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Comune di PORDENONE

  • Festival

Festa del libro con gli autori
La città nelle cinque giornate di festival accoglie scrittori, poeti, filosofi, artisti, studiosi, giornalisti per celebrare nei suoi luoghi più suggestivi una vera e propria Festa del libro.
Dal 2000, pordenonelegge.it ha saputo convincere sia la critica più raffinata che il grande pubblico, ed è riuscita a ritagliarsi un ruolo di prestigio all’interno del panorama culturale nazionale.
Per la città la manifestazione, come una vera e propria festa, è un’occasione per far apprezzare alle oltre 100mila persone che affollano gli eventi della kermesse del libro il territorio pordenonese e regionale.
Rivitalizzando così le associazioni, i servizi e le attività commerciali di Pordenone e le sinergie tra istituzioni nonché rafforzare l’identità turistica culturale del territorio. L’iniziativa prevede la partecipazione libera del pubblico agli eventi a titolo gratuito.

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  • Patrimonio culturale Religioso

Santuario Beata Vergine Maria Isola di Barbana

Grado, Friuli-Venezia Giulia

Il fascino spirituale dei santuari è spesso amplificato dagli splendidi paesaggi offerti dalle località che li ospitano: è così anche per la piccolissima isola di Barbana, nella laguna di Grado, dove si trova questo santuario mariano di antichissima origine, oggi sede di una comunità di Frati Minori Francescani.

Secondo la tradizione l’origine del santuario risale al 582 d.C., quando una violenta mareggiata minacciò la città di Grado. Al termine della tempesta un’immagine della Madonna, trasportata dalle acque, venne ritrovata sull’isola nei pressi delle capanne di due eremiti. Qui, il patriarca di Grado Elia fece erigere un sepolcro come ringraziamento alla Madonna per aver salvato la città. Presto l’isola divenne residenza stabile di una comunità di monaci e destinazione di frequenti pellegrinaggi.
Dal 1237 Barbana è anche meta del famoso Perdòn, la processione che la comunità di Grado compie ogni prima domenica di luglio a bordo di barche per rinnovare un antico voto alla Madonna che avrebbe salvato il paese da una terribile epidemia di peste

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  • Borgo

Borgo Frassaneit

Tramonti Di Sopra, Friuli-Venezia Giulia

Borgo Frassaneit, detto anche “Il paese fantasma di Frassaneit” dista circa 5 chilometri dall’abitato di Tramonti di Sopra.
Infossato nel Canal del Meduna questo borgo, di nascita più recente rispetto alla vicina Tramonti, fino al primo dopo guerra vi abitavano una dozzina di nuclei familiari per un totale di circa 60 abitanti. La domenica l’intero paese scendeva a valle per recarsi alla santa messa e in quella occasione si faceva la spesa: sale e zucchero, in tra parte, i quali venivano barattati con burro e formaggi. A Tramonti i “frassanesi” utilizzavano una stanza adibita a deposito fino al loro ritorno.
Come usanza dell’epoca, anche gli uomini di Frassaneit si recavano in osteria a Tramonti dove, di tanto in tanto, restavano fino al giorno successivo. A Frassaneit infatti non vi erano osterie e si beveva il “sir” ( siero di latte ) mentre la grappa era utilizzata come medicina unitamente all’olio di ricino.
Negli anni ‘50 i circa venti bambini rimasti nel paese seguivano le lezioni presso la scuola dove la maestra insegnava a leggere, scrivere e a “far di conto” a classi unite.
Le persone malate o i morti venivano trasportati fino a Tramonti su una portantina o su stanghe, anche se alle volte poteva essere utilizzata anche solo una sedia legata alla schiena del portatore tramite dei lacci.
Durante le feste si ballava al suono della fisarmonica o di un vecchio grammofono.
Per Frassaneit transitarono in direzione della forcella Caserata e della Val Cellina, gli alpini della 69ª compagnia del Gemona in ritirata dopo la disfatta di Caporetto.
Ora il paese è completamente abbandonato e i suoi abitanti partiti verso la pianura o emigrati.

