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Il Lazio e i luoghi della cultura monastica

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Il tour del LAZIO legato ai luoghi della spiritualità non può non prendere avvio dalla “VALLE SANTA”, soprannome con cui è nota la Valle Reatina, destinazione ben nota a pellegrini e turisti desiderosi di intraprendere itinerari fra natura e misticismo, che qui possono affrontare il “Cammino di San Francesco”. Sono infatti quattro i santuari francescani in questa splendida conca verde, tappe di un viaggio immersivo nello spirito e nella bellezza artistica e green.

Prima sosta è il SANTUARIO DI GRECCIO, noto come la “Betlemme Francescana” perché fu qui che il “poverello” di Assisi, nella notte di Natale del 1223 mise in scena la prima rappresentazione della natività, ossia il primo Presepe della storia. Al di là di questo “dettaglio” che lo rende una meta speciale e unica, il Santuario appare da lontano incastonato nella pietra, come sospeso a mezza costa, tanto da sembrare un miracolo di ingegneria, oltre che per la spiritualità che emana.

Un miracolo vero avvenne invece al SANTUARIO DI SANTA MARIA DELLA FORESTA a Castelfranco: durante una sua sosta, Francesco notò che di uva in vigna ce n’era poca, tanto che i pellegrini non volevano neanche raccoglierla per pigiarla. Francesco insistette e, contrariamente a quanto immaginavano, da quei pochi grappoli raccolti, ottennero il doppio del vino dell’anno precedente.

Da ricordare anche l’episodio legato al SANTUARIO DI FONTE COLOMBO, soprannominato il “Sinai francescano”, in virtù del fatto che fu qui, in una grotta ribattezzata “Sacro Speco”, che Francesco stilò la regola definitiva del suo Ordine. Chiude idealmente questo iter il SANTUARIO DI SA GIACOMO, a Poggio Bustone, dove un angelo gli apparve in un momento di meditazione annunciandogli la remissione dei peccati e il glorioso futuro del suo Ordine.

E questo non è che l’incipit di un’esperienza concreta di connessione fra storia, arte, natura e fede. Il Lazio è infatti una delle regioni d’Italia più ricche di luoghi sacri e di culto, e questo senza contare la miriade di chiese e chiesine sparse ovunque e le oltre 900 presenti nella sola Roma. Tralasciando per un istante l’aspetto religioso, si tratta di decine di edifici e complessi architettonici più o meno articolati in grado di soddisfare ogni genere di gusto estetico e di coprire ogni epoca, creando un circuito attraverso il quale si può ripercorrere la storia della Chiesa dai suoi albori.

Talvolta, Monasteri, Abbazie e Santuari sono stati luoghi di accadimenti storici che hanno anche cambiato i destini dell’Italia. Basti citare la celebre battaglia che per quattro mesi, da gennaio a maggio 1944, ebbe come fulcro l’ABBAZIA DI MONTECASSINO. Di quell’evento drammatico che vide la perdita di 55.000 uomini delle truppe alleate e di 20.000 soldati tedeschi, vale qui la pena ricordare l’aspetto più “virtuoso”, se così si può dire: nei mesi precedenti all’inizio delle ostilità, l’esercito tedesco ebbe l’accortezza di mettere in salvo opere d’arte, archivi e documenti portandoli al sicuro in Vaticano. Operazione durata mesi e costata non poca fatica a frati e uomini di scorta al prezioso tesoro in cammino verso Roma, ma che poi, terminato il conflitto, permise di riportare tutto là dov’era.

