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L’Irpinia è una terra di passaggio tra due mari. il Tirreno e l’Adriatico, ricca di storia e cultura, di tradizioni religiose e popolari, di produzioni enogastronomiche di qualità. Il fascino dei piccoli borghi arroccati, che spesso ospitano fortificazioni e palazzi di pregio, ed il paesaggio naturale, fatto di boschi e corsi d’acqua ma anche di distese destinate a pascolo o a coltivazioni di grano e foraggio, costituiscono lo scenario per un’accoglienza calorosa, meta ideale per un turismo lento.

Il territorio, che corrisponde a quello della provincia di Avellino, è attraversato da itinerari culturali di grande valore storico: la Valle dell’Ofanto, la Via Francigena, la Via Appia e da cammini religiosi. È sede di due Parchi Naturali, il Parco regionale dei Monti Picentini e il Parco del Partenio, nel territorio dei quali sono presenti anche attrattori di interesse culturale oltre che naturalistico.

Tra le località che registrano il maggior numero di presenze di visitatori, in quanto meta di pellegrinaggio religioso, vi sono Montevergine con il Santuario dedicato alla Madonna “Mamma Schiavona” e l’Abbazia di Loreto e Materdomini, con il Santuario di San Gerardo Maiella. Entrambi richiamano ogni anno più di un milione di pellegrini in quanto luoghi di culto caratterizzati da una fervente spiritualità. Si trovano, inoltre, ubicati in aree di grande interesse naturalistico.

Il Santuario di Montevergine si trova nel territorio del Parco del Partenio che ospita al suo interno diversi sentieri sia di pellegrinaggio sia per gli amanti del trekking o del cicloturismo. In particolare, il Massiccio del Partenio è attraversato dal “Sentiero Italia” nel quale sono fatti convergere quasi tutti i 33 sentieri del Parco, in modo tale che l’intero territorio possa essere percorso da est (Ospedaletto-Summonte) ad ovest (Arienzo S. Felice a Cancello) per circa 35 chilometri e da sud (Valle di Lauro e Baianese) a nord (Valle Caudina), unendo simbolicamente in una unica rete ben 19 Comuni e 4 Province.  Nel territorio del Parco del Partenio si trova anche l’Oasi gestita dal WWF, la “Montagna di Sopra di Pannarano”.

Il territorio di Caposele dove si trova il Santuario di San Gerardo Maiella è noto per la presenza delle sorgenti del Sele che alimentano l’“Acquedotto Pugliese” e fa parte della comunità montana Terminio Cervialto e gran parte del territorio comunale ricade per l’appunto nel Parco Regionale Monti Picentini. Il fiume Sele è citato da Virgilio nelle Georgiche, successivamente anche da Plinio il Vecchio e Strabone.

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Sagra della Castagna e del Tartufo Nero

Bagnoli Irpino, Campania

21 elementi Cosa fare e vedere

  • Castello/Fortezza/Rocca/Villa

Torre Angioina

Summonte, Campania

Summonte sembra essere stato una scelta strategica per la localizzazione del castello (documentato per la prima volta nel 1094) e della fortificazione del casale. Si può affermare, pertanto, che Summonte sia stato fino agli albori della modernità essenzialmente un presidio militare. L’elemento superstite di tale sistema di fortificazioni è la torre cilindrica a base tronco-conica (fine sec. XIII-inizi sec, XIV ). La torre fu elevata sui ruderi del castello dove probabilmente, abitò la famiglia Malerba che tenne il feudo locale in epoca normanna. Intorno alla metà degli anni novanta, tuttavia, sono state ritrovate le strutture del castello di epoca normanno-sveva in Summonte, a seguito di uno scavo archeologico condotto con la supervisione della Soprintendenza ai Beni Archeologici di Salerno, Avellino e Benevento.
La torre che fino a pochi anni fa si presentava come un rudere, è stata di recente restaurata recuperandone l’apparecchiatura muraria e ricostruendone i solai lignei fino all’ultimo livello, di cui si è trovata traccia.

E’ costruita interamente in conci di pietra calcarea sbozzati e malta di allettamento a base di calce, sabbia mista a lapillo e pietra macinata. In origine il paramento esterno doveva essere interamente intonacato. I solai dovevano essere forse cinque ed avevano travi e tavolato in legno di castagno. Il volume di base della torre angioina, modellato a tronco di cono, non era di sezione circolare bensì ellittica, forse perché la costruzione aveva dovuto includere le strutture murarie di un mastio preesistente, supportato da uno sperone alto e massiccio sul lato nord-ovest. La ricomposizione della torre è stata effettuata studiando attentamente tutti i particolari costruttivi e riproponendo i materiali e le tecniche costruttive preesistenti, sia come mezzo di rimodellamento degli aspetti architettonici sia come mezzo di consolidamento della fabbrica.

La torre è caratterizzata da cinque piani, così suddivisi:
· Piano terra
E’ in realtà una cisterna sottostante il primo vero livello della torre, essa risale al XIII-XIV secolo ed era utilizzata per la raccolta dell’acqua piovana.

