Parco Paleontologico Astigiano

Comune di ASTI

  • Parco

Il Parco Paleontologico Astigiano ha una superficie di oltre 3850 ettari, distribuita su tre aree protette: il Parco Naturale di Rocchetta Tanaro, la Riserva Naturale della Valle Andona, Valle Botto e Val Grande e la Riserva Naturale della Val Sarmassa e tre Siti di Importanza Comunitaria (SIC): Valmanera, Stagni di Belangero e Verneto di Rocchetta. La sede del parco è ospitata nel “Palazzo del Michelerio”, in origine un monastero risalente alla metà del secolo XVI, dove si trova anche il Museo Paleontologico Territoriale dell’Astigiano, che espone 14.000 campioni fossili, alcuni resti scheletrici di mammiferi marini e la collezione completa dei cetacei fossili dell’astigiano ritrovati negli ultimi 55 anni in Piemonte, una delle più importanti d’Italia.

Il Parco Naturale di Rocchetta Tanaro è una macchia boschiva di 120 ettari che conserva intatta le suggestioni del Monferrato di un tempo – i luminosi querceti di rovere dei dossi e il bosco planiziale di fondovalle che esplodono in un’infinità di tonalità di verde. Le specie dominanti sono il rovere, la farnia e il cerro. La presenza di quattro specie di Quercus favorisce la formazione di numerosi ibridi e di forme intermedie di difficile assegnazione sistematica.
La flora che caratterizza il Parco è molto particolare poiché racchiude in spazi ristretti elementi tipicamente mediterranei accanto a specie montane – il tappeto erbaceo del bosco che con le estese fioriture primaverili costituisce uno degli aspetti esteticamente più spettacolari riscontrabili nel parco, completamente visitabile grazie a una fitta rete di sentieri.
I rilievi del parco sono generosi, non a caso regalano frutti straordinari come il tartufo ed il vino. Nel cuore del bosco c’è la “casa del parco” centro didattico, ostello, luogo ideale per la sosta ed il soggiorno, base di partenza per le escursioni nel territorio

Nella Riserva naturale speciale della Val Sarmassa tra scorci paesaggistici di grande suggestione, colline coperte prevalentemente da boschi si susseguono lasciando di tanto in tanto spazio a prati, campi e vigneti. Un ambiente incontaminato dove è possibile scoprire un ricco patrimonio di specie floro-faunistiche. Dal punto di vista geologico l’area si inserisce nel Bacino Terziario Ligure Piemontese. Numerosi sono gli affioramenti di sabbie gialle e argille ricche di ritrovamenti paleontologici: conchiglie, molluschi, resti di mammiferi marini. Questi reperti ben visibili in consistenti stratificazioni negli affioramenti attrezzati della Valle Crosio, risultano un riferimento fondamentale non solo per l’appassionato di paleontologia, ma anche per il visitatore che ha modo di scoprire il fascino della paleontologia e le origini marine di un territorio, caratterizzato, oggi, da ondulati rilievi e rinomate terre del vino.
Agli aspetti naturalistici si affiancano le testimonianze storiche e culturali di un territorio che ha origini molto lontane nel tempo (già abitata dall’uomo preistorico, popolata dalla tribù dei Sarmati da cui deriva il nome della valle, in epoca medioevale feudo degli Scarampi, degli Incisa e dei Crova). Nella riserva accanto al bosco i vigneti storici si “aggrappano” a balze sabbiose neanche protetti da terrazzamenti. E’ l’immagine di una tradizione secolare, di una viticoltura eroica che esclude quasi del tutto la meccanizzazione ed esprime con schiettezza l’anima ed il carattere di un territorio. Lungo i sentieri della riserva si intravvede il volto della macchia monferrina la quale presenta reperti di archeologia rurale come le siepi di biancospino, prugnolo e rosmarino: bordure che difendevano, un tempo, la vigna. Piante infestanti ricoprono barili di cemento, ruderi di casotti e di cisterne, mentre sul ciliegio selvatico s’arrampica ancora la vite, che non vuole morire, per ricordare secoli di lavoro contadino.
La Val Sarmassa è stata fonte di ispirazione di un grande giornalista e scrittore del dopoguerra, Davide Lajolo, nativo di Vinchio, che ha cantato queste terre in tanti suoi saggi e romanzi.
Un angolo di Monferrato recentemente iscritto dall’Unesco nella lista del patrimonio mondiale dell’umanità

