banner-feature
Basilicata

Basilicata

Il nome antico della Basilicata, Lucania, deriva da lucus, bosco sacro, e il motivo si deve al fatto che da queste parti non è poi così raro imbattersi in pini e abeti tipici di una foresta nordica. Una specie arborea che non ti aspetteresti mai a questa latitudine, ma in un territorio con solo l’8% di pianura e per il resto equamente diviso fra montagne e colline, non c’è da stupirsi. Anzi, possiamo dire che questa è solo la prima delle molte sorprese che la Basilicata ha in serbo per il visitatore. Se ci si arriva in auto, molto probabilmente lo si fa dalla A3, e una volta lasciata l’autostrada, il paesaggio cambia repentinamente: la statale si insinua fra le montagne dell’Appennino Lucano – Val d’Agri – Lagonegrese, zona dal 2007 istituita a Parco Nazionale. Anche se si è solo di passaggio, merita una sosta Lagonegro, il paese della bella chiesa di San Nicola, dove secondo un’antica leggenda riposerebbe la Monna Lisa. Sì, l’enigmatica dama ritratta da Leonardo da Vinci, che avrebbe terminato la sua vita in questa “selva oscura” di alberi non proprio da macchia mediterranea. A ricordare però alla “Gioconda” la sua terra d’origine, in Basilicata c’erano già allora le dolci colline ammantate di grano e forse, chissà, anche la presenza dei primi vigneti nel Vulture, il vulcano spento oggi zona di vini autoctoni che si fanno rispettare, caratteristiche che in tempi più recenti sono valse alla Regione il soprannome di “Toscana del Sud”.

Si prosegue il viaggio verso l’entroterra ed ecco che ci si imbatte in un’altra realtà che richiama alla mente un altrove sicuramente più noto di questa versione meridionale: le Dolomiti Lucane, nel Parco Nazionale del Pollino, l’area protetta più estesa d’Italia, dal 2005 nella lista globale dei geoparchi Unesco. Qui il vento ha plasmato guglie e rocce dando adito a fantasiose interpretazioni, fra cui pare di riconoscere ora un’aquila, ora un’incudine o una civetta. Castelmezzano e Pietrapertosa sono i due borghi che fanno da tappa obbligata per chi sceglie come meta il Parco per un’escursione di trekking, in MTB, a cavallo, di free climbing, canyoning o speleologia, in un contesto generoso di colpi di scena fra dirupi, pareti di faglia, gole profonde, grotte carsiche, timpe vulcaniche, inghiottitoi, pascoli di alta quota e persino circhi glaciali che sfiorano i 2.200 metri. Terreno fertile di numerose specie di flora e fauna, fra cui domina incontrastato l’endemico e maestoso pino loricato, ma anche scrigno di tradizioni antiche, come i cosiddetti riti arborei, il “matrimonio” fra un albero e la sua cima, celebrato fra maggio e settembre nei vari borghi dolomitici.

In un lento vagare fra borghi e campi coltivati, spesso si riconoscono all’orizzonte i profili di fortezze di federiciana memoria: a Melfi e Lagopesole si visitano due dei castelli meglio conservati eretti nel Duecento dallo “Stupor Mundi”, che sembrano quasi due scorci rubati alla Puglia, appena qualche chilometro in là. L’area del Vulture-Melfese regala anche altre emozioni, in particolare a Venosa, dove l’accoglienza è data da un massiccio Castello Aragonese. In pochi passi si scoprono poi la casa natale del poeta latino Quinto Orazio Flacco, il Parco Archeologico con un bellissimo impianto termale, le catacombe ebraiche e la celebre “Incompiuta”, l’affascinante complesso della Santissima Trinità, rimaneggiata più e più volte dall’epoca paleocristiana in poi, senza però mai giungere a compimento, lasciando così l’edificio open air. Leggende e misteri abbondano qui come pure a Craco, borgo noto come la “città fantasma”, in seguito a una frana che nel 1963 costrinse la popolazione ad abbandonare il centro fino a lasciarlo completamente disabitato. L’eleganza degli aristocratici Palazzo Grossi e Palazzo Maronna, la sacralità della Chiesa Madre… tutto è fermo a sessant’anni fa, pronto per il prossimo “ciak”. E in effetti, qui e nella vicina Matera, di registi se ne sono sempre visti parecchi, attratti dai riflessi ocra della pietra tufacea del Sasso Barisano e Caveoso del luogo più noto della Basilicata, soprattutto da quando nel 1993 è stato riconosciuto Patrimonio dell’Umanità. Riprendendo il “gioco” delle somiglianze con realtà extra-lucane, Matera ricorda un po’ la Cappadocia, ma allo stesso tempo è qualcosa di diverso, con i suoi “Sassi” unici al mondo, da oltre duemila anni trasformati in abitazione o luogo di culto, tanto numerose da creare un circuito di chiese rupestri oggi tutelato in quanto Parco Archeologico Storico Naturale.