· Piano sopraelevato
Vano soprastante la cisterna e ad essa collegata mediante un pozzo, probabilmente tale ambiente era destinato alla conservazione delle vettovaglie. Oggi il piano è stato pavimentato con tavolato di legno di castagno, supportato con struttura metallica e dotato di una botola di cristallo, il piano ha un accesso indipendente rispetto agli altri piani della torre e vi si accede attraverso una scaletta laterale in ferro e legno.·

· Piano primo
Vi si accede attraverso una scala esterna in muratura di conci di pietra sbozzata, semicircolare che si sviluppa lungo la parete esterna della torre, il piano è caratterizzato al suo interno da un pavimento in tavolato ligneo supportato da travi di legno lamellare posizionate sulle medesime riseghe delle strutture antiche, centralmente e presente una scala di legno lamellare con pedate lignee e balaustre di ferro, la scala si sviluppa per tutti i piani fino al terrazzo terminale. Lungo le pareti in conci di pietra calcarea sbozzata a vista sono presenti una serie di feritoie chiuse con infissi di legno, destinate essenzialmente all’illuminazione e all’aerazione dell’ambiente interno.·

· Piano secondo
Il piano ha le stesse caratteristiche del primo, con la sola differenza che è un po’ più ampio ed al posto delle feritoie per l’aerazione, presenta una sola apertura, una sorta di monofora ad arco policentrico, realizzata in scheggioni di pietra calcarea e chiusa da infisso di legno trattato a cera.
· Piano terzo
Il piano ha le stesse caratteristiche dei precedenti con la sola differenza che presenta sei monofore ad arco policentrico.

· Terrazza
Dalla terrazza è possibile godere di uno scenario panoramico eccezionale, ad essa vi si accede dalla scala tramite un lucernaio, in legno vetro e struttura metallica, il pavimento è rivestito con gres porcellanato ad effetto legno, antigelivo ed antiscivolo perimetralmente è presente un parapetto in apparecchiatura muraria di conci di pietra sbozzati e bauletto di coronamento in schegge di pietra.

L’intera struttura è fornita di un impianto elettrico autonomo caratterizzato da faretti e punti presa distribuiti per ogni piano. L’impianto è stato realizzato secondo tutte le norme di sicurezza vigenti in materia. Gli infissi sono in legno di castagno rinforzato con caratteristiche estetiche tipiche delle forme medioevali.

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  • Arti, Saperi e Sapori

Sagra della Castagna e del Tartufo Nero

Bagnoli Irpino, Campania

La Sagra della Castagna e del Tartufo Nero è un evento enogastronomico che si svolge a Bagnoli Irpino, ogni anno, nel periodo autunnale.

La rassegna è dedicata a due eccellenze tradizionali del Parco dei Monti Picentini: il Tartufo Nero di Bagnoli Irpino PAT e la Castagna di Montella IGP. Dall’aroma e dal sapore inconfondibili, con il tartufo si condiscono molte delle pietanze offerte nel menù dell’evento. La castagna, accompagnata da funghi e prodotti caseari, in particolare il pecorino bagnolese (prodotto con il latte di pecore autoctone), contribuisce a rendere questa Sagra un appuntamento atteso da un numero sempre più crescente di visitatori.

Il percorso enogastronomico si snoda nel centro storico del paese, tra circa 100 stand di prodotti tipici di eccellenza. Contribuisce a rendere l’atmosfera festante un programma che prevede spettacoli, concerti di musica popolare e danze folkloristiche. Per far conoscere le bellezze del territorio bagnolese, ricco di arte e cultura, si organizzano visite guidate ai siti di interesse che, per l’occasione, restano aperti.

L’impegno profuso dagli organizzatori ha reso la manifestazione tra le più seguite in Irpinia, accompagnata da magnifici vini, eccellenze gastronomiche e musica popolare.

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  • Arti, Saperi e Sapori

Museo Civico e della Ceramica

Ariano Irpino, Campania

Il Museo Civico e della Ceramica di Ariano Irpino è situato all’interno di Palazzo Forte e ospita oltre 250 oggetti di vario tipo che testimoniano le vicende di un’antica arte, molto diffusa nel Tricolle.

La raccolta di maioliche custodite ripercorre un arco temporale che va dal XIV secolo ai giorni nostri. Accanto a tale repertorio si trovano oggetti in ceramica databili tra il IX e il XIII secolo, provenienti da sporadici ritrovamenti e da scavi condotti nelle zone limitrofe. Frutto di maestri lontani dalle mode e dalle correnti pittoriche, le ceramiche arianesi raccontano, con poche semplici pennellate, gli usi, i costumi, le abitudini e i valori di un popolo e del suo territorio. Per secoli, i “mastri” ceramisti arianesi hanno forgiato brocche, piatti, fiasche e boccali dai colori solari e inconfondibili nel loro genere.

Degna di essere menzionata è la collezione di oggetti risalenti al Settecento, secolo d’oro della ceramica arianese. Appartenenti a tale periodo storico, sono attestate ben 11 fornaci e circa 29 artigiani con diverse mansioni: faenzari, cretai, rovagnari e stovigliai. I settecenteschi maiolicari arianesi produssero originali modelli decorativi, tra cui lucerne antropomorfe e zoomorfe, brocche e fiasche a segreto, estrose saliere, scaldamani a foggia di scarpetta, grandi piatti e piatti devozionali, diversi dei quali giunti fino ai nostri giorni.

Autentico polo didattico e scientifico, il Museo Civico e della Ceramica di Ariano Irpino è il luogo in cui acqua, fuoco, terra e aria si uniscono ai colori e alla maestria dei ceramisti arianesi.

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  • Festival

Laceno d’Oro

Bagnoli Irpino, Campania

Il Festival Internazionale del Film “Laceno d’Oro” è uno degli eventi più storici e importanti dedicati al “cinema del reale” in italia.

Nato più di mezzo secolo fa da una felice intuizione di Pier Paolo Pasolini e Camillo Marino, si tiene tradizionalmente in Irpinia.

La rivista, sin dalle sue origini, si è sempre distinta per la vocazione internazionale e l’attenzione ai problemi sociali, per aver voluto essere stimolo al dibattito e all’approfondimento, alla continua scoperta di il cinema “che riflette”, quello che raccoglie premi e consensi in tutto il mondo ma spesso è fuori dai circuiti della grande distribuzione.

Ogni edizione è all’altezza della mission originaria del Festival, con un programma che coinvolge alcuni dei autori italiani e internazionali più importanti e premiati, la proiezione dei più opere significative del cinema indipendente e di ricerca, una ricca serie di iniziative collaterali che compongono, edizione dopo edizione, il cartellone davvero speciale.