La Riserva naturale speciale di Valle Andona, Valle Botto e Valle Grande, costituita da due distinte valli in remotissime epoche geologiche sommerse dal mare, è oggi costituita da un territorio collinare in cui si inseguono, con ritmo discontinuo, vallate boschive e selvagge. L’istituzione della Riserva ha come scopo principale la salvaguardia del patrimonio paleontologico rappresentato dai reperti fossili (conchiglie e resti di animali marini e terrestri) presenti in alcuni strati sedimentari affioranti lungo le pareti delle vallate. Essi risalgono al periodo pliocenico (5-1,8 milioni di anni fa) quando il mare occupava tutta la Pianura Padana fino all’arco alpino. Oggi questi fossili costituiscono un giacimento tra i più importanti d’Europa. L’area è una delle località conosciute storicamente ed internazionalmente fin dalla metà dell’ottocento dal punto di vista geologico. Infatti proprio le pareti sabbiose che costeggiano il Rio Valle Andona, nei pressi dell’omonima frazione, sono state per decenni il sito di riferimento europeo per l’epoca pliocenica, ultima ripartizione dell’Era Cenozoica o Terziaria.
La Riserva della Valle Andona e Valle Botto, ora ampliata alla Valle Grande, offre anche spunto per interessanti osservazioni naturalistiche. I pendii delle colline un tempo coltivati prevalentemente a vigneto sono ora coperti di boschi di robinie, carpini, farnie. Nel sottobosco le specie dominanti sono il nocciolo, la fusaggine, i caprifogli e la vitalba.

Gli del luogo

Parco Paleontologico Astigiano

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  • Monumento

Teatro Coccia

Novara, Piemonte

Il Teatro Coccia è il principale teatro lirico di Novara (nonché uno dei maggiori teatri di tradizione italiani), ed è altresì il teatro “storico” più importante del Piemonte, che racchiude anche la Scuola di Teatro Musicale, unica scuola di teatro musicale in Italia a risiedere stabilmente dentro un teatro di tradizione.
Ancora oggi colpisce la grandezza della sala a forma di ferro di cavallo, circondata da tre ordini di ampi palchi, dalla prima galleria e dal loggione, tutti decorati in stile rinascimentale, con una serie di colonne corinzie di ghisa sormontate da una scultura raffigurante un cigno. La capienza della sala era di 1500 posti, con una massima di 1800 persone; gli ultimi lavori di restauro, tuttavia, hanno ridimensionato la capienza, portando a 918 i posti a sedere. Il boccascena è di 14 metri, la profondità di 23 metri, mentre la torre scenica della graticcia si sviluppa per ben 22,5 metri di altezza. Vi è anche un’altra sala per spettacoli, chiamata “Piccolo Coccia”, con una capienza di 200 posti. L’ultimo restauro, completato nel 1993, ha riportato i colori originali della sala (velluti in rosa antico, decorazioni color avorio e oro), dopo le modifiche avvenute negli anni 20/30 del secolo scorso, che avevano sostituito le tapezzerie col colore rosso, e operato una totale doratura dei parapetti dei palchi.

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  • Sportivo

Riserva Bianca

Limone Piemonte, Piemonte

l comprensorio si estende nel comune di Limone Piemonte fino a toccare il confine con la vicina Francia e comprende gli impianti di risalita di Limone Sole, Colle di Tenda-Quota 1400 e Limonetto.

Negli ultimi anni è stato oggetto di un’importante opera di ristrutturazione degli impianti di risalita, grazie anche ai contributi erogati per le Olimpiadi di Torino 2006. Attualmente si contano circa 80 km di piste e 16 impianti di risalita, di cui 1 telecabina, 11 seggiovie e 4 skilifts.