Scenari diventati popolari grazie a pellicole firmate a partire dagli anni Cinquanta da grandi autori della “Settima Arte”: Mario Volpe, Alberto Lattuada, Roberto Rossellini, Lina Wertmuller, Giuseppe Tornatore, fino a Mel Gibson, che nel 2004 girò The Passion, e alle più recenti riprese di Patty Jenkins per Wonder Woman, del 2016, e al capitolo No Time To Die di 007, girato nel 2020 con scene di inseguimenti da brivido alla James Bond fra Sassi e dintorni.

Echi di panorami ellenici si ritrovano invece a Metaponto, ammirando i colonnati del Tempio di Hera e gli scavi del sito archeologico lucano più grande e meglio conservato.

Fa invece volare addirittura oltre oceano il profilo del Cristo Redentore di Maratea, in cima a Monte San Biagio, scultura alta 22 metri e seconda per dimensioni solo al Cristo del Corcovado che si erge sul “Pan di Zucchero” a Rio de Janeiro. Un ultimo tocco esotico a questo viaggio in cui la Basilica, alla fine, somiglia solo a se stessa. E lo dimostrano bene questi 32 km di costa stretti fra Calabria e Campania, pochi ma che si fanno ricordare: un susseguirsi di torri medievali, anfratti e grotte da scoprire e spiaggette baciate da un mare cristallino che nulla hanno da invidiare al mondo.

E tu che tipo di turista sei?

Gli della regione

Inizia a costruire il tuo itinerario

Turista

culturale

Turista

Enogastronomico

Turista

Naturalistico

Turista

Spirituale

Turista

Sportivo

  • Turista

    culturale

  • Turista

    Enogastronomico

  • Turista

    Naturalistico

  • Turista

    Spirituale

  • Turista

    Sportivo

Inizia a costruire il tuo itinerario

Cerca per

  • map
    • ACERENZA
    • AVIGLIANO
    • BARILE
    • BERNALDA
    • CANCELLARA
    • CASTELMEZZANO
    • CASTELSARACENO
    • CRACO
    • GROTTOLE
    • GUARDIA PERTICARA
    • IRSINA
    • MARATEA
    • MATERA
    • MELFI
    • MIGLIONICO
    • MONTESCAGLIOSO
    • PIETRAGALLA
    • PIETRAPERTOSA
    • RAPOLLA
    • RIONERO IN VULTURE
    • ROTONDA
    • SAN FELE
    • SAN SEVERINO LUCANO
    • SASSO DI CASTALDA
    • TRICARICO
    • VENOSA
    • VIGGIANELLO
  • walk
    • Destinazioni
    • Punti di Interesse
    • Eventi
    • Itinerari
  • avatour
    • Turista culturale
    • Turista Enogastronomico
    • Turista Naturalistico
    • Turista Spirituale
    • Turista Sportivo
Le Cascate di San Fele

