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La penisola salentina trova i suoi vertici ideali a Taranto, a Pilone – nel territorio di Ostuni in provincia di Brindisi – e a Santa Maria di Leuca, presso Castrignano del Capo, in provincia di Lecce. In questo “triangolo” rivelatosi dorato soprattutto negli ultimi anni per l’esplosione del fenomeno turistico, si collocano numerosi luoghi di interesse sia naturalistico che storico-architettonico. Partendo dalla costa, le spiagge si possono dividere in sabbiose e di roccia: fra le prime le più note sono Ugento, Pulsano, Lizzano, Campomarino, Torre Colimena, Torre dell’Orso, Porto Cesareo, Gallipoli, Otranto, Ostuni, Carovigno e, dulcis in fundo, Santa Maria di Leuca. Fra quelle con scogli, Castro, Santa Cesarea Terme, le due marine di Nardò – Santa Maria al Bagno e Santa Caterina – e Porto Badisco.

Accanto ai panorami costieri da cartolina, altra attrattiva di questo lembo di Puglia sono le grotte carsiche, con manifestazioni importanti quali la Grotta Zinzulusa, al cui interno sono stati addirittura rinvenuti pittogrammi e reperti paleontologici. Sempre restando in ambito naturalistico, molte sono le aree protette distribuite in tutto il Salento. Fra le più importanti ci sono l’Oasi protetta dei Laghi Alimini, la Riserva naturale statale Torre Guaceto, il Parco Regionale Costiero Otranto – Santa Maria di Leuca e Bosco di Tricase, e il Parco Dune costiere da Torre Canne a Torre San Leonardo.

Quanto a ciò che ha lasciato l’opera dell’uomo, sono tipiche salentine le costruzioni rurali dei pajari (una sorta di trullo a forma di tronco di cono), i muretti a secco di cui è disseminata tutta la campagna e le masserie, più o meno fortificate a seconda del periodo e della zona di costruzione. Passando dalle architetture di campagna a quelle aristocratiche, è di certo il Barocco leccese lo stile che meglio incarna lo spirito e l’atmosfera che si respira ancora oggi in questi luoghi. Pur senza trascurare i ricchi lasciti delle epoche precedenti, che dal periodo romano in poi non hanno mai smesso di donare nuovi tesori.

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Castello di Otranto

Otranto, Puglia

27 elementi Cosa fare e vedere

  • Castello/Fortezza/Rocca/Villa

Castello di Otranto

Otranto, Puglia

Un tempo, al posto del ponte ad arco in pietra e legno che oggi attraversa il profondo fossato del Castello di Otranto c’era un ponte levatoio. Da autentica fortezza di fine ‘400 qual è, da allora il maniero difende la città in provincia di Lecce. Varcata la soglia, si transita poi in un corridoio stretto che immette direttamente nell’atrio del piano terra e da qui alle sale principali, fra cui una triangolare creata a metà ‘500, in seguito all’aggiunta esterna del bastione tra le Rondelle.
Bella anche la Cappella, parzialmente affrescata, e l’intrigo di cunicoli, gallerie e piccoli ambienti che definisce il sistema dei sotterranei rimasti così sin dalla loro costruzione, risalente al primo impianto di fine ‘400. La visita conduce poi all’interno delle tre Rondelle poste agli angoli, coperte da cupole emisferiche in pietra carparo. Qui, come pure lungo i camminamenti di ronda e in alcuni ambienti, si scorgono numerose feritoie per la disposizione di cannoniere, oltre a stemmi araldici di sovrani e nobili che raccontano la storia del Castello, rimandando a battaglie e personaggi di secoli fa. Uno su tutti, lo stemma posto sul portone d’ingresso, appartenente all’Imperatore Carlo V.

Il fascino di questa fortezza ha sempre suscitato grande interesse, anche nei secoli addietro, come dimostra il fatto che il primo romanzo gotico mai scritto sia proprio ispirato e ambientato proprio qui. Per chi volesse leggerlo, si tratta de Il castello di Otranto, di Horace Walpole, datato al 1764.