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  • Sportivo

Prato Nevoso

Frabosa Soprana, Piemonte

Prato Nevoso (o anche Pratonevoso) è una località sciistica, frazione del comune di Frabosa Sottana, in provincia di Cuneo, nei pressi di Mondovì, facente parte del Mondolè Ski.
L’idea di realizzare una nuova stazione turistica in una remota contrada del Monregalese, detta allora “case Prà Nevoso”, lungo le pendici occidentali del Monte Malanotte risale già al 1960 e si deve ad un imprenditore savonese, Giacomo Dodero, abituale frequentatore di Frabosa Soprana ed appassionato camminatore.
Gli impianti sono stati continuamente rinnovati e modernizzati, questo ha fatto sì che Prato Nevoso e il Mondolè siano diventati, con i loro 130 km di piste, il comprensorio più grande della provincia di Cuneo.
Grazie alla realizzazione di un impianto di innevamento centralizzato viene garantita la presenza di neve sull’intero comprensorio di Prato Nevoso, dalla conca alle piste da discesa.
Sono stati realizzati nuovi edifici in una zona soleggiata e vicinissima agli impianti, il Borgo Stalle Lunghe che è diventato un bellissimo e moderno complesso residenziale integrato nel paesaggio.
L’operazione ha dato impulso ad una nuova vita, anche estiva, per Prato Nevoso. Nei mesi estivi la conca si trasforma in un grande e verdeggiante parco, dove poter praticare altre attività outdoor.

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  • Sportivo

Granfondo La Fausto Coppi

Cuneo, Piemonte

La magia di pedalare sulle strade del Giro d’Italia e del Tour de France: il cuore delle Alpi Marittime. Partecipare ad una delle Granfondo più longeve d’Italia e d’Europa, intitolata a Fausto Coppi con oltre 4000 metri di dislivello.
Il percorso della Granfondo si divide da quello della Mediofondo già alle porte di Cuneo. Dopo aver percorso il viadotto Soleri si svolta verso Busca. Dopo 30 km in piano si affronta la prima salita della giornata, quella che conduce al santuario di Valmala (mt 1.380) in Valle Varaita. Appena il tempo di prendere fiato e, superata Dronero, con il passaggio sul ponte del Diavolo, è già tempo di affrontare la seconda salita di giornata. Uno strappo di 10 km verso la Piatta Soprana e la Valle Grana con picchi al 14% per circa 10 km. Scesi in Valle Grana, il percorso della Granfondo si riunisce a quello della Mediofondo: le grandi difficoltà della salita regina della competizione aspettano: Il Colle Fauniera. Il percorso prosegue come descritto nella Mediofondo, per tornare a Cuneo, verso il traguardo.

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  • Circuito / Tour

I centri storici medievali di Cuneo, Saluzzo, Mondovì, Alba e Fossano

Cuneo, Piemonte

La città di Cuneo fondata in epoca Medievale, quando alcuni abitanti della zona si rifugiarono sul “Pizzo di Cuneo” (1198) e vi fondarono un libero Comune. Piazza Galimberti è il cuore della città ed interrompe Via Roma e il proseguimento ottocentesco di Corso Nizza che attraversano tutta la città.
Entrambe le arterie, affiancate da otto chilometri di portici, offrono varie occasioni di shopping e sono lo specchio dei secoli della storia cittadina impressa nelle pietre. Piacevole anche una passeggiata in Corso Marconi, al Parco della Gioventù e sulla valle del torrente Gesso.

Sede del Parco Naturale del Monviso e Capitale del Marchesato, Saluzzo è una piccola città di grande valore storico artistico immersa tra le colline nella provincia di Cuneo e dominata dal Massiccio del Monviso. Saluzzo si presenta come un borgo di collina tipicamente trecentesco: piccole vie acciottolate, chiese e eleganti palazzi nobiliari con i loro giardini, popolano il centro storico. ha un vastissimo centro storico ancora interamente costruito secondo la trecentesca architettura urbana, con numerosi poli di attrazione museale e artistica. Di notevole interesse nel centro abitato sono il Duomo, la Castiglia, con i nuovi allestimenti multimediali della Memoria Carceraria e della Civiltà cavalleresca, nonchè sede dell’archivio storico, della collezione di arte contemporanea IGAV e di spazi per mostre temporanee, Casa Cavassa e la Chiesa di San Giovanni.

