Villaggio Albergo Le tre Isole
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Magione, Umbria
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castiglione del lago, città della pieve, magione, montegabbione, paciano, panicale, passignano sul trasimeno, piegaro, tuoro sul trasimeno
Scopri tutti i comuni del territorioDuemila e più anni di storia, in un’incredibile alternanza di culture ed epoche diverse, si riflettono nelle acque del Parco Regionale del Lago Trasimeno, il più grande dell’Umbria. Il primo capitolo di questo immenso libro di storia en plein air è Castiglione del Lago, le cui origini etrusche si leggono ancora nonostante le molte stratificazioni su cui mise il suo sigillo anche Federico II di Svevia, che nel XIII secolo riedificò la fortezza del borgo ribattezzandola Castello del Leone, in seguito sede del marchesato e del ducato dei Della Corgna. Sorte movimentata anche quella di Città della Pieve, la potente Castrum Plebis che nel suo Centro Storico alterna elementi di ogni gusto ed età, dai resti di epoca etrusca fino a risalire i secoli e ad approdare alle architetture di gusto barocco, rococò e neoclassico.
Il Castello dei Cavalieri di Malta di Magione ha una storia a dir poco unica nel suo genere che vale la pena raccontare. Costruito nel XII secolo come ospedale per i pellegrini in viaggio da Roma a Gerusalemme, divenne poi una fortezza che nei secoli ospitò papi e personalità. Il Machiavelli ambienta qui la celebre congiura ai danni di Cesare Borgia, e nelle sue cantine in mattoni rossi c’è sempre qualcuno che ne rievoca i fatti. Oggi, sotto quelle volte riposano e si degustano i vini di un’azienda agricola dedita alla produzione di un rosso etichettato Colli del Trasimeno Doc e di olio extravergine. Magione è il punto di riferimento anche per chi vuole praticare birdwatching e conoscere meglio l’ambiente lacustre: qui si trovano il Centro visite del Parco e dell’Oasi naturalistica “La Valle”, il Centro di documentazione del Trasimeno, una stazione di inanellamento degli uccelli, alcuni osservatori e il Museo della Pesca di San Feliciano.
Paciano, che con meno di mille abitanti è uno dei Comuni più piccoli d’Italia, grazie alle sue tre porte e alla cinta muraria è riuscito a difendere per secoli la sua microrealtà, come pure Panicale, che deve la sua inespugnabilità alla pianta a cerchi concentrici stretti attorno al castello. Sono così arrivati intatti a noi la bella Collegiata di San Michele, il Palazzo del Podestà, il Complesso del San Sebastiano, immerso nella tranquillità di un parco e con due splendidi affreschi del Perugino. Vero unicum è il Museo del Tulle, allestito nell’ex chiesa di Sant’Agostino, dedicato alla memoria di una panicalese molto più che operosa, Anita Belleschi Grifoni, cui si deve il recupero di un tipo di ricamo su tulle denominato “Ars Panicalensis”, mentre in un’ex fabbrica di vetro di Piegaro è il Museo del Vetro a raccontare storie di tradizioni antichissime, di viaggi e commerci accaduti ai tempi dei Fenici.
Qualche ricordo scolastico lo suscitano pure Passignano e Tuoro sul Trasimeno, là dove nel 217 a.C. avvenne la famosa battaglia fra le truppe romane e cartaginesi di Annibale. In particolare, nei dintorni di Tuoro si sviluppa un percorso archeologico che tocca i luoghi dello scontro. Nonostante i successivi passaggi di Goti, Longobardi, Bizantini e di vari Signori e vassalli, entrambi i borghi hanno mantenuto un aspetto medievale, che si apprezza ancora di più in barca, a bordo dei battelli che fanno la spola verso due delle tre isole del Lago Trasimeno. L’Isola Maggiore, con il suo borgo di pescatori, e l’Isola Polvese, dal 1973 Parco Scientifico-Didattico per la ricca flora e fauna.