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  • Lacuale

Lago di Redona

Tramonti Di Sopra, Friuli-Venezia Giulia

Fino agli anni ’50, Movada, Fleur e Redona Vecchia erano tre borghi meta di escursioni nella Val Tramontina, in provincia di Pordenone. Oggi, per vederli, bisogna attendere i periodi di secca del bacino artificiale del Lago di Redona, creato appunto a quell’epoca per produrre energia. Quando infatti il livello dell’acqua del bacino scende, tetti e campanili riaffiorano, riportando alla luce ciò che è rimasto di un tempo. Il lago è così diventato una delle principali attrattive dei comuni di Tramonti di Sopra e Tramonti di Sotto, nonché della Val Tramontina, da sempre nota per la natura rigogliosa e incontaminata e per la fauna selvatica che ne popola i boschi.

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  • Museo

Museo Archeologico del Friuli Occidentale

Pordenone, Friuli-Venezia Giulia

Situato in quello che un tempo era il Castello di Torre. Custodisce reperti che provengono da tutto il Friuli occidentale e ricostruiscono una vasta panoramica storica, dalla preistoria al Rinascimento.

A soli tre chilometri dal centro di Pordenone, si trova il museo, aperto al pubblico dopo il restauro del Castello di Torre. Sorto alla fine del XII secolo, residenza della famiglia dei signori di Ragogna, dopo l’assalto del 1402 da parte del capitano austriaco a Pordenone Mordax, il castello fu ricostruito e in parte trasformato in dimora signorile.

Il museo custodisce nelle sue sale i numerosi reperti raccolti dall’ultimo esponente della famiglia residente nel maniero, il conte Giuseppe di Ragogna, durante la sua attività di archeologo. I reperti presentati provengono da tutto il Friuli occidentale e ricostruiscono una vasta panoramica storica, dalla preistoria al Rinascimento.

Il Museo conserva alcuni reperti provenienti dal Palù di Livenza, Sito Unesco dal 2011, in museo fin dagli anni ’70, quando si iniziò la riscoperta del sito e si recuperarono le prime ceramiche o assegnati in deposito successivamente.

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  • Museo

Palazzo Coronini

Gorizia, Friuli-Venezia Giulia

Il palazzo Coronini Cronberg, divenuto sede dell’omonima Fondazione per volontà del suo ultimo proprietario, il conte Guglielmo Coronini Cronberg (1905-1990), è una dimora storica risalente alla fine del Cinquecento. Passeggiando attraverso le quindici sale che compongono il percorso museale, tra cui la stanza dove nel 1836 soggiornò e morì l’ultimo re di Francia Carlo X di Borbone, il visitatore è trasportato d’incanto indietro nel tempo, grazie all’atmosfera calda e suggestiva delle sale con arredi cinque e seicenteschi del piano terra, ai suntuosi salotti settecenteschi, alle sale impero e agli ambienti ottocenteschi del piano nobile. Il Palazzo è circondato da uno splendido parco all’inglese di cinque ettari, nel quale si scoprono importanti reperti archeologici aquileiesi, un elegante tempietto di stile Liberty, piante rare e preziose: frassini, tigli, cedri dell’Himalaya, piante esotiche come le palme, i nespoli del Giappone, bamboo e una centenaria quercia da sughero; non mancano alcune piante da fiore particolarmente amate nell’Ottocento quali magnolie, oleandri, rose e camelie.
Il parco è stato realizzato sul finire dell’Ottocento, nella scia di un ambizioso programma di riqualificazione urbana che mirava a creare per Gorizia l’immagine di città giardino.
Negli anni tra le due guerre il palazzo fu dato in affitto, divenendo sede di un comando dell’esercito italiano, al quale, dopo l’8 settembre 1943, subentrarono le truppe tedesche che avevano occupato Gorizia. Risalgono a questo periodo alcuni importati interventi nel parco: la costruzione della piscina sul retro del palazzo e la collocazione all’ingresso del parco di un portale in pietra proveniente dalla distrutta villa Attems di Piedimonte. Divenuto in seguito sede di un comando partigiano jugoslavo e poi delle truppe alleate, solo all’inizio degli anni Cinquanta il palazzo fu restituito ai Coronini che vi si stabilirono definitivamente. Fu a partire da questo momento che il conte Guglielmo, con il sostegno della sorella Nicoletta, iniziò a progettare per la residenza di famiglia una destinazione museale, che prese forma, come era nelle sue volontà, dopo la sua morte, avvenuta a Vienna il 13 settembre 1990.

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  • Lacuale

Le Pozze Smeraldine

Tramonti Di Sopra, Friuli-Venezia Giulia

Sono considerate uno dei dieci posti più belli d’Italiadove fare il bagno dal noto tabloid inglese “The Guardian”.
Le pozze smeraldine lungo il corso del Meduna, sono un angolo davvero speciale inserito in uno dei contesti naturalistici più selvaggi delle Dolomiti.