Il centro storico di Fossano si divide in due borghi: Borgo Piazza, sviluppatosi tra il ‘400 e il ‘700, e Borgo Vecchio, nucleo originario della città, di età medievale. Ricco di palazzi medievali, rinascimentali e barocchi, è caratterizzato dalla presenza dei portici, che affiancano interamente via Roma e si sviluppano anche lungo altre strade del centro, tra cui via Cavour, via Garibaldi, via Barotti, via Muratori. Sul lato orientale il centro storico è delimitato dal viale Mellano, passeggiata pedonale che offre una magnifica vista delle Langhe, mentre sul lato occidentale, lungo via Martiri dell’Indipendenza, viale Sacerdote e viale Bianco, si può godere il panorama delle Alpi, dominate dal Monviso.
Dell’antica cinta muraria cittadina restano solo il Bastione della Porta del Salice, la Porta di San Martino e le mura contenitive del castello, oltre che i resti visibili lungo viale Mellano.

Il centro storico di Alba, di impianto medievale, è caratterizzato dalla presenza di palazzi nobiliari, torri e numerose chiese.In Piazza Risorgimento si trova il Palazzo del Comune, fulcro storico della città, ed è costruito su preesistenti edifici romani. Nel salone del consiglio possiamo trovare dipinti importanti: una tavola raffigurante la Vergine con il Bambino di Macrino d’Alba risalente al 1501; una pala con Madonna e Bambino tra San Giuseppe e Sant’Anna e il Concerto attribuito a Mattia Preti.
Alba era nota come città delle cento torri, tutte costruite nel XIV e XV secolo; ne rimangono poche (le meglio conservate sono quelle tra piazza Risorgimento e Via Cavour) e, fra quelle rimaste, molte sono state abbassate al livello dei tetti o incorporate negli edifici.

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  • Eccellenza Urbana / Centro Storico

Centro Storico di Domodossola

Domodossola, Piemonte

La città di Domodossola è il centro principale della val d’Ossola e si trova nella piana del fiume Toce, alla confluenza di val Bognanco, val Divedro, valle Antigorio-Formazza, valle Isorno e val Vigezzo.
Il centro storico è formato da piazze e vicoli conosciuti anche in ambito letterario: le alte case con i portici e i loggiati quattrocenteschi, a sostegno delle case padronali a balconate e loggette del XV e XVI secolo, formano Piazza Mercato, simbolo della città.
I capitelli delle colonne, che sostengono archi romanici e gotici scompagnati, sono finemente scolpiti e nelle testate recano stemmi delle casate ossolane, tra le quali figurano i De Rodis, i Silva, i Da Ponte e i Ferrari.
Tra le architetture del centro spicca anche piazza Fontana con il palazzo gentilizio trecentesco Silva, situati nel quartiere ” La Motta”, come anche Piazza Chiossi e il vicolo medievale. La Motta (ossia: monticello, cumulo), è uno dei quartieri più antichi della città: in via Carina è possibile ammirare abitazioni con balconate in larice, testimonianza dell’influenza walser, mentre fulcro del quartiere è la Piazza Fontana, con al centro la fontana ottagonale e un piccolo obelisco. Di particolare interesse anche la via Briona, sovrastata dalla torre trecentesca del palazzo vescovile, che, partendo dalla piazza Mercato, fungeva da via d’accesso per i principali passi transalpini.
Restano ormai poche tracce delle antiche mura pentagonali, che già dai primi del 1300 cingevano il borgo di Domodossola. Nucleo principale della cinta muraria era il castello (sito nei pressi dell’attuale piazza Tibaldi), il Castrum novum già citato in pergamene del 1001 e il 1007, che venne abbattuto nel 1804 per aprire la strada napoleonica del Sempione.
Molti anche gli esempi di architettura religiosa, che contribuiscono a caratterizzare storicamente il centro storico della città.
Infine, è compreso nel territorio comunale anche il Sacro Monte Calvario, uno dei principali attrattori turistici della città.