Dati ottenuti tramite l’analisi delle recensioni sul web
Le attività del turista culturale
Pietro di Cristoforo Vannucci, 1446 Città della Pieve, 1523 Fontignano, noto come Pietro Perugino, o semplicemente Il Perugino o Il Divin Pittore. Un’esistenza trascorsa a dare forma e volto a santi e madonne rimaste nella storia dell’arte, ma soprattutto vissuta attorno al Lago Trasimeno. Un Comprensorio, quello del Trasimeno, denso di mete per appassionati d’arte, a partire dal borgo d’origine del Divin Pittore. A Città della Pieve, il suo illustre cittadino ha lasciato in eredità l’Adorazione dei Magi e Il Battesimo di Cristo, realizzati nel 1510, e la Madonna In Gloria tra i Santi protettori Gervasio e Protasio, conservati nella bellissima Cattedrale dei SS. Gervasio e Protasio. Nella Chiesa di Santa Maria dei Servi, appena fuori le mura, nel Museo Civico Diocesano si ammira un altro importante quadro del Perugino: la Deposizione della Croce, del 1517, considerata dai critici l’opera più importante della sua vecchiaia. In omaggio alla memoria del Maestro, fra Piazza del Duomo e Via Vittorio Veneto, c’è oggi una lapide che segna il punto esatto dove un tempo sorgeva la sua casa natale.
In pochi minuti da qui si arriva a Panicale, fra i “Borghi più Belli d’Italia” grazie all’indubbio stato di conservazione del suo Centro Storico medievale, che si sviluppa su tre livelli diversi e attorno ad altrettante piazze, fino ad arrivare a quella più in alto al cospetto del Palazzo del Podestà. Fra i tesori che merita attenzione c’è l’opera del Perugino intitolata Martirio di San Sebastiano, un’intera parete affrescata dall’artista nel 1505 all’interno della Chiesa di San Sebastiano.
Nell’ex chiesa di Sant’Agostino, ha invece sede il Museo del Tulle, dedicato ad Anita Belleschi Grifoni, la panicalese che ripropose agli inizi del Novecento un particolare tipo di ricamo su tulle denominato “Ars Panicalensis”. Un modo per tramandare arti antiche, come accade nel vicino borgo di Piegaro: meta, il Museo del Vetro, in un’ex fabbrica di vetri ora ripensata in chiave didattica.
Le attività del turista Enogastronomico
Per chi non è avvezzo al mondo del vino o non è del mestiere, forse il termine Gamay non dirà granché e suonerà pure come un termine “moderno”, straniero in terra d’Umbria. Invece, il Gamay è un vitigno antico, che sulle colline attorno Perugia viene coltivato con cura dal XV secolo. Ha affinità con il Cannonau, il Tocai Rosso e l’Alicante, facendo parte della stessa “famiglia”, e viene oggi utilizzato per creare il blend del Doc “Colli del Trasimeno”. Per chi volesse approfondire il tema passando alla pratica con il calice in mano, nel Comprensorio del Trasimeno c’è la Strada dei vini Colli del Trasimeno, lungo la quale ci si ferma in cantine, agriturismi e trattorie per degustare il Doc ma anche l’Igt Umbria. Fra i bianchi, ad accompagnare piatti a base di pesce di lago, c’è il Grechetto, perfetto anche con la Fagiolina del Trasimeno, da condire con abbondante olio a marchio “Dop Umbria”. Molte le varietà che concorrono a questo “oro verde”: Moraiolo e Dolce Agogia, in misura non inferiore al 15%; Frantoio e Leccino in percentuale non inferiore al 65%, più altre varietà fino al limite massimo del 20%.
La pesca sul lago è oggi praticata da professionisti riuniti in cooperative. Sul Trasimeno si pescano l’anguilla, la tinca, il persico reale, il luccio e il latterino, ma soprattutto la carpa regina, da gustare in porchetta, mentre le sue uova pregiate vengono utilizzate per zuppe e primi piatti. Come il “tegamaccio”, squisita zuppa di pesce cotta in un tegame di coccio.