Di grande importanza è anche l’ABBAZIA DI FOSSANOVA, a Priverno, Latina, il più antico esempio di gotico-cistercense, Monumento Nazionale dal 1874, che sotto le sue fondamenta nasconde addirittura una villa romana del I secolo a.C. Prima di ripartire, quasi d’obbligo acquistare vini e liquori dai frati minori conventuali devoti a San Francesco. Altro Monumento Nazionale, ma abitato da monaci benedettini, è l’ABBAZIA DI FARFA, gioiello della terra Sabina che nei suoi quindici secoli di vita, oltre a migliaia di pellegrini in cerca di pace e meditazione, ha attratto re, imperatori e papi, fra cui nel 1993 Giovanni Paolo II, frequentatore anche del bellissimo SANTUARIO MADONNA DELLA MENTORELLA a Capranica Prenestina.

Il viaggio prosegue nell’Agro Pontino visitando l’ABBAZIA DI VALVISCIOLO, straordinario mix di linee romanico-gotico-cistercensi, ma soprattutto luogo ricco di fascino e di “segni” che la legano al mondo dei Templari. Rimanendo in quel limbo fra leggenda e realtà, ora gli appassionati del mistero sanno dove andare. Un pezzo di storia e molto ben documentato è invece quello accaduto al MONASTERO DI SANTA SCOLASTICA a Subiaco, diventata nel 1465 la prima stamperia d’Italia grazie a due monaci tedeschi allievi di Gutenberg, mentre nel vicino MONASTERO DI SAN BENEDETTO, avvolti dal silenzio mistico e dalla natura incontaminata del PARCO NATURALE DEI MONTI SIMBUINI, si può contemplare il “Sacro Speco” dove il Santo di Norcia era solito ritirarsi in preghiera. Qui vicino, in una posizione da vertigine, si trova il SANTUARIO DELLA SANTISSIMA TRINITA’ di Vallepietra, piccolo da sembrare poco più di una cappella, ma meta di devoti che in questa sorta di “nicchia” scavata nella roccia trovano ispirazione e preghiera.

Tutto il contrario di come appare la CERTOSA DI TRISULTI, imponente e gigantesca da avere internamente alle mura, oltre alla chiesa, addirittura una “piazzetta”, un vasto giardino e una farmacia, edifici dove da linee e decorazioni di gusto gotico si passa a trompe –l’oeil di ispirazione pompeiana e arredi settecenteschi.

Il Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise fa poi da contorno al SANTUARIO DI CANNETO, elevato nel 2015 a Basilica pontificia minore. La ragione di questo “upgrade” fuori dal comune è presto detto: Silvana era una pastorella della zona che, come accadde a Bernadette di Lourdes, vide la Madonna che poi con un gesto fece sgorgare una sorgente da una roccia. Inutile dire che berne l’acqua è d’obbligo.

L’ultima tappa di questo ricchissimo itinerario riporta verso Roma. A strapiombo sul Lago Albano, nei Castelli Romani, si trova il CONVENTO DI PALAZZOLO, dalla storia singolare e parecchio ingarbugliata. L’edificio esisteva già dall’XI secolo, ma acquisì una certa importanza solo nel Settecento, quando divenne protettorato del regno del Portogallo, fino a essere adibito a sede dell’Ambasciata, salvo poi essere venduto a privati. Dal 1920, si può dire che fra le sue mura si parla un’altra lingua, ospitando i soggiorni estivi per i seminaristi del Venerable English College.

