Santa Maria di Leuca

Comune di CASTRIGNANO DEL CAPO

  • Patrimonio culturale Religioso

A Santa Maria di Leuca si trova il Santuario di Santa Maria “de Finibus Terrae”, il cui nome dice già tutto: siamo nel centro abitato considerato “ai confini della terra”, posto più a sud dell’intera provincia di Lecce, in quella che è oggi classificata come frazione di Castrignano del Capo. Dopo 83 anni di lotte fra questo comune e il vicino Gagliano del Capo, si è finalmente definito a chi spettava la competenza amministrativa della frazione, piccola ma assai ambita, nota anche ai naviganti per il suo faro, alto 48,60 metri e posto a 102 metri sul livello del mare e perciò considerato fra i più importanti d’Italia. Chi è pratico di nautica sa che questo tratto di costa è tragicamente noto anche per un episodio storico: poco fuori Punta Ristola, il “tacco” del Bel Paese, a 85 metri di profondità, si trova infatti il relitto del sommergibile Pietro Micca, affondato durante la Seconda Guerra Mondiale col suo equipaggio di 58 marinai.

Fra Punta Ristola e Punta Méliso, là dove si trova la Marina di Leuca, si collocherebbe per convenzione il punto di separazione fra la costa adriatica e la costa ionica, e in effetti, in determinate condizioni, si scorge una linea di separazione cromatica longitudinale fra Adriatico e Ionio, che ha da sempre suggerito alla fantasia popolare un confine “fisico” fra i due mari. In realtà, tale fenomeno sarebbe dovuto all’incontro fra le correnti provenienti dal Golfo di Taranto e quelle dal Canale d’Otranto. Fra storia e leggenda, si narra anche che questo fu l’approdo di Enea, in fuga da Troia, e di San Pietro, arrivato dalla Palestina e diretto a Roma. In questo secondo caso, il suo transito sarebbe avvalorato dalla trasformazione del Tempio della Dea Minerva in luogo di culto cristiano, diventato poi l’attuale Basilica, meta di pellegrinaggi fino al Medioevo. Alla Basilica è legato anche il racconto di un miracolo che nel 365 salvò dalla burrasca un’imbarcazione di pescatori, che diedero inizio alla devozione verso la Madonna di Leuca. Un motivo in più di visita è dato anche dalla scalinata di 296 gradini che da qui conduce al porto sottostante, là dove si trova la cascata monumentale dell’Acquedotto Pugliese che dopo 244 km di tragitto – 3000 km contando tutte le diramazioni dalla Campania a qui – sfocia finalmente in mare.

Da zona ricca di pregiati beni architettonici e di importanti specie animali e vegetali qual è, dal 2006 tutta l’area del litorale salentino è inserita nel Parco Costa Otranto – Santa Maria di Leuca e Bosco di Tricase istituito dalla Regione Puglia. Fra le emergenze della zona ci sono anche le 43 ville ottocentesche costruite per la maggior parte dagli architetti Ruggieri e Rossi. Molte di esse risultano oggi abbandonate o trasformate, poiché durante la Seconda Guerra Mondiale furono private di alcuni elementi decorativi metallici, quali ringhiere e cancellate, riconvertiti in armi, mentre altre sono ancora oggi un modello di stile che ha segnato un’epoca. Vale per Villa Daniele, Villa Gioacchino Fuorte, Villa Tamborino-Cezzi, Villa Loreta Stefanachi, Villa Episcopo, Villa Colosso, Villa Maruccia già Villa Sangiovanni.

