondibili nel loro genere.

Degna di essere menzionata è la collezione di oggetti risalenti al Settecento, secolo d’oro della ceramica arianese. Appartenenti a tale periodo storico, sono attestate ben 11 fornaci e circa 29 artigiani con diverse mansioni: faenzari, cretai, rovagnari e stovigliai. I settecenteschi maiolicari arianesi produssero originali modelli decorativi, tra cui lucerne antropomorfe e zoomorfe, brocche e fiasche a segreto, estrose saliere, scaldamani a foggia di scarpetta, grandi piatti e piatti devozionali, diversi dei quali giunti fino ai nostri giorni.

Autentico polo didattico e scientifico, il Museo Civico e della Ceramica di Ariano Irpino è il luogo in cui acqua, fuoco, terra e aria si uniscono ai colori e alla maestria dei ceramisti arianesi.

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  • Festival

Laceno d’Oro

Bagnoli Irpino, Campania

Il Festival Internazionale del Film “Laceno d’Oro” è uno degli eventi più storici e importanti dedicati al “cinema del reale” in italia.

Nato più di mezzo secolo fa da una felice intuizione di Pier Paolo Pasolini e Camillo Marino, si tiene tradizionalmente in Irpinia.

La rivista, sin dalle sue origini, si è sempre distinta per la vocazione internazionale e l’attenzione ai problemi sociali, per aver voluto essere stimolo al dibattito e all’approfondimento, alla continua scoperta di il cinema “che riflette”, quello che raccoglie premi e consensi in tutto il mondo ma spesso è fuori dai circuiti della grande distribuzione.

Ogni edizione è all’altezza della mission originaria del Festival, con un programma che coinvolge alcuni dei autori italiani e internazionali più importanti e premiati, la proiezione dei più opere significative del cinema indipendente e di ricerca, una ricca serie di iniziative collaterali che compongono, edizione dopo edizione, il cartellone davvero speciale.

Da decenni il festival irpino è uno dei più importanti sulla scena internazionale, conservando la lezione di attualità trasmessa dagli storici fondatori e affidata alle nuove generazioni, perché possano affrontare la realtà di oggi con la stessa lucida e visionaria follia di coloro che, più di mezzo secolo fa, diede vita al Laceno d’oro

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  • Arti, Saperi e Sapori

Vitigni Irpini

Taurasi, Campania

La Campania è terra di antichi e pregiati vitigni, con una produzione vinicola di forte tipicità, frutto di una storia bimillenaria, che trova le sue radici in antichissimi insediamenti, con la presenza ancora oggi, in molti vigneti, di ceppi plurisecolari. I “vini degli imperatori”, la Vitis Hellenica, il Vinum Album Phalanginum e la Vitis Apiana, citati da Virgilio, Plinio, Cicerone e Marziale, sono gli antenati di Greco, Falanghina e Fiano. Grazie alla antica diffusione della coltivazione della vite, la regione Campania, vanta oggi un notevole patrimonio ampelografico caratterizzato da una grande varietà di uve autoctone, da cui derivano un centinaio di vini, bianchi e rossi, altamente tipicizzati e di riconosciuto pregio.
L’Irpinia dei Principi e dei tre Re è il distretto che comprende i seguenti comuni: Bonito, Chiusano San Domenico, Frigento, Gesualdo, Montemiletto, Paternopoli, Salza Irpina, San Mango sul Calore, Sant’Angelo all’Esca, Sorbo Serpico, Taurasi. La denominazione di questa area richiama il Principe Carlo Gesualdo da Venosa e i tre vini, i tre Re, che nascono in queste terre, ma sono amati in tutta Italia e non solo: il Taurasi DOCG, il Fiano di Avellino DOCG e il Greco di Tufo DOCG.

