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I “Borghi più belli d’Italia” della Basilicata sono destinazioni lontane dalle consuete rotte turistiche, e per questo ancora più affascinanti. I Sassi di Matera e i siti archeologici della costa, fra tutti quello di Metaponto, rimangono una tappa obbligata per tutti, ma sono “altrove”. Sui crinali delle Dolomiti Lucane, nella campagna disseminata di campi di grano e vigneti, o ancora lungo il confine con la Puglia: è là che bisogna spingersi per ritrovarsi fra viuzze silenziose, dove semplici case di contadini si alternano a palazzi signorili, chiese, basiliche e castelli che ripercorrono a ritroso la storia, l’architettura e l’arte del Sud. Un piccolo mondo antico che a ogni stagione rivive attraverso sagre gastronomiche, feste religiose e rievocazioni in costume tutte da scoprire.

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  • 26,80%

    Componente emozionale

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Esperienza complessiva

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    Qualità generale

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Le Cascate di San Fele

San Fele, Basilicata

15 elementi Cosa fare e vedere

  • Naturalistico - Altro

Le Cascate di San Fele

San Fele, Basilicata

È dall’Appennino Lucano che nasce il torrente Bradano, le cui acque prendono vita presso San Fele (località Matise) per poi confluire nella fiumara di Atella, conosciuta nel suo tratto più ampio come fiume Ofanto-Mare Adriatico: è proprio qui, nella natura più incontaminata, che sono nate le cascate di San Fele.
Tra ponti antichi e caratteristici mulini, potrete godere di un paesaggio unico al mondo, dove la natura incontaminata saprà accogliere e suggestionare tutti coloro che hanno deciso di avventurarsi al suo interno.
Per visitare le cascate di San Fele è importante premunirsi di un abbigliamento consono all’occasione: l’ideale è portare con sé un impermeabile e scarpe da trekking utili ad affrontare il lungo percorso che costeggia le acque del torrente Bradano.
I percorsi consigliati per ammirare le bellissime Cascate sono diversi.
Per tutti coloro che vogliono compiere interamente il percorso della Cascate di San Fele è possibile camminare per un totale di 8 chilometri.
I percorsi sono personalizzati, si sceglie di seguire quello più attinente alle proprie esigenze. Qui riportiamo i sentieri più battuti, dal più breve al più lungo:
– IL PARADISO
Un sentiero molto breve (circa 300 metri) che permette di arrivare in soli dieci minuti alle Cascate di San Fele. Viene soprannominato “Il Paradiso” per la pace percepita durante la camminata. Le acque della cascata scorrono lente e, nel periodo più caldo si assiste al prosciugamento del torrente che si trasforma in un pozzo di circa sei metri.

– LE GEMELLE
Non si cammina molto, si tratta infatti di un percorso brevissimo di circa 300 metri da fare in meno di un quarto d’ora. Il paesaggio alla fine del sentiero è davvero molto suggestivo. Si può infatti ammirare le cascate “gemelle”, ovvero due ruscelli che si incontrano proprio in questo punto grazie al torrente Bradano e al torrente Acquafredda.

– FOSSO D’ANNA
Se si sceglie il Fosso d’Anna si dovrà percorrere un sentiero di circa un chilometro impiegando all’incirca un’ora a piedi. In questo punto particolare del sentiero le Cascate di San Fele vengono soprannominate “U Uattënnierë”, ovvero dal dialetto della zona: “gualchiera”, la macchina che permette di produrre energia per mezzo della forza motrice del torrente. Serviva per lavare e trattare i tessuti, in particolar modo la lana grezza.

– IL PONTE
Il più lungo di tutti i sentieri (4,5 km da percorrere in circa 4 ore) che portano alle Cascate di San Fele. Il cosiddetto “Il Ponte” dà la possibilità ai turisti di godere di un lungo percorso naturalistico e di passare al di sopra di un ponte molto vecchio e caratteristico, edificato prima della Seconda Guerra Mondiale. Per imboccare il sentiero è possibile entrare direttamente nel paese di San Fele attraversando la Piazza Nocicchio.