Da decenni il festival irpino è uno dei più importanti sulla scena internazionale, conservando la lezione di attualità trasmessa dagli storici fondatori e affidata alle nuove generazioni, perché possano affrontare la realtà di oggi con la stessa lucida e visionaria follia di coloro che, più di mezzo secolo fa, diede vita al Laceno d’oro

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  • Arti, Saperi e Sapori

Museo della Ceramica di Calitri

Calitri, Campania

Il Museo della Ceramica si apre tra gli ambienti restaurati del Borgo Castello di Calitri.

Inaugurato nel settembre del 2008, contribuisce a preservare e valorizzare un’arte che nel borgo irpino ha tradizioni antichissime. Negli spazi espositivi sono infatti conservati oggetti prodotti nelle botteghe di ceramica calitrane e nell’intera Alta Valle dell’Ofanto, databili dal XVIII al XX secolo.

Il viaggio nell’arte della ceramica in questo spazio museale parte dalla preistoria e dalla protostoria, con la fossakultur di Oliveto-Cairano, prosegue con le mezze maioliche dell’epoca medievale e le maioliche rinascimentali, interessa le produzioni ottocentesche e novecentesche, e giunge alle maioliche artistiche contemporanee, con le botteghe di restauro e i laboratori di produzione locale odierna. Questi ultimi, insieme ad alcune industrie che si occupano della produzione di laterizi e vasi in terracotta, tramandano la tradizione secolare che lega il territorio alla sua comunità.

Il percorso espositivo prevede una collezione in costante evoluzione, con sezioni storiche dedicate ai manufatti e ai reperti in terracotta, che un tempo furono impiegati in edilizia. Si tratta di oggetti caratteristici della cultura del luogo, rinvenuti durante le complesse ricerche e i numerosi scavi archeologici effettuati nel corso del tempo e non solo, arricchiti con prestiti e donazioni di cittadini privati e associazioni culturali.

Inoltre, la conoscenza della variegata produzione di ceramiche calitrane, dall’età antica in poi, viene tramandata e valorizzata attraverso degli spazi dedicati alla didattica e a manifestazioni artistico culturali di vario genere.

Tutto ciò rende il Museo del Ceramica un luogo di testimonianza di un’arte antichissima e di memoria dell’arte e del tempo, una finestra diretta sulla cultura calitrana.

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  • Parco

Parco Regionale dei Monti Picentini

Nusco, Campania

Il Parco Regionale dei Monti Picentini si trova nel cuore dell’Appennino Campano, compreso tra le province di Avellino e di Salerno. È un complesso naturalistico di grande rilevanza sia sotto il profilo ambientale che idrogeologico. Racchiude il bacino idrografico più importante del mezzogiorno, infatti è dalle sorgenti dei Monti Picentini che nascono i fiumi Sele, Calore, Sabato, Picentino e Ofanto, le acque dei quali servono Napoli, l’Irpinia, fino al salernitano e alla Puglia. La vetta più alta è il Monte Cervialto, 1809 m., seguita dal Terminio, dal Felascosa, dal Raiamagra, dal Calvello, del Cervialto, dal Polveracchio, del Raia, del Nai, della Monna e del Costa calda. Ai piedi del Monte Cervialto si stende il Piano Laceno con l’omonimo lago.
Il parco è facilmente raggiungibile sia in auto, autostrada A16, statale 400, e autostrada Napoli Reggio Calabria, che con i mezzi pubblici.
Molti sono i punti di interesse all’interno del parco
Laceno è una frazione di Bagnoli Irpino incastonata in un paesaggio di straordinaria bellezza tra boschi, ruscelli ed imponenti catene montuose. Laceno con i suoi 16 km di piste è un riferimento per tutti gli amanti dello sci e della montagna. Il comprensorio sciistico del Laceno spazia da quota 1100 a quota 1700 m garantendo allo sciatore ogni tipo di emozione. Gli sport invernali praticabili sono vari: sci da discesa e fondo, snowboard, snowtubing, half-pipe, sky-cross. Le piste sono 11 per un totale di 16 km, tra cui la pista denominata nordica che offre il panorama sul golfo di Salerno. Per la morfologia del territorio a Laceno si trova una delle più importanti e conosciute cavità della Campania: le Grotte del Caliendo. Attualmente è percorribile solo nei periodi di magra estiva, sono in corso degli studi geo-speologici che hanno garantito i primi lavori per un accesso turistico. Caratteristica passeggiata anche quella sul Costone Raiamagra dove sarà possibile camminare a quasi 1700 m con lo sguardo rivolto al mare.
Lago Laceno è contornato da numerose vette che superano i 1500 m, quelle più interessanti per la presenza di una ricca flora e fauna sono: il Monte Cervialto 1809 m, il Monte Rajamagra 1667 m e il Mote Piscacca 1470 m. Sull’altopiano è presente l’omonimo Villaggio Laceno composto da decine di villette , residence e numerose strutture ricettive e l’offerta di escursioni organizzate e percorsi in mountain bike, nonché campi da tennis, campi da calcetto, parco giochi per i bambini, servizi di equitazione

L’area delle sorgenti del Sele è di grande bellezza, incontaminata e interessante anche perché da qui parte l’acquedotto più lungo del mondo e il terzo per portata d’acqua, noto come Acquedotto Pugliese, nasce a Caposele e termine a Santa Maria di Leuca.
A Caposele si trova il Santuario di San Gerardo Maiella, purtroppo distrutto dal terremoto del 1980. Il nuovo santuario è stato riaperto al culto nel 2000.
A Caposele si trovano anche i ruderi di un castello medioevale e a Bosco Difesa, un’area picnic in una faggeta, d’estate si tengono concerti di musica jazz e sagre.