Lungo il corso del Meduna, con solo una breve deviazione dal percorso che porta verso la borgata abbandonata di Frassaneit, è possibile arrivare a un luogo nascosto e ancora selvaggio, circondato da una natura incontaminata. Qui l’acqua si raccoglie in pozze profonde e le rocce bianche forniscono la piattaforma perfetta per un tuffo nelle acque fresche del fiume.

Queste piscine naturali sono le più conosciute ma rappresentano perfettamente una tipologia di piscina naturale che si ritrova in più luoghi nel territorio di Tramonti. Basti pensare alle due pozze presenti lungo il tratto del picnic Sottrivea (la cosiddetta “Cessa” e la seconda pozza creatasi recentemente a metà dell’area picnic), ma anche le altre piscine naturali, come la pila, o le pozze sotto i ponti e le passerelle, che si trovano risalendo il corso del Meduna.

L’incantevole bellezza e il fascino di questi luoghi permette di immergersi in un ambiente naturale e incontaminato dove il colore delle acque giustifica pienamente il nome “smeraldo” con cui le pozze sono note.

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  • Riserva

Riserva Naturale della Val Rosandra

San Dorligo Della Valle, Friuli-Venezia Giulia

La Riserva Naturale Regionale della Val Rosandra è stata istituita con L.R. 30.9.1996 n. 42, art. 52.
È riconosciuta come area protetta nell’Elenco nazionale delle aree protette italiane e come Sito di importanza comunitaria (SIC IT3340004) e Zona di protezione speciale (ZPS) nell’ambito della rete Natura 2000.
Dal 2006 l’organo gestore della Riserva è il Comune di San Dorligo della Valle – Ob?ina Dolina
La riserva interessa la parte sudorientale della Provincia di Trieste e si estende poi oltre il confine con la Slovenia nel territorio del comune di Hrpelje – Kozina. La Val Rosandra rappresenta un collegamento naturale tra il mare e l’entroterra ed è stata da sempre utilizzata per i traffici commerciali. Pertanto è importante per le sue caratteristiche di interesse archeologico e paleontologico (la Caverna degli Orsi dell’epoca preistorica, i Castellieri di Monte S.Michele e del Monte Carso dove sono tuttora visibili i resti del muro di cinta), di interesse storico (con i resti dell’acquedotto romano, fonte di approvvigionamento per la città di Tergeste nel I secolo, con i ruderi del castello di Moccò e delle costruzioni alle risorgive di Moganjevec), di interesse religioso (con la chiesetta di S.Maria in Siaris del XVI secolo ed il suo antico sentiero d’accesso), di interesse sociale (con i due mulini caratteristici all’inizio della valle e nel borgo storico di Bottazzo; con i Centri Culturali nelle varie frazioni del Comune ed i Centri Giovanili, punto di riferimento per iniziative didattiche), di interesse sportivo (con attività che vanno dal semplice escursionismo all’equitazione, ma soprattutto con grandi strutture naturali di interesse speleologico e alpinistico note a livello internazionale, tanto che già negli anni Trenta del nostro secolo il famoso alpinista Emilio Comici organizzò nella valle i primi corsi di alpinismo).
Ma a questi valori storici e culturali si associa quello ambientale, mantenuto inalterato dalle tradizioni e dall’amore della popolazione locale per la natura che li circonda. La Val Rosandra, infatti, oltre ad essere dimora di specie caratteristiche sia animali che vegetali, offre difatti uno spettacolo unico con i suoi diversi ambienti: la landa carsica sul monte Stena, le pinete di pino nero, il profondo solco che incide l’altopiano carsico con le sue rupi, i ghiaioni con le specie vegetali termofile, l’ambiente montano di tipo illirico con la sua vegetazione endemica condizionata dall’azione della bora, le pareti verticali e la forra del torrente Rosandra – Glinš?ica con il suo ambiente acquatico che costituisce un habitat raro. Oltre alla presenza di crostacei ed invertebrati caratteristici di ruscelli di montagna, la presenza del corso d’acqua e le caratteristiche rupestri dell’ambiente determinano condizioni favorevoli per gli animali, in special modo per anfibi e rettili rappresentati rispettivamente da 6 e 12 specie (45% dell’erpetofauna regionale). La variabilità di ambienti all’interno del Parco condiziona in modo positivo la diversità delle specie d’uccelli, in transito o semistanziali, nonché di grandi rapaci diurni e notturni. Per quanto riguarda i mammiferi, frequentissimo è il capriolo, grazie all’incespugliamento in atto, ma non mancano roditori e canidi, come volpi o sciacalli, o qualche ospite indesiderato come i cinghiali semi domestici. Singolare è la presenza di numerose specie di gran pregio tra i pipistrelli (Chirotteri), tanto da adottare questo animale come simbolo della Riserva Naturale Regionale della Val Rosandra.