Il “Taurasi” è prodotto in un’area di grande tradizione vitivinicola, che comprende 17 comuni dell’Irpinia. E’ un vino DOCG dal colore rosso rubino intenso, tendente al granato, adatto a lungo invecchiamento, durante il quale sviluppa aromi e sapori di grande e complessa intensità. Annoverato tra i più pregiati vini d’Italia, è ottenuto dal vitigno Aglianico (è consentito l’uso di altri vitigni a bacca rossa non aromatici fino ad un massimo del 15 %), e invecchiato tre anni in botti di rovere: il “Taurasi”. Questo eccellente prodotto vinicolo ottenuto è il frutto di una miscela perfetta di ingredienti particolari: la terra, il clima e le uve dei rigogliosi vigneti situati sulle splendide colline irpine, tra i 400 ed i 700 metri. Questo vino è prodotto caratteristico della “Strada dei vini e dei sapori di Irpinia”. La Strada del Vino e dei Sapori d’Irpinia è la più preziosa delle vie campane dal punto di vista qualitativo del prodotto e si articola in tre itinerari: a) del Taurasi, che porta alla scoperta di straordinari paesaggi montani, occupati da boschi di querce e faggi; b) del Fiano di Avellino, attraverso il quale è possibile trovare antichi manieri più o meno ben conservati, ma anche visitare i meravigliosi luoghi di fede, come l’Abbazia di Loreto o il Santuario di Montevergine, entrambi a Mercogliano; c) del Greco di Tufo, che attraversa territori dove si trovano, tra l’altro, miniere di zolfo e cave di tufo, nonché interessanti testimonianze di arte e di storia, come i caratteristici centri storici di Montefusco e di Tufo, il castello medievale e le chiese di Chianche o il borgo di Petruro.
Il Fiano, nobile bianco citato dal Gambero Rosso come uno dei migliori vini del genere attualmente sul mercato è prodotto in un’area che comprende 26 comuni ubicati tra la Valle del Calore, la Valle del Sabato, le falde del Monte Partenio e le colline che guardano al Vallo di Lauro. Da un punto di vista gustativo l’aspetto che colpisce maggiormente nelle versioni più riuscite è il connubio che si realizza fin da subito tra finezza e sapidità, energia ed eleganza, anche per effetto di un’acidità più armonica ed integrata rispetto a quella in genere più dura e scalpitante dei Greco di Tufo più territoriali.
Il Greco di Tufo è uno dei più celebri vini italiani, e della vasta produzione campana rappresenta una rinomata eccellenza: il Greco di Tufo, vino bianco a cui viene attribuita la Denominazione di Origine Controllata e Garantita, è emblema del grande contributo che il territorio dell’Irpinia ha dato al patrimonio vinicolo italiano. Greco deve il suo nome con tutta probabilità all’origine del vitigno, importato dai Greci nel sud Italia probabilmente attorno all’VIII secolo a.C. Il Greco di Tufo DOCG proviene da una zona di terreno generalmente argilloso e ricco di potassio e magnesio.
Il Greco di Tufo è un vino con una buona corposità, che si presenta di colore giallo paglierino, e ha un sapore fresco e minerale. Vino bianco secco, porta sentore di agrumi e mela, ma anche di fiori di ginestra. Si accompagna splendidamente al pesce, ai crostacei e ai molluschi, ma non teme le carni bianche ed è ottimo con i formaggi freschi. Perfetto come vino da aperitivo, esiste anche nella versione spumante.
Nell’ottica della valorizzazione e promozione delle produzioni enologiche del territorio si inserisce la Fiera Enologica Taurasi, che si articola in cinque giorni di enogastronomia, musica e cultura del territorio ed è organizzato da Taurasi Wine City. L’obiettivo è quello di offrire un’ampia panoramica di tutto quello che in Irpinia si muove intorno al vino.
Le giornate prevedono, oltre alle serate dedicate alla musica e allo spettacolo, degustazioni, visite, convegni, spazi espositivi, artigianato locale, stands enogastronomici, concerti, musica e ovviamente tanto ottimo vino. Non va sottovalutata, infine, la partecipazione di tutte le aziende vitivinicole e le cantine presenti sul territorio.
I “Consorzio tutela vini d’Irpinia” è composto da circa 500 produttori di uve e aziende vitivinicole, e rappresenta il 75% dei vini prodotti e certificati in Irpinia per le denominazioni docg Taurasi, docg Fiano di Avellino, docg Greco di Tufo e doc Irpinia. ( http://consorziovinidirpinia.it/ ) Questo ente organizza annualmente, presso il comune di Atripalda, Ciak Irpinia, evento che intende immergere il wine lover nel mondo del vino attraverso degustazioni ed approndimenti tecnici.
Wine Art Museum ( https://www.museoartevino.it/ ) propone incontri di Exclusive Wine Tasting Experience e percorsi didattici di realtà immersiva. Diversi sono le attività e gli eventi organizzate dal MAVV fra cui tour enogastronomici che attraversano questo distretto e i suoi prodotti. In particolare, in collaborazione con le Tenute Cavalier Pepe (https://www.tenutapepe.it/new-site/) , il Wine Art Museum organizza una giornata completa e immersiva alla riscoperta di questo territorio che unisce la spiegazione dei processi produttivi del vino, una degustazione tecnica di sei tipologie diverse di vino della Tenuta alla visita di altri luoghi di interesse culturale (come per es. il Castello di Taurasi, Mirabella Eclano e il parco Archeologico o il museo della civiltà contadina in Luogosano o il museo Abbaziale, il santuario e il dipinto della Madonna di Montevergine).
Altre degustazioni del vino d’Irpinia sono proposte dalla Tenuta del Meriggio, peculiarità della tenuta sono l’utilizzo di tecnologie ecosostenibili, come pannelli fotovoltaici e impianti di fitodepurazione, e di tecniche di vinificazione all’avanguardia, che conservano la qualità e la tradizione di un vino estratto anche grazie alle sapienti mani dell’agronomo ed enologo Carmine Valentino. (https://www.tenutadelmeriggio.it/promozioni/percorso-degustazione-vini/)