San Fele, Basilicata

21 elementi Cosa fare e vedere

  • Naturalistico - Altro

Le Cascate di San Fele

San Fele, Basilicata

È dall’Appennino Lucano che nasce il torrente Bradano, le cui acque prendono vita presso San Fele (località Matise) per poi confluire nella fiumara di Atella, conosciuta nel suo tratto più ampio come fiume Ofanto-Mare Adriatico: è proprio qui, nella natura più incontaminata, che sono nate le cascate di San Fele.
Tra ponti antichi e caratteristici mulini, potrete godere di un paesaggio unico al mondo, dove la natura incontaminata saprà accogliere e suggestionare tutti coloro che hanno deciso di avventurarsi al suo interno.
Per visitare le cascate di San Fele è importante premunirsi di un abbigliamento consono all’occasione: l’ideale è portare con sé un impermeabile e scarpe da trekking utili ad affrontare il lungo percorso che costeggia le acque del torrente Bradano.
I percorsi consigliati per ammirare le bellissime Cascate sono diversi.
Per tutti coloro che vogliono compiere interamente il percorso della Cascate di San Fele è possibile camminare per un totale di 8 chilometri.
I percorsi sono personalizzati, si sceglie di seguire quello più attinente alle proprie esigenze. Qui riportiamo i sentieri più battuti, dal più breve al più lungo:
– IL PARADISO
Un sentiero molto breve (circa 300 metri) che permette di arrivare in soli dieci minuti alle Cascate di San Fele. Viene soprannominato “Il Paradiso” per la pace percepita durante la camminata. Le acque della cascata scorrono lente e, nel periodo più caldo si assiste al prosciugamento del torrente che si trasforma in un pozzo di circa sei metri.

– LE GEMELLE
Non si cammina molto, si tratta infatti di un percorso brevissimo di circa 300 metri da fare in meno di un quarto d’ora. Il paesaggio alla fine del sentiero è davvero molto suggestivo. Si può infatti ammirare le cascate “gemelle”, ovvero due ruscelli che si incontrano proprio in questo punto grazie al torrente Bradano e al torrente Acquafredda.

– FOSSO D’ANNA
Se si sceglie il Fosso d’Anna si dovrà percorrere un sentiero di circa un chilometro impiegando all’incirca un’ora a piedi. In questo punto particolare del sentiero le Cascate di San Fele vengono soprannominate “U Uattënnierë”, ovvero dal dialetto della zona: “gualchiera”, la macchina che permette di produrre energia per mezzo della forza motrice del torrente. Serviva per lavare e trattare i tessuti, in particolar modo la lana grezza.

– IL PONTE
Il più lungo di tutti i sentieri (4,5 km da percorrere in circa 4 ore) che portano alle Cascate di San Fele. Il cosiddetto “Il Ponte” dà la possibilità ai turisti di godere di un lungo percorso naturalistico e di passare al di sopra di un ponte molto vecchio e caratteristico, edificato prima della Seconda Guerra Mondiale. Per imboccare il sentiero è possibile entrare direttamente nel paese di San Fele attraversando la Piazza Nocicchio.

Durante il tragitto per arrivare alle Cascate di San Fele è possibile vedere anche la famosa macchina costruita dagli opifici degli anni Venti per la provincia di Potenza. Parliamo della famosa Gualchiera di San Fele, un macchinario all’epoca molto popolare e eco-sostenibile utilizzato per lavare e trattare al torrente la lana grezza.
L’area circostante è un ottimo anti-stress per tutti coloro che vogliono godere di un panorama tranquillo e rilassante.

Scopri di più arrow-right
  • Museo

Museo Archeologico Nazionale del Melfese “Massimo Pallottino”

Melfi, Basilicata

Il Museo, ubicato all’interno del castello federiciano di Melfi, presenta l’importante documentazione archeologica rinvenuta nel comprensorio del Vulture-Melfese. All’età arcaica risalgono i corredi funerari che hanno restituito raffinate ceramiche daunie a decorazione geometrica, armature in bronzo, preziosi ornamenti in argento, oro e ambra nonché vasi in bronzo di produzione sia greca che etrusca.

La sezione classica è incentrata su straordinari reperti di IV-III secolo a.C. tra cui ceramiche magno-greche a figure rosse e monumentali vasi a decorazione policroma con figure applicate, di produzione canosina, rinvenuti a Lavello (l’antica Forentum).

La fase romana è documentata da un eccezionale sarcofago in marmo del II secolo d.C. con decorazione a rilievo, riferibile a botteghe dell’Asia Minore che presenta sul coperchio la defunta “dormiente” e sulle lastre laterali dei ed eroi romani inquadrati in nicchie.

Scopri di più arrow-right
  • Patrimonio culturale Religioso

Abbazia Benedettina di San Michele Arcangelo

Montescaglioso, Basilicata

Montascaglioso, uno dei tesori della Basilicata, ha conquistato la denominazione di Gioiello d’Italia. Si trova vicino Matera, nell’area archeologica storica e naturale del Parco delle Chiese rupestri del Materano. Passeggiare nel suo centro storico consente di ammirarne ogni angolo tra vicoli e porte storiche, chiese e il Castello normanno, dell’XI secolo, eretto a controllo di Porta Maggiore, la più importante dei sei accessi alla città. Quello che però rende celebre Montescaglioso è l’Abbazia di San Michele Arcangelo, che spicca per bellezza ed imponenza. Si tratta di uno tra i più importanti monasteri benedettini del Sud Italia e il suo nucleo centrale è costituito da splendidi chiostri rinascimentali e dalla chiesa.