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Palazzo Pontificio

Castel Gandolfo, Lazio

27 elementi Cosa fare e vedere

  • Museo

Palazzo Pontificio

Castel Gandolfo, Lazio

Acquisito dalla Camera Apostolica nel luglio 1596 e incorporato come patrimonio inalienabile della Santa Sede il 27 maggio 1604, il territorio di Castel Gandolfo fu prescelto come luogo di villeggiatura da molti papi. Costruito tra il 1624 ed il 1626 per volere di Papa Urbano VII Barberini e su progetto di Carlo Maderno, il Palazzo Pontificio venne realizzato sul sito occupato dal Castello dei Savelli; al completamento dell’edificio partecipa anche Gian Lorenzo Bernini che realizza presso i giardini un portale oggi non più esistente e collabora alla realizzazione di un’ala. All’interno della Cappella di Urbano VIII, ed in altri spazi attigui, si trovano gli affreschi eseguiti da Simone Lagi e dagli Zuccari, mentre la Galleria del Bernini è stata affrescata da Pier Leone Ghezzi. Ricordiamo anche la Sala da Pranzo di Clemente XIV, la Sala del Trono arredata con arazzi, e la Sala dello Scalco con dipinti di Salvator Rosa. La residenza papale viene abbandonata nel 1870, con la caduta dello Stato Pontificio, fino al 1929, quando con i Patti Lateranensi torna ad essere nuovamente la residenza estiva dei Papi. Palazzo Pontificio insieme a Villa Cybo e Villa Barberini costituisce il complesso delle Ville Pontificie che godono del diritto di extra-territorialità. I giardini delle tre residenze costituiscono il Parco delle Ville Pontificie; all’interno della splendida e curatissima area verde è posta la Specola Vaticana, l’Osservatorio Astronomico, e vi sono ubicati i resti della Villa dell’Imperatore romano Domiziano, di cui si sono conservati un grande criptoportico, i resti di un teatro e diverse esedre, nonché qualche tratto stradale ricoperto dall’originale basolato.
Il 21 ottobre 2016, per decisione di papa Francesco, il Palazzo ha dismesso le sue vesti di residenza estiva papale ed è diventato ufficialmente un museo.

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  • Cammino-Religioso

Chiesa Abbaziale di Santa Maria Maggiore

Ferentino, Lazio

La Chiesa Abbaziale di S. Maria Maggiore in Ferentino è uno dei monumenti più insigni di tutto il Lazio e tra le prime chiese in stile gotico-cistercense costruite in Italia, e tra quelle anche meglio conservate. Sorge sopra i ruderi e le testimonianze di altri edifici di culto cristiani: la “Domus Ecclesia”, la Chiesa del IV-V secolo, e la Chiesa del IX secolo. Si pensa che anticamente l’abbazia dovesse essere collegata con la grangia dell’abbazia di Casamari e come quest’ultima dovesse possedere un chiostro, testimoniato dai resti di arcate nella parete nord. Fu edificata probabilmente nella seconda metà XIII secolo e la costruzione è opera dei monaci cistercensi presenti nella zona già dal 1135, da quando cioè san Bernardo da Chiaravalle, con la protezione e la spinta di papa Innocenzo III, venne a rinnovare l’ordine benedettino.

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  • Cammino-Religioso

Abbazia di Casamari

Veroli, Lazio

L’Abbazia di Casamari è uno dei monumenti italiani più antichi dell’arte gotico-cistercense. Il complesso si trova nel territorio di Veroli in provincia di Frosinone, dove un tempo sorgeva la cittadina romana di Cereatae Marianae, luogo di culto della dea Cerere ma anche luogo in cui nacque e crebbe il condottiero Caio Mario. Casamari infatti vuol dire casa di Mario. Sepolta tra boschi inviolati, l’abbazia fu fondata dai benedettini nel 1035 e poi ricostruita dai seguaci di San Bernardo che vi si insediarono nel 1140. Una delle abbazie stilisticamente piu’ significative in Italia e merita sicuramente di essere visitata. Situata nell’estremo territorio orientale del comune di Veroli, lungo la via Maria, a meta’ percorso fra Frosinone e Sora. L’abbazia di Casamari con Regio Decreto del 28 febbraio 1874 è stata dichiarata monumento nazionale.
Casamari denota uno stile complementare diverso dai canoni costruttivi dell’arte monumentale del tempo ispirandosi all’architettura borgognona di Francia, funzionale e semplice, propria dell’ordine dei cistercensi. ll senso di perfezione e di pace è rafforzato dalla pietra chiara e spoglia utilizzata per l’intero complesso mentre l’ambiente austero è magnificamente illuminato dalla luce del sole che filtra attraverso le vetrate di alabastro. L’Abbazia è a tre navate, con abside e transetto, interamente costruita in pietra lavorata, senza stucchi decorativi né opere pittoriche che possano distogliere l’animo del religioso dalla contemplazione del divino. Sulla crociera si innalza la lanterna o torre campanaria; attraverso una porta laterale si accede al chiostro e all’Aula Capitolare, l’ambiente più importante dopo la chiesa.