In questo territorio troviamo anche Feudi di San Gregorio, che si annovera fra i primi posti delle le principali aziende vinicole del sud Italia. Fondata nel 1986, oggi appartiene alla famiglia Capaldo e produce 3,5 milioni di bottiglie all’anno provenienti da 300 ettari di vigneti nel territorio dell’Irpinia. La cantina si trova a Sorbo Serpico, in provincia di Avellino, e mira a ripristinare e rinnovare la produzione vinicola locale attraverso un approccio moderno e di alta qualità. Anche questa cantina apre le sue porte per diversi percorsi degustativi. ( https://www.feudi.it/ ). In alternativa è possibile rivolgersi a The Grand Wine Tour (https://www.thegrandwinetour.com/it/wine-tours/campania/irpinia-wine-tour/ ) che organizza un servizio completo visitare questa cantina.

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  • Castello/Fortezza/Rocca/Villa

Torre Angioina

Summonte, Campania

Summonte sembra essere stato una scelta strategica per la localizzazione del castello (documentato per la prima volta nel 1094) e della fortificazione del casale. Si può affermare, pertanto, che Summonte sia stato fino agli albori della modernità essenzialmente un presidio militare. L’elemento superstite di tale sistema di fortificazioni è la torre cilindrica a base tronco-conica (fine sec. XIII-inizi sec, XIV ). La torre fu elevata sui ruderi del castello dove probabilmente, abitò la famiglia Malerba che tenne il feudo locale in epoca normanna. Intorno alla metà degli anni novanta, tuttavia, sono state ritrovate le strutture del castello di epoca normanno-sveva in Summonte, a seguito di uno scavo archeologico condotto con la supervisione della Soprintendenza ai Beni Archeologici di Salerno, Avellino e Benevento.
La torre che fino a pochi anni fa si presentava come un rudere, è stata di recente restaurata recuperandone l’apparecchiatura muraria e ricostruendone i solai lignei fino all’ultimo livello, di cui si è trovata traccia.

E’ costruita interamente in conci di pietra calcarea sbozzati e malta di allettamento a base di calce, sabbia mista a lapillo e pietra macinata. In origine il paramento esterno doveva essere interamente intonacato. I solai dovevano essere forse cinque ed avevano travi e tavolato in legno di castagno. Il volume di base della torre angioina, modellato a tronco di cono, non era di sezione circolare bensì ellittica, forse perché la costruzione aveva dovuto includere le strutture murarie di un mastio preesistente, supportato da uno sperone alto e massiccio sul lato nord-ovest. La ricomposizione della torre è stata effettuata studiando attentamente tutti i particolari costruttivi e riproponendo i materiali e le tecniche costruttive preesistenti, sia come mezzo di rimodellamento degli aspetti architettonici sia come mezzo di consolidamento della fabbrica.

La torre è caratterizzata da cinque piani, così suddivisi:
· Piano terra
E’ in realtà una cisterna sottostante il primo vero livello della torre, essa risale al XIII-XIV secolo ed era utilizzata per la raccolta dell’acqua piovana.