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Santa Maria di Leuca

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  • Borgo

Borgo Antico di Bisceglie

Bisceglie, Puglia

Il borgo antico di Bisceglie è un reticolo di strade medievali e dimore signorili tra le quali si impone la Cattedrale in stile romanico dedicata a San pietro, consacrata nel 1295. Nella cripta, si venerano le sacre reliquie dei tre santi protettori della città di Bisceglie, i martiri Mauro vescovo, Sergio e Pantaleone. In Cattedrale si può ammirare un imponente coro ligneo seicentesco con gli scranni di noce intarsiati, i bassorilievi delle congregazioni dell’ordine monastico benedettino. Oltre alla Cattedrale, tra le altre chiese storiche di Bisceglie ci sono: l’abbazia di Sant’Adoneo, la chiesa di santa Margherita, le collegiate San Matteo e san Nicolò unite, San Domenico e molte altre. Nel borgo cittadino si trovano anche la torre “maestra” alta 27 metri, il Castello su pianta rettangolare con quattro torri e la chiesa di san Giovanni “in castrum”. Secondo alcuni studiosi il nucleo più antico del castello risalirebbe all’XI secolo, sotto il dominio normanno, e per volontà del conte Pietro I, che avviò intorno al 1060 i lavori per la costruzione dell’imponente torre detta “maestra”, alta circa 24 m e posta all’estrema destra del complesso militare. Secondo altri studiosi, invece, l’impianto castellare prese corpo e forma nella prima metà del XIII secolo, durante il periodo svevo, in prossimità della già esistente torre normanna.sulle case torri del borgo antico di Bisceglie. Nel Borgo antico si possono inoltre osservare le case torri che presentavano la peculiarità di essere utili abitazioni ma anche “torri” di controllo del territorio. Le strutture hanno uno sviluppo longitudinale con altezze che variano e che raggiungono altezze fino ai 16 metri circa. Nel Bordo antico della città è presente anche il Museo Diocesano allestito nel palazzo vescovile. Nelle diciotto sale decorate da soffitti lignei dipinti il percorso museale si articola in tre sezioni dove si possono ammirare, tra gli altri, una serie di dipinti provenienti da varie chiese locali, una ricca panoramica di gioielli e i “tesori” della Cattedrale.

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  • Altro - Altro

Darsena A Vele Spiegate

Bari, Puglia

Situata nel porto di bari – darsena di Marisabella, la struttura dispone di 100 posti barca per imbarcazioni dai 5 ai 20 metri di lunghezza con pescaggio massimo di 4 metri, pontili fissi, non galleggianti. Due trappe d’ormeggio con cime ad alta tenacità Anelli d’ormeggio orientabili in acciaio inox. Acqua potabile ed energia elettrica su colonnine computerizzate, WC e docce gratuite h24
Clubhouse con area accoglienza, Guardiania notturna e videosorveglianza h24.
Darsena recintata con accesso mediante badge elettronico personale
Struttura totalmente accessibile a persone con disabilità
Servizio autogru e interventi di manutenzione sulle carene
La struttura offre ormeggi anche per barche in transito

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  • Museo

Fondazione Museo Pino Pasquali

Polignano A Mare, Puglia

La nascita del Museo Pino Pascali risale al 1998 a seguito di un importante lascito di opere e cimeli appartenuti all’artista da parte della famiglia. Nel 2010 il Museo si trasforma in Fondazione Pino Pascali, compartecipata dalla Regione Puglia e dal Comune di Polignano a Mare, con statuto e regolamento interno. L’attuale sede è un ex Mattatoio comunale restaurato, a strapiombo sul mare, la casa sul mare che Pascali tanto desiderava.
L’attività della Fondazione muove i suoi passi dalla figura di Pino Pascali, uno dei più importanti esponenti dell’Arte italiana e internazionale durante gli Anni Sessanta, scomparso a soli 33 anni a Roma, punto di riferimento fondamentale per lo sviluppo dell’attività espositiva del museo.
La Fondazione è strutturata in modo da lavorare per contenitori al fine di offrire una visione dell’arte quanto più eclettica e in linea con le principali ricerche linguistiche d’avanguardia del momento.
Oltre a un consistente numero di opere di Pino Pascali, la Fondazione espone le opere degli artisti pugliesi più significativi e le opere degli artisti vincitori del Premio Pino Pascali. La collezione permanente e le mostre temporanee restituiscono al pubblico un’offerta culturale in linea con gli standard museali più apprezzati al mondo, tanto da veder assegnato, nel 2013, il Primo Premio come Miglior Fondazione d’Arte Contemporanea d’Italia.

