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Macerata

Il nome di Ireneo Aleandri non è di quelli molto evocativi, ma dici Sferisterio e subito pensi a Macerata e viceversa. L’Aleandri fu l’architetto che progettò il monumento più rappresentativo del capoluogo marchigiano: realizzato in 6 anni a partire dal 1823, in stile neoclassico, lo Sferisterio ebbe inizialmente la funzione di impianto per il pallone a bracciale, gioco assai popolare nell’800. Qui si esibiva Carlo Didimi, il campione che pure Giacomo Leopardi, suo accanito tifoso, esaltò con un’Ode. Passato di moda questo sport, il teatro divenne spazio per circhi equestri e giostre e fu persino usato come piattaforma per i voli delle mongolfiere. Oggi è un celebrato palcoscenico per la lirica all’aperto e ogni estate ospita il rinomato Macerata Opera Festival. La sua acustica perfetta è infatti assai apprezzata dai maggiori direttori di orchestra e artisti.

Oltre allo Sferisterio, Macerata ha però molto altro da mostrare: Buonaccorsi, Ricci e Compagnoni Marefoschi sono i nomi altisonanti di altrettanti palazzi del Centro Storico, in cui si ammirano anche la Torre Civica con l’orologio astronomico, il Teatro Lauro Rossi, la cinquecentesca Loggia dei Mercanti, la Cattedrale di San Giuliano e, in area extraurbana, il sito archeologico dell’antica Helvia Recina con i resti del teatro romano.

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Ciclovia della Valle del Chienti

Macerata, Marche

5 elementi Cosa fare e vedere

  • Naturalistico - Altro

Ciclovia della Valle del Chienti

Macerata, Marche

La visita a luoghi sacri suggestivi, l’attraversamento di borghi medioevali, la campagna silenziosa e le colline tondeggianti. Tutto questo in un itinerario piacevole e denso di emozioni.
La partenza è dalla piazza di Foligno (mt 235 slm) da cui si inizia a salire la valle del Menotre fino al valico di Colfiorito (mt 780). Si attraversa l’altopiano di Colfiorito, un sistema di sette piani racchiusi tra numerose cime appenniniche tra cui spicca la vetta del Monte Pennino. Molto interessante è la visita della zona paludosa per il suo indiscusso valore paesaggistico.

Da qui si inizia a scendere lungo la Valle del Chienti che segna il confine tra Umbria e Marche. Prima di arrivare a Muccia si superano alcune piccole frazioni. A Serravalle si può decidere di salire verso il bellissimo altopiano di Montelago. A Gelagna Bassa è molto interessante visitare lo storico mulino di Gelagna che, perfettamente ristrutturato e funzionante, già nei primi del novecento forniva elettricità a molte frazioni dell’alto Chienti.
Da Muccia la ciclovia prosegue quasi pianeggiante lungo le sponde del fiume Chienti che in questo tratto va ad alimentare i laghi di Polverina, di Pievefavera e il lago delle Grazie. A Sfercia è possibile visitare la Rocca dei Varano che, arroccata su uno sperone roccioso, domina dall’alto la vallata del Chienti fino ai Monti Sibillini. Da non perdere è la visita ai borghi medioevali di Pievebovigliana e Caldarola con la sua raffinata piazza e il meraviglioso castello Pallotta.
Lasciata alle spalle la dorsale appenninica il paesaggio diventa collinare, tipico della campagna marchigiana. Si raggiunge il centro storico di Tolentino attraversando l’antico Ponte del Diavolo. Da visitare la piazza con la torre dell’orologio e la bellissima basilica di San Nicola. Molto interessante è anche il castello della Rancia.

Da qui si lascia il percorso della vecchia statale 77 e con un panoramico saliscendi sui Colli Vasari si arriva alla riserva naturale dell’Abbadia di Fiastra che offre un luogo unico e ricco di storia: dall’antica Abbazia cistercense fino agli scavi dell’antica città romana di Urbs Salvia.