· Piano sopraelevato
Vano soprastante la cisterna e ad essa collegata mediante un pozzo, probabilmente tale ambiente era destinato alla conservazione delle vettovaglie. Oggi il piano è stato pavimentato con tavolato di legno di castagno, supportato con struttura metallica e dotato di una botola di cristallo, il piano ha un accesso indipendente rispetto agli altri piani della torre e vi si accede attraverso una scaletta laterale in ferro e legno.·

· Piano primo
Vi si accede attraverso una scala esterna in muratura di conci di pietra sbozzata, semicircolare che si sviluppa lungo la parete esterna della torre, il piano è caratterizzato al suo interno da un pavimento in tavolato ligneo supportato da travi di legno lamellare posizionate sulle medesime riseghe delle strutture antiche, centralmente e presente una scala di legno lamellare con pedate lignee e balaustre di ferro, la scala si sviluppa per tutti i piani fino al terrazzo terminale. Lungo le pareti in conci di pietra calcarea sbozzata a vista sono presenti una serie di feritoie chiuse con infissi di legno, destinate essenzialmente all’illuminazione e all’aerazione dell’ambiente interno.·

· Piano secondo
Il piano ha le stesse caratteristiche del primo, con la sola differenza che è un po’ più ampio ed al posto delle feritoie per l’aerazione, presenta una sola apertura, una sorta di monofora ad arco policentrico, realizzata in scheggioni di pietra calcarea e chiusa da infisso di legno trattato a cera.
· Piano terzo
Il piano ha le stesse caratteristiche dei precedenti con la sola differenza che presenta sei monofore ad arco policentrico.

· Terrazza
Dalla terrazza è possibile godere di uno scenario panoramico eccezionale, ad essa vi si accede dalla scala tramite un lucernaio, in legno vetro e struttura metallica, il pavimento è rivestito con gres porcellanato ad effetto legno, antigelivo ed antiscivolo perimetralmente è presente un parapetto in apparecchiatura muraria di conci di pietra sbozzati e bauletto di coronamento in schegge di pietra.

L’intera struttura è fornita di un impianto elettrico autonomo caratterizzato da faretti e punti presa distribuiti per ogni piano. L’impianto è stato realizzato secondo tutte le norme di sicurezza vigenti in materia. Gli infissi sono in legno di castagno rinforzato con caratteristiche estetiche tipiche delle forme medioevali.

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  • Arti, Saperi e Sapori

Sagra della Castagna e del Tartufo Nero

Bagnoli Irpino, Campania

La Sagra della Castagna e del Tartufo Nero è un evento enogastronomico che si svolge a Bagnoli Irpino, ogni anno, nel periodo autunnale.

La rassegna è dedicata a due eccellenze tradizionali del Parco dei Monti Picentini: il Tartufo Nero di Bagnoli Irpino PAT e la Castagna di Montella IGP. Dall’aroma e dal sapore inconfondibili, con il tartufo si condiscono molte delle pietanze offerte nel menù dell’evento. La castagna, accompagnata da funghi e prodotti caseari, in particolare il pecorino bagnolese (prodotto con il latte di pecore autoctone), contribuisce a rendere questa Sagra un appuntamento atteso da un numero sempre più crescente di visitatori.

Il percorso enogastronomico si snoda nel centro storico del paese, tra circa 100 stand di prodotti tipici di eccellenza. Contribuisce a rendere l’atmosfera festante un programma che prevede spettacoli, concerti di musica popolare e danze folkloristiche. Per far conoscere le bellezze del territorio bagnolese, ricco di arte e cultura, si organizzano visite guidate ai siti di interesse che, per l’occasione, restano aperti.

L’impegno profuso dagli organizzatori ha reso la manifestazione tra le più seguite in Irpinia, accompagnata da magnifici vini, eccellenze gastronomiche e musica popolare.

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  • Arti, Saperi e Sapori

Museo della Ceramica di Calitri

Calitri, Campania

Il Museo della Ceramica si apre tra gli ambienti restaurati del Borgo Castello di Calitri.

Inaugurato nel settembre del 2008, contribuisce a preservare e valorizzare un’arte che nel borgo irpino ha tradizioni antichissime. Negli spazi espositivi sono infatti conservati oggetti prodotti nelle botteghe di ceramica calitrane e nell’intera Alta Valle dell’Ofanto, databili dal XVIII al XX secolo.