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  • Affari

Marina Nautiche Ranieri

Bari, Puglia

All’interno del Cantiere Navale Ranieri è disponibile un Marina per l’ormeggio di imbarcazioni sino a 40 mt. di lunghezza e 3,50 mt. di pescaggio e per il rimessaggio a secco di imbarcazioni sino a 30 mt. di lunghezza. Disponibili ormeggi per i diportisti in transito che necessitano di assistenza o di una sosta tecnica. Oltre alle aree ed i reparti lavorazioni e per l’ormeggio e rimessaggio sono disponibili altre aree dedicate all’accoglienza clienti ed al ricovero di tender e motori fuori bordo.
Tutte le aree del cantiere, le banchine ed i pontili sono attrezzati con accessi controllati, guardiania, video sorveglianza, antincendio, acqua, energia elettrica, illuminazione, aria compressa, wi-fi; si affacciano nelle acque sicure del Porto di Bari e sono particolarmente idonee per offrire ospitalità ed assistenza a 360° ai diportisti stanziali ed in transito.
55 POSTI BARCA
ML. 240 DI PONTILI – ML. 200 di Banchine – Mq. 5000 di specchi d’acqua – 20000 mq. di aree scoperte – 4000 mq di capannoni

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  • Naturalistico - Altro

Il Porto di Otranto

Otranto, Puglia

Otranto è una stupenda e caratteristica città di mare, con una lunga e ricca storia legata anche e soprattutto alla posizione costiera nella quale sorge. Nel tempo, infatti, il borgo ha rappresentato uno scalo importante per le tratti commerciali che si muovevano nel bacino Mediterraneo, un punto di riferimento per i naviganti, nonché uno dei punti principali per i popoli che intendevano attaccare il territorio salentino. Ci riferiamo soprattutto ai turchi e ai saraceni, le cui invasioni hanno caratterizzato a più riprese la storia di questi posti.
Il porto di Otranto ha quindi una certa rilevanza storica per i fatti che hanno contrassegnato il Salento nei secoli passati, mentre ai giorni nostri rappresenta spesso il punto d’arrivo per quelle persone che sono costrette a lasciare il proprio paese per cercare una vita migliore. Non sono infatti rari i casi di sbarchi clandestini dalle popolazioni vicine, cha attraversano l’Adriatico in veri e propri viaggi della speranza.
Per quanto riguarda l’aspetto del porto, questo si presenta come un piccolo golfo, caratterizzato dalla presenza del molo di San Nicola a tre bracci banchinati e da numerosi pontili che propendono verso la riva.
Essendo una cittadina che fonda, parallelamente al turismo, la propria economia sulla pesca, il porto è un continuo viavai di pescherecci, paranze, barche, che creano la tipica atmosfera dei posti di mare dove ogni giorno l’uomo sfida la natura per guadagnarsi da vivere.
Per quanto riguarda l’aspetto commerciale, unitamente alla pesca, il porto è ancora protagonista di rotte e scambi importanti, che riguardano soprattutto materiali per la produzione industriale.
Ma, come detto, certamente Otranto è un centro prevalentemente turistico, e di conseguenza il porto rappresenta anche un servizio per accogliere le imbarcazioni di visitatori o il punto di partenza per traghetti e scafi. Fino al 1999 infatti, era possibile imbarcarsi alla volta dell’Albania e della Grecia proprio da questo porto che conserva ancora oggi la propria funzione strategica e anche militare.
Per chi volesse chiedere il permesso di accedere alle acque portuali di Otranto è necessario rivolgersi al canale 16 vhf dell’Ufficio Circondariale Marittimo.
Di seguito alcuni servizi resi disponibili dalla struttura portuale: distributore di benzina e gasolio, 2 prese per manichetta, cabine telefoniche, internet point, servizio di riparazione motori, scalo di alaggio, ormeggiatori, gru fissa 45 t e gru mobile, travel lift 25 t, riparazioni elettriche ed elettroniche, riparazione scafi in legno e vtr, pilotaggio, ritiro rifiuti, servizi igienici, sommozzatori, rifornimento alimentare.
Da non sottovalutare infine l’aspetto puramente caratteristico e relativo all’atmosfera che il porto riesce a dare a tutta la cittadina: da molti punti sopraelevati di Otranto infatti si ha la possibilità di godere di una visuale stupenda, in cui il porto, con le sue luci, rappresenta l’ultimo tratto della mano dell’uomo verso la distesa infinita del mare.
Info
Lega Navale Italiana: Via del Porto – Tel. 0836801509 – 0836801141
Capitaneria di porto: via del porto – Tel. 0836801073
Consorzio per il porto di Otranto: via del porto – Tel. 0836.801005
Indirizzo: Via del Porto, 73028 Otranto LE
Orari:
Aperto 24 ore su 24 · Altri orari
Telefono: 329 657 3860