Le attività del turista Naturalistico
Nel 1236, un certo Abate Alberto dei Frati Minori di San Giovanni percorse per la prima volta i 2200 km che diedero vita alla cosiddetta Via Romea Germanica. Un viaggio lunghissimo, ma diviso in tre tronconi; Germani, da Stade a Wernigerode passando per Sassonia, Turingia e Baviera, Austria, da Seefeld, Innsbruck e Brennero, e Italia, dalle Alpi a Roma in 46 tappe, tra panorami suggestivi, natura, borghi e città d’arte. Una Via adatta a qualsiasi tipo di mezzo, dalla bicicletta a cavallo, dalla moto all’auto, ma anche a piedi, con i giusti tempi e la corretta preparazione al tipo di tappe selezionate. In Umbria, per esempio, ce ne sono quattro di tappe, che in poco più di 81 km portano da Pozzuolo a Orvieto, con stop a Paciano, Città della Pieve, Ficulle e Orvieto. Ciascuna tappa aggiunge Credenziali per l’ottenimento del il “Testimonium”, il certificato di fine pellegrinaggio una volta giunti a Roma.
“I sentieri del Perugino nelle terre del Marchese”. Si intitola così il trekking ispirato alle figure del “Divin Pittore” e del Marchese della Corgna, significative nella storia della zona del Trasimeno in età rinascimentale. In tutto, l’itinerario copre circa 100 km, diviso in cinque tappe da 20 km circa l’una, fra paesaggi fonte di ispirazione per la mano di Pietro Vannucci e terre da conquistare per il condottiero Ascanio della Corgna. La prima tappa è di 19 Km, per 910 di dislivello, con una difficoltà media. Si parte dalla città natale del Perugino, Città della Pieve, per arrivare a Paciano, Panicale e Piegaro, borghi medievali ricchi di storia, cultura ed enogastronomia, belvedere sul Lago e le colline circostanti.
La seconda tappa – 21 km per 880 metri di dislivello – va da Panicale a Fontignano, luogo di sepoltura del Divin Pittore, al confine tra Umbria e Toscana.
La terza segna il tratto da Fontignano al piccolo borgo di Castiglion Fosco, toccando l’Abbazia dei Sette Frati e continuando per un percorso a saliscendi per 21 km e 629 metri di dislivello.
La quarta, conduce fino a Piegaro, passando per Montarale, che con i suoi 853 metri è il punto sommitale dell’intero cammino, terrazza panoramica sul Lago e fino ad Assisi. Anche in questo caso, i chilometri sono 21 e 1.100 i metri di dislivello, per un grado di difficoltà impegnativo. La quinta e ultima tappa, sempre di 21 km ma con 615 metri di dislivello, fa ritorno a Città della Pieve. Nel mezzo, Montegabbione e Monteleone di Orvieto, con splendidi panorami sulla Valdichiana.
Se non avete mai visto uno svasso maggiore o un tarabusino, allora l’Oasi naturalistica la Valle, a San Savino di Magione, nel Parco del Trasimeno, è il luogo che fa per voi. Insieme a queste due specie, potrete avvistare folaghe e germani reali, alzavole, moriglioni, fischioni, marzaiole e canapiglie, aironi rossi e cinerini, gazzette e cannereccione. Per farlo, ci sono una passerella con un osservatorio per il birdwatching e la possibilità di avere binocoli e cannocchiali adatti allo scopo. L’Oasi è anche un centro di educazione e di esperienza ambientale, perfetto per un’escursione con i bambini, che possono iniziare ad approcciare la scienza quasi come fosse un gioco, nelle aule didattiche attrezzate e nel laboratorio con stereomicroscopi.