In uno dei chiostri hanno trovato sede il Museo d’arte contadina e la Collezione etnografica oltre al pozzo monolitico con l’immagine di San Michele. In una delle sale che circonda il primo chiostro è custodito il magnifico Telamone risalente al III sec. a.C., un manufatto del periodo ellenistico rinvenuto presso Montescaglioso nel 1925 in una via del paese, durante alcuni scavi. Il portale rinascimentale dell’Abbazia di San Michele Arcangelo è stato realizzato dallo scultore cinquecentesco Altobello Persio, originario proprio del comune materano. Oltre ai due meravigliosi chiostri si possono ammirare la sala del Capitolo, la cucina a camera e i due ambienti dell’accoglienza che raccontano dell’ordine benedettini e ricostruiscono uno scrittoio e il laboratorio dello speziale.

Uno dei fiori all’occhiello della struttura religiosa è la Biblioteca dell’Abate che conserva interessanti affreschi di inizio Seicento. Del complesso monastico si possono visitare anche le antiche cantine e le zone dove una volta i monaci svolgevano le varie attività utili alla comunità e che oggi sono diventate spazi espositivi, come il frantoio, il granaio, il mulino, il forno e altri depositi che raccontano le attività legate alla vita di allora tra cui la produzione del vino o la lavorazione e decorazione delle ceramiche. Tra le antiche cantine una è costituita da una galleria e una grotta per la conservazione del vino completamente scavati nelle calcareniti di Monte Castiglione e utilizzata, negli Anni Sessanta, come deposito di detriti.

Scopri di più arrow-right
  • Riserva

Riserva naturale San Giuliano

Miglionico, Basilicata

L’Oasi di San Giuliano si trova a circa 6 km da Matera.
Raggiungere il centro naturalistico dall’abitato materano è molto semplice, data la sua vicinanza con la zona urbana a sud della periferia. Si trova a pochi passi dalla città di Miglionico e da Matera.
Il sito riserva regionale San Giuliano rappresenta la Riserva Naturale più vasta di tutta la provincia.
L’invaso si è formato in modo artificiale, ed è uno dei laghi più importanti della Basilicata.
E’ un’area SIC e ZPS, cioè un sito d’interesse comunitario e zona a protezione speciale soprattutto per l’avifauna.
L’intero territorio della diga San Giuliano, inoltre, è stato inserito tra le aree RAMSAR, cioè aree umide d’importanza internazionale per la fauna acquatica.
Nell’area vige, naturalmente, il divieto di caccia ed è possibile fare birdwatching ed esursioni di tipo storico ed ambientale.
L’Oasi di San Giuliano si estende per 2500 ettari, rappresenta un’Oasi naturalistica del WWF Matera ed è circondata da verdeggianti paesaggi, e masserie immerse nel verde.
La superficie protetta si estende tra il territorio di Matera, la provincia di Miglionico e Grottole.
Tutta l’area dell’Oasi San Giuliano, tra l’altro, è ideale per attività di trekking, giri in mountain bike, escursioni, walking map, orienteering, e rifugi adibiti al birdwatching.
Il parco è attrezzato con aree pic-nic e giochi, con attività adatte ai bambini.
Ma il punto di forza di questo posto è costituito dalla fauna, ricchissima, e soprattutto di rapaci, presenti in gran numero e di diverse specie.
Negli ultimi anni sono nate nuove aziende agricole, e graziosi agriturismi in prossimità dell’Oasi, aperti in ogni stagione.

Scopri di più arrow-right
  • Castello/Fortezza/Rocca/Villa

Castello di Lagopesole

Avigliano, Basilicata

Con il rinvenimento degli Statuta Officiorum del Regno di Sicilia, si può asserire che nel 1242 l’Imperatore Federico II di Svevia dette inizio ai lavori di ampliamento del Castello di Lagopesole, l’ultimo e il più grande delle sue costruzioni.

Il castello, costruito su una roccaforte normanna domina tutta la sottostante valle di Vitalba, realizzato in conci di pietra arenaria, conserva ancora oggi la struttura originale.