Durante il tragitto per arrivare alle Cascate di San Fele è possibile vedere anche la famosa macchina costruita dagli opifici degli anni Venti per la provincia di Potenza. Parliamo della famosa Gualchiera di San Fele, un macchinario all’epoca molto popolare e eco-sostenibile utilizzato per lavare e trattare al torrente la lana grezza.
L’area circostante è un ottimo anti-stress per tutti coloro che vogliono godere di un panorama tranquillo e rilassante.

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  • Museo

Museo Archeologico Nazionale del Melfese “Massimo Pallottino”

Melfi, Basilicata

Il Museo, ubicato all’interno del castello federiciano di Melfi, presenta l’importante documentazione archeologica rinvenuta nel comprensorio del Vulture-Melfese. All’età arcaica risalgono i corredi funerari che hanno restituito raffinate ceramiche daunie a decorazione geometrica, armature in bronzo, preziosi ornamenti in argento, oro e ambra nonché vasi in bronzo di produzione sia greca che etrusca.

La sezione classica è incentrata su straordinari reperti di IV-III secolo a.C. tra cui ceramiche magno-greche a figure rosse e monumentali vasi a decorazione policroma con figure applicate, di produzione canosina, rinvenuti a Lavello (l’antica Forentum).

La fase romana è documentata da un eccezionale sarcofago in marmo del II secolo d.C. con decorazione a rilievo, riferibile a botteghe dell’Asia Minore che presenta sul coperchio la defunta “dormiente” e sulle lastre laterali dei ed eroi romani inquadrati in nicchie.

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  • Patrimonio culturale Religioso

Abbazia Benedettina di San Michele Arcangelo

Montescaglioso, Basilicata

Montascaglioso, uno dei tesori della Basilicata, ha conquistato la denominazione di Gioiello d’Italia. Si trova vicino Matera, nell’area archeologica storica e naturale del Parco delle Chiese rupestri del Materano. Passeggiare nel suo centro storico consente di ammirarne ogni angolo tra vicoli e porte storiche, chiese e il Castello normanno, dell’XI secolo, eretto a controllo di Porta Maggiore, la più importante dei sei accessi alla città. Quello che però rende celebre Montescaglioso è l’Abbazia di San Michele Arcangelo, che spicca per bellezza ed imponenza. Si tratta di uno tra i più importanti monasteri benedettini del Sud Italia e il suo nucleo centrale è costituito da splendidi chiostri rinascimentali e dalla chiesa.

In uno dei chiostri hanno trovato sede il Museo d’arte contadina e la Collezione etnografica oltre al pozzo monolitico con l’immagine di San Michele. In una delle sale che circonda il primo chiostro è custodito il magnifico Telamone risalente al III sec. a.C., un manufatto del periodo ellenistico rinvenuto presso Montescaglioso nel 1925 in una via del paese, durante alcuni scavi. Il portale rinascimentale dell’Abbazia di San Michele Arcangelo è stato realizzato dallo scultore cinquecentesco Altobello Persio, originario proprio del comune materano. Oltre ai due meravigliosi chiostri si possono ammirare la sala del Capitolo, la cucina a camera e i due ambienti dell’accoglienza che raccontano dell’ordine benedettini e ricostruiscono uno scrittoio e il laboratorio dello speziale.

Uno dei fiori all’occhiello della struttura religiosa è la Biblioteca dell’Abate che conserva interessanti affreschi di inizio Seicento. Del complesso monastico si possono visitare anche le antiche cantine e le zone dove una volta i monaci svolgevano le varie attività utili alla comunità e che oggi sono diventate spazi espositivi, come il frantoio, il granaio, il mulino, il forno e altri depositi che raccontano le attività legate alla vita di allora tra cui la produzione del vino o la lavorazione e decorazione delle ceramiche. Tra le antiche cantine una è costituita da una galleria e una grotta per la conservazione del vino completamente scavati nelle calcareniti di Monte Castiglione e utilizzata, negli Anni Sessanta, come deposito di detriti.