Il Centro visite della Riserva Naturale della Val Rosandra è una struttura situata all’interno del Centro culturale polifunzionale a Bagnoli della Rosandra, paese d’ingresso nella Valle.
Molti sono i punti di interesse della Riserva Naturale. Il torrente Rosandra sorge oltre l’attuale confine di stato e nel suo breve corso, ha una cascata con un salto di 35 metri che porta l’acqua in un bacino di erosione e forma un laghetto i cui colori degradano dal verde all’azzurro. Questa è la prima di una serie di ventuno vasche che si succedono nel breve spazio tra la cascata e l’insediamento di Bagnoli della Rosandra. All’ingresso della Valle si possono vedere i resti dell’acquedotto romano (sentiero CAI n.1). Su uno sfondo rupestre, si erge su una rupe scoscesa la chiesetta di Santa Maria in Siaris. Troviamo inoltre minime tracce del castello di Moccò, costruito in posizione strategica sull’altura di Moccò (241 m), fu per secoli difesa avanzata dei triestini. Il più antico documento che parla del Castello risale al 1190. Dopo la sua distruzione nel 1511 fu eretto poco più sotto il castello nuovo, riutilizzando le pietre del vecchio, nel corso del XVII secolo. Anch’esso ebbe vita movimentata e alla fine nel XIX secolo divenne trattoria e albergo. Il torrione quadrato si conservò intatto fino agli ultimi giorni della seconda guerra mondiale quando fu fatto saltare dalle truppe tedesche.Il castello di San Servolo-Socerb, oggi in territorio sloveno, è un luogo abitato fin dai tempi preistorici, le cui solide mura in parte diroccate e la torre si possono ammirare dal paese di Dolina.
Sono questi ruderi, contrapposti alla serenità che ispira tutta la zona, a ricordarci che per secoli questo fu una delle tappe dei pellegrini sulla via di Gerusalemme: molte incisioni rupestri, lungo i sentieri e soprattutto nella cavità di San Servolo ne tramandano il ricordo.
Lungo il torrente Rosandra e i suoi affluenti da Sant’Antonio in Bosco a Dolina erano attivi 32 mulini, Il progresso tecnologico causò l‘interruzione dell‘attività negli anni settanta. Attualmente si possono vedere o intuire i resti di quattro mulini nella zona di Bottazzo, uno sotto Draga e quattro prima dell’abitato di Bagnoli Superiore.
La Val Rosandra divenne famosa agli inizi del ventesimo secolo quando venne scoperta dai rocciatori. Gli impervi versanti della valle si rivelarono di gran interesse anche per i più esperti alpinisti in quanto offrono punti con difficoltà addirittura del sesto grado classico (ottavo grado UIAA), a solo mezz’ora di cammino dall’abitato. Sono più di 520 le vie attrezzate nella valle che attirano numerosi rocciatori da tutte le parti del mondo, perchè fruibili anche d’inverno. Tutte le associazioni sportive degli alpinisti portano i loro allievi qui a prendere dimestichezza con le pareti. La parete più nota è senza dubbio quella che sovrasta il paese di Bagnoli denominata Falesia dei Canarini: qui la roccia, lavorata nei millenni dal torrente Rosandra, presenta inclinazioni che sfiorano i 45 richiedendo, così, un impegno fisico notevole.
La Valle offre un paesaggio naturale noto per la quantità di specie faunistiche e vegetali e per la presenza di rari esemplari animali, caratterizzato inoltre, da fenomeni carsici superficiali e innumerevoli grotte. La valle è divisa in due dal torrente Rosandra che sfocia poi in mare a Zaule (al confine con il vicino Comune di Muggia). Presenta tutte le caratteristiche di una valle prealpina, pur essendo situata a quota altimetrica bassissima. In Val Rosandra è possibile effettuare uno dei più suggestivi percorsi ciclabili della provincia di Trieste: la pista ciclopedonale – ex ferrovia Giordano Cottur detta Ciclabile della Val Rosandra. E’ l’unica pista ciclopedonale della Val Rosandra. E’ infatti vietato percorrere i sentieri della Riserva in biciletta. Unica nel suo genere, poichè permette di raggiungere la Val Rosandra e la natura incontaminata partendo direttamente dal centro di Trieste. A piedi o in bici è un percorso facile, adatto a tutti che permette di arrivare fino a Kozina oppure di fermarsi a Bottazzo.
Le grotte presentano delle peculiarità che possono interessare diverse tipologie di escursionisti: dai semplici curiosi agli appassionati di speleologia. Per gli amanti dell’avventura ci sono percorsi ipogei con difficoltà sempre crescenti che vanno dalla semplice escursione in cavità ad andamento orizzontale, alla discesa in grotte verticali dove, in questo ultimo caso, la conoscenza delle tecniche di progressione su corda è indispensabile. Gli accessi di alcune grotte della Riserva, particolarmente concrezionate da delicati speleo temi, sono stati regolamentati al fine di mantenere al loro interno un giusto microclima. Prima di visitare le grotte suggeriamo di contattare i Gruppi speleologici della provincia di Trieste o il Collegio delle Guide Speleologiche del Friuli Venezia Giulia.