Tenendo presente il suo amore per la caccia e per la natura, Federico II, fece di questo luogo dimora prediletta.

I suoi ampi saloni sono caratterizzati dalla presenza di mensole scultoree che reggevano gli archi a sesto acuto, abbelliti inoltre di bifore e monofore.

Un vasto rettangolo diviso a sud da una cortina muraria che collega internamente la parte residenziale attraverso un matroneo che si affaccia sulla cappella che conserva il portale originale realizzato forse, da Mele di Stigliano il quale lavorava nei cantieri siciliani di Federico II. Dopo la morte di Manfredi, ci saran

Dagli Svevi agli Angioini ai Doria – Pamphili il castello ha subito nel corso dei secoli varie manomissioni.

Oggi, proprietà del Demanio dello Stato, inserito all’interno della Riserva Nazionale Antropologica “Coste Castello”.

Aperto al pubblico tutto l’anno, sabato e domenica compresi, è meta di tantissimi visitatori dall’Italia e dall’estero.

Scopri di più arrow-right
  • Museo

Museo emozionale di Craco MEC

Craco, Basilicata

Allestito all’interno degli spazi dell’antico monastero di San Pietro, il MEC – Museo Emozionale di Craco – rappresenta la porta di accesso al paese fantasma di Craco. Il visitatore potrà conoscere attraverso gli strumenti della tecnologia le emozioni, i racconti, i colori di un luogo unico in cui il tempo sembra essersi fermato.
Il luogo dove nasce l’allestimento multimediale del MEC è il Convento di San Pietro dei Frati Minori, una struttura sorta a partire dal 1620, posta alle porte della città fantasma di Craco. Un poderoso lavoro di recupero avvenuto in due fasi nel 1998-2000 e nel 2014-2015, ha consentito di rendere accessibili gran parte degli ambienti del Convento, che versavano in completo abbandono. Oggi la struttura rivive sotto una nuova veste, accogliendo i visitatori con il MEC, un allestimento multimediale per far conoscere la storia di questi luoghi.
Il MEC (Museo Emozionale di Craco) è parte di un progetto articolato di tutela e riqualificazione del patrimonio rurale, finanziato attraverso la Misura 323 del PSR Basilicata 2007-2013.

Negli scorsi anni diversi interventi hanno interessato il patrimonio culturale di Craco. La costituzione di un tecnologico Museo Emozionale va nella direzione di offrire uno spazio onnicomprensivo, che possa racchiudere questa costante opera di ricerca, reperimento e catalogazione dei materiali e delle informazioni sulla città fantasma, dandogli una forma nuova e interattiva.
All’interno dello spazio multimediale saranno approfonditi temi legati a Craco, alle sue vicissitudini storiche e ai suoi protagonisti.

Sarà possibile osservare il cambiamento che il processo franoso e l’incuria umana hanno prodotto nel tempo. A ciò va aggiunto il lungo e laborioso lavoro di valorizzazione e promozione intrapreso negli ultimi anni, che sta portando alla ribalta dei media nazionali e internazionali il paese.

Scopri di più arrow-right
  • Naturalistico - Altro

Le Cascate di San Fele

San Fele, Basilicata

È dall’Appennino Lucano che nasce il torrente Bradano, le cui acque prendono vita presso San Fele (località Matise) per poi confluire nella fiumara di Atella, conosciuta nel suo tratto più ampio come fiume Ofanto-Mare Adriatico: è proprio qui, nella natura più incontaminata, che sono nate le cascate di San Fele.
Tra ponti antichi e caratteristici mulini, potrete godere di un paesaggio unico al mondo, dove la natura incontaminata saprà accogliere e suggestionare tutti coloro che hanno deciso di avventurarsi al suo interno.
Per visitare le cascate di San Fele è importante premunirsi di un abbigliamento consono all’occasione: l’ideale è portare con sé un impermeabile e scarpe da trekking utili ad affrontare il lungo percorso che costeggia le acque del torrente Bradano.
I percorsi consigliati per ammirare le bellissime Cascate sono diversi.
Per tutti coloro che vogliono compiere interamente il percorso della Cascate di San Fele è possibile camminare per un totale di 8 chilometri.
I percorsi sono personalizzati, si sceglie di seguire quello più attinente alle proprie esigenze. Qui riportiamo i sentieri più battuti, dal più breve al più lungo:
– IL PARADISO
Un sentiero molto breve (circa 300 metri) che permette di arrivare in soli dieci minuti alle Cascate di San Fele. Viene soprannominato “Il Paradiso” per la pace percepita durante la camminata. Le acque della cascata scorrono lente e, nel periodo più caldo si assiste al prosciugamento del torrente che si trasforma in un pozzo di circa sei metri.