A Calabritto si può visitare il Santuario della Madonna della Neve su un terrazzo naturale a circa 800 m di altezza. Secondo la leggenda la Madonna fece nevicare in questo luogo il 5 agosto, giorno in cui da allora viene festeggiata.
Da visitare anche la Chiesa e la grotta della Madonna del Fiume. Nella grotta la continua formazione di stalattiti ha dato origine a una credenza, di origine pagana, secondo la quale se una donna in attesa di un bambino beve l’acqua che goccia da una particolare stalattite si assicurerà abbondanza di latte.
Merita una visita anche il borgo Quaglietta con il suo castello di epoca normanna.

Tra i comuni di Senerchia e di Campagna si trova il Parco intercomunale del Monte Polveracchio che comprende due distinte oasi: l’oasi “Monte Polveracchio” e l’oasi “Valle della Caccia”, entrambe le oasi sono gestite dal WWF Italia in base ad una convenzione con i Comuni di Campagna e Senerchia.
L’Oasi “Valle della Caccia” oltre a essere caratterizzata da molte piante rare come l’Erica Terminalis e la presenza del lupo e del gatto selvatico offre una splendida passeggiata accompagnata dal dolce rumore delle acque fino a una bellissima cascata in una spaccatura della roccia. Di grande fascino anche la “grotta del muschio”, frutto di una concrezione calcarea. La visita dura circa un’ora.

Da Piano Canale partono due itinerari molto suggestivi; uno per “la Raia”, estrema cima del monte Riparossa, da dove si può ammirare tutto il panorama della Valle del Sele, l’altro itinerario è quello che porta fino ad una grotta, non molto grande, ma singolare già dal suo ingresso, in quanto si entra quasi distesi. Entrambi i sentieri sono percorribili all’incirca in 2h e 1/2, compresa la sosta.

La zona di Santo Stefano del Sole è nota soprattutto per le sue eccellenze gastronomiche. Il territorio è estremamente fertile, ricco di vigneti ed alberi da frutta, particolarmente note sono le ciliegie. I paccheri fatti a mano e conditi con un ragù di carne e pomodoro sono una specialità del luogo.

Il lago di Piana del Dragone, posto a circa 670 m sopra il livello del mare, è circondato da monti e da numerosissime piccole aziende dedite alla trasformazione lattiero-casearia ed alla commercializzazione dei relativi prodotti. In particolare, è caratteristica la lavorazione del fiordilatte vaccino e delle scamorze.
Abbondano anche i prodotti del sottobosco: funghi, origano, fragole e l’ottimo tartufo “Scorzone di Volturara” famoso per il suo aroma e profumo, e la produzione di castagne, in particolare la cosiddetta Palommina rossa di Volturara
Di grande interesse il Museo etnografico della Civiltà Contadina. Inaugurato il 17 luglio 1999, il Museo conserva e tramanda la storia e la vita contadina in un arco di tempo che va dall’ultimo decennio del 1800 sino agli anni ’ 60 del 1900. Oggetti, arnesi, arredi, ambienti, raccontano la famiglia patriarcale, la vita che seguiva il ciclo delle stagioni, le ricorrenze religiose, le fatiche nei campi, una storia “minore” ma un grande patrimonio culturale.

Nel territorio di Volturara Irpina, antica terra di briganti, è possibile effettuare interessanti escursioni a cavallo e si ha l’opportunità di ammirare un faggio ultracentenario, segnalato dalla pubblicazione del Corpo Forestale dello Stato come uno dei più vecchi alberi italiani.

A Montella, presso il complesso monumentale del Convento di San Francesco a Folloni, sono ospitati i Musei Civici di Montella. Folloni deriva dal latino”fullones”, ossia lavandai, perché nel periodo romano il luogo ospitava le folloniche dei tintori e dei lavandai.Proprio qui si insediò la prima comunità francescana, nel 1222. Il convento si trova a ridosso del fiume Calore e la sua fondazione si fa risalire allo stesso San Francesco che, andando pellegrino a Monte Sant’Angelo in Puglia, si fermò proprio in quel bosco, allora infestato di briganti. La tradizione vuole che durante la prima notte del suo pernottamento, nonostante l’abbondante nevicata, il leccio, sotto il quale il santo con i due confratelli che lo accompagnavano riposava, rimase asciutto mentre intorno era tutto bianco.
Sicuramente degno di nota è il Festival Internazionale del Cinema per Ragazzi di Giffoni, interamente dedicato ad un pubblico giovane. Nasce oltre trent’anni fa da un’idea dell’attuale direttore artistico, Claudio Gubitosi, allora diciottenne, si svolge ogni anno nel mese di luglio per la durata di dieci giorni. Ormai da essere una manifestazione poco più che regionale è un evento di respiro internazionale, a cui oggi aderiscono personalità del mondo cinematografico, culturale e musicale. Come scrisse in una lettera uno degli ospiti più prestigiosi, François Truffaut, «Di tutti i festival del cinema, quello di Giffoni è il più necessario». Nel tempo il Festival si è quindi evoluto, spaziando dal cinema alle altre specialità
Sorbo Serpico è paesino a soli 10 km di distanza da Avellino, completamente ricostruito dopo il sisma del 1980, merita una sosta gourmet: è Città del Vino, tappa delle Strade dei Vini e dei Sapori dell’Irpinia, nonché Città della Pace. È il luogo ideale per gustare il vino bianco “Fiano di Avellino” DOCG., dal sapore inconfondibile e dal profumo intenso e persistente, prodotto in luoghi con caratteristiche geografiche uniche ed incontaminate.
Nel Parco archeologico è possibile ammirare, tra l’altro, i resti di un castello medievale.