Le attività del turista Spirituale
Nel 1236, un certo Abate Alberto dei Frati Minori di San Giovanni percorse per la prima volta i 2200 km che diedero vita alla cosiddetta Via Romea Germanica. Un viaggio lunghissimo, ma diviso in tre tronconi; Germani, da Stade a Wernigerode passando per Sassonia, Turingia e Baviera, Austria, da Seefeld, Innsbruck e Brennero, e Italia, dalle Alpi a Roma in 46 tappe, tra panorami suggestivi, natura, borghi e città d’arte. Una Via adatta a qualsiasi tipo di mezzo, dalla bicicletta a cavallo, dalla moto all’auto, ma anche a piedi, con i giusti tempi e la corretta preparazione al tipo di tappe selezionate. In Umbria, per esempio, ce ne sono quattro di tappe, che in poco più di 81 km portano da Pozzuolo a Orvieto, con stop a Paciano, Città della Pieve, Ficulle e Orvieto. Ciascuna tappa aggiunge Credenziali per l’ottenimento del il “Testimonium”, il certificato di fine pellegrinaggio una volta giunti a Roma.
Le attività del turista Sportivo
Nel 1236, un certo Abate Alberto dei Frati Minori di San Giovanni percorse per la prima volta i 2200 km che diedero vita alla cosiddetta Via Romea Germanica. Un viaggio lunghissimo, ma diviso in tre tronconi; Germani, da Stade a Wernigerode passando per Sassonia, Turingia e Baviera, Austria, da Seefeld, Innsbruck e Brennero, e Italia, dalle Alpi a Roma in 46 tappe, tra panorami suggestivi, natura, borghi e città d’arte. Una Via adatta a qualsiasi tipo di mezzo, dalla bicicletta a cavallo, dalla moto all’auto, ma anche a piedi, con i giusti tempi e la corretta preparazione al tipo di tappe selezionate. In Umbria, per esempio, ce ne sono quattro di tappe, che in poco più di 81 km portano da Pozzuolo a Orvieto, con stop a Paciano, Città della Pieve, Ficulle e Orvieto. Ciascuna tappa aggiunge Credenziali per l’ottenimento del il “Testimonium”, il certificato di fine pellegrinaggio una volta giunti a Roma.
“I sentieri del Perugino nelle terre del Marchese”. Si intitola così il trekking ispirato alle figure del “Divin Pittore” e del Marchese della Corgna, significative nella storia della zona del Trasimeno in età rinascimentale. In tutto, l’itinerario copre circa 100 km, diviso in cinque tappe da 20 km circa l’una, fra paesaggi fonte di ispirazione per la mano di Pietro Vannucci e terre da conquistare per il condottiero Ascanio della Corgna. La prima tappa è di 19 Km, per 910 di dislivello, con una difficoltà media. Si parte dalla città natale del Perugino, Città della Pieve, per arrivare a Paciano, Panicale e Piegaro, borghi medievali ricchi di storia, cultura ed enogastronomia, belvedere sul Lago e le colline circostanti.
La seconda tappa – 21 km per 880 metri di dislivello – va da Panicale a Fontignano, luogo di sepoltura del Divin Pittore, al confine tra Umbria e Toscana.
La terza segna il tratto da Fontignano al piccolo borgo di Castiglion Fosco, toccando l’Abbazia dei Sette Frati e continuando per un percorso a saliscendi per 21 km e 629 metri di dislivello.
La quarta, conduce fino a Piegaro, passando per Montarale, che con i suoi 853 metri è il punto sommitale dell’intero cammino, terrazza panoramica sul Lago e fino ad Assisi. Anche in questo caso, i chilometri sono 21 e 1.100 i metri di dislivello, per un grado di difficoltà impegnativo. La quinta e ultima tappa, sempre di 21 km ma con 615 metri di dislivello, fa ritorno a Città della Pieve. Nel mezzo, Montegabbione e Monteleone di Orvieto, con splendidi panorami sulla Valdichiana.