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  • Cammino-Religioso

Abbazia di San Domenico Abate

Sora, Lazio

L’abbazia di San Domenico, ubicata alla confluenza del fiume Fibreno con il Liri, sulle rovine di una villa di Marco Tullio Cicerone, è stata fondata nel 1011 dall’abate Domenico di Foligno a suggello pubblico di penitenza, di conversione e di devozione del governatore di Sora e d’Arpino Pietro Rainerio e di Doda sua moglie. Al titolo originario di Beata Madre di Dio e Vergine Maria il papa Pasquale II , nella riconsacrazione della chiesa del 22 agosto 1104, aggiunse anche quello di San Domenico. Lo stile primitivo della basilica è il romanico: pianta a croce latina, con tre navate, la centrale più larga e più alta delle due laterali, chiuse in fondo da tre absidi semicircolari; copertura a volta sostenuta da colonne; il presbiterio più elevato del piano della chiesa e sovrastante una cripta sotterranea.

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  • Patrimonio culturale Religioso

Certosa di Trisulti

Collepardo, Lazio

Immersa nel verde di secolari foreste si adagia questa celebre e maestosa Certosa, fondata nel 1204 per volontà di Papa Innocenzo III.Dal 1208 fu affidata ai monaci Certosini. Nel 1947 essi furono sostituiti dagli attuali Cistercensi.Al suo interno è possibile visitare la Chiesa con pregevoli opere d’arte e l’antica Farmacia (XVII sec.).La Certosa è Monumento Nazionale e custodisce anche una ricca Biblioteca Statale con 25.000 volumi.info sul sito: www.polomusealelazio.beniculturali.it/index.php?it/259/certosa-di-trisulti

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  • Patrimonio culturale Religioso