Il viaggio nell’arte della ceramica in questo spazio museale parte dalla preistoria e dalla protostoria, con la fossakultur di Oliveto-Cairano, prosegue con le mezze maioliche dell’epoca medievale e le maioliche rinascimentali, interessa le produzioni ottocentesche e novecentesche, e giunge alle maioliche artistiche contemporanee, con le botteghe di restauro e i laboratori di produzione locale odierna. Questi ultimi, insieme ad alcune industrie che si occupano della produzione di laterizi e vasi in terracotta, tramandano la tradizione secolare che lega il territorio alla sua comunità.

Il percorso espositivo prevede una collezione in costante evoluzione, con sezioni storiche dedicate ai manufatti e ai reperti in terracotta, che un tempo furono impiegati in edilizia. Si tratta di oggetti caratteristici della cultura del luogo, rinvenuti durante le complesse ricerche e i numerosi scavi archeologici effettuati nel corso del tempo e non solo, arricchiti con prestiti e donazioni di cittadini privati e associazioni culturali.

Inoltre, la conoscenza della variegata produzione di ceramiche calitrane, dall’età antica in poi, viene tramandata e valorizzata attraverso degli spazi dedicati alla didattica e a manifestazioni artistico culturali di vario genere.

Tutto ciò rende il Museo del Ceramica un luogo di testimonianza di un’arte antichissima e di memoria dell’arte e del tempo, una finestra diretta sulla cultura calitrana.

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  • Arti, Saperi e Sapori

Museo Civico e della Ceramica

Ariano Irpino, Campania

Il Museo Civico e della Ceramica di Ariano Irpino è situato all’interno di Palazzo Forte e ospita oltre 250 oggetti di vario tipo che testimoniano le vicende di un’antica arte, molto diffusa nel Tricolle.

La raccolta di maioliche custodite ripercorre un arco temporale che va dal XIV secolo ai giorni nostri. Accanto a tale repertorio si trovano oggetti in ceramica databili tra il IX e il XIII secolo, provenienti da sporadici ritrovamenti e da scavi condotti nelle zone limitrofe. Frutto di maestri lontani dalle mode e dalle correnti pittoriche, le ceramiche arianesi raccontano, con poche semplici pennellate, gli usi, i costumi, le abitudini e i valori di un popolo e del suo territorio. Per secoli, i “mastri” ceramisti arianesi hanno forgiato brocche, piatti, fiasche e boccali dai colori solari e inconfondibili nel loro genere.

Degna di essere menzionata è la collezione di oggetti risalenti al Settecento, secolo d’oro della ceramica arianese. Appartenenti a tale periodo storico, sono attestate ben 11 fornaci e circa 29 artigiani con diverse mansioni: faenzari, cretai, rovagnari e stovigliai. I settecenteschi maiolicari arianesi produssero originali modelli decorativi, tra cui lucerne antropomorfe e zoomorfe, brocche e fiasche a segreto, estrose saliere, scaldamani a foggia di scarpetta, grandi piatti e piatti devozionali, diversi dei quali giunti fino ai nostri giorni.

Autentico polo didattico e scientifico, il Museo Civico e della Ceramica di Ariano Irpino è il luogo in cui acqua, fuoco, terra e aria si uniscono ai colori e alla maestria dei ceramisti arianesi.

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  • Festival

Laceno d’Oro

Bagnoli Irpino, Campania

Il Festival Internazionale del Film “Laceno d’Oro” è uno degli eventi più storici e importanti dedicati al “cinema del reale” in italia.

Nato più di mezzo secolo fa da una felice intuizione di Pier Paolo Pasolini e Camillo Marino, si tiene tradizionalmente in Irpinia.

La rivista, sin dalle sue origini, si è sempre distinta per la vocazione internazionale e l’attenzione ai problemi sociali, per aver voluto essere stimolo al dibattito e all’approfondimento, alla continua scoperta di il cinema “che riflette”, quello che raccoglie premi e consensi in tutto il mondo ma spesso è fuori dai circuiti della grande distribuzione.

Ogni edizione è all’altezza della mission originaria del Festival, con un programma che coinvolge alcuni dei autori italiani e internazionali più importanti e premiati, la proiezione dei più opere significative del cinema indipendente e di ricerca, una ricca serie di iniziative collaterali che compongono, edizione dopo edizione, il cartellone davvero speciale.

