Il sito Paesaggi Vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato, riconosciuto dall’UNESCO nel 2014, si sviluppa lungo dolci colline coperte da vigneti a perdita d’occhio, inframmezzati da piccoli villaggi di altura e pregevoli castelli medievali, dove da secoli la viticoltura costituisce il fulcro della vita economica e sociale.
Il sito è di tipo seriale, ovvero costituito da sei aree (chiamate ‘componenti’) articolate all’interno dei confini delle Province di Alessandria, Asti e Cuneo e di ventinove Comuni, per un’estensione complessiva pari a 10.789 ettari. Dal punto di vista geografico, tre aree si trovano nel comprensorio delle Langhe, due in quello dell’Alto Monferrato e una nel Basso Monferrato. Nel loro insieme le zone selezionate rappresentano la qualità eccezionale del paesaggio vitivinicolo piemontese e della sua profonda e viva cultura del vino.
Le componenti sono state selezionate con particolare riferimento alle produzioni vinicole associate ai territori, alla rilevanza in ambito nazionale e internazionale, all’esigenza di rappresentare con completezza luoghi importanti per la filiera del vino (dalla coltivazione, alla produzione, conservazione e distribuzione) e gli elementi storico-insediativi e architettonici (reticolo stradale, città, borghi, nuclei rurali, castelli, chiese).
Il Castello di Grinzane Cavour: La prima Enoteca Regionale del Piemonte
Il castello rappresenta una testimonianza unica per la storia della viticoltura piemontese.
Nel corso del XIX secolo, il castello venne acquistato dallo statista Camillo Benso Conte di Cavour che curò in prima persona le sperimentazioni sulla qualità dei vini che divennero successivamente i maggiori vini rossi piemontesi.
Attualmente, il castello e la sua collina rappresentano un polo d’eccezione per la conoscenza e la valorizzazione della cultura vitivinicola dell’intero comprensorio di Langhe-Roero e Monferrato ospitando infatti la prima Enoteca Regionale del Piemonte e uno dei più completi musei etnografici di tradizione vitivinicola della regione. Il vigneto ai piedi del castello costituisce un importante centro di ricerca e sperimentazione sul patrimonio viticolo piemontese e presenta una delle collezioni di vitigni più ampie a livello europeo.
La Langa del Barolo
L’area si colloca nell’estremo lembo Nord – Occidentale del sistema collinare delle Langhe vantando un’estensione di 3.051 ettari di territori fulcro della produzione del vino Barolo. Il pregio internazionale del vino Barolo non si lega esclusivamente all’unicità del suo ciclo produttivo ma discende anche da una lunga tradizione storica che gli valse, nel corso del XIX secolo, il titolo di ambasciatore della Casa Reale dei Savoia nelle corti d’Europa.
Il paesaggio che caratterizza la “Langa del Barolo” è prevalentemente monoculturale, i vigneti si estendono con continuità sui pendii dei versanti collinari, intervallati qua e là da borghi di impianto medioevale dai quali spesso si ergono imponenti castelli.
Le Colline del Barbaresco
Le colline del Barbaresco sono una componente presente sempre nel territorio delle Langhe, nei pressi del fiume Tanaro. L’area selezionata rappresenta il cuore della produzione del vino Barbaresco che assieme al vino Barolo compongono il palinsesto dei più famosi vini rossi d’invecchiamento apprezzati a livello internazionale. Così come il Barolo anche il Barbaresco viene vinificato in purezza dalle uve di Nebbiolo.
Il borgo di Barbaresco è un insediamento di epoca medioevale sviluppatosi in una posizione dominante rispetto al fiume Tanaro. Inserita in questo pregevole borgo si erge, con i suoi 36 m di altezza, l’imponente Torre sopravvissuta alla distruzione che ha invece interessato il castello medioevale.
Canelli e l’Asti spumante
L’eccellenza del vino Asti Spumante viene rappresentata a pieno da questa componente. Si tratta di un territorio che rende inconfondibile il paesaggio che lo circonda, grazie alle distese di vigneti curati e plasmati nel corso degli anni dal lavoro dei contadini.