Anche Montemarano è definita “città del vino”, in quanto il suo territorio è inserito nel D.O.C.G. del “Taurasi” e come tale vengono commercializzati sia l’uva che il vino. È il posto ideale per gustare ed acquistare il rosso denominato aglianico.

Castelvetere è uno dei pochi borghi medioevali dell’Irpinia che ha conservato il suo aspetto originario nonostante il sisma del 1980. Il suo centro storico, dopo decenni di completo abbandono, è oggetto di un’imponente opera di recupero e valorizzazione. Il Borgo, attualmente gestito dall’Amministrazione Comunale, è stato ricostruito grazie al programma “Villaggi delle Tradizioni”. Una visita consente il parziale ma intenso recupero della memoria di tanti borghi irpini cancellati per sempre dal terremoto.

Interamente nel territorio comunale di Acerno (paese delle cento acque) si trova il Sentiero delle Acque, realizzato nel 2010 con l’associazione Agape splendido sia per le bellezze naturalistiche, sia per la valenza storica. Il percorso che parte da Acerno e scende al mulino, per poi risalire in montagna ed attraversare zone d’acqua, cascate e ruscelli, si ricollega a valle, al Sentiero dell’archeologia industriale, dove un tempo vi erano le ferriere e le cartiere di Acerno. Un tuffo nella natura pura, in un sentiero ricco di biodiversità e di sorprese tutte da scoprire.

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  • Castello/Fortezza/Rocca/Villa

Torre Angioina

Summonte, Campania

Summonte sembra essere stato una scelta strategica per la localizzazione del castello (documentato per la prima volta nel 1094) e della fortificazione del casale. Si può affermare, pertanto, che Summonte sia stato fino agli albori della modernità essenzialmente un presidio militare. L’elemento superstite di tale sistema di fortificazioni è la torre cilindrica a base tronco-conica (fine sec. XIII-inizi sec, XIV ). La torre fu elevata sui ruderi del castello dove probabilmente, abitò la famiglia Malerba che tenne il feudo locale in epoca normanna. Intorno alla metà degli anni novanta, tuttavia, sono state ritrovate le strutture del castello di epoca normanno-sveva in Summonte, a seguito di uno scavo archeologico condotto con la supervisione della Soprintendenza ai Beni Archeologici di Salerno, Avellino e Benevento.
La torre che fino a pochi anni fa si presentava come un rudere, è stata di recente restaurata recuperandone l’apparecchiatura muraria e ricostruendone i solai lignei fino all’ultimo livello, di cui si è trovata traccia.

E’ costruita interamente in conci di pietra calcarea sbozzati e malta di allettamento a base di calce, sabbia mista a lapillo e pietra macinata. In origine il paramento esterno doveva essere interamente intonacato. I solai dovevano essere forse cinque ed avevano travi e tavolato in legno di castagno. Il volume di base della torre angioina, modellato a tronco di cono, non era di sezione circolare bensì ellittica, forse perché la costruzione aveva dovuto includere le strutture murarie di un mastio preesistente, supportato da uno sperone alto e massiccio sul lato nord-ovest. La ricomposizione della torre è stata effettuata studiando attentamente tutti i particolari costruttivi e riproponendo i materiali e le tecniche costruttive preesistenti, sia come mezzo di rimodellamento degli aspetti architettonici sia come mezzo di consolidamento della fabbrica.

La torre è caratterizzata da cinque piani, così suddivisi:
· Piano terra
E’ in realtà una cisterna sottostante il primo vero livello della torre, essa risale al XIII-XIV secolo ed era utilizzata per la raccolta dell’acqua piovana.

· Piano sopraelevato
Vano soprastante la cisterna e ad essa collegata mediante un pozzo, probabilmente tale ambiente era destinato alla conservazione delle vettovaglie. Oggi il piano è stato pavimentato con tavolato di legno di castagno, supportato con struttura metallica e dotato di una botola di cristallo, il piano ha un accesso indipendente rispetto agli altri piani della torre e vi si accede attraverso una scaletta laterale in ferro e legno.·

· Piano primo
Vi si accede attraverso una scala esterna in muratura di conci di pietra sbozzata, semicircolare che si sviluppa lungo la parete esterna della torre, il piano è caratterizzato al suo interno da un pavimento in tavolato ligneo supportato da travi di legno lamellare posizionate sulle medesime riseghe delle strutture antiche, centralmente e presente una scala di legno lamellare con pedate lignee e balaustre di ferro, la scala si sviluppa per tutti i piani fino al terrazzo terminale. Lungo le pareti in conci di pietra calcarea sbozzata a vista sono presenti una serie di feritoie chiuse con infissi di legno, destinate essenzialmente all’illuminazione e all’aerazione dell’ambiente interno.·

· Piano secondo
Il piano ha le stesse caratteristiche del primo, con la sola differenza che è un po’ più ampio ed al posto delle feritoie per l’aerazione, presenta una sola apertura, una sorta di monofora ad arco policentrico, realizzata in scheggioni di pietra calcarea e chiusa da infisso di legno trattato a cera.
· Piano terzo
Il piano ha le stesse caratteristiche dei precedenti con la sola differenza che presenta sei monofore ad arco policentrico.

· Terrazza
Dalla terrazza è possibile godere di uno scenario panoramico eccezionale, ad essa vi si accede dalla scala tramite un lucernaio, in legno vetro e struttura metallica, il pavimento è rivestito con gres porcellanato ad effetto legno, antigelivo ed antiscivolo perimetralmente è presente un parapetto in apparecchiatura muraria di conci di pietra sbozzati e bauletto di coronamento in schegge di pietra.

L’intera struttura è fornita di un impianto elettrico autonomo caratterizzato da faretti e punti presa distribuiti per ogni piano. L’impianto è stato realizzato secondo tutte le norme di sicurezza vigenti in materia. Gli infissi sono in legno di castagno rinforzato con caratteristiche estetiche tipiche delle forme medioevali.