Terminata la visita dell’Abbadia, si prosegue su strade secondarie fino a Corridonia. Dopo un breve tratto piuttosto trafficato, si ritorna alla silenziosa campagna marchigiana proseguendo tra campi coltivati a grano e girasoli. Seguendo le indicazioni della ciclabile delle Abbazie lungo Chienti, si possono visitare le suggestive abbazie, la Chiesa di San Claudio e S. Maria a Piè di Chienti.

Arrivati nella periferia di Civitanova Marche ci si addentra nella città superando qualche chilometro più trafficato. Qui ad attendervi ci sono spiagge, negozi, lidi, il faro e il molo sud che idealmente rappresenta il punto di arrivo di questo bellissimo viaggio.

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  • Borgo

Borgo Villa Ficana – Ecomuseo

Macerata, Marche

Villa Ficana è un borgo di case in terra e paglia, adagiato su un pendio collinare della periferia di Macerata, nelle Marche. Sopravvissuto alla cementificazione selvaggia degli anni ’70 porta con sé la storia della comunità contadina che vi ha abitato, sin dal lontano 1862, data incastonata sulla facciata di una casa.
L’Ecomuseo di Villa Ficana valorizza e protegge le risorse ambientali, storiche e culturali di questo territorio e dei suoi abitanti nell’ottica dello sviluppo locale sostenibile attraverso la realizzazione di itinerari di tipo esperienziale, laboratori didattici, approfondimenti tematici.
L’Ecomuseo delle case di terra di Villa Ficana vuole essere un punto di riferimento per chi si occupa di terra cruda, architettura vernacolare, architettura sostenibile, così da riannodare i legami tra la tradizione del passato e la sperimentazione del futuro.

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  • Festival

Musicultura Festival Canzone Popolare e d’Autore

Macerata, Marche

Dal 1990, “Musicultura” (già Premio Recanati) si è affermato come una delle rassegne musicali italiane più innovative.
La peculiarità della formula, la prerogativa di attingere alla creatività della musica “popolare” senza confini di genere e senza criteri di esclusione che non siano quelli della qualità e della originalità, il dinamismo delle scelte hanno reso il Festival un polo di riferimento spettacolare verso cui si volge annualmente l’attenzione del pubblico e del circuito mediatico.
Al contempo, l’elevato profilo culturale della rassegna, anche per l’attenzione dedicata alla poesia e più in generale alla “parola”, ha alimentato nell’immaginario di una platea molto vasta l’idea del “Festival” come “contenitore culturale” credibile, ma non per questo accademico.
Per una serie di circostanze “Musicultura” – uno dei pochi appuntamenti radiofonico-televisivi fissi del panorama musicale italiano (Radio1 Rai, Rai 1, Rai 2, Rai 3, Rai 5) – è oggi sentito come sinonimo di cultura, intrattenimento, spettacolo.
La manifestazione, le cui diverse fasi – dal lancio del bando di Concorso, alla selezione delle proposte, fino alle tre serate finali di pubblico spettacolo – tengono ogni anno desta l’attenzione del pubblico per un arco temporale di più mesi, ha avuto e sempre più avrà i suoi punti di forza:
•nella chiara scelta di una “missione” prioritaria da compiere, che è quella della individuazione delle nuove tendenze e della valorizzazione dei nuovi talenti della musica popolare e d’autore contemporanea, attraverso il Concorso annuale unico nel suo genere per trasparenza, polimedialità della formula, impatto comunicativo, consistenza dei riconoscimenti finali;
•nel forte coinvolgimento dei mezzi di comunicazione tradizionali (carta stampata, radio, tv generaliste) e nuovi (internet, canali tematici, telefonia) per realizzare un ricco e partecipato percorso polimediale in tutte le principali fasi della manifestazione;
•nello sforzo di abbattere i tradizionali steccati tra cultura e spettacolo, tra arte e intrattenimento, tra alta cultura e cultura di massa, nella convinzione che simili contrapposizioni servano solo a fornire alibi ai cattivi operatori sia della cultura, sia dello spettacolo.
A Musicultura si affianca dal 1996 Lunaria:notturni di musica e poesia in Piazza Giacomo Leopardi a Recanati, rassegna di concerti estivi organizzata da Musicultura in cui la parola e la poesia incontrano la musica e
La Controra: l’iniziativa, nata quattordici anni fa per creare nel centro storico cittadino un “contrappeso” spettacolare alle serate del festival all’Arena Sferisterio, di anno in anno è fiorita fino ad abbracciare coi suoi appuntamenti i giorni e le notti di un’intera settimana e conquistare la fiducia degli spettatori. La Controra è oggi un festival nel festival, multiforme come il suo pubblico, eterogeneo, sia per interessi culturali, che per profilo anagrafico, che per provenienze geografiche. Evidentemente il mix di concerti, recital, incontri, dibattiti, reading – tutti ad ingresso libero – che al ritmo di tre, quattro e anche cinque iniziative al giorno cadenzano le giornate della Controra è un piatto che incuriosisce, intriga e fidelizza. La formula della Controra poggia su due idee semplici: la prima è che la composita bellezza dei linguaggi artistico-espressivi non merita approcci banali, la seconda è che il divertimento è la chiave di accesso al piacere dell’approfondimento. Le location della Controra, disseminate nel centro storico cittadino, comprendono Piazza Cesare Battisti, Piazza della Libertà, i cortili di Palazzo Ciccolini, del Palazzo Municipale, di Palazzo Conventati.