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  • Altro - Altro

Porto Turistico Bisceglie Approdi

Bisceglie, Puglia

II porto di Bisceglie è incastonato ai piedi del borgo antico, delimitato da due “lame” in cui scorrevano due vecchi fiumi. E’ composto da un’insenatura naturale protetta a nord da una diga di sopraflutto a due bracci, ed a levante da un molo di sottoflutto.
Nella parte Sud del porto vi è il porto turistico gestito dalla “Bisceglie Approdi”.
Il porto turistico è composto da 386 posti barca, 30 ormeggi fino a 30 m. Il nuovo porto turistico di Bisceglie, invece, è stato realizzato all’interno del bacino portuale storico e lungo l’asse viario che collega i due moli.
Esso dispone di circa 380 posti barca, con ormeggi per le imbarcazioni fino a 30 m. I pontili galleggianti della zona a S.O. della darsena sono agganciati ad un nuovo molo realizzato a prolungamento della predetta “Cassa”, quasi a ripristino (o a completamento) del presumibile antico molo di epoca sveva. Il porto di Bisceglie presenta una costa alta e rocciosa ed un litorale caratterizzato per la varietà delle insenature.

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  • Area Marina Protetta

Marina di Villanova Ostuni

Ostuni, Puglia

Villanova dispone di un porticciolo turistico ai piedi del basso castello fortilizio[1] del XIV secolo, una chiesa ottocentesca e numerose spiagge. La zona del porto è il nucleo centrale del paese che comprende anche le zone di Camerini e Fontanelle.
La marina di Ostuni, nella Valle d’Itria, sorge in prossimità dell’antica via Traiana, lì dove prosperava l’antica Petrolla, poi ribattezzata Villanova.
Lidi attrezzati e tratti liberi si alternano lungo le spiagge di sabbia bianca bagnate da acqua azzurra e intervallate da scogli mentre sullo sfondo spuntano le dune coronate dalla macchia.
Il piccolo borgo, scenario ideale per un aperitivo o un gelato dopo cena, sfoggia un porticciolo turistico, approdo per le barche dei pescatori e i natanti da diporto su cui domina il castello edificato per volere degli Angioini. Nelle vicinanze si trova tutto il necessario per la vacanza dai bar ai ristoranti, dai campeggi agli alberghi.
Dalle sfumature del mare alla vivacità del porticciolo, la spiaggia di Villanova si dispiega a pochi passi dalla “città bianca”.
Le sfumature verde acqua dell’Adriatico e il profumo della macchia mediterranea lambiscono la spiaggia di Villanova, premiata con la Bandiera Blu e ben 5 Vele di Legambiente.