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  • Arti, Saperi e Sapori

Sagra della Castagna e del Tartufo Nero

Bagnoli Irpino, Campania

La Sagra della Castagna e del Tartufo Nero è un evento enogastronomico che si svolge a Bagnoli Irpino, ogni anno, nel periodo autunnale.

La rassegna è dedicata a due eccellenze tradizionali del Parco dei Monti Picentini: il Tartufo Nero di Bagnoli Irpino PAT e la Castagna di Montella IGP. Dall’aroma e dal sapore inconfondibili, con il tartufo si condiscono molte delle pietanze offerte nel menù dell’evento. La castagna, accompagnata da funghi e prodotti caseari, in particolare il pecorino bagnolese (prodotto con il latte di pecore autoctone), contribuisce a rendere questa Sagra un appuntamento atteso da un numero sempre più crescente di visitatori.

Il percorso enogastronomico si snoda nel centro storico del paese, tra circa 100 stand di prodotti tipici di eccellenza. Contribuisce a rendere l’atmosfera festante un programma che prevede spettacoli, concerti di musica popolare e danze folkloristiche. Per far conoscere le bellezze del territorio bagnolese, ricco di arte e cultura, si organizzano visite guidate ai siti di interesse che, per l’occasione, restano aperti.

L’impegno profuso dagli organizzatori ha reso la manifestazione tra le più seguite in Irpinia, accompagnata da magnifici vini, eccellenze gastronomiche e musica popolare.

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  • Arti, Saperi e Sapori

Museo Civico e della Ceramica

Ariano Irpino, Campania

Il Museo Civico e della Ceramica di Ariano Irpino è situato all’interno di Palazzo Forte e ospita oltre 250 oggetti di vario tipo che testimoniano le vicende di un’antica arte, molto diffusa nel Tricolle.

La raccolta di maioliche custodite ripercorre un arco temporale che va dal XIV secolo ai giorni nostri. Accanto a tale repertorio si trovano oggetti in ceramica databili tra il IX e il XIII secolo, provenienti da sporadici ritrovamenti e da scavi condotti nelle zone limitrofe. Frutto di maestri lontani dalle mode e dalle correnti pittoriche, le ceramiche arianesi raccontano, con poche semplici pennellate, gli usi, i costumi, le abitudini e i valori di un popolo e del suo territorio. Per secoli, i “mastri” ceramisti arianesi hanno forgiato brocche, piatti, fiasche e boccali dai colori solari e inconfondibili nel loro genere.

Degna di essere menzionata è la collezione di oggetti risalenti al Settecento, secolo d’oro della ceramica arianese. Appartenenti a tale periodo storico, sono attestate ben 11 fornaci e circa 29 artigiani con diverse mansioni: faenzari, cretai, rovagnari e stovigliai. I settecenteschi maiolicari arianesi produssero originali modelli decorativi, tra cui lucerne antropomorfe e zoomorfe, brocche e fiasche a segreto, estrose saliere, scaldamani a foggia di scarpetta, grandi piatti e piatti devozionali, diversi dei quali giunti fino ai nostri giorni.

Autentico polo didattico e scientifico, il Museo Civico e della Ceramica di Ariano Irpino è il luogo in cui acqua, fuoco, terra e aria si uniscono ai colori e alla maestria dei ceramisti arianesi.

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  • Festival

Laceno d’Oro

Bagnoli Irpino, Campania

Il Festival Internazionale del Film “Laceno d’Oro” è uno degli eventi più storici e importanti dedicati al “cinema del reale” in italia.

Nato più di mezzo secolo fa da una felice intuizione di Pier Paolo Pasolini e Camillo Marino, si tiene tradizionalmente in Irpinia.

La rivista, sin dalle sue origini, si è sempre distinta per la vocazione internazionale e l’attenzione ai problemi sociali, per aver voluto essere stimolo al dibattito e all’approfondimento, alla continua scoperta di il cinema “che riflette”, quello che raccoglie premi e consensi in tutto il mondo ma spesso è fuori dai circuiti della grande distribuzione.

Ogni edizione è all’altezza della mission originaria del Festival, con un programma che coinvolge alcuni dei autori italiani e internazionali più importanti e premiati, la proiezione dei più opere significative del cinema indipendente e di ricerca, una ricca serie di iniziative collaterali che compongono, edizione dopo edizione, il cartellone davvero speciale.

Da decenni il festival irpino è uno dei più importanti sulla scena internazionale, conservando la lezione di attualità trasmessa dagli storici fondatori e affidata alle nuove generazioni, perché possano affrontare la realtà di oggi con la stessa lucida e visionaria follia di coloro che, più di mezzo secolo fa, diede vita al Laceno d’oro

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  • Arti, Saperi e Sapori

Museo della Ceramica di Calitri

Calitri, Campania

Il Museo della Ceramica si apre tra gli ambienti restaurati del Borgo Castello di Calitri.

Inaugurato nel settembre del 2008, contribuisce a preservare e valorizzare un’arte che nel borgo irpino ha tradizioni antichissime. Negli spazi espositivi sono infatti conservati oggetti prodotti nelle botteghe di ceramica calitrane e nell’intera Alta Valle dell’Ofanto, databili dal XVIII al XX secolo.

Il viaggio nell’arte della ceramica in questo spazio museale parte dalla preistoria e dalla protostoria, con la fossakultur di Oliveto-Cairano, prosegue con le mezze maioliche dell’epoca medievale e le maioliche rinascimentali, interessa le produzioni ottocentesche e novecentesche, e giunge alle maioliche artistiche contemporanee, con le botteghe di restauro e i laboratori di produzione locale odierna. Questi ultimi, insieme ad alcune industrie che si occupano della produzione di laterizi e vasi in terracotta, tramandano la tradizione secolare che lega il territorio alla sua comunità.