Nelle campagne attorno Perugia capita sempre più spesso di vedere windsurf o kite, così come sci nautici o canoe, laser o barche di dimensioni più impegnative essere trasportati su tetti delle auto o rimorchi. La direzione è una, il Lago Trasimeno. Un fenomeno che si sta sempre più affermando, stimolato dall’ampia superficie del lago e alla bassa profondità, che consentono di praticare sport acquatici in tutta sicurezza, a qualsiasi età e livello, dal principiante all’habitué dei circoli velici. A Castiglione del Lago, Passignano o Tuoro sul Trasimeno se ne trovano parecchi, con istruttori qualificati per chi volesse approcciare una di queste discipline, oppure noleggiare imbarcazioni a vela o motore, con o senza skipper: un modo alternativo per visitare i vari borghi storici che si affacciano sul Trasimeno.
Fra le mille strade che si possono percorrere in bici o MTB nella zona del Comprensorio del Trasimeno, ci sono alcune Ciclovie “ufficiali”, di vari livelli di difficoltà, che offrono l’agio di potersi rilassare senza più il pensiero di dover creare un itinerario. Si imposta il “pilota automatico”, si segue l’apposita segnaletica e via.
In particolare, ce n’è una che ha una traccia naturale prestabilita, la Ciclovia del Trasimeno, che si snoda lungo tratto il periplo del lago e vero la fine si spinge verso il Parco Regionale omonimo, in un’alternanza di canneti e boschi, panorami lacustri e collinari, distese di ulivi e piccole isole. I chilometri sono in tutto 57, il 58% dei quali su sterrato, con un dislivello di +100 e -100 metri. Tappe intermedie, Passignano sul Trasimeno, Monte del Lago, San Feliciano, Oasi la Valle, Sant’Arcangelo, Castiglione del Lago, Tuoro sul Trasimeno, Isole Polvese e Maggiore.
La Ciclovia Perugia-Trasimeno è invece di 29,9 km per lo più asfaltati (66%), e con un dislivello di +180, -200 metri. Un percorso facile, fattibile anche con bici ibrida, che in una giornata permette di toccare Perugia, Monte Sperello, Magione e San Savio. Anche il Collegamento Ciclovia del Sole – Ciclovia del Trasimeno, non troppo arduo, per bici ibrida, è adatto davvero a tutti. Si parte da Chiusi e si arriva a Passignano sul Trasimeno, toccando Castiglione del Lago, Paciano, Panicale e percorrendo in tutto 16,9 km (61% asfaltato), con un dislivello di +30, -20 metri. In località “Muffa”, si offrono però due alternative, entrambe molto panoramiche: la prima è la ciclabile che da Borghetto sale sulle colline sopra il lago, lunga 48 km e con 1.000 metri di dislivello, terminante con una vista mozzafiato a Valico Gosparini. Gli irriducibili della MTB la ameranno per i continui cambi di fondo e i panorami. La seconda parte invece da Muffa e arriva a Sant’Arcangelo sul Trasimeno, 12 km appena, con+150, -150 metri di dislivello, facile e per il 47% su asfalto da percorrere in ibrida o MTB.
Sempre da Muffa, ci si può dirigere anche verso Borghetto, in 34 km e con un dislivello di +100, -200 metri, per un percorso medio-facile, per il 94% asfaltato.
La chiesa di Santa Maria dei Bianchi, già oratorio dei Disciplinati, si trova al centro di Città della Pieve.
Da alcuni documenti sappiamo che la chiesa già esisteva nel XIV secolo e aveva annesso l’ospedale, poi diventato ospizio. A partire dal XVIII secolo si cominciò a costruire una nuova chiesa, su struttura della precedente. Nel 1743 si completarono gli interventi all’interno, nel 1772 si iniziò la facciata, terminata intorno al 1780. Quest’ultima risentì sia del gusto Rococò che di quello Neoclassico.