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  • Naturalistico - Altro

Porto di Savelletri

Fasano, Puglia

Il porto peschereccio di Savelletri è protetto da un molo di sopraflutto lungo circa 330 m e da un piccolo molo di sottoflutto banchinato.
Pericoli: il porto è soggetto a interrimento.
Orario di accesso: continuo.
Accesso: entrati in porto dirigere sulla riva sinistra del bacino.
Fari e fanali: 3690 (E 2223) – fanale a lampi verdi, periodo 5 sec., portata 3 M sull’estremità del molo di tramontana; 3690.2 (E 2223.4) – fanale a luce fissa rossa, portata 3 M, sulla testata del molo sud a sinistra entrando.
Fondo marino: sabbioso.
Fondali: da 0,50 a 2 m.
Radio: Vhf canale 16.
Posti barca: 300
Lunghezza massima: 9 m.
Divieti: di sosta nel porto.
Venti: grecale.
Traversia: I quadrante.
Ridosso: W – SW.

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  • Patrimonio culturale Religioso

San Giovanni al Sepolcro

Brindisi, Puglia

Il tempio di San Giovanni al Sepolcro (o chiesa del Santo Sepolcro) è una costruzione a forma circolare edificata sul finire dell’XI secolo, per volontà del normanno Boemondo probabilmente con materiali di reimpiego già destinati alla basilica cattedrale di Brindisi. Nei documenti del XII-XIII secolo non mancano riferimenti al complesso, pertinenza dell’ordine canonicale del Santo Sepolcro di Nostro Signore Gesù Cristo, che mantennero il possesso della struttura, verosimilmente, sino alla soppressione del 1489 e conseguente trasferimento dei beni all’Ordine di Malta che ebbero concreta realizzazione, in Italia, solo circa il 1560. Con la soppressione dell’ordine i beni passarono all’ordine di San Giovanni di Gerusalemme (o Ordine di Malta) e poi alla Mensa Arcivescovile. Agli inizi del Seicento la chiesa appariva in stato di abbandono ed in cattive condizioni di conservazione e così rimase fino all’acquisto da parte del comune nel 1868. Tra il 1881 ed il 1883 furono eseguiti i lavori di restauro a seguito dei quali la chiesa venne adibita a Museo Civico che si avvaleva della direzione onoraria del canonico Pasquale Camassa (1858-1941), appassionato conoscitore della storia di Brindisi. L’interno, a pianta a staffa di cavallo – formata da due cerchi concentrici di colonne che ricorda quella del Santo Sepolcro in Gerusalemme, è sostenuto da otto colonne dal fusto liscio con pregevoli capitelli con foglie di acanto alternate a capitelli cubici. Il tetto originale a volta è stato sostituito da quello attuale in legno. La decorazione pittorica risulta, rispetto al periodo di edificazione del monumento, più tarda e mostra diverse fasi attribuibili ad un periodo compreso tra la prima metà del XIII ed il XIV secolo. Ai dipinti, che richiamano la tradizione bizantina e la cultura connessa al movimento crociato si sovrappongono ulteriori strati dal linguaggio più moderno. La struttura cambiò nei secoli. In origine l’accesso alla chiesa era consentito attraverso tre portali. Il portale principale è incorniciato da un protiro formato da due leoni stilofori in marmo accovacciati e con le teste affrontate. Essi sorreggono colonne di marmo bianco su cui poggiano due interessanti capitelli scolpiti. Gli stipiti sono decorati con motivi vegetali tra i quali trovano posto figure umane, animali e mitologiche dal significato simbolico. Il portale minore, posto lungo l’asse principale dell’edificio, presenta invece una decorazione di gusto orientale. Il terzo accesso, attualmente murato, si apriva verso il giardino retrostante con una semplice apertura architravata. I mosaici romani visibili sono riferibili ad una domus di età imperiale (I-II sec. d.C.) , una residenza di grandi dimensioni che doveva estendersi anche oltre il perimetro del tempio. Non c’è turista, cittadino o passante che non sia catturato dalla sua bellezza, ragion per cui gli artisti che esponevano nella galleria “Il Tempietto” dei coniugi Giuseppe e Maria Vescina, ne restavano affascinati e nessuno escluso erano catturati “dalla bellezza e dalla lunga storia delle sue pietre, dal protiro delicato, dai solidi leoni, nessuno che non fosse tentato dal fissarlo a matita o a olio, en plein air o nello studio. Nacque così una raccolta di ‘operine’ del cuore che non vogliamo tenere per noi o dividere, ora che siamo anziani, e per i nostri figli e nipoti desideriamo che esse restino qui a Brindisi, in dono alla città dove sono nate”. Così Giuseppe e Maria Vescina donano nel giugno 2018 al Comune di Brindisi una raccolta di 50 opere d’arte contemporanea oggi esposte al secondo piano di Palazzo Granafei Nervegna. La collezione ha la sua peculiarità nel fatto che tutte le opere hanno come soggetto il Tempietto di San Giovanni al Sepolcro, edificato tra l’XI ed il XII secolo, situato a pochi passi dalla storica sede della galleria. Avenali, Bertolini, Bodini, Kokocinski, Zanetti-Righi, Ferroni, Armodio, Marzano, Carron, Modica, Pompa, Cattaneo sono solo alcuni degli artisti che hanno regalato una vera e propria celebrazione al monumento medievale della città di Brindisi.