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  • Riserva

Riserva naturale San Giuliano

Miglionico, Basilicata

L’Oasi di San Giuliano si trova a circa 6 km da Matera.
Raggiungere il centro naturalistico dall’abitato materano è molto semplice, data la sua vicinanza con la zona urbana a sud della periferia. Si trova a pochi passi dalla città di Miglionico e da Matera.
Il sito riserva regionale San Giuliano rappresenta la Riserva Naturale più vasta di tutta la provincia.
L’invaso si è formato in modo artificiale, ed è uno dei laghi più importanti della Basilicata.
E’ un’area SIC e ZPS, cioè un sito d’interesse comunitario e zona a protezione speciale soprattutto per l’avifauna.
L’intero territorio della diga San Giuliano, inoltre, è stato inserito tra le aree RAMSAR, cioè aree umide d’importanza internazionale per la fauna acquatica.
Nell’area vige, naturalmente, il divieto di caccia ed è possibile fare birdwatching ed esursioni di tipo storico ed ambientale.
L’Oasi di San Giuliano si estende per 2500 ettari, rappresenta un’Oasi naturalistica del WWF Matera ed è circondata da verdeggianti paesaggi, e masserie immerse nel verde.
La superficie protetta si estende tra il territorio di Matera, la provincia di Miglionico e Grottole.
Tutta l’area dell’Oasi San Giuliano, tra l’altro, è ideale per attività di trekking, giri in mountain bike, escursioni, walking map, orienteering, e rifugi adibiti al birdwatching.
Il parco è attrezzato con aree pic-nic e giochi, con attività adatte ai bambini.
Ma il punto di forza di questo posto è costituito dalla fauna, ricchissima, e soprattutto di rapaci, presenti in gran numero e di diverse specie.
Negli ultimi anni sono nate nuove aziende agricole, e graziosi agriturismi in prossimità dell’Oasi, aperti in ogni stagione.

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  • Castello/Fortezza/Rocca/Villa

Castello di Lagopesole

Avigliano, Basilicata

Con il rinvenimento degli Statuta Officiorum del Regno di Sicilia, si può asserire che nel 1242 l’Imperatore Federico II di Svevia dette inizio ai lavori di ampliamento del Castello di Lagopesole, l’ultimo e il più grande delle sue costruzioni.

Il castello, costruito su una roccaforte normanna domina tutta la sottostante valle di Vitalba, realizzato in conci di pietra arenaria, conserva ancora oggi la struttura originale.

Tenendo presente il suo amore per la caccia e per la natura, Federico II, fece di questo luogo dimora prediletta.

I suoi ampi saloni sono caratterizzati dalla presenza di mensole scultoree che reggevano gli archi a sesto acuto, abbelliti inoltre di bifore e monofore.

Un vasto rettangolo diviso a sud da una cortina muraria che collega internamente la parte residenziale attraverso un matroneo che si affaccia sulla cappella che conserva il portale originale realizzato forse, da Mele di Stigliano il quale lavorava nei cantieri siciliani di Federico II. Dopo la morte di Manfredi, ci saran

Dagli Svevi agli Angioini ai Doria – Pamphili il castello ha subito nel corso dei secoli varie manomissioni.

Oggi, proprietà del Demanio dello Stato, inserito all’interno della Riserva Nazionale Antropologica “Coste Castello”.

Aperto al pubblico tutto l’anno, sabato e domenica compresi, è meta di tantissimi visitatori dall’Italia e dall’estero.