All’interno, da vedere, affreschi e tele del pittore romano Giovanni Miselli, 1743-1744, la Presentazione al Tempio dell’altare maggiore e gli stucchi di Stefano Cremoni.
Molto interessante è l’organo che si trova sulla controfacciata, opera di Claudio Carletti da Fabriano.
Da menzionare l’affresco che si trova in sagrestia di Antonio Circignani raffigurante La Presentazione di Maria al Tempio del 1606, purtroppo rovinato dall’umidità.
All’interno di questa chiesa il pittore Pietro Vannucci detto il Perugino, invitato nel 1504 dai frati, dipinse tutta la parete di fondo con la scena dell’Adorazione dei Magi. Condusse il lavoro con tanta sollecitudine da terminarlo l’anno stesso. E’ una delle più grandi e complesse opere che abbia fatto il maestro. Il Presepio concepito da lui, e da lui in gran parte eseguito, è certamente uno dei lavori più belli: dallo splendido paesaggio rappresentato nello sfondo, alla finezza dei personaggi, molto numerosi in questa composizione, trenta solo le figure a grandezza naturale, di più le piccole. La parte centrale è quella più curata e dimostra che il Perugino nella parte che maggiormente attrae lo sguardo dell’osservatore, mise in opera tutto il suo ingegno, lasciando ai suoi aiuti i gruppi di figure laterali.
La chiesa è una delle tre parrocchie della città.
Da Tuoro sul Trasimeno, provincia di Perugia, partono i traghetti per raggiungere l’Isola Maggiore, una delle tre isole naturali del Lago Trasimeno, i cui numeri lasciano intuire la micro realtà in cui in un istante ci si ritrova catapultati: 24 ettari di superficie, 309 metri di “quota” e 2 km di costa a circoscrivere un fazzoletto di terra ricoperto in gran parte da macchia mediterranea e abitato da una decina di persone o poco più. A differenza dell’Isola Polvese e della Minore, qui si trova infatti l’unico villaggio isolano ancora abitato stabilmente, eco di quella che nel XIII secolo era una fiorente comunità di Frati minori, tanto nota da aver ospitato per un certo periodo San Francesco.
A ricordo del passaggio del “Poverello di Assisi” permane oggi la piccola Chiesa di San Francesco, accanto alla quale un tempo sorgeva l’antico Convento dei Francescani, poi inglobato nel neogotico Castello Guglielmi oggi in stato di abbandono. Il resto del borgo, un pugno di case vecchie di sei o sette secoli, fra cui la bella Casa del Capitano del Popolo, affaccia su un’unica strada lastricata, che termina con la graziosa Chiesa di San Salvatore.
Il Museo del Vetro è la testimonianza più importante di un’antica tradizione di lavorazione del vetro, che ha caratterizzato Piegaro e la sua economia, dal XIII secolo. L’edificio che attualmente ospita l’esposizione è l’ultima sede, dentro le mura del paese, della Vetreria che nel 1968 venne dismessa, spostando la produzione in un impianto nuovo alla valle del paese, tuttora esistente.
Il Museo inaugurato il 18 aprile 2009 conserva l’antico aspetto della Vetreria e custodisce molteplici tipologie di manufatti usciti dalle fornaci piegaresi, che sono solo una parte della produzione della fabbrica degli ultimi due secoli. Tali oggetti sono stati realizzati con varie tipologie di lavorazione. La più antica e diffusa, praticata negli impianti di Piegaro, fino agli anni ’50 del ’900, è la soffiatura, che poteva essere libera o in stampi. Negli anni ’50 del XX vennero introdotte le macchine semiautomatiche (di cui il museo conserva alcuni esemplari) in cui i manufatti venivano stampati all’interno di forme metalliche utilizzando aria compressa.