Abbazia di Valvisciolo

Sermoneta, Lazio

L’abbazia di Valvisciolo si trova in provincia di Latina, fra Sermoneta, l’oasi di Ninfa e Latina Scalo.
L’abbazia è ubicata a 116 m s.l.m. su un contrafforte che si affaccia su una piccola valle, per tradizione medievale, detta “dell’usignolo”. Il nome del complesso monastico sembrerebbe derivare dalla suddetta valle.
Edificata in rigoroso stile romanico-gotico-cistercense è uno dei massimi capolavori del genere della provincia dopo l’abbazia di Fossanova. La tradizione vuole che questa abbazia sia stata fondata nel VIII secolo da monaci greci e sia stata occupata e restaurata dai Templari nel XIII secolo. Quando nel XIV secolo questo ordine venne disciolto subentrarono i Cistercensi.
A questa abbazia è legata una leggenda medioevale, dove si narra che nel 1314, quando venne posto al rogo l’ultimo Gran Maestro Templare, Jacques de Molay gli architravi delle chiese si spezzarono. Ancora oggi, osservando attentamente l’architrave del portale principale dell’abbazia, si riesce a intravedere una crepa. Gli indizi della presenza Templare sono costituiti da alcune caratteristiche croci: nel primo gradone del pavimento della chiesa, nel soffitto del chiostro e quella più famosa di tutte scolpita nella parte sinistra dell’occhio centrale del rosone, venuta alla luce nei restauri di inizio secolo. In tempi recenti, sul lato occidentale del chiostro, abbattendo un muro posticcio, sono venute alla luce, graffite sull’intonaco originale, le cinque famose parole del magico palindromo: SATOR AREPO TENET OPERA ROTAS, con la variante, sinora un unicum, che le venticinque lettere sono disposte in cinque anelli circolari concentrici, ognuno dei quali diviso in cinque settori, in modo da formare una figura simile ad un bersaglio.
Nel 1411 l’abbazia fu ceduta in commenda a Paolo Caetani. Nel 1523 fu declassata da Papa Clemente VII a priorato semplice. Nel 1529 fu ridotta a priorato secolare. Tra il 1600 e il 1605 fu abitata dai cistercensi della congregazione dei Foglianti fino al 1619. Tra il 1619 e il 1635 l’abbazia fu abitata dai Minimi di San Francesco di Paola. Tornarono nuovamente i Foglianti che l’abitarono fino alla Soppressione degli Ordini religiosi voluta da Napoleone Bonaparte. Papa Pio IX fece due importanti visite all’abbazia nel 1863 e nel 1865. Fu per volere di Pio IX che l’abbazia divenne priorato conventuale dipendente dalla congregazione di Casamari. Il 5 luglio 1888 il Priore D. Bartolomeo M. Daini riscattò il complesso monastico messo all’asta dal Comune di Sermoneta con la somma di 10.150 £. Ora l’abbazia continua ad essere abitata dai monaci cistercensi della congregazione di Casamari. Nel marzo 2014 è festeggiato a Sermoneta e a Valvisciolo il 150º anniversario del ritorno dei monaci voluto da Papa Pio IX.
L’interno della chiesa, a tre navate suddivise da pilastri e colonne, presenta pareti spoglie di affreschi secondo i canoni del “memento mori” dei cistercensi che evitavano gli sfarzi architettonici perché non contava per loro la materialità ma, invece, la spiritualità.
Sul fondo della navata sinistra si trova la cappella di San Lorenzo. Affrescata nel 1586-89 dal pittore Niccolò Circignani detto il Pomarancio su commissione del Cardinale Enrico Caetani e del Duca Onorato IV. Questo ciclo di affreschi fu realizzato in occasione della visita di Papa Sisto V nel Ducato Caetani. All’interno della cappella vi sono molti cenni autocelebrativi riferiti al titolo ducale che nel 1586 fu concesso proprio a Onorato IV. Infatti vi sono presenti moltissime corone ducali sorrette da puttini. Interessantissimo l’autoritratto del Pomarancio che la studiosa Sonia Testa ha scoperto fra la decorazione a grottesche della volta, in prossimità delle due vele con l’episodio in cui San Lorenzo opera la conversione di Lucilio, e quella con l’episodio in cui San Lorenzo battezza in carcere San Romano. Sopra il portone d’ingresso si può notare un rosone. Il chiostro sito alla destra dell’abbazia guardando la facciata ha un giardino vivacemente colorato

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  • Museo

Palazzo Pontificio

Castel Gandolfo, Lazio

Acquisito dalla Camera Apostolica nel luglio 1596 e incorporato come patrimonio inalienabile della Santa Sede il 27 maggio 1604, il territorio di Castel Gandolfo fu prescelto come luogo di villeggiatura da molti papi. Costruito tra il 1624 ed il 1626 per volere di Papa Urbano VII Barberini e su progetto di Carlo Maderno, il Palazzo Pontificio venne realizzato sul sito occupato dal Castello dei Savelli; al completamento dell’edificio partecipa anche Gian Lorenzo Bernini che realizza presso i giardini un portale oggi non più esistente e collabora alla realizzazione di un’ala. All’interno della Cappella di Urbano VIII, ed in altri spazi attigui, si trovano gli affreschi eseguiti da Simone Lagi e dagli Zuccari, mentre la Galleria del Bernini è stata affrescata da Pier Leone Ghezzi. Ricordiamo anche la Sala da Pranzo di Clemente XIV, la Sala del Trono arredata con arazzi, e la Sala dello Scalco con dipinti di Salvator Rosa. La residenza papale viene abbandonata nel 1870, con la caduta dello Stato Pontificio, fino al 1929, quando con i Patti Lateranensi torna ad essere nuovamente la residenza estiva dei Papi. Palazzo Pontificio insieme a Villa Cybo e Villa Barberini costituisce il complesso delle Ville Pontificie che godono del diritto di extra-territorialità. I giardini delle tre residenze costituiscono il Parco delle Ville Pontificie; all’interno della splendida e curatissima area verde è posta la Specola Vaticana, l’Osservatorio Astronomico, e vi sono ubicati i resti della Villa dell’Imperatore romano Domiziano, di cui si sono conservati un grande criptoportico, i resti di un teatro e diverse esedre, nonché qualche tratto stradale ricoperto dall’originale basolato.
Il 21 ottobre 2016, per decisione di papa Francesco, il Palazzo ha dismesso le sue vesti di residenza estiva papale ed è diventato ufficialmente un museo.