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  • Museo

Museo emozionale di Craco MEC

Craco, Basilicata

Allestito all’interno degli spazi dell’antico monastero di San Pietro, il MEC – Museo Emozionale di Craco – rappresenta la porta di accesso al paese fantasma di Craco. Il visitatore potrà conoscere attraverso gli strumenti della tecnologia le emozioni, i racconti, i colori di un luogo unico in cui il tempo sembra essersi fermato.
Il luogo dove nasce l’allestimento multimediale del MEC è il Convento di San Pietro dei Frati Minori, una struttura sorta a partire dal 1620, posta alle porte della città fantasma di Craco. Un poderoso lavoro di recupero avvenuto in due fasi nel 1998-2000 e nel 2014-2015, ha consentito di rendere accessibili gran parte degli ambienti del Convento, che versavano in completo abbandono. Oggi la struttura rivive sotto una nuova veste, accogliendo i visitatori con il MEC, un allestimento multimediale per far conoscere la storia di questi luoghi.
Il MEC (Museo Emozionale di Craco) è parte di un progetto articolato di tutela e riqualificazione del patrimonio rurale, finanziato attraverso la Misura 323 del PSR Basilicata 2007-2013.

Negli scorsi anni diversi interventi hanno interessato il patrimonio culturale di Craco. La costituzione di un tecnologico Museo Emozionale va nella direzione di offrire uno spazio onnicomprensivo, che possa racchiudere questa costante opera di ricerca, reperimento e catalogazione dei materiali e delle informazioni sulla città fantasma, dandogli una forma nuova e interattiva.
All’interno dello spazio multimediale saranno approfonditi temi legati a Craco, alle sue vicissitudini storiche e ai suoi protagonisti.

Sarà possibile osservare il cambiamento che il processo franoso e l’incuria umana hanno prodotto nel tempo. A ciò va aggiunto il lungo e laborioso lavoro di valorizzazione e promozione intrapreso negli ultimi anni, che sta portando alla ribalta dei media nazionali e internazionali il paese.

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  • Naturalistico - Altro

Le Cascate di San Fele

San Fele, Basilicata

È dall’Appennino Lucano che nasce il torrente Bradano, le cui acque prendono vita presso San Fele (località Matise) per poi confluire nella fiumara di Atella, conosciuta nel suo tratto più ampio come fiume Ofanto-Mare Adriatico: è proprio qui, nella natura più incontaminata, che sono nate le cascate di San Fele.
Tra ponti antichi e caratteristici mulini, potrete godere di un paesaggio unico al mondo, dove la natura incontaminata saprà accogliere e suggestionare tutti coloro che hanno deciso di avventurarsi al suo interno.
Per visitare le cascate di San Fele è importante premunirsi di un abbigliamento consono all’occasione: l’ideale è portare con sé un impermeabile e scarpe da trekking utili ad affrontare il lungo percorso che costeggia le acque del torrente Bradano.
I percorsi consigliati per ammirare le bellissime Cascate sono diversi.
Per tutti coloro che vogliono compiere interamente il percorso della Cascate di San Fele è possibile camminare per un totale di 8 chilometri.
I percorsi sono personalizzati, si sceglie di seguire quello più attinente alle proprie esigenze. Qui riportiamo i sentieri più battuti, dal più breve al più lungo:
– IL PARADISO
Un sentiero molto breve (circa 300 metri) che permette di arrivare in soli dieci minuti alle Cascate di San Fele. Viene soprannominato “Il Paradiso” per la pace percepita durante la camminata. Le acque della cascata scorrono lente e, nel periodo più caldo si assiste al prosciugamento del torrente che si trasforma in un pozzo di circa sei metri.

– LE GEMELLE
Non si cammina molto, si tratta infatti di un percorso brevissimo di circa 300 metri da fare in meno di un quarto d’ora. Il paesaggio alla fine del sentiero è davvero molto suggestivo. Si può infatti ammirare le cascate “gemelle”, ovvero due ruscelli che si incontrano proprio in questo punto grazie al torrente Bradano e al torrente Acquafredda.

