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Comune di BRUGNATO
La chiesa cattedrale risale al XII sec. e viene edificata, verosimilmente, nel momento in cui Brugnato diventa Diocesi suffraganea dell’Arcidiocesi di Genova. L’edificio, presenta uno schema planimetrico a due navate divise da pilastri colonniformi e sorge sui resti di due chiese preesistenti, la più antica delle quali, posta sotto l’attuale navata maggiore, risale ad epoca bizantina (VI secolo) .
Al centro del catino absidale, si possono ammirare tre volti in pietra sbozzata (maschere apotropaiche), con funzione rappresentativa dei tre santi Pietro, Lorenzo e Colombano, contitolari della cattedrale.
Sulla terza colonna, volto verso la navata maggiore, è un affresco, risalente al XV sec. che raffigura Sant’Antonio Abate.
Il Santo, la cui figura è inquadrata da una fascia decorativa con motivi vegetali e rosette, è riconoscibile dagli attributi che lo identificano: il tradizionale mantello, il bastone da eremita e il tintinnabulum.
Sulla parete della navata minore i recenti restauri hanno riportato alla luce un altro pregevole affresco cinquecentesco, raffigurante la presentazione di Gesù al tempio.
Vi si riconoscono il Sacerdote, al centro, con Maria e Giuseppe che offrono il Bambino Gesù su di un vassoio, insieme a due colombi. A destra sono riconoscibili San Francesco e San Lorenzo.
Di rilevante importanza è il complesso archeologico, rinvenuto già negli anni ’50 ed oggi visitabile e lasciato a vista, tramite cristalli posizionati sul pavimento moderno.
Sotto la navata maggiore sono visibili i resti di una chiesa ad aula unica di cui restano i muri perimetrali, la pavimentazione in cotto, un fonte battesimale.
Lo scavo archeologico, condotto dalla Soprintendenza Archeologica della Liguria nel 1994, ha permesso di individuare diverse fasi di ampliamento dell’impianto originario che mettono in relazione questa chiesa col primo insediamento benedettino. Sotto la navata minore sono visibili i muri perimetrali di una piccola chiesa ad aula unica cronologicamente più tarda, il cui momento di fondazione è incerto.
Il palazzo fu l’antica dimora del vescovo della diocesi di Brugnato già dal 1133; la presenza di tale edificio, eretto sulle fondazioni della più antica abbazia di San Colombano, è testimoniata in documenti e registri vescovili databili tra il 1277 e il 1321.
Nella sua storia la struttura fu più volte rimaneggiata da restauri e ampliamenti, il più cospicuo dei quali si svolse durante il vescovato di Giovanni Battista Paggi tra il 1655 e il 1663. Successive riparazioni, con innalzamento del soffitto e rifacimento completo delle coperture, furono eseguite nel XVIII secolo dal vescovo cardinal Benedetto Lomellini; le decorazioni interne del soffitto furono realizzate durante la reggenza di monsignor Francesco Maria Gentile.
Dal 1820, anno in cui la diocesi brugnatese viene unita alla diocesi di Luni-Sarzana, l’antico palazzo vescovile, proprio in quell’anno restaurato dal cardinale Giuseppe Spina, diventa dimora per breve visite e quindi abitato saltuariamente. Il palazzo ospita oggi il locale museo diocesano diviso nella sezione diocesana ed archeologica.
Il museo ospita una selezione di pregevoli manifatture; di particolare interesse è la sala che ospita una selezione di argenti provenienti dalla cattedrale adiacente.
I criteri espositivi rispondono alla duplice funzione che anticamente aveva posseduto il palazzo: l’essere, allo stesso tempo, dimora privata e palazzo di rappresentanza.
Salone di rappresentanza e sale attigue:
Simboli del potere pastorale ed oggetti legati alla liturgia e alla celebrazione della Messa. In questa sala, è da ammirare il soffitto ligneo a trompe l’oeil , risalente ai lavori di rinnovamento apportati, nel 1767, dal Vescovo Francesco Maria Gentile. L’apparato decorativo ha una struttura a grandi specchiature con motivi fitoformi, tipiche del barocchetto genovese. Al centro del soffitto è situato lo stemma della famiglia Gentile, con gli attributi vescovili.
Tra gli oggetti custoditi in queste sale, troneggia una pala d’altare opera del genovese Cesare Corte (fine XVI – XVII): si tratta della Madonna del Rosario e i Santi Pietro e Domenico.
Studio, camera da letto, saletta:
Libri liturgici, documenti provenienti dall’archivio diocesano. Il mobilio della stanza è, in gran parte, quello originario.
Nello studio si trova un pregadio di stile rococò: al centro sopra la mensa si trova un dipinto raffigurante l’Addolorata; ai lati, dopo una lunga fase di restauro, sono venuti alla luce due affreschi, uno dei quali raffigura la parabola della Samaritana al pozzo. Ancora in questa sala, sulla parete Ovest, si trova la Lactatio di San Bernardo del pittore Gian Lorenzo Bertolotto (1646 – 1721), invece sulla parete Est si trova L’Orazione di Gesù nell’orto, del pittore piemontese Giuseppe Vermiglio. Nella parete Sud, si trova l’affresco di un pittore anonimo ligure della fine del XV secolo: si tratta della Madonna col Bambino ed i SS. Pietro e Lorenzo.
Al pianterreno del museo, si trova la sezione archeologica. Qui è possibile vedere i basamenti originari del palazzo vescovile che ospita il museo. In questa parte del palazzo sono stati rinvenuti numerosi reperti ceramici, non ancora esposti al pubblico perché ancora in fase di studio e di catalogazione.
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