– LE GEMELLE
Non si cammina molto, si tratta infatti di un percorso brevissimo di circa 300 metri da fare in meno di un quarto d’ora. Il paesaggio alla fine del sentiero è davvero molto suggestivo. Si può infatti ammirare le cascate “gemelle”, ovvero due ruscelli che si incontrano proprio in questo punto grazie al torrente Bradano e al torrente Acquafredda.

– FOSSO D’ANNA
Se si sceglie il Fosso d’Anna si dovrà percorrere un sentiero di circa un chilometro impiegando all’incirca un’ora a piedi. In questo punto particolare del sentiero le Cascate di San Fele vengono soprannominate “U Uattënnierë”, ovvero dal dialetto della zona: “gualchiera”, la macchina che permette di produrre energia per mezzo della forza motrice del torrente. Serviva per lavare e trattare i tessuti, in particolar modo la lana grezza.

– IL PONTE
Il più lungo di tutti i sentieri (4,5 km da percorrere in circa 4 ore) che portano alle Cascate di San Fele. Il cosiddetto “Il Ponte” dà la possibilità ai turisti di godere di un lungo percorso naturalistico e di passare al di sopra di un ponte molto vecchio e caratteristico, edificato prima della Seconda Guerra Mondiale. Per imboccare il sentiero è possibile entrare direttamente nel paese di San Fele attraversando la Piazza Nocicchio.

Durante il tragitto per arrivare alle Cascate di San Fele è possibile vedere anche la famosa macchina costruita dagli opifici degli anni Venti per la provincia di Potenza. Parliamo della famosa Gualchiera di San Fele, un macchinario all’epoca molto popolare e eco-sostenibile utilizzato per lavare e trattare al torrente la lana grezza.
L’area circostante è un ottimo anti-stress per tutti coloro che vogliono godere di un panorama tranquillo e rilassante.

Scopri di più arrow-right
  • Museo

Museo Archeologico Nazionale del Melfese “Massimo Pallottino”

Melfi, Basilicata

Il Museo, ubicato all’interno del castello federiciano di Melfi, presenta l’importante documentazione archeologica rinvenuta nel comprensorio del Vulture-Melfese. All’età arcaica risalgono i corredi funerari che hanno restituito raffinate ceramiche daunie a decorazione geometrica, armature in bronzo, preziosi ornamenti in argento, oro e ambra nonché vasi in bronzo di produzione sia greca che etrusca.

La sezione classica è incentrata su straordinari reperti di IV-III secolo a.C. tra cui ceramiche magno-greche a figure rosse e monumentali vasi a decorazione policroma con figure applicate, di produzione canosina, rinvenuti a Lavello (l’antica Forentum).

La fase romana è documentata da un eccezionale sarcofago in marmo del II secolo d.C. con decorazione a rilievo, riferibile a botteghe dell’Asia Minore che presenta sul coperchio la defunta “dormiente” e sulle lastre laterali dei ed eroi romani inquadrati in nicchie.

Scopri di più arrow-right
  • Patrimonio culturale Religioso

Abbazia Benedettina di San Michele Arcangelo

Montescaglioso, Basilicata

Montascaglioso, uno dei tesori della Basilicata, ha conquistato la denominazione di Gioiello d’Italia. Si trova vicino Matera, nell’area archeologica storica e naturale del Parco delle Chiese rupestri del Materano. Passeggiare nel suo centro storico consente di ammirarne ogni angolo tra vicoli e porte storiche, chiese e il Castello normanno, dell’XI secolo, eretto a controllo di Porta Maggiore, la più importante dei sei accessi alla città. Quello che però rende celebre Montescaglioso è l’Abbazia di San Michele Arcangelo, che spicca per bellezza ed imponenza. Si tratta di uno tra i più importanti monasteri benedettini del Sud Italia e il suo nucleo centrale è costituito da splendidi chiostri rinascimentali e dalla chiesa.