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  • Museo

Musei del Parco delle Prealpi Giulie

Resia, Friuli-Venezia Giulia

Il Parco naturale regionale delle Prealpi Giulie (istituito nel 1996) si estende su poco meno di 100 km².
La specificità della zona è determinata dal contatto di tre aree biogeografiche diverse, mediterranea, il lirica ed alpina, che concorrono a determinare una straordinaria biodiversità.
Queste aree sono diventate un Parco in virtù del loro grande interesse non solo geologico, naturalistico e paesaggistico, ma anche storico – culturale.
Il parco ha tre Musei
a) Centro Visite a Prato di Resia
b) Mostra Mineraria del Resartico a Resiutta
c) Mostra Spelelogica e carsismo del Canin di Sella Nevea
d) Mostra permanente Foresta, Uomo, Economia nel Friuli Venezias Giulia a Venzone

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  • Eccellenza Naturalistica

Sentiero delle Genziane – Truoi dai Sclops

Forni Di Sopra, Friuli-Venezia Giulia

Spettacolare percorso che riassume molte delle caratteristiche più interessanti delle Dolomiti Friulane: le pareti verticali del gruppo del Pramaggiore e dei Monfalcon di Forni alle tranquille praterie alpine, dalla vegetazione dei boschi di fondovalle ai fiori rari o endemici delle alte quote, dagli incontri con stambecchi e camosci ai segni che l’uomo ha lasciato su questi monti.
L’itinerario effettuato in una sola giornata risulta senz’altro faticoso; spezzandolo e pernottando in uno dei rifugi presenti il percorso diventa certamente meno faticoso.