Tra i pezzi più antichi e di maggior pregio figurano alcuni pezzi appartenuti al servizio da tavola della Famiglia Misciattelli (XIX secolo). Si tratta di bicchieri, bottiglie, brocche ed altri contenitori, per la maggior parte in vetro trasparente con decorazione incisa e dipinta. Numerosi sono i contenitori per vino, in particolare fiaschi e damigiane, prodotti sia per soffiatura che tramite macchine semiautomatiche. La tecnica di produzione ne costituisce generalmente l’unico, piuttosto vago, elemento datante, essendo questi manufatti, specie quelli soffiati e quelli anteriori agli anni ’50 del ‘900, privi di iscrizione e di qualsiasi altra caratteristica peculiare. Fanno eccezione le damigiane soffiate che spesso riportano su un anello a rilievo, aggiunto a mano una particolare decorazione o iscrizione con specificato il luogo di produzione. L’uso dello stampo, permetteva di apporre indicazioni, oltre che il luogo di produzione, caratteristiche dell’oggetto e del contenuto ed in alcuni casi, motivi decorativi. Tra i fiaschi soffiati si distinguono quelli con uno scomparto interno, con imboccatura separata, in cui veniva posto il ghiaccio, per raffreddare il contenuto. Particolarmente interessanti sono il fiaschi prodotti negli anni 1950 e 1975 per celebrare il Giubileo, decorati a rilievo, con immagini di Roma (Piazza San Pietro e Colosseo). A partire dall’introduzione della macchina a stampo vennero introdotte diverse tipologie di fiasco: la principale fabbricata a piegaro era la Pulcianella (o Puccianella) dal corpo sferico. In molti casi gli oggetti stampati riportavano la siglia VCP, che a partire dal ’60 contrassegnò le produzioni della Vetreria Cooperativa Piegarese.
Il fiasco che ha costituito per secoli le produzione principale delle Vetrerie Piegaresi, necessitava di un ulteriore passaggio produttivo da effettuarsi fuori dalla fabbrica l’impagliatura. Questa occupazione che veniva svolta per lo più da donne aiutate da bambini ed anziani, costituì per molto tempo un’importante fonte di reddito per le famiglie del comprensorio.
Le vetrerie di Piegaro producevano contenitori per la conservazione di vino, olio e oggetti di uso medio, come recipienti per medicine ed utensili per la cura del malato. Da segnalare, all’interno del percorso museale, alcune curiosità come il galleggiante per reti da pesca, la bottiglia di gassosa contenente una biglia in vetro che fungeva da chiusura alcuni libretti paga degli operai conservati nella saletta delle giornate. Sono conservati anche documenti d’archivio risalenti al XIX e XX secolo, riguardanti il patrimonio e l’attività della fabbrica negli ultimi due secoli di storia.
Il Parco del Lago Trasimeno è il più grande dei parchi regionali umbri. Il territorio si estende nei comuni di Castiglione del Lago, Magione, Panicale, Tuoro sul Trasimeno e Passignano sul Trasimeno, lungo il perimetro del lago Trasimeno e comprende tre isole: l’Isola Polvese, la più estesa, di proprietà della Provincia di Perugia, che è utilizzata come centro didattico e di studio ambientale; l’Isola Maggiore, la seconda in ordine di grandezza, in cui è un grazioso borgo di pescatori risalente al ‘400; l’Isola Minore, di proprietà privata.
L’aspetto naturalistico del Parco è quello di una zona umida di grandissima importanza. Il lago, incastonato tra le dolci colline umbre ha, da sempre, rappresentato per l’avifauna acquatica un’importante area di svernamento, sosta e riproduzione, e per le specie ittiche un habitat perfetto per vivere e riprodursi. I centri rivieraschi, i piccoli borghi di pescatori, lo sfalcio dei canneti ancora effettuato a mano, danno una dimensione “al di fuori del tempo” di questi luoghi. I Pescatori i veri personaggio del Trasimeno, che da sempre hanno animato ed animano solcando con le loro particolari barche le acque del lago, sfidando anche le più terribili burrasche, sono i veri custodi dei segreti di questo particolare scrigno naturalistico. La loro dedizione per queste acque, generalmente tramandata da padre in figlio, la loro conoscenza delle fasi lunari, ha sempre reso queste figure mitiche o comunque particolarmente inserite nel contesto naturale-lacustre. E’ possibile godere ancora della presenza di personaggi intenti nel riparare le reti e sfalciare il canneto.
