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La chiesa, dedicata alla Beata Maria Vergine Assunta in Cielo, concattedrale della diocesi Lucera-Troia, è sita a Troia, piccola cittadina in provincia di Foggia di antichissima fondazione.
La cittadina custodisce numerosi tesori artistici, tra i quali si distingue la concattredale con il suo rosone ad 11 raggi.
Nel 1093 prende vita il progetto di massima dell’attuale Cattedrale di Troia, che incorpora la preesistente chiesa bizantina oggi visibile nell’Abside, i cui lavori terminano nel 1120.
L’ edificio è a croce latina e presenta delle importanti peculiarità dall’indubbio interesse architettonico.
E’, infatti, uno dei capolavori dell’architettura romanica, non tanto per le proporzioni quanto per l’armonia della costruzione.
Il complesso architettonico è in stile romanico-pugliese e la sua storia è legata all’importanza che il vescovado aveva all’interno della città grazie alla sua diretta dipendenza dalla Santa Sede.
Dal punto di vista architettonico, la facciata presenta delle peculiarità dovute al gioco delle parti architettoniche e scultoree che ne determinano la visibile armonia.
Particolare interesse merita il rosone, unico nel suo genere, che colpisce l’osservatore per la sua indiscussa bellezza e datato tra il 1160 e il 1180.
Si tratta di un eccelso esempio di tecnica scultorea a traforo: composto da undici colonne (di uno stile simile all’ordine corinzio) che si irradiano dal centro dello stesso secondo angoli uguali, a loro volta connesse con un gioco di archi che fanno da cornice, è suddiviso in undici “spicchi”. Questi ultimi sono decorati con diaframmi traforati diversi tra loro e diversi dalla decorazione degli archi, creando così ben ventidue decorazioni differenti ottenute esclusivamente con la tecnica del traforo, facendo apparire il rosone come un ricamo merlettato. Al centro del rosone le undici colonnine poggiano su un cerchio di pietra lavorata a squame, a determinare una decorazione che ricorda una corda che si chiude o un serpente che si morde la coda, simbolo dell’eternità, della morte e resurrezione, oltre ad essere di forma circolare, simbolo della perfezione. Il centro del rosone, dunque, simboleggia la figura di Gesù Cristo. Il rosone, in definitiva, è la sintesi di diversi influssi stilistici, prodotto unico ed originale di raffinatezza stilistica, priva di esemplari con cui possa essere paragonato.
Un’altra particolarità di rilievo, molto rara nelle chiese antiche di tutta Italia, è la presenza delle porte di bronzo.
Alla base dell’architrave del portale centrale, ornato da motivi orientaleggianti, si legge: “Istius aecc(les)iae p(er) portam materialis introitus nobis tribuatur spiritualis”, la cui traduzione letterale dal latino è «L’ingresso attraverso la porta di questa chiesa materiale ci procuri quella spirituale». In generale tutto l’insieme rappresenta questo passaggio dal peccato alla salvezza.
Il portale bronzeo è diviso in 28 parti, ognuna rappresentante una situazione o un personaggio differente.
All’interno, la concattedrale è composta da tre navate, divise tra loro da tredici colonne marmoree. La presenza di un numero dispari di colonne è dovuta al fatto che, entrando dal portone centrale, la prima colonna sulla destra è doppia. Simbolicamente il numero tredici rappresenta Gesù con i suoi apostoli.
Una cosa importante da notare è l’asimmetria dell’abside.
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