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Chiesa Abbaziale di Santa Maria Maggiore

Ferentino, Lazio

La Chiesa Abbaziale di S. Maria Maggiore in Ferentino è uno dei monumenti più insigni di tutto il Lazio e tra le prime chiese in stile gotico-cistercense costruite in Italia, e tra quelle anche meglio conservate. Sorge sopra i ruderi e le testimonianze di altri edifici di culto cristiani: la “Domus Ecclesia”, la Chiesa del IV-V secolo, e la Chiesa del IX secolo. Si pensa che anticamente l’abbazia dovesse essere collegata con la grangia dell’abbazia di Casamari e come quest’ultima dovesse possedere un chiostro, testimoniato dai resti di arcate nella parete nord. Fu edificata probabilmente nella seconda metà XIII secolo e la costruzione è opera dei monaci cistercensi presenti nella zona già dal 1135, da quando cioè san Bernardo da Chiaravalle, con la protezione e la spinta di papa Innocenzo III, venne a rinnovare l’ordine benedettino.

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Abbazia di Casamari

Veroli, Lazio

L’Abbazia di Casamari è uno dei monumenti italiani più antichi dell’arte gotico-cistercense. Il complesso si trova nel territorio di Veroli in provincia di Frosinone, dove un tempo sorgeva la cittadina romana di Cereatae Marianae, luogo di culto della dea Cerere ma anche luogo in cui nacque e crebbe il condottiero Caio Mario. Casamari infatti vuol dire casa di Mario. Sepolta tra boschi inviolati, l’abbazia fu fondata dai benedettini nel 1035 e poi ricostruita dai seguaci di San Bernardo che vi si insediarono nel 1140. Una delle abbazie stilisticamente piu’ significative in Italia e merita sicuramente di essere visitata. Situata nell’estremo territorio orientale del comune di Veroli, lungo la via Maria, a meta’ percorso fra Frosinone e Sora. L’abbazia di Casamari con Regio Decreto del 28 febbraio 1874 è stata dichiarata monumento nazionale.
Casamari denota uno stile complementare diverso dai canoni costruttivi dell’arte monumentale del tempo ispirandosi all’architettura borgognona di Francia, funzionale e semplice, propria dell’ordine dei cistercensi. ll senso di perfezione e di pace è rafforzato dalla pietra chiara e spoglia utilizzata per l’intero complesso mentre l’ambiente austero è magnificamente illuminato dalla luce del sole che filtra attraverso le vetrate di alabastro. L’Abbazia è a tre navate, con abside e transetto, interamente costruita in pietra lavorata, senza stucchi decorativi né opere pittoriche che possano distogliere l’animo del religioso dalla contemplazione del divino. Sulla crociera si innalza la lanterna o torre campanaria; attraverso una porta laterale si accede al chiostro e all’Aula Capitolare, l’ambiente più importante dopo la chiesa.