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  • Borgo

Otranto

Otranto, Puglia

Punta Palascìa è il luogo geografico più a est della penisola italiana. Per chi ama segnare sulla mappa certe tappe che sanno di “conquista”, basterebbe anche solo questo motivo per spingersi fino a Lecce e visitare Otranto e la costa salentina. Il centro storico della cittadina che in passato ha dato il nome al tratto di mare che separa l’Italia dall’Albania – il Canale d’Otranto – e all’antica circoscrizione del Regno di Napoli – la Terra d’Otranto – ha aggiunto nel 2010 un altro “titolo” di merito, l’inserimento nel listing ufficiale dei Patrimoni Culturali dell’UNESCO quale Sito Messaggero di Pace e in quello dei “Borghi più belli d’Italia”, mentre all’ottobre 2006 risale la creazione del Parco Costa Otranto – Santa Maria di Leuca e Bosco di Tricase, nato per salvaguardare e promuovere le numerose bellezze naturalistiche, storiche e architettoniche della zona.

Fra queste, ci sono senz’altro i numerosi resti lasciati dalle popolazioni antiche che hanno dominato il territorio, a partire dai Messapi, passando per i Greci e i Romani. Sotto quest’ultimi, Otranto divenne una delle città marinare più fiorenti della Puglia, grazie soprattutto alla lavorazione e commercializzazione di porpora e tessuti, e alla presenza di una consistente comunità ebraica, calcolata in circa 500 famiglie, tanto da generare un detto rimasto negli annali, “da Bari uscirà la legge, la parola del Signore da Otranto”. La sua importanza economica dell’epoca è testimoniata anche dal fatto che nel 162 d.C. la città chiese a Roma e ottenne di battere moneta con una zecca propria rimasta attiva fino al II d.C. Diventata “ponte” culturale e commerciale fra Oriente e Occidente, Otranto fece per secoli da “culla” al passaggio di Bizantini, Goti, Normanni, Svevi, Angioini e Aragonesi. Fra gli episodi storici più significativi va ricordato quando nel 1095 la sua Cattedrale fu scenario della benedizione di dodicimila crociati in partenza verso la Terra Santa, guidati dal principe Boemondo I d’Altavilla. Al 1480 risale invece l’attacco dei Turchi di Maometto II, con un assedio durato 15 giorni terminato con la strage della popolazione e la decapitazione di 800 uomini detti Santi Martiri idruntini. A questo episodio è legata anche la distruzione del Monastero di San Nicola di Casole, sede della più vasta biblioteca d’Occidente – i cui Codici sono oggi conservati in prestigiose biblioteche di tutta Italia e non solo, da Venezia e Firenze a Parigi, Londra, Berlino e Mosca, nonché di quello che si potrebbe definire il primo “college” della storia, con studenti provenienti da tutta Europa. Uno di questi fu il monaco Pantaleone, autore del monumentale mosaico pavimentale della Cattedrale, il più grande del Vecchio Continente.

Dopo il colpo inflitto dai Turchi, furono rafforzate le opere difensive del centro abitato, che però non poterono respingere le incursioni dei Saraceni della prima metà del Seicento. Alterne vicende determinarono poi la risalita e la ricaduta di Otranto varie volte, fino al periodo napoleonico, quando le fu concesso il titolo di Ducato del Regno di Napoli, cui seguì una nuova rinascita.