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  • Musica

Sferisterio Opera Festival

Macerata, Marche

Il Macerata Opera Festival è una delle più importanti rappresentazioni liriche Italiane che si svolgono allo Sferisterio di Macerata.
Dopo le prime trionfali edizioni del 1921 e 1922,la manifestazione subì un arresto a causa delle guerre.
La manifestazione tornò soltanto nel 1967, anno nel quale spiccò definitivamente l’ascesa.
Nel 2019 sarà celebrata la 55ª stagione.
La stagione lirica rappresenta un veicolo promozionale molto forte per l’immagine della nostra provincia in Italia e nel mondo. Le iniziative collaterali del Festival Off realizzano incontri con la città con conferenze, recital, mostre e aperitivi dedicati alle storie dei protagonisti dei grandi titoli della stagione. Fulcro di questa iniziativa è La Notte dell’Opera, evento in cui la città di Macerata si trasforma in un gigantesco palcoscenico.
L’evento è legato all’Arena Sferisterio, struttura che rappresenta uno dei più importanti esempi di architettura Neoclassica. Fu inaugurato nel 1829 e finanziato dai Cento consorti, cittadini maceratesi benestanti che volevano una struttura per il gioco della palla col bracciale, sport in voga nella metà dell’Ottocento.
La Camera di Commercio di Macerata ha pubblicato due volumi che celebrano la storia del teatro lirico nel periodo in cui la direzione artistica era affidata al maestro Carlo Perucci: un percorso di ricordi che rievoca momenti, immagini ed emozioni che rappresentano il patrimonio di una memoria viva attraverso i suoi protagonisti e altrimenti persa con l’inesorabile trascorrere del tempo.
Gli autori, Elisabetta Perucci, figlia di Carlo, e Gianni Gualdoni, Sovrintendente e Direttore artistico della Fondazione “Alessandro Lanari”, ci accompagnano nei corridoi dell’Arena Sferisterio, ci guidano sul grande palcoscenico animato da tenori, soprani, scendendo con noi nel golfo mistico dell’orchestra e ci fanno assaporare il profumo dell’aria intrisa di note musicali.
La Camera di Commercio di Macerata ha fortemente voluto quest opera a testimonianza della portata culturale che la Stagione Lirica assume oggi nel panorama nazionale: lo Sferisterio è divenuto la casa della musica e rappresenta, per il nostro territorio, un polo di attrazione e di fascino, emblema di una crescita economica, di immagine, di cultura e turismo.
Primo di due appuntamenti che ripercorreranno la storia di uno dei più importanti teatri lirici italiani:
l’Arena Sferisterio di Macerata. Il primo volume è un romantico racconto che parte dal 1967 ed arriva al 1976, arricchito delle testimonianze di coloro che furono gli artefici di questo successo. L’utilizzo di una mole imponente di materiali d’archivio rende quest’opera appetibile a tutti gli appassionati del genere.
Il libro scorre piacevole e leggero grazie a uno stile narrativo coinvolgente che riporta al clima entusiatico di quegli anni in cui rapidamente lo Sferisterio entrò a far parte della ristretta cerchia dei grandi teatri internazionali. Anni ruggenti che videro avvicendarsi sul suo palco artisti di fama mondiale come Mario Del Monaco, Giuseppe Di Stefano e Antonietta Stella. Un’impresa che fu possibile grazie all’impegno, al coraggio e alla lungimiranza di personaggi come Carlo Perucci, indimenticato direttore artistico, e di Elio Ballesi, sindaco della città di Macerata, all’orgoglio e alla partecipazione di unìintera comunità.
Nel secondo volume, che racchiude gli anni dal 1977 al 1986, si conclude il viaggio nel magnifico scenario dello Sferisterio, rievocando momenti, immagini ed emozioni che rappresentano il patrimonio di una memoria viva attraverso i suoi protagonisti e altrimenti persa con l’inesorabile trascorrere del tempo.
L’impegno degli stessi autori ed il loro lavoro certosino di recupero documentale sono encomiabili.
E questo volume è non solo una celebrazione storica di un periodo di grande splendore per la Stagione Lirica, ma ci accompagna nei corridoi dell’Arena Sferistero, ci guida sul grande palcoscenico animato da tenori e soprani, scende con noi nel golfo mistico dell’orchestra e ci fa assaporare il profumo dell’ aria intrisa di note musicali.
La Camera di Commercio di Macerata ha fortemente voluto quest’opera a testimonianza della portata
culturale che la Stagione Lirica assume oggi nel panorama nazionale, confermandosi eccellenza musicale per il nostro territorio, un polo di attrazione e di fascino, emblema di una crescita economica, di immagine, di cultura e turismo. È un omaggio alla città di
Macerata e a tutti gli estimatori dell’opera lirica, un vivido racconto del clima entusiastico di quegli anni in cui rapidamente lo Sferisterio entrò a far parte della ristretta cerchia dei grandi teatri internazionali.