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  • Patrimonio culturale Religioso

Chiesa San Benedetto

Brindisi, Puglia

La chiesa e il convento di San Benedetto si trovavano, in età medievale, in posizione periferica, sebbene collocati lungo il più importante asse viario della città. Il complesso monastico, di cui restano la chiesa, il campanile e il chiostro, fu eretto sui resti della chiesa di Santa Maria Veterana, tra la fine dell’XI ed i primi del XII secolo, sotto l’egida dei feudatari normanni. Nel 1097, 1107 ed anni successivi, furono registrati gli atti di donazione del feudo di Vallarano e Tuturano, da parte del conte Goffredo di Conversano e della sua consorte Sichelgaita, signori di Brindisi, in favore del monastero. Nel XVIII secolo fu abbandonato il vecchio monastero per la costruzione del nuovo ad ovest dell’antico edificio, smontando così il portale dalla facciata e ricostruendolo sulla facciata destra. Con le leggi sulla soppressione dei beni ecclesiastici nel 1867, il monastero dovette essere abbandonato dalle suore e la chiesa fu consegnata all’arcivescovo per divenire parrocchia. Il portale presenta intrecci viminei con influenze lombarde e bizantine. L’architrave è strutturata in una cornice di classiche, rigide foglie di acanto dal forte aggetto, con tre scene di caccia all’interno, raffigurate a bassissimo rilievo. Datato tra la fine dell’XI secolo e i primi del successivo, ne è stata riconosciuta l’origine orientale, sassanide, dell’iconografia: tre cacciatori in costume probabilmente longobardo armati di lancia trafiggono un drago, nel riquadro centrale, ed un leone, in quelli laterali. Sul portale lo stemma dell’arcivescovo Antonino Sersale (1743-1750), che realizzò molti lavori di restauro, non solo nella chiesa di San Benedetto. All’interno la chiesa a sala, è divisa in tre navate e quattro campate da colonne di marmo grigio: la centrale è coperta con crociere cupolate dai massicci costoloni, le laterali da semibotti che si impostano alla stessa altezza della volta centrale, contrastandone la spinta, tutte sormontate da preziosi capitelli. Di questi ultimi, quattro sono di tipo corinzio ed uno, quello posto sulla prima colonna di sinistra, di tipico gusto preromanico rappresentando buoi, leoni ed arieti a teste unite. L’organico insieme delle volte, delle crociere e degli archi trasversi, un unicum nel panorama architettonico della regione, sostituisce ad una radicata tipologia pugliese, quella del sistema a cupole in asse, più dinamiche soluzioni già adottate, nell’XI secolo, in Lombardia e nel Nord Europa. Nella chiesa, oltre qualche brano di tarda e piacevole decorazione floreale, è la parete destra ad offrire un delicato lacerto di affresco duecentesco rappresentante una Madonna con Bambino con la testa aureolata e perlinata e gentilmente flessa. Il maphorion marrone della Madonna, sotto il quale traspare il velo chiaro che copre i capelli della Vergine, incornicia il volto e i suoi tratti: naso leggermente aquilino, grandi occhi dal dolce taglio a mandorla, piccola bocca sul mento rotondo. Presso la zona presbiterale, una nicchia a fondo piano e sagoma cuspidata, presenta una Crocifissione ed un’Annunciazione. Nella chiesa si trovano le preziose tele dell’Assunzione della Vergine, dai “caratteri tardo-manieristici, e l’Adorazione dei pastori del 1570 di Jacopo De Vanis. Ancora nel chiostro sono visibili lacerti di affreschi. Accanto all’immagine acefala di un santo monaco, con indosso saio e cappuccio e nella mano destra un rotolo chiuso, un’Annunciazione, con la Vergine, insolitamente intenta al lavoro di cucito. Visibile è infatti l’ago delicatamente trattenuto dalle dita sottili. Il chiostro è cinto da un passaggio porticato a finestre, divise da colonnine di marmo greco sfaccettate e capitelli a stampella con motivi zoomorfi (leoni alati, arieti, buoi) e altri palmiformi.