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  • Naturalistico - Altro

Porto di Tricase

Tricase, Puglia

MARINA TRICASE, il porto turistico della città di Tricase (LE), nel cuore del Salento, in gestione diretta a Marine Italia dall’ottobre del 2009, oltre ad essere stabilmente presente dal 2011 nella guida ADAC MARINAFUHRER delle marine europee è stato selezionato ed inserito nel progetto “SIGNA MARIS – L’Italia che il Mare racconta” del Ministero del Turismo.
L’obiettivo del progetto “SIGNA MARIS” è quello di promuovere gli innumerevoli attrattori naturali e culturali delle regioni dell’Italia del Sud interessate dal POIn “Attrattori culturali, naturali e turismo” e cioè Calabria, Campania, Puglia e Sicilia. Il progetto interpreta le marine come porte di accesso al territorio, la nautica quale declinazione del turismo, promuovendo il diporto come leva di valorizzazione della capacità di attrazione turistica dei territori.
La collocazione interna del porto turistico costringe i naviganti a transitare per il porto vecchio, suggestivo, antico e colorato dallo smeraldo delle sue acque e dal verde della sua vegetazione. Il Marina, prenotabile via telefono o anche via email, mette a disposizione le sue attrezzature e da’ accesso alle meraviglie del suo interno, grazie a servizi eccellenti.
Il porticciolo di Marina Porto è costituito da un molo di sopraflutto, orientato a N, di 90 m banchinato all’interno, da un tratto di riva banchinata e da una darsena interna.
Pericoli: può essere pericoloso entrare con mareggiate da est -sud-est. All’imboccatura del porto è attualmente funzionante solo il fanale verde.
Per l’accesso prestare attenzione ai bagnanti durante la stagione estiva.
Con le sue grotte e le piccole insenature, l’isolotto e le belle scogliere, Tricase Porto è il luogo ideale per partire in barca alla scoperta del litorale del Capo di Leuca.
Adagiata sulle ultime propaggini delle serre salentine e dominata dalla torre d’avvistamento, Tricase Porto è una località balneare della cittadina di Tricase premiata con le 3 Vele di Legambiente.
Il litorale è prevalentemente basso e roccioso, ricco di grotte e piccole insenature sabbiose e libere. Alle calette naturali sono stati affiancati due porticcioli, uno antico e un secondo più moderno da cui partire per esplorare in barca la costa.

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  • Patrimonio culturale Religioso

Santa Maria di Leuca

Castrignano Del Capo, Puglia

A Santa Maria di Leuca si trova il Santuario di Santa Maria “de Finibus Terrae”, il cui nome dice già tutto: siamo nel centro abitato considerato “ai confini della terra”, posto più a sud dell’intera provincia di Lecce, in quella che è oggi classificata come frazione di Castrignano del Capo. Dopo 83 anni di lotte fra questo comune e il vicino Gagliano del Capo, si è finalmente definito a chi spettava la competenza amministrativa della frazione, piccola ma assai ambita, nota anche ai naviganti per il suo faro, alto 48,60 metri e posto a 102 metri sul livello del mare e perciò considerato fra i più importanti d’Italia. Chi è pratico di nautica sa che questo tratto di costa è tragicamente noto anche per un episodio storico: poco fuori Punta Ristola, il “tacco” del Bel Paese, a 85 metri di profondità, si trova infatti il relitto del sommergibile Pietro Micca, affondato durante la Seconda Guerra Mondiale col suo equipaggio di 58 marinai.

Fra Punta Ristola e Punta Méliso, là dove si trova la Marina di Leuca, si collocherebbe per convenzione il punto di separazione fra la costa adriatica e la costa ionica, e in effetti, in determinate condizioni, si scorge una linea di separazione cromatica longitudinale fra Adriatico e Ionio, che ha da sempre suggerito alla fantasia popolare un confine “fisico” fra i due mari. In realtà, tale fenomeno sarebbe dovuto all’incontro fra le correnti provenienti dal Golfo di Taranto e quelle dal Canale d’Otranto. Fra storia e leggenda, si narra anche che questo fu l’approdo di Enea, in fuga da Troia, e di San Pietro, arrivato dalla Palestina e diretto a Roma. In questo secondo caso, il suo transito sarebbe avvalorato dalla trasformazione del Tempio della Dea Minerva in luogo di culto cristiano, diventato poi l’attuale Basilica, meta di pellegrinaggi fino al Medioevo. Alla Basilica è legato anche il racconto di un miracolo che nel 365 salvò dalla burrasca un’imbarcazione di pescatori, che diedero inizio alla devozione verso la Madonna di Leuca. Un motivo in più di visita è dato anche dalla scalinata di 296 gradini che da qui conduce al porto sottostante, là dove si trova la cascata monumentale dell’Acquedotto Pugliese che dopo 244 km di tragitto – 3000 km contando tutte le diramazioni dalla Campania a qui – sfocia finalmente in mare.

Da zona ricca di pregiati beni architettonici e di importanti specie animali e vegetali qual è, dal 2006 tutta l’area del litorale salentino è inserita nel Parco Costa Otranto – Santa Maria di Leuca e Bosco di Tricase istituito dalla Regione Puglia. Fra le emergenze della zona ci sono anche le 43 ville ottocentesche costruite per la maggior parte dagli architetti Ruggieri e Rossi. Molte di esse risultano oggi abbandonate o trasformate, poiché durante la Seconda Guerra Mondiale furono private di alcuni elementi decorativi metallici, quali ringhiere e cancellate, riconvertiti in armi, mentre altre sono ancora oggi un modello di stile che ha segnato un’epoca. Vale per Villa Daniele, Villa Gioacchino Fuorte, Villa Tamborino-Cezzi, Villa Loreta Stefanachi, Villa Episcopo, Villa Colosso, Villa Maruccia già Villa Sangiovanni.