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  • Eccellenza Urbana / Centro Storico

Centro Storico di Verbania

Verbania, Piemonte

Il comune nacque dall’unione dei comuni di Intra e Pallanza, e divenne capoluogo di provincia nel 1992. La città sorge su un promontorio a forma di triangolo al centro del Lago Maggiore che segna l’estremità settentrionale del golfo Borromeo, in cui sfocia il Toce. Sulla sponda sud-occidentale sorgono gli abitati di Pallanza e Suna, verso est, separato dal corso del torrente San Bernardino, si trova l’abitato di Intra, mentre a nord si trova la frazione di Trobaso.
Verbania è una città prevalentemente turistica, grazie alla privilegiata posizione geografica. Il comune sorge su un promontorio a forma di triangolo al centro del Lago Maggiore, che segna l’estremità settentrionale del golfo Borromeo, in cui sfocia il Toce. È inoltre circondata dai monti: a est si trova il monte Rosso, mentre a nord l’aspra area montuosa in cui sorge il Parco Nazionale della Val Grande ed in cui si trovano il monte Zeda ed il pizzo Marona. Un’altra riserva naturale da segnalare, la riserva naturale speciale di Fondotoce, si trova appena fuori dalla città, alla confluenza del Toce nel lago Maggiore. Oltre alla particolare conformazione del territorio cittadino, Verbania è caratterizzata da un centro storico “sparso” particolarmente pittoresco, caratterizzato da diversi esempi imponenti di architettura religiosa e civile, ma anche da aree naturali urbane.
In questo frangente, di particolare interesse sono i giardini botanici di Villa Taranto sul promontorio della Castagnola e villa San Remigio, in stile barocco.

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  • Circuito / Tour

Lago Maggiore Express e Vigezzina

Domodossola, Piemonte

Il Lago Maggiore Express è costituito da una serie di collegamenti che permettono di visitare interamente in territorio del Lago Maggiore. Si tratta di un percorso turistico articolato in diverse fasi e percorsi. Il tutto inizia a bordo di un battello, da cui si possono ammirare luoghi come Stresa, Verbania Pallanza, la svizzera Locarno, Angera e tante altre città che affacciano sul Lago. Subito dopo, poi, a bordo di un trenino caratteristico, si potrà procedere verso le zone più interne al lago, arrivando a visitare tutto il territorio che tocca il Lago Maggiore, la Val d’Ossola e la Val Vigezzo. Quest’ultima, poi, si può anche visitare con il trenino blu della Vigezzina, per poter ammirare da vicino dei luoghi caratteristici, incastonati tra due ruscelli che dalla valle arrivano fino in cima, regalando fertilità e bellezza a tutti i borghi che si trovano all’interno della valle.
La Ferrovia internazionale elettrica a scartamento metrico Domodossola – Locarno – familiarmente chiamata Vigezzina in Italia e Centovallina in Svizzera – collega la Val d’Ossola al Lago Maggiore, ricamando il suo tracciato lungo i boschi e i paesi della Valle Vigezzo italiana e delle Centovalli svizzere, in un incantevole contesto ambientale e paesaggistico, di cui fa parte integrante sin dal 1923. Nata grazie all’impulso imprenditoriale che caratterizzò l’inizio del XX secolo e che favorì l’applicazione delle nuove tecnologie allo sviluppo di un mondo più aperto e moderno, la ferrovia vide le sue premesse da parte svizzera nella necessità di collegare il Canton Ticino con la Svizzera romanda, Berna e l’Oberland bernese e da parte italiana nell’esigenza di superare l’isolamento della Valle Vigezzo per contribuire al suo progresso economico. La ferrovia, nei decenni successivi, ha saputo cambiare e innovarsi rimanendo uguale a se stessa: così, mantenendo in essere i servizi di trasporto pubblico per la comunità locale e quelli di trasporto internazionale di collegamento tra la linea del Gottardo e quella del Sempione, vi ha sempre più aggiunto la vocazione di ferrovia turistica che la vede adesso importante protagonista dell’industria del turismo dell’Ossola, del Verbano e del Canton Ticino, come elemento che rappresenta e valorizza l’inserimento armonioso dell’uomo nell’ambiente.
L’itinerario completo è disponibile dal mese di aprile fino ad ottobre inoltrato, quando la flora della zona offre i suoi scenari più belli ed il clima mite permette anche di praticare interessanti escursioni sul territorio.