È in questo luogo che, grazie ad un continuo miglioramento delle tecniche di coltivazione e lavorazione del vitigno Moscato Bianco, si è dato il via alla storia dei grandi vini spumanti italiani.
Fu, nel lontano 1895, il professore enologo piemontese Federico Martinotti ad applicare per primo il nuovo metodo di vinificazione da cui si ottiene tale vino; si trattò di un primo importante passo verso l’avvio della produzione di spumante piemontese che fu seguito da un continuo affinaggio delle tecniche, tra cui si ricorda l’apporto dell’enologo francese Charmat, che ha portato all’ottenimento dell’attuale pregiato prodotto.
Le architetture dell’area di Canelli sono una testimonianza della capacità di adeguare i luoghi alle trasformazioni ed alle esigenze del ciclo produttivo vitivinicolo. All’interno di spazi chiamati “Cattedrali Sotterranee”si avviarono le prime spumantiere del comprensorio: si tratta di ampi spazi sotterranei, caratterizzati da ambienti voltati con mattoni faccia vista, che devono la loro forma e distribuzione degli spazi ai procedimenti di lavorazione del vino spumante.
All’interno del sito “Canelli e l’Asti Spumante” si inserisce un altro piccolo borgo che rappresenta un esempio singolare di architettura strettamente legata alla cultura vitivinicola. Si tratta del piccolo borgo di Calosso e dei suoi particolari crutin, cantine scavate nel tufo e voltate in mattoni, usate sia per la conservazione domestica delle bottiglie e delle derrate alimentari sia come cisterne o ghiacciaie.
Nizza Monferrato e il Barbera
L’area situata nella Provincia di Asti è stata selezionata all’interno del territorio del vitigno Barbera, varietà coltivata da oltre 500 anni nel territorio piemontese, racchiudendo nel suo perimetro la porzione territoriale più significativa del sistema produttivo, culturale e paesaggistico della D.O.C.G. Barbera d’Asti.
In questo contesto si inserisce la città di Nizza Monferrato considerata la capitale del Barbera dal punto di vista commerciale e promozionale, da sempre fondamentale anche grazie alla sua posizione strategica rispetto alle provincie di Asti e Alessandria.
All’interno del distretto sono presenti numerose testimonianze legate alla cultura contadina e del vino. Il Museo delle Contadinerie e delle Stampe Antiche Bersano è uno di questi luoghi, voluto da Arturo Bersano, a partire dal 1950, per raccogliere le testimonianze più sofferte ed allo stesso tempo gioiose della cultura enoico-contadina. Ancora oggi riconosciuto come museo del “saper fare”, con la sua collezione di attrezzi da lavoro in vigna, racconta una storia che parla di evoluzione di tecniche e di saperi nella produzione del vino.
Il Monferrato degli Infernot
L’area in questione comprende otto centri urbani d’altura caratteristici per l’uso diffuso della “Pietra da Cantoni”, un’arenaria presente unicamente in questa porzione di territorio, nel bacino collinare di Langhe – Roero e Monferrato.Tali strutture, site al di sotto delle comuni abitazioni e utilizzate per la conservazione delle bottiglie, costituiscono delle vere opere d’arte nate dalla tradizione contadina e dalla perizia di mastri cantonieri, divenendo così la testimonianza di quel “saper fare” di una tradizione passata tramandata attraverso questi manufatti sino ai giorni nostri. Il sito “Il Monferrato e gli Infernot” comprende anche al suo interno l’ecomuseo dedicato alla lavorazione della “Pietra da Cantoni” e le due maggiori cave, oramai inattive da diversi anni, da cui si estraeva in origine il materiale di partenza.
Il vitigno principale di questo territorio resta sempre il Barbera, vinificato principalmente come Barbera del Monferrato diverso dalla Barbera d’Asti per le differenti tecniche di vinificazione con cui si ottengono i due vini rossi.