Il percorso espositivo prevede una collezione in costante evoluzione, con sezioni storiche dedicate ai manufatti e ai reperti in terracotta, che un tempo furono impiegati in edilizia. Si tratta di oggetti caratteristici della cultura del luogo, rinvenuti durante le complesse ricerche e i numerosi scavi archeologici effettuati nel corso del tempo e non solo, arricchiti con prestiti e donazioni di cittadini privati e associazioni culturali.

Inoltre, la conoscenza della variegata produzione di ceramiche calitrane, dall’età antica in poi, viene tramandata e valorizzata attraverso degli spazi dedicati alla didattica e a manifestazioni artistico culturali di vario genere.

Tutto ciò rende il Museo del Ceramica un luogo di testimonianza di un’arte antichissima e di memoria dell’arte e del tempo, una finestra diretta sulla cultura calitrana.

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  • Parco

Parco Regionale dei Monti Picentini

Nusco, Campania

Il Parco Regionale dei Monti Picentini si trova nel cuore dell’Appennino Campano, compreso tra le province di Avellino e di Salerno. È un complesso naturalistico di grande rilevanza sia sotto il profilo ambientale che idrogeologico. Racchiude il bacino idrografico più importante del mezzogiorno, infatti è dalle sorgenti dei Monti Picentini che nascono i fiumi Sele, Calore, Sabato, Picentino e Ofanto, le acque dei quali servono Napoli, l’Irpinia, fino al salernitano e alla Puglia. La vetta più alta è il Monte Cervialto, 1809 m., seguita dal Terminio, dal Felascosa, dal Raiamagra, dal Calvello, del Cervialto, dal Polveracchio, del Raia, del Nai, della Monna e del Costa calda. Ai piedi del Monte Cervialto si stende il Piano Laceno con l’omonimo lago.
Il parco è facilmente raggiungibile sia in auto, autostrada A16, statale 400, e autostrada Napoli Reggio Calabria, che con i mezzi pubblici.
Molti sono i punti di interesse all’interno del parco
Laceno è una frazione di Bagnoli Irpino incastonata in un paesaggio di straordinaria bellezza tra boschi, ruscelli ed imponenti catene montuose. Laceno con i suoi 16 km di piste è un riferimento per tutti gli amanti dello sci e della montagna. Il comprensorio sciistico del Laceno spazia da quota 1100 a quota 1700 m garantendo allo sciatore ogni tipo di emozione. Gli sport invernali praticabili sono vari: sci da discesa e fondo, snowboard, snowtubing, half-pipe, sky-cross. Le piste sono 11 per un totale di 16 km, tra cui la pista denominata nordica che offre il panorama sul golfo di Salerno. Per la morfologia del territorio a Laceno si trova una delle più importanti e conosciute cavità della Campania: le Grotte del Caliendo. Attualmente è percorribile solo nei periodi di magra estiva, sono in corso degli studi geo-speologici che hanno garantito i primi lavori per un accesso turistico. Caratteristica passeggiata anche quella sul Costone Raiamagra dove sarà possibile camminare a quasi 1700 m con lo sguardo rivolto al mare.
Lago Laceno è contornato da numerose vette che superano i 1500 m, quelle più interessanti per la presenza di una ricca flora e fauna sono: il Monte Cervialto 1809 m, il Monte Rajamagra 1667 m e il Mote Piscacca 1470 m. Sull’altopiano è presente l’omonimo Villaggio Laceno composto da decine di villette , residence e numerose strutture ricettive e l’offerta di escursioni organizzate e percorsi in mountain bike, nonché campi da tennis, campi da calcetto, parco giochi per i bambini, servizi di equitazione

L’area delle sorgenti del Sele è di grande bellezza, incontaminata e interessante anche perché da qui parte l’acquedotto più lungo del mondo e il terzo per portata d’acqua, noto come Acquedotto Pugliese, nasce a Caposele e termine a Santa Maria di Leuca.
A Caposele si trova il Santuario di San Gerardo Maiella, purtroppo distrutto dal terremoto del 1980. Il nuovo santuario è stato riaperto al culto nel 2000.
A Caposele si trovano anche i ruderi di un castello medioevale e a Bosco Difesa, un’area picnic in una faggeta, d’estate si tengono concerti di musica jazz e sagre.

A Calabritto si può visitare il Santuario della Madonna della Neve su un terrazzo naturale a circa 800 m di altezza. Secondo la leggenda la Madonna fece nevicare in questo luogo il 5 agosto, giorno in cui da allora viene festeggiata.
Da visitare anche la Chiesa e la grotta della Madonna del Fiume. Nella grotta la continua formazione di stalattiti ha dato origine a una credenza, di origine pagana, secondo la quale se una donna in attesa di un bambino beve l’acqua che goccia da una particolare stalattite si assicurerà abbondanza di latte.
Merita una visita anche il borgo Quaglietta con il suo castello di epoca normanna.

Tra i comuni di Senerchia e di Campagna si trova il Parco intercomunale del Monte Polveracchio che comprende due distinte oasi: l’oasi “Monte Polveracchio” e l’oasi “Valle della Caccia”, entrambe le oasi sono gestite dal WWF Italia in base ad una convenzione con i Comuni di Campagna e Senerchia.
L’Oasi “Valle della Caccia” oltre a essere caratterizzata da molte piante rare come l’Erica Terminalis e la presenza del lupo e del gatto selvatico offre una splendida passeggiata accompagnata dal dolce rumore delle acque fino a una bellissima cascata in una spaccatura della roccia. Di grande fascino anche la “grotta del muschio”, frutto di una concrezione calcarea. La visita dura circa un’ora.