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  • Museo

Macerata Musei

Macerata, Marche

Macerata Musei rappresenta la rete dei musei e dei monumenti cittadini gestiti dall’Istituzione Macerata Cultura Biblioteca e Musei, aperta alla collaborazione con le strutture museali di altri enti.
1) Palazzo Buonaccorsi, patrimonio culturale cittadino, un museo diffuso inserito nella città storica nella convinzione che il centro rappresenti la maggiore raccolta museale dinamica da valorizzare attraverso la costante riaffermazione della sua identità culturale.
.Nel cuore della città sorge il settecentesco Palazzo voluto dalla famiglia Buonaccorsi in seguito al conseguimento del patriziato cittadino nel 1652 e all’investitura a conte di Simone Buonaccorsi nel 1701 da parte di papa Clemente XI.
La costruzione del palazzo è il risultato di complesse vicende edilizie che vedono, a partire dal 1697, l’aggregazione di edifici preesistenti su progetto dell’architetto romano Giovan Battista Contini allievo del Bernini. Nel 1718 l’intervento di Ludovico Gregorini completa il palazzo con la realizzazione del cortile interno e del giardino all’italiana di cui rimangono la balaustra con i vasi ornamentali di Antonio Perucci e le tre statue raffiguranti Ercole vincitore in pietra d’Istria, opera dello scultore padovano Giovanni Bonazza.
All’interno, l’ampio atrio pavimentato in legno di quercia, la loggia e i saloni decorati, i soffitti a cassettoni e le pitture di soggetto mitologico dell’appartamento nobile offrono alla vista dei visitatori preziosi momenti barocchi e rococò, il cui fasto raggiunge l’apice nel Salone dell’Eneide.
Decorato nella volta a botte con le Nozze di Bacco ed Arianna da Michelangelo Ricciolini e ornato alle pareti con un ciclo di dipinti su tela commissionati ai maggiori artisti del tempo, celebra le gesta dell’eroe virgiliano in funzione encomiastica.
Proprietà del Comune dal 1967 e sede dell’Accademia di Belle Arti fino al 1997, il palazzo ospita oggi le collezioni comunali: il museo della carrozza e le raccolte di arte antica e moderna.
a) – II Museo della Carrozza è istituito dal Comune di Macerata nel 1962 in seguito alla cospicua donazione fatta dal conte Pier Alberto Conti di Civitanova Marche (1884-1968). Il nucleo originario è costituito da sei modelli sportivi: Spider Phaeton, Mail Phaeton, Jardinière, Gran Break de Chasse, Stanhope-Gig, Break e dall’utilitaria Skeleton Break. È inclusa nella donazione una ricca serie di selle, morsi, frustini, briglie, ferri da cavallo, finimenti per attacchi a pariglia, a quattro o a sei nonché libri, manuali di ippica, stampe e fotografie d’epoca.
Negli anni a seguire si aggiungono al primo nucleo altre carrozze, sportive o di servizio
b) Arte antica e Galleria dell’Eneide
La donazione di Tommaso Maria Borgetti, risalente al 1835, costituisce il primo nucleo di quadri della Pinacoteca. Successivamente, nel 1860, il pittore Antonio Bonfigli donò 26 dipinti per la costituzione di una “Pinacoteca patria” che, dal 1937, insieme ad altri quadri preesistenti, ha trovato sistemazione nelle sale del Palazzo della Biblioteca. Fra le opere figurano dipinti di Giovanni di Corraduccio, Carlo Crivelli, Giovanbattista Salvi, Carlo Dolci, Michele Rocca detto il Parmigiano, Domenico Corvi, Carlo Maratta, Alessandro Turchi l’Orbetto e numerosi altri. Dipinti d’arte fiamminga, italiana, napoletana e veneta, insieme a ritratti di illustri maceratesi, completano l’interessante e pregevole raccolta.