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Abbazia di San Domenico Abate

Sora, Lazio

L’abbazia di San Domenico, ubicata alla confluenza del fiume Fibreno con il Liri, sulle rovine di una villa di Marco Tullio Cicerone, è stata fondata nel 1011 dall’abate Domenico di Foligno a suggello pubblico di penitenza, di conversione e di devozione del governatore di Sora e d’Arpino Pietro Rainerio e di Doda sua moglie. Al titolo originario di Beata Madre di Dio e Vergine Maria il papa Pasquale II , nella riconsacrazione della chiesa del 22 agosto 1104, aggiunse anche quello di San Domenico. Lo stile primitivo della basilica è il romanico: pianta a croce latina, con tre navate, la centrale più larga e più alta delle due laterali, chiuse in fondo da tre absidi semicircolari; copertura a volta sostenuta da colonne; il presbiterio più elevato del piano della chiesa e sovrastante una cripta sotterranea.

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Abbazia di Valvisciolo

Sermoneta, Lazio

L’abbazia di Valvisciolo si trova in provincia di Latina, fra Sermoneta, l’oasi di Ninfa e Latina Scalo.
L’abbazia è ubicata a 116 m s.l.m. su un contrafforte che si affaccia su una piccola valle, per tradizione medievale, detta “dell’usignolo”. Il nome del complesso monastico sembrerebbe derivare dalla suddetta valle.
Edificata in rigoroso stile romanico-gotico-cistercense è uno dei massimi capolavori del genere della provincia dopo l’abbazia di Fossanova. La tradizione vuole che questa abbazia sia stata fondata nel VIII secolo da monaci greci e sia stata occupata e restaurata dai Templari nel XIII secolo. Quando nel XIV secolo questo ordine venne disciolto subentrarono i Cistercensi.
A questa abbazia è legata una leggenda medioevale, dove si narra che nel 1314, quando venne posto al rogo l’ultimo Gran Maestro Templare, Jacques de Molay gli architravi delle chiese si spezzarono. Ancora oggi, osservando attentamente l’architrave del portale principale dell’abbazia, si riesce a intravedere una crepa. Gli indizi della presenza Templare sono costituiti da alcune caratteristiche croci: nel primo gradone del pavimento della chiesa, nel soffitto del chiostro e quella più famosa di tutte scolpita nella parte sinistra dell’occhio centrale del rosone, venuta alla luce nei restauri di inizio secolo. In tempi recenti, sul lato occidentale del chiostro, abbattendo un muro posticcio, sono venute alla luce, graffite sull’intonaco originale, le cinque famose parole del magico palindromo: SATOR AREPO TENET OPERA ROTAS, con la variante, sinora un unicum, che le venticinque lettere sono disposte in cinque anelli circolari concentrici, ognuno dei quali diviso in cinque settori, in modo da formare una figura simile ad un bersaglio.
Nel 1411 l’abbazia fu ceduta in commenda a Paolo Caetani. Nel 1523 fu declassata da Papa Clemente VII a priorato semplice. Nel 1529 fu ridotta a priorato secolare. Tra il 1600 e il 1605 fu abitata dai cistercensi della congregazione dei Foglianti fino al 1619. Tra il 1619 e il 1635 l’abbazia fu abitata dai Minimi di San Francesco di Paola. Tornarono nuovamente i Foglianti che l’abitarono fino alla Soppressione degli Ordini religiosi voluta da Napoleone Bonaparte. Papa Pio IX fece due importanti visite all’abbazia nel 1863 e nel 1865. Fu per volere di Pio IX che l’abbazia divenne priorato conventuale dipendente dalla congregazione di Casamari. Il 5 luglio 1888 il Priore D. Bartolomeo M. Daini riscattò il complesso monastico messo all’asta dal Comune di Sermoneta con la somma di 10.150 £. Ora l’abbazia continua ad essere abitata dai monaci cistercensi della congregazione di Casamari. Nel marzo 2014 è festeggiato a Sermoneta e a Valvisciolo il 150º anniversario del ritorno dei monaci voluto da Papa Pio IX.
L’interno della chiesa, a tre navate suddivise da pilastri e colonne, presenta pareti spoglie di affreschi secondo i canoni del “memento mori” dei cistercensi che evitavano gli sfarzi architettonici perché non contava per loro la materialità ma, invece, la spiritualità.
Sul fondo della navata sinistra si trova la cappella di San Lorenzo. Affrescata nel 1586-89 dal pittore Niccolò Circignani detto il Pomarancio su commissione del Cardinale Enrico Caetani e del Duca Onorato IV. Questo ciclo di affreschi fu realizzato in occasione della visita di Papa Sisto V nel Ducato Caetani. All’interno della cappella vi sono molti cenni autocelebrativi riferiti al titolo ducale che nel 1586 fu concesso proprio a Onorato IV. Infatti vi sono presenti moltissime corone ducali sorrette da puttini. Interessantissimo l’autoritratto del Pomarancio che la studiosa Sonia Testa ha scoperto fra la decorazione a grottesche della volta, in prossimità delle due vele con l’episodio in cui San Lorenzo opera la conversione di Lucilio, e quella con l’episodio in cui San Lorenzo battezza in carcere San Romano. Sopra il portone d’ingresso si può notare un rosone. Il chiostro sito alla destra dell’abbazia guardando la facciata ha un giardino vivacemente colorato