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  • Parco

Parco Naturale dell’Alpe Veglia e dell’Alpe Devero

Varzo, Piemonte

Il parco naturale dell’Alpe Veglia e dell’Alpe Devero è un parco regionale situato nella parte più settentrionale della Val d’Ossola. Fu istituito nel 1995 e comprende due ampie conche alpine, l’alpe Veglia, situata alla testata della Val Cairasca, e l’alpe Devero situata alla testata della Valle di Devero, subito dopo Baceno. Le conche sono di origine glaciale, testimoniata dalla presenza di alcuni residui di antichissimi ghiacciai, come il Ghiacciaio del Leone e il Ghiacciaio d’Aurona dall’alpe Veglia o il Ghiacciaio della Rossa dalla parte dell’alpe Devero. A sud del territorio del parco è stata istituita nel 1990 l’area contigua dell’Alpe Devero con una superficie di 2197 ettari e che comprende la piana di Devero, la piana di Crampiolo e la valle di Bondolero.
Le due valli, seppur unite nel territorio del parco, hanno due accessi diversi: l’Alpe Veglia si raggiunge dal comune di Varzo, in particolare dalla frazione San Domenico attraverso la Val Cairasca; mentre l’Alpe Devero è accessibile salendo da Baceno attraverso la Valle di Devero.
Per quanto riguarda le attività sportive, in inverno sono disponibili impianti di risalita sul Monte Cazzola, ma anche piste di sci di fondo e svariate passeggiate praticabili con sci d’alpinismo e racchette da neve; mentre in estate è possibile scegliere tra una moltitudine di passeggiate più o meno impegnative, oltre alla possibilità di fare varie scalate.

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  • Eccellenza Naturalistica

Giardini Botanici di Villa Taranto

Verbania, Piemonte

Villa Taranto, a Verbania, ospita i giardini botanici proprio sulle sponde del Lago Maggiore. Nel parco di 16 ettari sono 20.000 le piante di particolare valenza botanica ed oltre 80.000 le bulbose in fiore, mentre oltre 15.000 sono le piantine di bordura che tappezzano le numerose aiuole, per un totale di 7km di viali completamente visitabili.
La nascita dei Giardini si deve al Capitano Neil Mc Eacharn che nel lontano 1931 decise di acquistare la proprietà dalla Marchesa di Sant’Elia per trasformarla in un esemplare giardino all’inglese, ubicato in un lembo d’Italia che poteva ricordargli la nativa Scozia. Le tappe della creazione dei nuovi giardini videro diverse fasi lavorative, sino alla loro ultimazione nel 1940.
Molte migliaia di piante, importate da ogni parte del mondo costituiscono collezioni rarissime. Tra le opere più significative possiamo nominare: la “Valletta”, realizzata dopo imponenti lavori di scavo; l’impianto d’irrigazione, la cui acqua viene pompata direttamente dal lago in un capace serbatoio e quindi irradiata in ogni angolo della proprietà; i “Giardini terrazzati”, con le loro cascatelle, piscina, vasche per ninfee e fior di loto; il “Giardino d’inverno” ed il “Giardino palustre”; fontane ornamentali e giochi d’acqua. Realizzato così il “suo” giardino, che chiamò Villa Taranto, in memoria di un suo antenato, il Maresciallo McDonald, nominato Duca di Taranto da Napoleone, il Capitano volle che il significato dell’opera gentile e poderosa venisse proiettato nel tempo e donò la proprietà allo Stato Italiano esprimendo il desiderio che la sua opera avesse continuità nel futuro.
Oggi il patrimonio botanico dei Giardini di Villa Taranto è vastissimo: comprende circa 1.000 piante non autoctone e circa 20.000 varietà e specie di particolare valenza botanica. La Villa non è visitabile, in quanto è adibita a sede della Prefettura della nuova Provincia del Verbano – Cusio – Ossola.
Dal 1952 i Giardini sono aperti al pubblico, da Aprile ad Ottobre, e l’afflusso dei visitatori supera ormai le 150.000 unità per anno.