La loro nuova sistemazione a palazzo Buonaccorsi inaugurata il 21 marzo 2014 è frutto di un intenso lavoro di studio e di catalogazione del patrimonio finalizzato alla elaborazione di nuovi criteri di ordinamento e di allestimento delle collezioni. Presupposto imprescindibile, la presenza delle figure professionali specifiche che garantiscono all’Istituzione Macerata Cultura, in modo del tutto analogo per quanto già avviene alla Biblioteca Mozzi Borgetti, una conduzione dei musei adeguata agli standard più aggiornati.
c) Arte Moderna
La raccolta d’arte del Novecento è data dalla “sedimentazione storica” di opere provenienti dalla locale attività futurista negli anni Dieci e Venti, dal lavoro del Gruppo “Boccioni” (1932-1944), dai tre premi nazionali di pittura contemporanea “Scipione” (1955; 1957; 1964), dagli eventi promossi dagli Amici dell’Arte, dai rapporti nazionali ed internazionali intrattenuti negli anni Settanta da Elverio Maurizi, da acquisti effettuati dall’Amministrazione comunale oltre che da donazioni di artisti italiani e stranierei in occasione di mostre personali.
2) La Biblioteca Mozzi Borgetti, sorta nel 1773 nei locali della soppressa sede del Collegio della Compagnia di Gesù, ha ereditato la biblioteca gesuitica nonché molti altri fondi nei suoi oltre duecento anni di attività. Il palazzo eretto nell’area precedentemente occupata dall’Ospizio dei Cavalieri di Gerusalemme subisce numerosi rimaneggiamenti architettonici fino agli ultimi decenni del XVII secolo.Gli interventi decorativo-pittorici degli ambienti sono affidati agli artisti maceratesi Serafino Scarponi e Costanzo Alberti il quale cura sulle pareti di una delle sale i medaglioni con i ritratti degli imperatori romani.
Per la Galleria trasversa, oggi denominata degli Specchi, Domenico Marzapani e Domenico Cervini creano una trama di grottesche di matrice raffaellesca e stilemi pompeiani con ritratti di filosofi e di scienziati illustri. Le quadrature dei soffitti si devono al pittore maceratese Vincenzo Martini.
Attualmente è una delle maggiori biblioteche delle Marche ed è dotata di circa 350.000 volumi. Oltre ai 10.000 manoscritti, possiede 300 incunaboli ed oltre 4000 edizioni del secolo XVI. La Biblioteca ha inoltre una raccolta musicale e teatrale, una collezione risorgimentale e una ricca fototeca con oltre 20.000 immagini.Tutti i fondi antichi sono catalogati e consultabili.
3) Area Archeologica Helvia Ricina
Nell’area archeologica, che si trova nei pressi di Villa Potenza, rinvenimenti dell’età preistorica documentano che il territorio ricinese doveva essere abitato fin da tempi antichissimi. A giudicare dai resti monumentali di edifici e opere pubbliche e private, e dai ritrovamenti di lapidi e iscrizioni,la città Ricina possedeva importanti edifici, il teatro, e le abitazioni con mosaici.
4) Arena Sferisterio. Al fine di dare alla città una struttura permanente per il gioco della palla col bracciale, nella prima metà dell’Ottocento, alcuni maceratesi ben pensanti finanziarono la costruzione dello Sferisterio, su progetto dell’architetto Ireneo Aleandri. Inaugurato nel 1829 in stile neoclassico, si distinse fin da subito per la sua maestosità. Con la sua perfetta visibilità e insuperabile acustica, con il tempo lo Sferisterio abbandonò la sua originaria destinazione sportiva per divenire palcoscenico per la musica lirica.
5) Museo di Storia Naturale Il museo è ospitato, dal giugno del 1993, presso i sotterranei del Palazzo Rossini Lucangeli, un edificio storico la cui costruzione fu iniziata nel 1570 per volere del Capitano Felice Rossini.
L’attività dell’istituto risale al 1973.L’esposizione si articola in cinque sezioni: paleontologia, mineralogia, vertebrati, malacologia, entomologia.