– FOSSO D’ANNA
Se si sceglie il Fosso d’Anna si dovrà percorrere un sentiero di circa un chilometro impiegando all’incirca un’ora a piedi. In questo punto particolare del sentiero le Cascate di San Fele vengono soprannominate “U Uattënnierë”, ovvero dal dialetto della zona: “gualchiera”, la macchina che permette di produrre energia per mezzo della forza motrice del torrente. Serviva per lavare e trattare i tessuti, in particolar modo la lana grezza.

– IL PONTE
Il più lungo di tutti i sentieri (4,5 km da percorrere in circa 4 ore) che portano alle Cascate di San Fele. Il cosiddetto “Il Ponte” dà la possibilità ai turisti di godere di un lungo percorso naturalistico e di passare al di sopra di un ponte molto vecchio e caratteristico, edificato prima della Seconda Guerra Mondiale. Per imboccare il sentiero è possibile entrare direttamente nel paese di San Fele attraversando la Piazza Nocicchio.

Durante il tragitto per arrivare alle Cascate di San Fele è possibile vedere anche la famosa macchina costruita dagli opifici degli anni Venti per la provincia di Potenza. Parliamo della famosa Gualchiera di San Fele, un macchinario all’epoca molto popolare e eco-sostenibile utilizzato per lavare e trattare al torrente la lana grezza.
L’area circostante è un ottimo anti-stress per tutti coloro che vogliono godere di un panorama tranquillo e rilassante.

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  • Museo

Museo Archeologico Nazionale del Melfese “Massimo Pallottino”

Melfi, Basilicata

Il Museo, ubicato all’interno del castello federiciano di Melfi, presenta l’importante documentazione archeologica rinvenuta nel comprensorio del Vulture-Melfese. All’età arcaica risalgono i corredi funerari che hanno restituito raffinate ceramiche daunie a decorazione geometrica, armature in bronzo, preziosi ornamenti in argento, oro e ambra nonché vasi in bronzo di produzione sia greca che etrusca.

La sezione classica è incentrata su straordinari reperti di IV-III secolo a.C. tra cui ceramiche magno-greche a figure rosse e monumentali vasi a decorazione policroma con figure applicate, di produzione canosina, rinvenuti a Lavello (l’antica Forentum).

La fase romana è documentata da un eccezionale sarcofago in marmo del II secolo d.C. con decorazione a rilievo, riferibile a botteghe dell’Asia Minore che presenta sul coperchio la defunta “dormiente” e sulle lastre laterali dei ed eroi romani inquadrati in nicchie.

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  • Patrimonio culturale Religioso

Abbazia Benedettina di San Michele Arcangelo

Montescaglioso, Basilicata

Montascaglioso, uno dei tesori della Basilicata, ha conquistato la denominazione di Gioiello d’Italia. Si trova vicino Matera, nell’area archeologica storica e naturale del Parco delle Chiese rupestri del Materano. Passeggiare nel suo centro storico consente di ammirarne ogni angolo tra vicoli e porte storiche, chiese e il Castello normanno, dell’XI secolo, eretto a controllo di Porta Maggiore, la più importante dei sei accessi alla città. Quello che però rende celebre Montescaglioso è l’Abbazia di San Michele Arcangelo, che spicca per bellezza ed imponenza. Si tratta di uno tra i più importanti monasteri benedettini del Sud Italia e il suo nucleo centrale è costituito da splendidi chiostri rinascimentali e dalla chiesa.

In uno dei chiostri hanno trovato sede il Museo d’arte contadina e la Collezione etnografica oltre al pozzo monolitico con l’immagine di San Michele. In una delle sale che circonda il primo chiostro è custodito il magnifico Telamone risalente al III sec. a.C., un manufatto del periodo ellenistico rinvenuto presso Montescaglioso nel 1925 in una via del paese, durante alcuni scavi. Il portale rinascimentale dell’Abbazia di San Michele Arcangelo è stato realizzato dallo scultore cinquecentesco Altobello Persio, originario proprio del comune materano. Oltre ai due meravigliosi chiostri si possono ammirare la sala del Capitolo, la cucina a camera e i due ambienti dell’accoglienza che raccontano dell’ordine benedettini e ricostruiscono uno scrittoio e il laboratorio dello speziale.