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  • Naturalistico - Altro

Porto di Gallipoli

Gallipoli, Puglia

A Gallipoli sono presenti 2 porti: uno antico nei pressi della Fontana greca e uno mercantile nella città vecchia. Il porto antico ospita i pescherecci, chiamati paranze mentre il porto mercantile ospita navi di grandi dimensioni. Nel XV sec. la città passa ai veneziani che iniziarono i lavori per edificare il porto – che fino a quel momento era solo un piccolo riparo per barche. Intorno al 1480, il porto di Gallipoli venne ristrutturato completamente dai Veneziani e successivamente passò in mano agli Aragonesi.
Ferdinando I di Borbone avviò la costruzione del porto che divenne nel Settecento la più importante piattaforma olearia del Mediterraneo per il commercio dell’olio per lampade (olio lampante). In quel periodo il porto divenne un punto di riferimento per il commercio soprattutto dell’olio lampante e del vino. Nel 1850 dopo ulteriori miglioramenti, divenne il porto più importante dell’area ionica del Salento. Gallipoli e il suo porto ebbero un’importanza fondamentale per il commercio dell’olio lampante. Dal suo porto partivano navi cariche di olio verso tutto il mondo. Tuttora risiedono in città i discendenti di famiglie genovesi, sarde, veneziane e napoletane di commercianti di olio che si spostarono a Gallipoli come gli Spinola, i Vallebona, i Calvi, ecc. Gran parte dell’olio prodotto o depositato nelle cisterne veniva venduto a Paesi esteri, i quali avevano rappresentanza in Gallipoli con propri vice consolati. In Gallipoli si ebbero fino al 1923 i consolati esteri di molte nazioni europee: Austria, Danimarca, Francia, Inghilterra, Impero ottomano, Paesi Bassi, Portogallo, Prussia, Russia, Spagna, Svezia e Norvegia, Turchia. Il porto è protetto, dalle forti mareggiate, da due moli, il Molo Foraneo ed il Molo Tramontana. Inoltre nel porto arrivano navi che esportano in tutto il mondo cemento prodotto dalla ditta Colacem, il terzo produttore e distributore in Italia di cemento ed è la società capofila del Gruppo Financo.
Una moderna ristrutturazione si è avuta nel 1980 ed oggi il Porto Mercantile ha una estensione di 80mila metri quadrati. Nel porto vi sono sedi della Capitaneria di Porto, Polizia di Stato squadra nautica, Guardia di Finanza, Agenzia delle Dogane e dei Monopoli. Oggi è un importante fulcro commerciale e durante il periodo estivo diventa un importante scalo turistico per il Salento. Tutti i giorni, al tramonto, le imbarcazioni rientrano nei porti per vendere il pesce pescato.
Dopo una crisi di scambi che ha colpito il porto negli anni passati, nel 2013 vi è stato un aumento visibile di navi: queste hanno avuto degli scambi con l’Italia, nord Africa, Libia, Algeria e altre nazioni nel resto dell’Europa. Sono stati registrati alcuni dati relativi all’esportazione di cemento di tonnellate pari a più di 200.000 tonnellate
Il porto si trova su un promontorio, proprio dove un ponte lungo 70 metri collega la zona nuova di Gallipoli a quella vecchia. E’ rappresentato da un canale naturale ed è in grado di ospitare anche barche di grosse dimensioni.
A ovest rispetto al porto principale c’è un secondo porticciolo, riservato alle piccole imbarcazioni da pesca ed è proprio in questo punto, che di buon’ora al mattino potrete osservare con i vostri occhi la grande laboriosità dei pescatori locali i quali rientrano dal mare e offrono sul mercato i preziosi frutti del loro grande lavoro.
Vi consigliamo di acquistare il freschissimo pesce venduto al porto di Gallipoli e di provarlo solo ed esclusivamente con ricette locali per gustare a pieno la tradizione di questa meravigliosa terra. Tra esse alcune degne di nota, e che vi abbiamo già raccontato nei loro articoli dedicati, sono: la ricetta delle seppie alla gallipolina e la ricetta della scapece, il caratteristico pesce con pan grattato e aceto che viene venduto ad ogni sagra o festa religiosa della città ma anche in tutte le zone costiere salentine.