Da decenni il festival irpino è uno dei più importanti sulla scena internazionale, conservando la lezione di attualità trasmessa dagli storici fondatori e affidata alle nuove generazioni, perché possano affrontare la realtà di oggi con la stessa lucida e visionaria follia di coloro che, più di mezzo secolo fa, diede vita al Laceno d’oro

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  • Arti, Saperi e Sapori

Vitigni Irpini

Taurasi, Campania

La Campania è terra di antichi e pregiati vitigni, con una produzione vinicola di forte tipicità, frutto di una storia bimillenaria, che trova le sue radici in antichissimi insediamenti, con la presenza ancora oggi, in molti vigneti, di ceppi plurisecolari. I “vini degli imperatori”, la Vitis Hellenica, il Vinum Album Phalanginum e la Vitis Apiana, citati da Virgilio, Plinio, Cicerone e Marziale, sono gli antenati di Greco, Falanghina e Fiano. Grazie alla antica diffusione della coltivazione della vite, la regione Campania, vanta oggi un notevole patrimonio ampelografico caratterizzato da una grande varietà di uve autoctone, da cui derivano un centinaio di vini, bianchi e rossi, altamente tipicizzati e di riconosciuto pregio.
L’Irpinia dei Principi e dei tre Re è il distretto che comprende i seguenti comuni: Bonito, Chiusano San Domenico, Frigento, Gesualdo, Montemiletto, Paternopoli, Salza Irpina, San Mango sul Calore, Sant’Angelo all’Esca, Sorbo Serpico, Taurasi. La denominazione di questa area richiama il Principe Carlo Gesualdo da Venosa e i tre vini, i tre Re, che nascono in queste terre, ma sono amati in tutta Italia e non solo: il Taurasi DOCG, il Fiano di Avellino DOCG e il Greco di Tufo DOCG.