Uno dei fiori all’occhiello della struttura religiosa è la Biblioteca dell’Abate che conserva interessanti affreschi di inizio Seicento. Del complesso monastico si possono visitare anche le antiche cantine e le zone dove una volta i monaci svolgevano le varie attività utili alla comunità e che oggi sono diventate spazi espositivi, come il frantoio, il granaio, il mulino, il forno e altri depositi che raccontano le attività legate alla vita di allora tra cui la produzione del vino o la lavorazione e decorazione delle ceramiche. Tra le antiche cantine una è costituita da una galleria e una grotta per la conservazione del vino completamente scavati nelle calcareniti di Monte Castiglione e utilizzata, negli Anni Sessanta, come deposito di detriti.

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  • Riserva

Riserva naturale San Giuliano

Miglionico, Basilicata

L’Oasi di San Giuliano si trova a circa 6 km da Matera.
Raggiungere il centro naturalistico dall’abitato materano è molto semplice, data la sua vicinanza con la zona urbana a sud della periferia. Si trova a pochi passi dalla città di Miglionico e da Matera.
Il sito riserva regionale San Giuliano rappresenta la Riserva Naturale più vasta di tutta la provincia.
L’invaso si è formato in modo artificiale, ed è uno dei laghi più importanti della Basilicata.
E’ un’area SIC e ZPS, cioè un sito d’interesse comunitario e zona a protezione speciale soprattutto per l’avifauna.
L’intero territorio della diga San Giuliano, inoltre, è stato inserito tra le aree RAMSAR, cioè aree umide d’importanza internazionale per la fauna acquatica.
Nell’area vige, naturalmente, il divieto di caccia ed è possibile fare birdwatching ed esursioni di tipo storico ed ambientale.
L’Oasi di San Giuliano si estende per 2500 ettari, rappresenta un’Oasi naturalistica del WWF Matera ed è circondata da verdeggianti paesaggi, e masserie immerse nel verde.
La superficie protetta si estende tra il territorio di Matera, la provincia di Miglionico e Grottole.
Tutta l’area dell’Oasi San Giuliano, tra l’altro, è ideale per attività di trekking, giri in mountain bike, escursioni, walking map, orienteering, e rifugi adibiti al birdwatching.
Il parco è attrezzato con aree pic-nic e giochi, con attività adatte ai bambini.
Ma il punto di forza di questo posto è costituito dalla fauna, ricchissima, e soprattutto di rapaci, presenti in gran numero e di diverse specie.
Negli ultimi anni sono nate nuove aziende agricole, e graziosi agriturismi in prossimità dell’Oasi, aperti in ogni stagione.

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  • Castello/Fortezza/Rocca/Villa

Castello di Lagopesole

Avigliano, Basilicata

Con il rinvenimento degli Statuta Officiorum del Regno di Sicilia, si può asserire che nel 1242 l’Imperatore Federico II di Svevia dette inizio ai lavori di ampliamento del Castello di Lagopesole, l’ultimo e il più grande delle sue costruzioni.

Il castello, costruito su una roccaforte normanna domina tutta la sottostante valle di Vitalba, realizzato in conci di pietra arenaria, conserva ancora oggi la struttura originale.

Tenendo presente il suo amore per la caccia e per la natura, Federico II, fece di questo luogo dimora prediletta.

I suoi ampi saloni sono caratterizzati dalla presenza di mensole scultoree che reggevano gli archi a sesto acuto, abbelliti inoltre di bifore e monofore.