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  • Naturalistico - Altro

Marina di Brindisi

Brindisi, Puglia

Il Forte a Mare di Brindisi è il baluardo militare che dal XV secolo difende la città. Ieri dalle incursioni nemiche che per secoli hanno interessato tutta la costa di Puglia, oggi dalle intemperie che potrebbero minacciare il porto e la Marina di Brindisi. Uno “scalo” ben noto ai diportisti che praticano il Mar Mediterraneo in rotta verso Croazia, Grecia, Montenegro e Albania, e che ne conoscono i servizi e le potenzialità: attorno alla piazzetta, ecco una serie di attività commerciali, bar, ristorante, circolo nautico, alaggio e rimessaggio, oltre all’assistenza tecnica per ciò che compete attrezzature e riparazioni. Il tutto affacciato su un tratto di mare che è tra i più belli e pescosi del “Mare Nostrum”.

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  • Castello/Fortezza/Rocca/Villa

Castello di Otranto

Otranto, Puglia

Un tempo, al posto del ponte ad arco in pietra e legno che oggi attraversa il profondo fossato del Castello di Otranto c’era un ponte levatoio. Da autentica fortezza di fine ‘400 qual è, da allora il maniero difende la città in provincia di Lecce. Varcata la soglia, si transita poi in un corridoio stretto che immette direttamente nell’atrio del piano terra e da qui alle sale principali, fra cui una triangolare creata a metà ‘500, in seguito all’aggiunta esterna del bastione tra le Rondelle.
Bella anche la Cappella, parzialmente affrescata, e l’intrigo di cunicoli, gallerie e piccoli ambienti che definisce il sistema dei sotterranei rimasti così sin dalla loro costruzione, risalente al primo impianto di fine ‘400. La visita conduce poi all’interno delle tre Rondelle poste agli angoli, coperte da cupole emisferiche in pietra carparo. Qui, come pure lungo i camminamenti di ronda e in alcuni ambienti, si scorgono numerose feritoie per la disposizione di cannoniere, oltre a stemmi araldici di sovrani e nobili che raccontano la storia del Castello, rimandando a battaglie e personaggi di secoli fa. Uno su tutti, lo stemma posto sul portone d’ingresso, appartenente all’Imperatore Carlo V.

Il fascino di questa fortezza ha sempre suscitato grande interesse, anche nei secoli addietro, come dimostra il fatto che il primo romanzo gotico mai scritto sia proprio ispirato e ambientato proprio qui. Per chi volesse leggerlo, si tratta de Il castello di Otranto, di Horace Walpole, datato al 1764.

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Otranto

Otranto, Puglia

Punta Palascìa è il luogo geografico più a est della penisola italiana. Per chi ama segnare sulla mappa certe tappe che sanno di “conquista”, basterebbe anche solo questo motivo per spingersi fino a Lecce e visitare Otranto e la costa salentina. Il centro storico della cittadina che in passato ha dato il nome al tratto di mare che separa l’Italia dall’Albania – il Canale d’Otranto – e all’antica circoscrizione del Regno di Napoli – la Terra d’Otranto – ha aggiunto nel 2010 un altro “titolo” di merito, l’inserimento nel listing ufficiale dei Patrimoni Culturali dell’UNESCO quale Sito Messaggero di Pace e in quello dei “Borghi più belli d’Italia”, mentre all’ottobre 2006 risale la creazione del Parco Costa Otranto – Santa Maria di Leuca e Bosco di Tricase, nato per salvaguardare e promuovere le numerose bellezze naturalistiche, storiche e architettoniche della zona.