Da Piano Canale partono due itinerari molto suggestivi; uno per “la Raia”, estrema cima del monte Riparossa, da dove si può ammirare tutto il panorama della Valle del Sele, l’altro itinerario è quello che porta fino ad una grotta, non molto grande, ma singolare già dal suo ingresso, in quanto si entra quasi distesi. Entrambi i sentieri sono percorribili all’incirca in 2h e 1/2, compresa la sosta.

La zona di Santo Stefano del Sole è nota soprattutto per le sue eccellenze gastronomiche. Il territorio è estremamente fertile, ricco di vigneti ed alberi da frutta, particolarmente note sono le ciliegie. I paccheri fatti a mano e conditi con un ragù di carne e pomodoro sono una specialità del luogo.

Il lago di Piana del Dragone, posto a circa 670 m sopra il livello del mare, è circondato da monti e da numerosissime piccole aziende dedite alla trasformazione lattiero-casearia ed alla commercializzazione dei relativi prodotti. In particolare, è caratteristica la lavorazione del fiordilatte vaccino e delle scamorze.
Abbondano anche i prodotti del sottobosco: funghi, origano, fragole e l’ottimo tartufo “Scorzone di Volturara” famoso per il suo aroma e profumo, e la produzione di castagne, in particolare la cosiddetta Palommina rossa di Volturara
Di grande interesse il Museo etnografico della Civiltà Contadina. Inaugurato il 17 luglio 1999, il Museo conserva e tramanda la storia e la vita contadina in un arco di tempo che va dall’ultimo decennio del 1800 sino agli anni ’ 60 del 1900. Oggetti, arnesi, arredi, ambienti, raccontano la famiglia patriarcale, la vita che seguiva il ciclo delle stagioni, le ricorrenze religiose, le fatiche nei campi, una storia “minore” ma un grande patrimonio culturale.

Nel territorio di Volturara Irpina, antica terra di briganti, è possibile effettuare interessanti escursioni a cavallo e si ha l’opportunità di ammirare un faggio ultracentenario, segnalato dalla pubblicazione del Corpo Forestale dello Stato come uno dei più vecchi alberi italiani.

A Montella, presso il complesso monumentale del Convento di San Francesco a Folloni, sono ospitati i Musei Civici di Montella. Folloni deriva dal latino”fullones”, ossia lavandai, perché nel periodo romano il luogo ospitava le folloniche dei tintori e dei lavandai.Proprio qui si insediò la prima comunità francescana, nel 1222. Il convento si trova a ridosso del fiume Calore e la sua fondazione si fa risalire allo stesso San Francesco che, andando pellegrino a Monte Sant’Angelo in Puglia, si fermò proprio in quel bosco, allora infestato di briganti. La tradizione vuole che durante la prima notte del suo pernottamento, nonostante l’abbondante nevicata, il leccio, sotto il quale il santo con i due confratelli che lo accompagnavano riposava, rimase asciutto mentre intorno era tutto bianco.
Sicuramente degno di nota è il Festival Internazionale del Cinema per Ragazzi di Giffoni, interamente dedicato ad un pubblico giovane. Nasce oltre trent’anni fa da un’idea dell’attuale direttore artistico, Claudio Gubitosi, allora diciottenne, si svolge ogni anno nel mese di luglio per la durata di dieci giorni. Ormai da essere una manifestazione poco più che regionale è un evento di respiro internazionale, a cui oggi aderiscono personalità del mondo cinematografico, culturale e musicale. Come scrisse in una lettera uno degli ospiti più prestigiosi, François Truffaut, «Di tutti i festival del cinema, quello di Giffoni è il più necessario». Nel tempo il Festival si è quindi evoluto, spaziando dal cinema alle altre specialità
Sorbo Serpico è paesino a soli 10 km di distanza da Avellino, completamente ricostruito dopo il sisma del 1980, merita una sosta gourmet: è Città del Vino, tappa delle Strade dei Vini e dei Sapori dell’Irpinia, nonché Città della Pace. È il luogo ideale per gustare il vino bianco “Fiano di Avellino” DOCG., dal sapore inconfondibile e dal profumo intenso e persistente, prodotto in luoghi con caratteristiche geografiche uniche ed incontaminate.
Nel Parco archeologico è possibile ammirare, tra l’altro, i resti di un castello medievale.

Anche Montemarano è definita “città del vino”, in quanto il suo territorio è inserito nel D.O.C.G. del “Taurasi” e come tale vengono commercializzati sia l’uva che il vino. È il posto ideale per gustare ed acquistare il rosso denominato aglianico.

Castelvetere è uno dei pochi borghi medioevali dell’Irpinia che ha conservato il suo aspetto originario nonostante il sisma del 1980. Il suo centro storico, dopo decenni di completo abbandono, è oggetto di un’imponente opera di recupero e valorizzazione. Il Borgo, attualmente gestito dall’Amministrazione Comunale, è stato ricostruito grazie al programma “Villaggi delle Tradizioni”. Una visita consente il parziale ma intenso recupero della memoria di tanti borghi irpini cancellati per sempre dal terremoto.

Interamente nel territorio comunale di Acerno (paese delle cento acque) si trova il Sentiero delle Acque, realizzato nel 2010 con l’associazione Agape splendido sia per le bellezze naturalistiche, sia per la valenza storica. Il percorso che parte da Acerno e scende al mulino, per poi risalire in montagna ed attraversare zone d’acqua, cascate e ruscelli, si ricollega a valle, al Sentiero dell’archeologia industriale, dove un tempo vi erano le ferriere e le cartiere di Acerno. Un tuffo nella natura pura, in un sentiero ricco di biodiversità e di sorprese tutte da scoprire.

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Restaurants

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Nonna Rosina Agriturismo Agriturismo ristorativo

Nusco, Campania

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Eventi

Festival Internazionale del Film “Laceno d’Oro”

Culturale

Comune: Bagnoli Irpino

Mese di inizio: Dicembre

Durata: 8 Giorni

Visita il sito

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