Il “Taurasi” è prodotto in un’area di grande tradizione vitivinicola, che comprende 17 comuni dell’Irpinia. E’ un vino DOCG dal colore rosso rubino intenso, tendente al granato, adatto a lungo invecchiamento, durante il quale sviluppa aromi e sapori di grande e complessa intensità. Annoverato tra i più pregiati vini d’Italia, è ottenuto dal vitigno Aglianico (è consentito l’uso di altri vitigni a bacca rossa non aromatici fino ad un massimo del 15 %), e invecchiato tre anni in botti di rovere: il “Taurasi”. Questo eccellente prodotto vinicolo ottenuto è il frutto di una miscela perfetta di ingredienti particolari: la terra, il clima e le uve dei rigogliosi vigneti situati sulle splendide colline irpine, tra i 400 ed i 700 metri. Questo vino è prodotto caratteristico della “Strada dei vini e dei sapori di Irpinia”. La Strada del Vino e dei Sapori d’Irpinia è la più preziosa delle vie campane dal punto di vista qualitativo del prodotto e si articola in tre itinerari: a) del Taurasi, che porta alla scoperta di straordinari paesaggi montani, occupati da boschi di querce e faggi; b) del Fiano di Avellino, attraverso il quale è possibile trovare antichi manieri più o meno ben conservati, ma anche visitare i meravigliosi luoghi di fede, come l’Abbazia di Loreto o il Santuario di Montevergine, entrambi a Mercogliano; c) del Greco di Tufo, che attraversa territori dove si trovano, tra l’altro, miniere di zolfo e cave di tufo, nonché interessanti testimonianze di arte e di storia, come i caratteristici centri storici di Montefusco e di Tufo, il castello medievale e le chiese di Chianche o il borgo di Petruro.
Il Fiano, nobile bianco citato dal Gambero Rosso come uno dei migliori vini del genere attualmente sul mercato è prodotto in un’area che comprende 26 comuni ubicati tra la Valle del Calore, la Valle del Sabato, le falde del Monte Partenio e le colline che guardano al Vallo di Lauro. Da un punto di vista gustativo l’aspetto che colpisce maggiormente nelle versioni più riuscite è il connubio che si realizza fin da subito tra finezza e sapidità, energia ed eleganza, anche per effetto di un’acidità più armonica ed integrata rispetto a quella in genere più dura e scalpitante dei Greco di Tufo più territoriali.
Il Greco di Tufo è uno dei più celebri vini italiani, e della vasta produzione campana rappresenta una rinomata eccellenza: il Greco di Tufo, vino bianco a cui viene attribuita la Denominazione di Origine Controllata e Garantita, è emblema del grande contributo che il territorio dell’Irpinia ha dato al patrimonio vinicolo italiano. Greco deve il suo nome con tutta probabilità all’origine del vitigno, importato dai Greci nel sud Italia probabilmente attorno all’VIII secolo a.C. Il Greco di Tufo DOCG proviene da una zona di terreno generalmente argilloso e ricco di potassio e magnesio.
Il Greco di Tufo è un vino con una buona corposità, che si presenta di colore giallo paglierino, e ha un sapore fresco e minerale. Vino bianco secco, porta sentore di agrumi e mela, ma anche di fiori di ginestra. Si accompagna splendidamente al pesce, ai crostacei e ai molluschi, ma non teme le carni bianche ed è ottimo con i formaggi freschi. Perfetto come vino da aperitivo, esiste anche nella versione spumante.
Nell’ottica della valorizzazione e promozione delle produzioni enologiche del territorio si inserisce la Fiera Enologica Taurasi, che si articola in cinque giorni di enogastronomia, musica e cultura del territorio ed è organizzato da Taurasi Wine City. L’obiettivo è quello di offrire un’ampia panoramica di tutto quello che in Irpinia si muove intorno al vino.
Le giornate prevedono, oltre alle serate dedicate alla musica e allo spettacolo, degustazioni, visite, convegni, spazi espositivi, artigianato locale, stands enogastronomici, concerti, musica e ovviamente tanto ottimo vino. Non va sottovalutata, infine, la partecipazione di tutte le aziende vitivinicole e le cantine presenti sul territorio.
I “Consorzio tutela vini d’Irpinia” è composto da circa 500 produttori di uve e aziende vitivinicole, e rappresenta il 75% dei vini prodotti e certificati in Irpinia per le denominazioni docg Taurasi, docg Fiano di Avellino, docg Greco di Tufo e doc Irpinia. ( http://consorziovinidirpinia.it/ ) Questo ente organizza annualmente, presso il comune di Atripalda, Ciak Irpinia, evento che intende immergere il wine lover nel mondo del vino attraverso degustazioni ed approndimenti tecnici.
Wine Art Museum ( https://www.museoartevino.it/ ) propone incontri di Exclusive Wine Tasting Experience e percorsi didattici di realtà immersiva. Diversi sono le attività e gli eventi organizzate dal MAVV fra cui tour enogastronomici che attraversano questo distretto e i suoi prodotti. In particolare, in collaborazione con le Tenute Cavalier Pepe (https://www.tenutapepe.it/new-site/) , il Wine Art Museum organizza una giornata completa e immersiva alla riscoperta di questo territorio che unisce la spiegazione dei processi produttivi del vino, una degustazione tecnica di sei tipologie diverse di vino della Tenuta alla visita di altri luoghi di interesse culturale (come per es. il Castello di Taurasi, Mirabella Eclano e il parco Archeologico o il museo della civiltà contadina in Luogosano o il museo Abbaziale, il santuario e il dipinto della Madonna di Montevergine).
Altre degustazioni del vino d’Irpinia sono proposte dalla Tenuta del Meriggio, peculiarità della tenuta sono l’utilizzo di tecnologie ecosostenibili, come pannelli fotovoltaici e impianti di fitodepurazione, e di tecniche di vinificazione all’avanguardia, che conservano la qualità e la tradizione di un vino estratto anche grazie alle sapienti mani dell’agronomo ed enologo Carmine Valentino. (https://www.tenutadelmeriggio.it/promozioni/percorso-degustazione-vini/)

In questo territorio troviamo anche Feudi di San Gregorio, che si annovera fra i primi posti delle le principali aziende vinicole del sud Italia. Fondata nel 1986, oggi appartiene alla famiglia Capaldo e produce 3,5 milioni di bottiglie all’anno provenienti da 300 ettari di vigneti nel territorio dell’Irpinia. La cantina si trova a Sorbo Serpico, in provincia di Avellino, e mira a ripristinare e rinnovare la produzione vinicola locale attraverso un approccio moderno e di alta qualità. Anche questa cantina apre le sue porte per diversi percorsi degustativi. ( https://www.feudi.it/ ). In alternativa è possibile rivolgersi a The Grand Wine Tour (https://www.thegrandwinetour.com/it/wine-tours/campania/irpinia-wine-tour/ ) che organizza un servizio completo visitare questa cantina.

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Eventi

Festival Internazionale del Film “Laceno d’Oro”

Culturale

Comune: Bagnoli Irpino

Mese di inizio: Dicembre

Durata: 8 Giorni

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