Fra queste, ci sono senz’altro i numerosi resti lasciati dalle popolazioni antiche che hanno dominato il territorio, a partire dai Messapi, passando per i Greci e i Romani. Sotto quest’ultimi, Otranto divenne una delle città marinare più fiorenti della Puglia, grazie soprattutto alla lavorazione e commercializzazione di porpora e tessuti, e alla presenza di una consistente comunità ebraica, calcolata in circa 500 famiglie, tanto da generare un detto rimasto negli annali, “da Bari uscirà la legge, la parola del Signore da Otranto”. La sua importanza economica dell’epoca è testimoniata anche dal fatto che nel 162 d.C. la città chiese a Roma e ottenne di battere moneta con una zecca propria rimasta attiva fino al II d.C. Diventata “ponte” culturale e commerciale fra Oriente e Occidente, Otranto fece per secoli da “culla” al passaggio di Bizantini, Goti, Normanni, Svevi, Angioini e Aragonesi. Fra gli episodi storici più significativi va ricordato quando nel 1095 la sua Cattedrale fu scenario della benedizione di dodicimila crociati in partenza verso la Terra Santa, guidati dal principe Boemondo I d’Altavilla. Al 1480 risale invece l’attacco dei Turchi di Maometto II, con un assedio durato 15 giorni terminato con la strage della popolazione e la decapitazione di 800 uomini detti Santi Martiri idruntini. A questo episodio è legata anche la distruzione del Monastero di San Nicola di Casole, sede della più vasta biblioteca d’Occidente – i cui Codici sono oggi conservati in prestigiose biblioteche di tutta Italia e non solo, da Venezia e Firenze a Parigi, Londra, Berlino e Mosca, nonché di quello che si potrebbe definire il primo “college” della storia, con studenti provenienti da tutta Europa. Uno di questi fu il monaco Pantaleone, autore del monumentale mosaico pavimentale della Cattedrale, il più grande del Vecchio Continente.

Dopo il colpo inflitto dai Turchi, furono rafforzate le opere difensive del centro abitato, che però non poterono respingere le incursioni dei Saraceni della prima metà del Seicento. Alterne vicende determinarono poi la risalita e la ricaduta di Otranto varie volte, fino al periodo napoleonico, quando le fu concesso il titolo di Ducato del Regno di Napoli, cui seguì una nuova rinascita.

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Porto di Tricase

Tricase, Puglia

MARINA TRICASE, il porto turistico della città di Tricase (LE), nel cuore del Salento, in gestione diretta a Marine Italia dall’ottobre del 2009, oltre ad essere stabilmente presente dal 2011 nella guida ADAC MARINAFUHRER delle marine europee è stato selezionato ed inserito nel progetto “SIGNA MARIS – L’Italia che il Mare racconta” del Ministero del Turismo.
L’obiettivo del progetto “SIGNA MARIS” è quello di promuovere gli innumerevoli attrattori naturali e culturali delle regioni dell’Italia del Sud interessate dal POIn “Attrattori culturali, naturali e turismo” e cioè Calabria, Campania, Puglia e Sicilia. Il progetto interpreta le marine come porte di accesso al territorio, la nautica quale declinazione del turismo, promuovendo il diporto come leva di valorizzazione della capacità di attrazione turistica dei territori.
La collocazione interna del porto turistico costringe i naviganti a transitare per il porto vecchio, suggestivo, antico e colorato dallo smeraldo delle sue acque e dal verde della sua vegetazione. Il Marina, prenotabile via telefono o anche via email, mette a disposizione le sue attrezzature e da’ accesso alle meraviglie del suo interno, grazie a servizi eccellenti.
Il porticciolo di Marina Porto è costituito da un molo di sopraflutto, orientato a N, di 90 m banchinato all’interno, da un tratto di riva banchinata e da una darsena interna.
Pericoli: può essere pericoloso entrare con mareggiate da est -sud-est. All’imboccatura del porto è attualmente funzionante solo il fanale verde.
Per l’accesso prestare attenzione ai bagnanti durante la stagione estiva.
Con le sue grotte e le piccole insenature, l’isolotto e le belle scogliere, Tricase Porto è il luogo ideale per partire in barca alla scoperta del litorale del Capo di Leuca.
Adagiata sulle ultime propaggini delle serre salentine e dominata dalla torre d’avvistamento, Tricase Porto è una località balneare della cittadina di Tricase premiata con le 3 Vele di Legambiente.
Il litorale è prevalentemente basso e roccioso, ricco di grotte e piccole insenature sabbiose e libere. Alle calette naturali sono stati affiancati due porticcioli, uno antico e un secondo più moderno da cui partire per esplorare in barca la costa.

