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Comune di ASTI
Palazzo Mazzetti è una dimora signorile tra le più belle dei Settecento astigiano e sede di collezioni d’arte. Acquistato dalla Cassa di Risparmio di Asti del 1937, tre anni dopo questa concesse al Comune di allestirci il Museo e la Pinacoteca Civica. Dal 2001 di proprietà della Fondazione Cassa di Risparmio di Asti, nel dicembre 2011 riapre a pubblico completamente riallestito e restaurato.
Palazzo Mazzetti testimonia l’affermazione di una famiglia di nobili origini, arricchitasi con l’attività della Zecca e con attenti acquisti immobiliari. Il prestigio della dimora nobiliare è testimoniata dai soggiorni di Giacomo Stuart (1717), del re di Sardegna Carlo Emanuele III (1727) e di Napoleone I (1805).
Nel 1442 i figli di Domenico Mazzetti da Chieri acquistano parte del feudo imperiale di Frinco, che fino all’età moderna rimane un’isola di giurisdizione imperiale entro i possedimenti sabaudi. Nella seconda parte del Seicento i Mazzetti iniziano ad Asti l’opera di accorpamento degli edifici medievali dell’isolato di corso Alfieri, dove già nel 1624 è documentata una grande casa di proprietà di Giulio Cesare Mazzetti.
Nel 1684 sono costruiti nuovi ambienti tra cui le sale decorate a stucco della manica centrale, verso il cortile principale. Nel 1693 il conte Giovanni Battista Mazzeti perviene ad una prima acquisizione attraverso la casa del conte Giovanni Rodolfo Fornaca di Sessant e, nel 1716, alla nuova dimora viene inglobato anche l’edificio degli eredi del notaio Lorenzo Gallo che affacciava in parte sull’attuale via Giobert, costruzione demolita. I lavori di ampliamento si concludono con i lavori di decorazione della Galleria nel 1730.
Si deve a Giulio Cesare Mazzetti il progetto, affidato all’architetto Benedetto Alfieri, di costruzione dell’ala orientale, comprendente il rifacimento della facciata, l’atrio, lo scalone, il salone d’onore e le stanze ad est dell’ingresso principale. Nei nuovi ambienti intervengono stuccatori ticinesi che realizzano la decorazione rocaille. La presenza alfieriana in questa seconda fase costruttiva è individuabile nel disegno della facciata ornata da semplici incorniciature, nei portali d’accesso a “effetto prospettico”, nell’elegante atrio con colonne di gusto manieristico e nello scalone dal lato maggiore illuminato. Il portone d’ingresso e il balcone con la ringhiera in ferro battuto a motivi rococò sono iscritti in un arco rientrante nel muro, ornato dallo stemma dei Mazzetti (tre mazze) sorretto da due liocorni affrontati.
Nel 1846 il conte Luigi Alfassio Grimaldi di Bellino acquista l’edificio da Pietro Roero di Settime che lo aveva ereditato nel 1829 in qualità di nipote dell’ultimo discendente dei Mazzetti. Tra le modifiche da lui apportate è documentata quella della facciata sulla contrada maestra e su via Giobert, progettata dall’ing. Valessina.
Il cantiere novecentesco prende avvio dopo l’acquisto del palazzo da parte della Cassa di Risparmio di Asti (1937) e in occasione della Mostra d’Arte Astigiana inaugurata in quell’anno. Artisti astigiani (tra cui Anacleto Laretto, Giuseppe Manzone e Ottavio Baussano) sono impegnati nei restauri e nelle ridecorazioni che vanno letti nell’ambito di un progetto che prevedeva la ricostruzione degli ambienti settecenteschi guardando al cantiere-modello di Palazzo Madama a Torino.
La Fondazione Cassa di Risparmio di Asti acquista il Palazzo e affida i progetto di restauro, ristrutturazione e riqualificazione funzionale all’architetto Giovanni Bo. Vengono eseguiti tra il 2003 e il 2005 i primi lavori urgenti di consolidamento delle volte e di sistemazione del tetto. Dal 2005 al 2009 si completano i lavori del primo lotto. Infine, nel dicembre del 2011, si giunge al completamento dei lavori, al riallestimento del museo e alla riapertura completa di Palazzo Mazzetti.
La visita inizia nell’atrio e salendo l’elegante scalone ornato da stucchi e sculture del Settecento, si raggiunge lo splendido Salone d’onore del piano nobile, uno dei primi ambienti di rappresentanza edificati su progetto dell’architetto Benedetto Alfieri. Nel Salone spiccano La femme di Giacomo Grosso (1895) opera simbolo delle collezioni astigiane e le grandi tele provenienti dalla quadreria del vicino Palazzo Ottolenghi e i dipinti del genovese Valerio Castello di proprietà della Cassa di Risparmio di Asti.
Proseguendo nelle sale storiche dell’ala occidentale, primo nucleo del palazzo barocco che testimonia il gusto e i fasti della nobile famiglia Mazzetti, si possono ammirare dipinti e mobili del XVII e del XVIII secolo e le tavole del polittico cinquecentesco del Maestro di San Martino Alfieri, ospitate negli ambienti tra i più sontuosi della dimora: l’Alcova, il raffinato Camerino, la principesca Galleria e la Sala dello Zoadiaco, mentre la Galleria degli stemmi rappresenta una sosta del percorso museale, poiché ospita il video in multi proiezione intitolato l’Occhio di riguardo dedicato alle decorazioni del palazzo e alle sue collezioni.
Giunti nuovamente nel Salone, la visita continua nell’ala est dove si possono ammirare la grandiosa e suggestiva opera di Lorenzo Delleani “Pellegrinaggio ad Oropa” e importanti collezioni ottocentesche quali la raccolta di manufatti orientali e la collezione di tessuti antichi, per terminare con le preziose microsculture dell’ebanista Giuseppe Maria Bonzanigo mobiliere della corte sabauda.
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