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Comune di San Dorligo della Valle
La Riserva Naturale Regionale della Val Rosandra è stata istituita con L.R. 30.9.1996 n. 42, art. 52.
È riconosciuta come area protetta nell’Elenco nazionale delle aree protette italiane e come Sito di importanza comunitaria (SIC IT3340004) e Zona di protezione speciale (ZPS) nell’ambito della rete Natura 2000.
Dal 2006 l’organo gestore della Riserva è il Comune di San Dorligo della Valle – Ob?ina Dolina
La riserva interessa la parte sudorientale della Provincia di Trieste e si estende poi oltre il confine con la Slovenia nel territorio del comune di Hrpelje – Kozina. La Val Rosandra rappresenta un collegamento naturale tra il mare e l’entroterra ed è stata da sempre utilizzata per i traffici commerciali. Pertanto è importante per le sue caratteristiche di interesse archeologico e paleontologico (la Caverna degli Orsi dell’epoca preistorica, i Castellieri di Monte S.Michele e del Monte Carso dove sono tuttora visibili i resti del muro di cinta), di interesse storico (con i resti dell’acquedotto romano, fonte di approvvigionamento per la città di Tergeste nel I secolo, con i ruderi del castello di Moccò e delle costruzioni alle risorgive di Moganjevec), di interesse religioso (con la chiesetta di S.Maria in Siaris del XVI secolo ed il suo antico sentiero d’accesso), di interesse sociale (con i due mulini caratteristici all’inizio della valle e nel borgo storico di Bottazzo; con i Centri Culturali nelle varie frazioni del Comune ed i Centri Giovanili, punto di riferimento per iniziative didattiche), di interesse sportivo (con attività che vanno dal semplice escursionismo all’equitazione, ma soprattutto con grandi strutture naturali di interesse speleologico e alpinistico note a livello internazionale, tanto che già negli anni Trenta del nostro secolo il famoso alpinista Emilio Comici organizzò nella valle i primi corsi di alpinismo).
Ma a questi valori storici e culturali si associa quello ambientale, mantenuto inalterato dalle tradizioni e dall’amore della popolazione locale per la natura che li circonda. La Val Rosandra, infatti, oltre ad essere dimora di specie caratteristiche sia animali che vegetali, offre difatti uno spettacolo unico con i suoi diversi ambienti: la landa carsica sul monte Stena, le pinete di pino nero, il profondo solco che incide l’altopiano carsico con le sue rupi, i ghiaioni con le specie vegetali termofile, l’ambiente montano di tipo illirico con la sua vegetazione endemica condizionata dall’azione della bora, le pareti verticali e la forra del torrente Rosandra – Glinš?ica con il suo ambiente acquatico che costituisce un habitat raro. Oltre alla presenza di crostacei ed invertebrati caratteristici di ruscelli di montagna, la presenza del corso d’acqua e le caratteristiche rupestri dell’ambiente determinano condizioni favorevoli per gli animali, in special modo per anfibi e rettili rappresentati rispettivamente da 6 e 12 specie (45% dell’erpetofauna regionale). La variabilità di ambienti all’interno del Parco condiziona in modo positivo la diversità delle specie d’uccelli, in transito o semistanziali, nonché di grandi rapaci diurni e notturni. Per quanto riguarda i mammiferi, frequentissimo è il capriolo, grazie all’incespugliamento in atto, ma non mancano roditori e canidi, come volpi o sciacalli, o qualche ospite indesiderato come i cinghiali semi domestici. Singolare è la presenza di numerose specie di gran pregio tra i pipistrelli (Chirotteri), tanto da adottare questo animale come simbolo della Riserva Naturale Regionale della Val Rosandra.
Il Centro visite della Riserva Naturale della Val Rosandra è una struttura situata all’interno del Centro culturale polifunzionale a Bagnoli della Rosandra, paese d’ingresso nella Valle.