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  • Patrimonio culturale Religioso

Chiesa Santa Maria del Casale

Brindisi, Puglia

La chiesa di Santa Maria del Casale, nei pressi dell’aeroporto, è uno splendido esempio di stile romanico-gotico del XIII secolo. Monumento nazionale sin dal 1875, possiede un’elegante facciata in conci di carparo e pietra bianca, con un portale sormontato da un protiro pensile ornato. L’interno, ad unica navata a croce latina, ospita un ciclo di preziosi affreschi bizantini riscoperti nel secolo scorso dopo essere stati per oltre due secoli occultati da calcina e da altari barocchi: sulla controfacciata Il Giudizio Universale, eseguito in quattro scomparti da Rinaldo da Taranto; sulla parete a sinistra L’albero della Croce, a dodici rami per simboleggiare gli apostoli e con l’araldica della città di Brindisi, L’Annunciazione, L’Allegoria del Giglio Angioino, La Vergine tra Cavalieri, La Vergine col Bambino e Sante; nel presbiterio Le Storie della Passione, La Deposizione, Cristo nella Tomba, Marie al Sepolcro, Le Nozze di Cana, Cenacolo, Pentecoste; nell’abside Cristo in Trono fra Angeli, Natività, Crocifissione; nel transetto L’Annunziata, Storie di S. Caterina e La Madonna con Bambino. Importanti anche gli stemmi dei committenti per lo studio relativo all’araldica medievale. Santa Maria del Casale documenta eloquentemente il progressivo approdare al gotico di maestranze in cui è ancora viva la grande lezione romanica. Il protiro pensile, cuspidato, riassume lo schema della facciata, bicroma, gli spioventi sottolineati da arcatelle cieche legate alla cornice di base da lesene tristili, mossa dai connessi a tarsia che rendono motivi geometrici. L’interno è a croce latina, con navata e transetto con copertura a capriate e il coro lanciato dietro l’altare maggiore, con volta a crociera. Di grande interesse sono i semicapitelli che profilano l’arcone. Gli affreschi evidenziano un retroterra culturale importantissimo. Sulla controfacciata è, su quattro fasce parallele, il Giudizio Universale eseguito da Rinaldo da Taranto ai primi del XIV secolo; sulla parete di sinistra sono L’Annunciazione, L’Allegoria del Giglio Angioino, L’Albero della Croce, la Vergine tra Cavalieri, fatta dipingere nel 1338 da Nicola della Marra, e superiormente a questa, La Vergine col Bambino e Sante, la Vergine con Bambino commissionata nel 1366; sulle pareti del presbiterio sono le Storie della Passione: Deposizione, il Cristo nella Tomba, le Marie al Sepolcro, dipinte da un artista di modi ancora bizantini, le Nozze di Cana, il Cenacolo, la Pentecoste; sull’abside Cristo in Trono fra Angeli; sull’arco trionfale la Natività e la Crocifissione; nel transetto L’Annunziata, le Storie di Santa Caterina e inferiormente la Madonna in Trono, Sant’Erasmo di Gaeta e Santa Maria Maddalena; sulla parete destra il Cristo in Maestà, la Sacra Maternità, Santa Caterina che presenta alla Vergine un cavaliere, la Madonna con Bambino, realizzata fra 1362 e 1364.