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  • Patrimonio culturale Religioso

Santa Maria di Leuca

Castrignano Del Capo, Puglia

A Santa Maria di Leuca si trova il Santuario di Santa Maria “de Finibus Terrae”, il cui nome dice già tutto: siamo nel centro abitato considerato “ai confini della terra”, posto più a sud dell’intera provincia di Lecce, in quella che è oggi classificata come frazione di Castrignano del Capo. Dopo 83 anni di lotte fra questo comune e il vicino Gagliano del Capo, si è finalmente definito a chi spettava la competenza amministrativa della frazione, piccola ma assai ambita, nota anche ai naviganti per il suo faro, alto 48,60 metri e posto a 102 metri sul livello del mare e perciò considerato fra i più importanti d’Italia. Chi è pratico di nautica sa che questo tratto di costa è tragicamente noto anche per un episodio storico: poco fuori Punta Ristola, il “tacco” del Bel Paese, a 85 metri di profondità, si trova infatti il relitto del sommergibile Pietro Micca, affondato durante la Seconda Guerra Mondiale col suo equipaggio di 58 marinai.

Fra Punta Ristola e Punta Méliso, là dove si trova la Marina di Leuca, si collocherebbe per convenzione il punto di separazione fra la costa adriatica e la costa ionica, e in effetti, in determinate condizioni, si scorge una linea di separazione cromatica longitudinale fra Adriatico e Ionio, che ha da sempre suggerito alla fantasia popolare un confine “fisico” fra i due mari. In realtà, tale fenomeno sarebbe dovuto all’incontro fra le correnti provenienti dal Golfo di Taranto e quelle dal Canale d’Otranto. Fra storia e leggenda, si narra anche che questo fu l’approdo di Enea, in fuga da Troia, e di San Pietro, arrivato dalla Palestina e diretto a Roma. In questo secondo caso, il suo transito sarebbe avvalorato dalla trasformazione del Tempio della Dea Minerva in luogo di culto cristiano, diventato poi l’attuale Basilica, meta di pellegrinaggi fino al Medioevo. Alla Basilica è legato anche il racconto di un miracolo che nel 365 salvò dalla burrasca un’imbarcazione di pescatori, che diedero inizio alla devozione verso la Madonna di Leuca. Un motivo in più di visita è dato anche dalla scalinata di 296 gradini che da qui conduce al porto sottostante, là dove si trova la cascata monumentale dell’Acquedotto Pugliese che dopo 244 km di tragitto – 3000 km contando tutte le diramazioni dalla Campania a qui – sfocia finalmente in mare.

Da zona ricca di pregiati beni architettonici e di importanti specie animali e vegetali qual è, dal 2006 tutta l’area del litorale salentino è inserita nel Parco Costa Otranto – Santa Maria di Leuca e Bosco di Tricase istituito dalla Regione Puglia. Fra le emergenze della zona ci sono anche le 43 ville ottocentesche costruite per la maggior parte dagli architetti Ruggieri e Rossi. Molte di esse risultano oggi abbandonate o trasformate, poiché durante la Seconda Guerra Mondiale furono private di alcuni elementi decorativi metallici, quali ringhiere e cancellate, riconvertiti in armi, mentre altre sono ancora oggi un modello di stile che ha segnato un’epoca. Vale per Villa Daniele, Villa Gioacchino Fuorte, Villa Tamborino-Cezzi, Villa Loreta Stefanachi, Villa Episcopo, Villa Colosso, Villa Maruccia già Villa Sangiovanni.