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Le Corone della Qualità

Punteggio della struttura espresso in corone. 1 corone + rappresenta il punteggio massimo. La valutazione è basata sui seguenti criteri:

Qualità del servizio, Promozione del Territorio, Identità, Notorietà.

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Fondi, Lazio

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Qualità del servizio, Promozione del Territorio, Identità, Notorietà.

Hotel Fontana Olente Hotel

Ferentino, Lazio

Le Corone della Qualità

Punteggio della struttura espresso in corone. 1 corone + rappresenta il punteggio massimo. La valutazione è basata sui seguenti criteri:

Qualità del servizio, Promozione del Territorio, Identità, Notorietà.

Forum Palace Hotel & Spa Hotel

Cassino, Lazio

Le Corone della Qualità

Punteggio della struttura espresso in corone. 1 corone + rappresenta il punteggio massimo. La valutazione è basata sui seguenti criteri:

Qualità del servizio, Promozione del Territorio, Identità, Notorietà.

B&B Il Pioppo Bed & Breakfast

Veroli, Lazio

Le Corone della Qualità

Punteggio della struttura espresso in corone. 1 corone + rappresenta il punteggio massimo. La valutazione è basata sui seguenti criteri:

Qualità del servizio, Promozione del Territorio, Identità, Notorietà.

B&B Portella delle Fate Bed & Breakfast

Sora, Lazio

Le Corone della Qualità

Punteggio della struttura espresso in corone. 1 corone + rappresenta il punteggio massimo. La valutazione è basata sui seguenti criteri:

Qualità del servizio, Promozione del Territorio, Identità, Notorietà.

B&B Foresteria della Certosa Bed & Breakfast

Collepardo, Lazio

Le Corone della Qualità

Punteggio della struttura espresso in corone. 1 corone + rappresenta il punteggio massimo. La valutazione è basata sui seguenti criteri:

Qualità del servizio, Promozione del Territorio, Identità, Notorietà.

La Corte D’Ivi Bed & Breakfast

Collepardo, Lazio

Le Corone della Qualità

Punteggio della struttura espresso in corone. 2 corone + rappresenta il punteggio massimo. La valutazione è basata sui seguenti criteri:

Qualità del servizio, Promozione del Territorio, Identità, Notorietà.

Dove mangiare

Scopri l’autentica cucina del territorio e vivi un’esperienza unica nei ristoranti e negli agriturismi di eccellenza certificati Ospitalità Italiana.

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Ristorante Forum Palace Ristorante Ristoranti

Cassino, Lazio

Le Corone della Qualità

Punteggio della struttura espresso in corone. 1 corone + rappresenta il punteggio massimo. La valutazione è basata sui seguenti criteri:

Qualità del servizio, Promozione del Territorio, Identità, Notorietà.

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