Molti sono i punti di interesse della Riserva Naturale. Il torrente Rosandra sorge oltre l’attuale confine di stato e nel suo breve corso, ha una cascata con un salto di 35 metri che porta l’acqua in un bacino di erosione e forma un laghetto i cui colori degradano dal verde all’azzurro. Questa è la prima di una serie di ventuno vasche che si succedono nel breve spazio tra la cascata e l’insediamento di Bagnoli della Rosandra. All’ingresso della Valle si possono vedere i resti dell’acquedotto romano (sentiero CAI n.1). Su uno sfondo rupestre, si erge su una rupe scoscesa la chiesetta di Santa Maria in Siaris. Troviamo inoltre minime tracce del castello di Moccò, costruito in posizione strategica sull’altura di Moccò (241 m), fu per secoli difesa avanzata dei triestini. Il più antico documento che parla del Castello risale al 1190. Dopo la sua distruzione nel 1511 fu eretto poco più sotto il castello nuovo, riutilizzando le pietre del vecchio, nel corso del XVII secolo. Anch’esso ebbe vita movimentata e alla fine nel XIX secolo divenne trattoria e albergo. Il torrione quadrato si conservò intatto fino agli ultimi giorni della seconda guerra mondiale quando fu fatto saltare dalle truppe tedesche.Il castello di San Servolo-Socerb, oggi in territorio sloveno, è un luogo abitato fin dai tempi preistorici, le cui solide mura in parte diroccate e la torre si possono ammirare dal paese di Dolina.
Sono questi ruderi, contrapposti alla serenità che ispira tutta la zona, a ricordarci che per secoli questo fu una delle tappe dei pellegrini sulla via di Gerusalemme: molte incisioni rupestri, lungo i sentieri e soprattutto nella cavità di San Servolo ne tramandano il ricordo.
Lungo il torrente Rosandra e i suoi affluenti da Sant’Antonio in Bosco a Dolina erano attivi 32 mulini, Il progresso tecnologico causò l‘interruzione dell‘attività negli anni settanta. Attualmente si possono vedere o intuire i resti di quattro mulini nella zona di Bottazzo, uno sotto Draga e quattro prima dell’abitato di Bagnoli Superiore.
La Val Rosandra divenne famosa agli inizi del ventesimo secolo quando venne scoperta dai rocciatori. Gli impervi versanti della valle si rivelarono di gran interesse anche per i più esperti alpinisti in quanto offrono punti con difficoltà addirittura del sesto grado classico (ottavo grado UIAA), a solo mezz’ora di cammino dall’abitato. Sono più di 520 le vie attrezzate nella valle che attirano numerosi rocciatori da tutte le parti del mondo, perchè fruibili anche d’inverno. Tutte le associazioni sportive degli alpinisti portano i loro allievi qui a prendere dimestichezza con le pareti. La parete più nota è senza dubbio quella che sovrasta il paese di Bagnoli denominata Falesia dei Canarini: qui la roccia, lavorata nei millenni dal torrente Rosandra, presenta inclinazioni che sfiorano i 45 richiedendo, così, un impegno fisico notevole.
La Valle offre un paesaggio naturale noto per la quantità di specie faunistiche e vegetali e per la presenza di rari esemplari animali, caratterizzato inoltre, da fenomeni carsici superficiali e innumerevoli grotte. La valle è divisa in due dal torrente Rosandra che sfocia poi in mare a Zaule (al confine con il vicino Comune di Muggia). Presenta tutte le caratteristiche di una valle prealpina, pur essendo situata a quota altimetrica bassissima. In Val Rosandra è possibile effettuare uno dei più suggestivi percorsi ciclabili della provincia di Trieste: la pista ciclopedonale – ex ferrovia Giordano Cottur detta Ciclabile della Val Rosandra. E’ l’unica pista ciclopedonale della Val Rosandra. E’ infatti vietato percorrere i sentieri della Riserva in biciletta. Unica nel suo genere, poichè permette di raggiungere la Val Rosandra e la natura incontaminata partendo direttamente dal centro di Trieste. A piedi o in bici è un percorso facile, adatto a tutti che permette di arrivare fino a Kozina oppure di fermarsi a Bottazzo.
Le grotte presentano delle peculiarità che possono interessare diverse tipologie di escursionisti: dai semplici curiosi agli appassionati di speleologia. Per gli amanti dell’avventura ci sono percorsi ipogei con difficoltà sempre crescenti che vanno dalla semplice escursione in cavità ad andamento orizzontale, alla discesa in grotte verticali dove, in questo ultimo caso, la conoscenza delle tecniche di progressione su corda è indispensabile. Gli accessi di alcune grotte della Riserva, particolarmente concrezionate da delicati speleo temi, sono stati regolamentati al fine di mantenere al loro interno un giusto microclima. Prima di visitare le grotte suggeriamo di contattare i Gruppi speleologici della provincia di Trieste o il Collegio delle Guide Speleologiche del Friuli Venezia Giulia.
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