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  • Museo

Pinacoteca “G. De Nittis”

Barletta, Puglia

Da Barletta ai musei più importanti del mondo. È il percorso artistico fatto da Giuseppe De Nittis, pittore impressionista nato qui nel 1846, partito dalla provincia di Bari alla volta della Francia, dove ebbe modo di conoscere artisti del calibro di Degas, Manet, Morisot, Caillebotte, fino a terminare i suoi giorni nel 1884 a Saint-Germain-en-Laye, nell’Ile de France. La sua città natale non poteva quindi che omaggiare uno dei suoi cittadini più illustri con un luogo dedicato alla sua memoria, la Pinacoteca “Giuseppe De Nittis” , ospitata in uno degli edifici più belli del centro storico, Palazzo della Marra, splendido esempio di architettura del ‘500, residenza prima della nobile casata degli Orsini, e poi fino al 1743 dei Della Marra.

Inaugurata nel 2006 dopo un lungo restauro dell’edificio, la Pinacoteca “Giuseppe De Nittis” accoglie oggi 146 dipinti, 65 disegni, libri e un epistolario, collezione donata alla città di Barletta da Léontine Gruvelle, moglie dell’artista. Il percorso tematico è organizzato su due livelli e si compone di ampie sezioni: il tema del “Paesaggio”, le grandi tematiche delle “Corse” e “Vita mondana”, la novità del “Giapponesismo”, l’intimità degli “Affetti”. L’esposizione comprende anche i cosiddetti “Quadri incompleti” e la “Collezione grafica”, acqueforti, acquetinte e punte secche. Oltre alla parte permanente, la Pinacoteca offre un ricco calendario di mostre temporanee, che permette di ammirare a rotazione anche le molte opere presenti nei depositi.

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Eventi

Fuoca Coste e Cocce Priatorje di Orsara di Puglia

Religioso

Comune: Orsara Di Puglia

Mese di inizio: Novembre

Durata: 2 Giorni

Presepe Vivente di Rignano Garganico

Religioso

Comune: Rignano Garganico

Mese di inizio: Dicembre

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Alba dei Popoli

Altro

Comune: Otranto

Mese di inizio: Dicembre

Durata: 1 Giorni

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Natale a Bari Christmas Town

Culturale

Comune: Bari

Mese di inizio: Dicembre

Durata: 30 Giorni

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Fuoca Coste e Cocce Priatorje di Orsara di Puglia

Religioso

Comune: Orsara Di Puglia

Mese di inizio: Novembre

Durata: 2 Giorni

Presepe Vivente di Rignano Garganico

Religioso

Comune: Rignano Garganico

Mese di inizio: Dicembre

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Alba dei Popoli

Altro

Comune: Otranto

Mese di inizio: Dicembre

Durata: 1 Giorni

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Natale a Bari Christmas Town

Culturale

Comune: Bari

Mese di inizio: Dicembre

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