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  • Monumento

Faro della Vittoria

Trieste, Friuli-Venezia Giulia

Il Faro della Vittoria si trova a Trieste ed è stato costruito tra il 15 gennaio 1923 e il 24 maggio 1927, ad opera dell’architetto italiano Arduino Berlam. Oltre che ad assolvere le funzioni di faro per la navigazione, illuminando il golfo di Trieste, svolge anche le funzioni di monumento commemorativo in onore dei caduti del mare durante la prima guerra mondiale, così come testimoniato dall’iscrizione posta alla sua base:SPLENDI E RICORDA I CADUTI SUL MARE (MCMXV – MCMXVIII. Il monumento è stato costruito sul Poggio di Gretta, a 60 metri sul livello del mare, sulle antiche strutture del forte austriaco Kressich del 1854. Il progetto originario del Berlam venne modificato, dopo un acceso dibattito, dall’architetto Guido Cirilli, che ne dirigeva i lavori. L’Ing. Beniamino Battigelli fu invece il progettista delle opere in cemento armato e di tutta la struttura portante del faro. Infatti, tutti i progetti tecnici portano la sua firma ed era sempre presente nel cantiere a dirigere i lavori. Il basamento della struttura è costituito da pietre provenienti dall’Istria e dal Carso, rispettivamente pietra di Orsera e pietra di Gabrie. Quindi alta e maestosa si erge una colonna che conserva alla sua sommità la gabbia in bronzo e cristallo che custodisce la lanterna-faro. La forma finale è volutamente quella di un fascio littorio sottosopra.
Sono opera dello scultore Giovanni Mayer (Trieste, 1863-1943) la statua bronzea della Vittoria alata che corona l’apice della lampada, e la statua del marinaio che orna la parte frontale del faro. Le due statue sono alte rispettivamente 7,2 e 8,6 metri.
La statua della Vittoria Alata innalza con la mano sinistra una fiaccola, mentre con la destra stringe una colonna d’alloro; realizzata in rame sbalzato dall’artigiano Giacomo Sebroth, è sorretta da un tubo d’acciaio che s’innesta nella torre. Pensata per resistere al forte vento di bora, le sue ali presentano alcune aperture per diminuirne la resistenza. La corona che ne orna il capo nasconde l’impianto di protezione dalle scariche atmosferiche. L’imponente scultura dedicata al Marinaio Ignoto, realizzata con la collaborazione del maestro scalpellino Regolo Salandini, raffigura l’immagine di un marinaio con il classico copricapo da pioggia della Regia Marina, noto come “Sud-Ovest”, e alti stivali da lavoro mentre scruta il mare. Alla base della costruzione si trova un’ancora che, popolarmente, viene ritenuta quella della torpediniera Audace, che è stata la prima nave della Regia Marina Italiana ad essere entrata nel porto di Trieste nel 1918, mentre in realtà si tratta dell’ancora della R.N. Berenice. La catena, che cinge l’aiuola alla base del Faro, e i due proiettili posti all’entrata appartenevano alla corazzata austroungarica Viribus Unitis, affondata nella Base di Pola nel 1918 da incursori della Marina Italiana.

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  • Eccellenza Naturalistica