Le Isole
Isola Polvese
L’isola Polvese, facente parte del comune di Castiglione del Lago, si trova nella parte sud orientale del Trasimeno, con i suoi 70 ha è l’isola più estesa del lago. L’area, oltre ad essere di particolare interesse naturalistico con la presenza di lecceta ad alto fusto, un oliveto secolare e un esteso canneto, ideale luogo di sosta e svernamento per un gran numero di uccelli acquatici, conserva importanti memorie storiche, quali la Chiesa di San Secondo, il Monastero Olivetano, la Chiesa di San Giuliano, un Castello del XIV secolo recentemente restaurato.
All’interno dell’isola possiamo trovare il Giardino delle Piante acquatiche o Piscina Porcinai realizzata alla fine degli anni 50 dall’architetto Pietro Porcinai, il quale creò una piscina della profondità di 5,30 metri, completamente scavata nella roccia e alimentata dalle acque del Lago Trasimeno.
Intorno alla grande vasca furono poi realizzati i “ninfei”, delle piccole piscine poco profonde poste a differenti altezze e in comunicazione l’una con l’altra nelle quali vennero poste diverse specie di piante acquatiche sia autoctone che alloctone.
L’isola è un chiaro esempio di turismo sostenibile essendo inoltre riconosciuta fra le destinazioni europee di eccellenza, nel quadro del progetto EDEN, per la qualità dei servizi turistici e di accoglienza. Ed è palcoscenico di iniziative volte all’educazione ambientale nelle scuole con numerose proposte didattiche di formazione e educazione ambientale che prevedono lo studio dell’ambiente, della storia, della cultura e della gestione sostenibile del territorio.
Isola Maggiore
L’isola Maggiore situata sulla sponda settentrionale del lago e facente parte del comune di Tuoro è la seconda isola del Trasimeno.
Con i suoi 18 abitanti e una superficie di 24 ettari racchiusa in un perimetro di 2 km presenta un suggestivo paesaggio naturale caratterizzato da ulivi, cipressi, lecci e pioppi e un importante patrimonio storico-culturale.
Appena sbarcati sull’isola ci si trova nell’incantevole borgo medievale, proseguendo, oltre ad ammirare il suggestivo panorama su tutto il Trasimeno, si possono visitare alcuni monumenti storici come la Chiesa di San Salvatore, il Rudere della chiesetta monastero delle Suore di San Leonardo la Chiesa di San Michele Arcangelo La Chiesa di San Francesco e molto altro ancora.
L’isola non è solo ricca di memorie storiche, ma anche di eredità dell’artigianato locale, nel museo del merletto infatti sono esposti numerosi manufatti creati con “pizzo di Isola” o “pizzo d’Irlanda”, da circa un secolo attività principale delle donne dell’isola. Non sono, inoltre, da dimenticare le ottime possibilità gastronomiche con le specialità del pesce di lago e dei prodotti del territorio.
Isola Minore
L’Isola Minore, come dice il nome stesso, con una superficie totale di 0,05 kmq è la più piccola isola del Lago Trasimeno. Dista solo 470 m dalla vicina Isola Maggiore ed è la più vicina a Passignano sul Trasimeno, territorio di cui fa parte.
L’Isola oggi disabitata è stata popolata per lungo tempo, fino al XV secolo, quando gli abitanti hanno deciso di spostarsi sulla terraferma. Oggi l’Isola è privata e non esistono collegamenti con i traghetti né un vero e proprio molo di attracco.
L’Isola, inoltre, Presenta una folta vegetazione boschiva, tra cui pini e lecci, e nutrita colonia di cormorani.
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