In uno dei chiostri hanno trovato sede il Museo d’arte contadina e la Collezione etnografica oltre al pozzo monolitico con l’immagine di San Michele. In una delle sale che circonda il primo chiostro è custodito il magnifico Telamone risalente al III sec. a.C., un manufatto del periodo ellenistico rinvenuto presso Montescaglioso nel 1925 in una via del paese, durante alcuni scavi. Il portale rinascimentale dell’Abbazia di San Michele Arcangelo è stato realizzato dallo scultore cinquecentesco Altobello Persio, originario proprio del comune materano. Oltre ai due meravigliosi chiostri si possono ammirare la sala del Capitolo, la cucina a camera e i due ambienti dell’accoglienza che raccontano dell’ordine benedettini e ricostruiscono uno scrittoio e il laboratorio dello speziale.

Uno dei fiori all’occhiello della struttura religiosa è la Biblioteca dell’Abate che conserva interessanti affreschi di inizio Seicento. Del complesso monastico si possono visitare anche le antiche cantine e le zone dove una volta i monaci svolgevano le varie attività utili alla comunità e che oggi sono diventate spazi espositivi, come il frantoio, il granaio, il mulino, il forno e altri depositi che raccontano le attività legate alla vita di allora tra cui la produzione del vino o la lavorazione e decorazione delle ceramiche. Tra le antiche cantine una è costituita da una galleria e una grotta per la conservazione del vino completamente scavati nelle calcareniti di Monte Castiglione e utilizzata, negli Anni Sessanta, come deposito di detriti.

Scopri di più arrow-right
  • Riserva

Riserva naturale San Giuliano

Miglionico, Basilicata

L’Oasi di San Giuliano si trova a circa 6 km da Matera.
Raggiungere il centro naturalistico dall’abitato materano è molto semplice, data la sua vicinanza con la zona urbana a sud della periferia. Si trova a pochi passi dalla città di Miglionico e da Matera.
Il sito riserva regionale San Giuliano rappresenta la Riserva Naturale più vasta di tutta la provincia.
L’invaso si è formato in modo artificiale, ed è uno dei laghi più importanti della Basilicata.
E’ un’area SIC e ZPS, cioè un sito d’interesse comunitario e zona a protezione speciale soprattutto per l’avifauna.
L’intero territorio della diga San Giuliano, inoltre, è stato inserito tra le aree RAMSAR, cioè aree umide d’importanza internazionale per la fauna acquatica.
Nell’area vige, naturalmente, il divieto di caccia ed è possibile fare birdwatching ed esursioni di tipo storico ed ambientale.
L’Oasi di San Giuliano si estende per 2500 ettari, rappresenta un’Oasi naturalistica del WWF Matera ed è circondata da verdeggianti paesaggi, e masserie immerse nel verde.
La superficie protetta si estende tra il territorio di Matera, la provincia di Miglionico e Grottole.
Tutta l’area dell’Oasi San Giuliano, tra l’altro, è ideale per attività di trekking, giri in mountain bike, escursioni, walking map, orienteering, e rifugi adibiti al birdwatching.
Il parco è attrezzato con aree pic-nic e giochi, con attività adatte ai bambini.
Ma il punto di forza di questo posto è costituito dalla fauna, ricchissima, e soprattutto di rapaci, presenti in gran numero e di diverse specie.
Negli ultimi anni sono nate nuove aziende agricole, e graziosi agriturismi in prossimità dell’Oasi, aperti in ogni stagione.

Scopri di più arrow-right
  • Castello/Fortezza/Rocca/Villa

Castello di Lagopesole

Avigliano, Basilicata

Con il rinvenimento degli Statuta Officiorum del Regno di Sicilia, si può asserire che nel 1242 l’Imperatore Federico II di Svevia dette inizio ai lavori di ampliamento del Castello di Lagopesole, l’ultimo e il più grande delle sue costruzioni.

Il castello, costruito su una roccaforte normanna domina tutta la sottostante valle di Vitalba, realizzato in conci di pietra arenaria, conserva ancora oggi la struttura originale.

Tenendo presente il suo amore per la caccia e per la natura, Federico II, fece di questo luogo dimora prediletta.

I suoi ampi saloni sono caratterizzati dalla presenza di mensole scultoree che reggevano gli archi a sesto acuto, abbelliti inoltre di bifore e monofore.