Un vasto rettangolo diviso a sud da una cortina muraria che collega internamente la parte residenziale attraverso un matroneo che si affaccia sulla cappella che conserva il portale originale realizzato forse, da Mele di Stigliano il quale lavorava nei cantieri siciliani di Federico II. Dopo la morte di Manfredi, ci saran

Dagli Svevi agli Angioini ai Doria – Pamphili il castello ha subito nel corso dei secoli varie manomissioni.

Oggi, proprietà del Demanio dello Stato, inserito all’interno della Riserva Nazionale Antropologica “Coste Castello”.

Aperto al pubblico tutto l’anno, sabato e domenica compresi, è meta di tantissimi visitatori dall’Italia e dall’estero.

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  • Museo

Museo emozionale di Craco MEC

Craco, Basilicata

Allestito all’interno degli spazi dell’antico monastero di San Pietro, il MEC – Museo Emozionale di Craco – rappresenta la porta di accesso al paese fantasma di Craco. Il visitatore potrà conoscere attraverso gli strumenti della tecnologia le emozioni, i racconti, i colori di un luogo unico in cui il tempo sembra essersi fermato.
Il luogo dove nasce l’allestimento multimediale del MEC è il Convento di San Pietro dei Frati Minori, una struttura sorta a partire dal 1620, posta alle porte della città fantasma di Craco. Un poderoso lavoro di recupero avvenuto in due fasi nel 1998-2000 e nel 2014-2015, ha consentito di rendere accessibili gran parte degli ambienti del Convento, che versavano in completo abbandono. Oggi la struttura rivive sotto una nuova veste, accogliendo i visitatori con il MEC, un allestimento multimediale per far conoscere la storia di questi luoghi.
Il MEC (Museo Emozionale di Craco) è parte di un progetto articolato di tutela e riqualificazione del patrimonio rurale, finanziato attraverso la Misura 323 del PSR Basilicata 2007-2013.

Negli scorsi anni diversi interventi hanno interessato il patrimonio culturale di Craco. La costituzione di un tecnologico Museo Emozionale va nella direzione di offrire uno spazio onnicomprensivo, che possa racchiudere questa costante opera di ricerca, reperimento e catalogazione dei materiali e delle informazioni sulla città fantasma, dandogli una forma nuova e interattiva.
All’interno dello spazio multimediale saranno approfonditi temi legati a Craco, alle sue vicissitudini storiche e ai suoi protagonisti.

Sarà possibile osservare il cambiamento che il processo franoso e l’incuria umana hanno prodotto nel tempo. A ciò va aggiunto il lungo e laborioso lavoro di valorizzazione e promozione intrapreso negli ultimi anni, che sta portando alla ribalta dei media nazionali e internazionali il paese.

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Eventi

Fiera di Santa Caterina

Culturale

Comune: Viggianello

Mese di inizio: Novembre

Durata: 1 Giorni

Sagra delle Castagne e dei Funghi

Enogastronomico

Comune: Viggianello

Mese di inizio: Novembre

Durata: 2 Giorni

Sagra della Cuccia

Enogastronomico

Comune: Castelmezzano

Mese di inizio: Dicembre

Durata: 1 Giorni

Festa di Santa Lucia

Religioso

Comune: Pietrapertosa

Mese di inizio: Dicembre

Durata: 1 Giorni

Festa della Pannedduzza

Enogastronomico

Comune: Melfi

Mese di inizio: Dicembre

Durata: 1 Giorni

Fiera di Santa Caterina

Culturale

Comune: Viggianello

Mese di inizio: Novembre

Durata: 1 Giorni

Sagra delle Castagne e dei Funghi

Enogastronomico

Comune: Viggianello

Mese di inizio: Novembre

Durata: 2 Giorni

Sagra della Cuccia

Enogastronomico

Comune: Castelmezzano

Mese di inizio: Dicembre

Durata: 1 Giorni

Festa di Santa Lucia

Religioso

Comune: Pietrapertosa

Mese di inizio: Dicembre

Durata: 1 Giorni

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Enogastronomico

Comune: Melfi

Mese di inizio: Dicembre

Durata: 1 Giorni

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