Grotta Gigante

Sgonico, Friuli-Venezia Giulia

La Grotta Gigante è una grotta carsica, esplorata nel 1840 e aperta al turismo già nel 1908. La grotta è situata sull’altipiano del Carso, a pochi chilometri dalla città di Trieste e dal confine con la Slovenia. La sua principale caratteristica è quella di essere la grotta turistica contenente la sala naturale più grande al mondo: un singolo vano alto circa 114 metri, lungo 280 metri e largo 76,3 metri, inserita nel Guinness dei primati dal 1995. La gestione turistica della Grotta Gigante è affidata alla Commissione Grotte “E. Boegan”, il gruppo speleologico della Società Alpina delle Giulie (la Sezione di Trieste del Club Alpino Italiano). E’visitabile tutto l’anno, svolgendosi in essa, oltre alle attività di ricerca scientifica, anche attività didattiche e turistiche. L’origine viene fatta risalire ad almeno una decina di milioni di anni fa costituita da rocce carbonatiche prevalentemente calcaree. Numerosissime sono le stalattiti e stalagmiti che impreziosiscono la grotta. Tra le stalagmiti, che crescono attualmente ad una velocità media di 1mm ogni 15-20 anni, spicca l’imponente Colonna Ruggero, alta 12 metri e formatasi in circa 200.000 anni. Molte di queste concrezioni presentano una colorazione rossastra, dovuta alla presenza di ossidi di ferro. La Grotta Gigante presenta tre accessi naturali, di cui due costituiscono oggi, rispettivamente l’ingresso e l’uscita del percorso turistico. Tutti e tre confluiscono in un’enorme caverna sotterranea che misura 98,5 metri in altezza, 167,6 metri di lunghezza e 76,3 metri in larghezza, per un volume di circa 365.000 metri cubi. L’ingresso si trova a 274 metri sul livello del mare, mentre la quota del fondo della caverna misura 160,5 metri sul livello del mare. Le due gallerie laterali principali misurano in lunghezza rispettivamente 80 metri e 60 metri. Il rilievo più preciso della Grotta Gigante è stato eseguito nel 2011 dall’Istituto nazionale di oceanografia e di geofisica sperimentale con l’utilizzo di tecnologia laser scanner. Fino al 1957 per l’illuminazione si utilizzavano lampade ad acetilene, sostituite poi dall’impianto elettrico. Nel 1997 fu costruito il nuovo percorso di risalita, dedicato a Carlo Finocchiaro, a lungo presidente della Commissione Grotte E. Boegan e figura di spicco nel mondo della speleologia internazionale. Nel 2007 si concluse l’esplorazione dell’ultimo ramo laterale della Grotta Gigante, oggi dedicato allo speleologo Giorgio Coloni, che consente di raggiungere con l’ausilio di una vera e propria via ferrata la profondità di 250 metri, termina quindi a solo 20 metri sul livello del mare. Nel 2005 è stato inaugurato il nuovo “Centro accoglienza visitatori”, che ospita anche il Museo scientifico speleologico, mentre nel 2009 è stato rinnovato integralmente l’impianto d’illuminazione della grotta. Il percorso attrezzato per le visite turistiche è lungo 850 metri ed imponenti e comode scalinate conducono il visitatore attraverso un’impressionante galleria naturale fino alla profondità di 101 metri sotto la superficie, alla scoperta di un’enorme caverna (tra le più grandi al mondo aperte al pubblico) alta 98,50 m, lunga 167,60 m e larga 76,30 m. Il percorso è reso ancora più affascinante dalle magnifiche concrezioni (delle quali la più celebre è la Colonna Ruggero, così intitolata in memoria di Ruggero Konviczka) e dai suggestivi colori (toni bianchi e grigi dovuti alla calcite e ampie sfumature rossastre dovute alla presenza di ossidi di ferro). Dopo aver attraversato la Grande Caverna si prosegue verso la Sala dell’Altare, dove si scorge l’ingresso del profondo ramo laterale Coloni, che conduce a 250 metri di profondità. Nel 1997 è stato costruito un nuovo percorso che consente di sfruttare come uscita l’ingresso naturale da cui scesero i primi esploratori nel 1840, nel 2005 furono ultimati i lavori per l’edificazione del Centro Accoglienza Visitatori, mentre a fine 2009 è stato inaugurato il nuovissimo impianto d’illuminazione, realizzato seguendo rigorosi principi ecologici di risparmio energetico. Il rilievo a laser scanner, realizzato nel 2011, ha permesso di ottenere con altissima precisione le reali misure della grotta e di ricavare un filmato virtuale interattivo, fruibile da postazione computerizzata, dedicato a chi fosse fisicamente impossibilitato a compiere i numerosi gradini del percorso turistico. Il filmato viene utilizzato anche nel corso delle attività didattiche. La temperatura nella grotta è costante tutto l’anno (11 °C). La Grotta Gigante è anche sito d’importanti ricerche scientifiche. Sono infatti ospitati al suo interno i Pendoli Geodetici più lunghi del mondo, usati dal Dipartimento di Matematica e Geoscienze dell’Università degli Studi di Trieste per monitorare innumerevoli movimenti della crosta del nostro pianeta, dalle maree terrestri ai movimenti tettonici delle placche, a impercettibili vibrazioni generate da terremoti che avvengono anche all’altro capo del mondo. Completano la stazione geofisica una coppia di clinometri, che informano sui movimenti di rotazione della grotta sul piano orizzontale, ed i sismometri dell’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale (OGS).

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  • Eccellenza Naturalistica

Altipiano del Montasio

Chiusaforte, Friuli-Venezia Giulia

L’Altopiano del Montasio si trova nella Val Raccolana e appare come un vasto terrazzamento strutturato che si snoda sotto il massiccio del versante meridionale dello Jôf di Montasio ad una quota media di 1500-1600 m.
Fin dai tempi remoti, si estendono pascoli utilizzati per la monticazione: è questa la zona di produzione del Montasio (prodtto DOP), formaggio lavorato con tecniche uniche nel loro genere.

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Eventi

Dedica Festival

Culturale

Comune: Pordenone

Mese di inizio: Novembre

Durata: 4 Giorni

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Natale d’Amare

Altro

Comune: Lignano Sabbiadoro

Mese di inizio: Dicembre

Durata: 40 Giorni

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Presepe di Sabbia

Religioso

Comune: Lignano Sabbiadoro

Mese di inizio: Dicembre

Durata: 40 Giorni

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Campionato della laguna

Sportivo

Comune: Lignano Sabbiadoro

Mese di inizio: Dicembre

Durata: 1 Giorni

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Dedica Festival

Culturale

Comune: Pordenone

Mese di inizio: Novembre

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Natale d’Amare

Altro

Comune: Lignano Sabbiadoro

Mese di inizio: Dicembre

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Presepe di Sabbia

Religioso

Comune: Lignano Sabbiadoro

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