Un vasto rettangolo diviso a sud da una cortina muraria che collega internamente la parte residenziale attraverso un matroneo che si affaccia sulla cappella che conserva il portale originale realizzato forse, da Mele di Stigliano il quale lavorava nei cantieri siciliani di Federico II. Dopo la morte di Manfredi, ci saran

Dagli Svevi agli Angioini ai Doria – Pamphili il castello ha subito nel corso dei secoli varie manomissioni.

Oggi, proprietà del Demanio dello Stato, inserito all’interno della Riserva Nazionale Antropologica “Coste Castello”.

Aperto al pubblico tutto l’anno, sabato e domenica compresi, è meta di tantissimi visitatori dall’Italia e dall’estero.

Scopri di più arrow-right
  • Museo

Museo emozionale di Craco MEC

Craco, Basilicata

Allestito all’interno degli spazi dell’antico monastero di San Pietro, il MEC – Museo Emozionale di Craco – rappresenta la porta di accesso al paese fantasma di Craco. Il visitatore potrà conoscere attraverso gli strumenti della tecnologia le emozioni, i racconti, i colori di un luogo unico in cui il tempo sembra essersi fermato.
Il luogo dove nasce l’allestimento multimediale del MEC è il Convento di San Pietro dei Frati Minori, una struttura sorta a partire dal 1620, posta alle porte della città fantasma di Craco. Un poderoso lavoro di recupero avvenuto in due fasi nel 1998-2000 e nel 2014-2015, ha consentito di rendere accessibili gran parte degli ambienti del Convento, che versavano in completo abbandono. Oggi la struttura rivive sotto una nuova veste, accogliendo i visitatori con il MEC, un allestimento multimediale per far conoscere la storia di questi luoghi.
Il MEC (Museo Emozionale di Craco) è parte di un progetto articolato di tutela e riqualificazione del patrimonio rurale, finanziato attraverso la Misura 323 del PSR Basilicata 2007-2013.

Negli scorsi anni diversi interventi hanno interessato il patrimonio culturale di Craco. La costituzione di un tecnologico Museo Emozionale va nella direzione di offrire uno spazio onnicomprensivo, che possa racchiudere questa costante opera di ricerca, reperimento e catalogazione dei materiali e delle informazioni sulla città fantasma, dandogli una forma nuova e interattiva.
All’interno dello spazio multimediale saranno approfonditi temi legati a Craco, alle sue vicissitudini storiche e ai suoi protagonisti.

Sarà possibile osservare il cambiamento che il processo franoso e l’incuria umana hanno prodotto nel tempo. A ciò va aggiunto il lungo e laborioso lavoro di valorizzazione e promozione intrapreso negli ultimi anni, che sta portando alla ribalta dei media nazionali e internazionali il paese.

Scopri di più arrow-right

NAVIGA PER DESTINAZIONI

Le migliori destinazioni

della Basilicata

Parco Nazionale del Pollino

Basilicata

I Sassi di Matera e il Parco delle Chiese Rupestri

Basilicata

Borghi più belli della Basilicata

Basilicata

Parco Nazionale del Pollino

Basilicata

I Sassi di Matera e il Parco delle Chiese Rupestri

Basilicata

Borghi più belli della Basilicata

Basilicata

Eventi

Fiera di Santa Caterina

Culturale

Comune: Viggianello

Mese di inizio: Novembre

Durata: 1 Giorni

Sagra delle Castagne e dei Funghi

Enogastronomico

Comune: Viggianello

Mese di inizio: Novembre

Durata: 2 Giorni

Festa della Pannedduzza

Enogastronomico

Comune: Melfi

Mese di inizio: Dicembre

Durata: 1 Giorni

Salvador Dalí – La persistenza degli opposti

Culturale

Comune: Matera

Mese di inizio: Dicembre

Durata: 365 Giorni

Visita il sito

Fiera di Santa Caterina

Culturale

Comune: Viggianello

Mese di inizio: Novembre

Durata: 1 Giorni

Sagra delle Castagne e dei Funghi

Enogastronomico

Comune: Viggianello

Mese di inizio: Novembre

Durata: 2 Giorni

Festa della Pannedduzza

Enogastronomico

Comune: Melfi

Mese di inizio: Dicembre

Durata: 1 Giorni

Salvador Dalí – La persistenza degli opposti

Culturale

Comune: Matera

Mese di inizio: Dicembre

Durata: 365 Giorni

Visita il sito
Skip to content