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  • Eccellenza Naturalistica

Cascata del Toce

Formazza, Piemonte

La cascata del Toce (chiamata anche La Frua) è una cascata che si trova nel comune di Formazza (VB) a 1675 metri sul livello del mare; in questo punto, il fiume Toce compie un salto di 143 metri ed è per questo la più alta d’Europa. È considerata una delle cascate più spettacolari delle Alpi, sebbene l’intervento umano ne abbia ridotto la portata per gran parte dell’anno. A monte della cascata il Toce forma infatti il lago di Morasco, un lago artificiale da cui le acque vengono incanalate per il funzionamento delle centrali idroelettriche del territorio. La cascata viene aperta solamente per brevi fasce orarie tra giugno e settembre quando riprende pienamente la propria conformazione naturale e la propria portata originale.
La Cascata del Toce fu visitata ed amata da numerosi visitatori illustri come Richard Wagner, Gabriele D’Annunzio, la Regina Margherita, il Re Vittorio Emanuele III, Giosuè Carducci e dall’Abate Antonio Stoppani che hanno lasciato entusiastiche descrizioni di quella che veniva già definita la più bella cascata delle Alpi. Il sentiero che la costeggia, di vera suggestione, è un tratto della via mercantile del Gries che ha unito per secoli Milano e Berna.
Sulla sommità, un fantastico punto d’osservazione è il balconcino in legno proteso sopra il salto d’acqua.

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  • Arti, Saperi e Sapori

Fiera Nazionale del Marrone

Cuneo, Piemonte

La Fiera Nazionale del Marrone è considerata una delle più importanti rassegne enogastronomiche d’Italia, vetrina unica delle eccellenze e delle antiche tradizioni del territorio cuneese. È una manifestazione legata all’alta qualità, in cui i migliori prodotti certificati vengono presentati ai visitatori tra incontri e degustazioni.
Le sue prime edizioni risalgono agli anni trenta, quando la città di Cuneo era un centro mercatale dei prodotti castanicoli tra i più forniti del nord Italia. Con l’inizio del conflitto mondiale venne sospesa e soltanto nel 1999 se ne recuperò l’eredità, con l’avvio da parte dell’ATL Cuneese del progetto “Il Tempo delle castagne”.
È arrivata oggi alla 21a edizione, con centinaia di espositori, attentamente selezionati da una partnership costituita dal Comune di Cuneo, Slow Food, Coldiretti, Confartigianato e ATL, che riempiono per tre giorni il centro storico di Cuneo, permettendo di gustare i migliori prodotti dell’Italia e dell’Europa. Dal 2005 la Fiera del Marrone ha ottenuto dalla Regione Piemonte il riconoscimento di “Fiera regionale” e nel 2009 il riconoscimento di “Fiera Nazionale”.
Oltre ai momenti esclusivamente enogastronomici, la Fiera offre ampio spazio anche all’artigianato d’eccellenza, a cui si affiancano laboratori didattici, iniziative culturali, proposte turistiche, mostre, spettacoli e concerti.

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Eventi

Bagna Cauda Day

Enogastronomico

Comune: Alessandria

Mese di inizio: Novembre

Durata: 1 Giorni

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Montagna e Dintorni

Altro

Comune: Vogogna

Mese di inizio: Novembre

Durata: 15 Giorni

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Mercatini sotto il Monviso

Altro

Comune: Crissolo

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