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Porto di Gallipoli

Gallipoli, Puglia

A Gallipoli sono presenti 2 porti: uno antico nei pressi della Fontana greca e uno mercantile nella città vecchia. Il porto antico ospita i pescherecci, chiamati paranze mentre il porto mercantile ospita navi di grandi dimensioni. Nel XV sec. la città passa ai veneziani che iniziarono i lavori per edificare il porto – che fino a quel momento era solo un piccolo riparo per barche. Intorno al 1480, il porto di Gallipoli venne ristrutturato completamente dai Veneziani e successivamente passò in mano agli Aragonesi.
Ferdinando I di Borbone avviò la costruzione del porto che divenne nel Settecento la più importante piattaforma olearia del Mediterraneo per il commercio dell’olio per lampade (olio lampante). In quel periodo il porto divenne un punto di riferimento per il commercio soprattutto dell’olio lampante e del vino. Nel 1850 dopo ulteriori miglioramenti, divenne il porto più importante dell’area ionica del Salento. Gallipoli e il suo porto ebbero un’importanza fondamentale per il commercio dell’olio lampante. Dal suo porto partivano navi cariche di olio verso tutto il mondo. Tuttora risiedono in città i discendenti di famiglie genovesi, sarde, veneziane e napoletane di commercianti di olio che si spostarono a Gallipoli come gli Spinola, i Vallebona, i Calvi, ecc. Gran parte dell’olio prodotto o depositato nelle cisterne veniva venduto a Paesi esteri, i quali avevano rappresentanza in Gallipoli con propri vice consolati. In Gallipoli si ebbero fino al 1923 i consolati esteri di molte nazioni europee: Austria, Danimarca, Francia, Inghilterra, Impero ottomano, Paesi Bassi, Portogallo, Prussia, Russia, Spagna, Svezia e Norvegia, Turchia. Il porto è protetto, dalle forti mareggiate, da due moli, il Molo Foraneo ed il Molo Tramontana. Inoltre nel porto arrivano navi che esportano in tutto il mondo cemento prodotto dalla ditta Colacem, il terzo produttore e distributore in Italia di cemento ed è la società capofila del Gruppo Financo.
Una moderna ristrutturazione si è avuta nel 1980 ed oggi il Porto Mercantile ha una estensione di 80mila metri quadrati. Nel porto vi sono sedi della Capitaneria di Porto, Polizia di Stato squadra nautica, Guardia di Finanza, Agenzia delle Dogane e dei Monopoli. Oggi è un importante fulcro commerciale e durante il periodo estivo diventa un importante scalo turistico per il Salento. Tutti i giorni, al tramonto, le imbarcazioni rientrano nei porti per vendere il pesce pescato.
Dopo una crisi di scambi che ha colpito il porto negli anni passati, nel 2013 vi è stato un aumento visibile di navi: queste hanno avuto degli scambi con l’Italia, nord Africa, Libia, Algeria e altre nazioni nel resto dell’Europa. Sono stati registrati alcuni dati relativi all’esportazione di cemento di tonnellate pari a più di 200.000 tonnellate
Il porto si trova su un promontorio, proprio dove un ponte lungo 70 metri collega la zona nuova di Gallipoli a quella vecchia. E’ rappresentato da un canale naturale ed è in grado di ospitare anche barche di grosse dimensioni.
A ovest rispetto al porto principale c’è un secondo porticciolo, riservato alle piccole imbarcazioni da pesca ed è proprio in questo punto, che di buon’ora al mattino potrete osservare con i vostri occhi la grande laboriosità dei pescatori locali i quali rientrano dal mare e offrono sul mercato i preziosi frutti del loro grande lavoro.
Vi consigliamo di acquistare il freschissimo pesce venduto al porto di Gallipoli e di provarlo solo ed esclusivamente con ricette locali per gustare a pieno la tradizione di questa meravigliosa terra. Tra esse alcune degne di nota, e che vi abbiamo già raccontato nei loro articoli dedicati, sono: la ricetta delle seppie alla gallipolina e la ricetta della scapece, il caratteristico pesce con pan grattato e aceto che viene venduto ad ogni sagra o festa religiosa della città ma anche in tutte le zone costiere salentine.

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Marina di Brindisi

Brindisi, Puglia

Il Forte a Mare di Brindisi è il baluardo militare che dal XV secolo difende la città. Ieri dalle incursioni nemiche che per secoli hanno interessato tutta la costa di Puglia, oggi dalle intemperie che potrebbero minacciare il porto e la Marina di Brindisi. Uno “scalo” ben noto ai diportisti che praticano il Mar Mediterraneo in rotta verso Croazia, Grecia, Montenegro e Albania, e che ne conoscono i servizi e le potenzialità: attorno alla piazzetta, ecco una serie di attività commerciali, bar, ristorante, circolo nautico, alaggio e rimessaggio, oltre all’assistenza tecnica per ciò che compete attrezzature e riparazioni. Il tutto affacciato su un tratto di mare che è tra i più belli e pescosi del “Mare Nostrum”.

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Comune: Otranto

Mese di inizio: Dicembre

Durata: 1 Giorni

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