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  • Naturalistico - Altro

Ciclovia della Valle del Chienti

Macerata, Marche

La visita a luoghi sacri suggestivi, l’attraversamento di borghi medioevali, la campagna silenziosa e le colline tondeggianti. Tutto questo in un itinerario piacevole e denso di emozioni.
La partenza è dalla piazza di Foligno (mt 235 slm) da cui si inizia a salire la valle del Menotre fino al valico di Colfiorito (mt 780). Si attraversa l’altopiano di Colfiorito, un sistema di sette piani racchiusi tra numerose cime appenniniche tra cui spicca la vetta del Monte Pennino. Molto interessante è la visita della zona paludosa per il suo indiscusso valore paesaggistico.

Da qui si inizia a scendere lungo la Valle del Chienti che segna il confine tra Umbria e Marche. Prima di arrivare a Muccia si superano alcune piccole frazioni. A Serravalle si può decidere di salire verso il bellissimo altopiano di Montelago. A Gelagna Bassa è molto interessante visitare lo storico mulino di Gelagna che, perfettamente ristrutturato e funzionante, già nei primi del novecento forniva elettricità a molte frazioni dell’alto Chienti.
Da Muccia la ciclovia prosegue quasi pianeggiante lungo le sponde del fiume Chienti che in questo tratto va ad alimentare i laghi di Polverina, di Pievefavera e il lago delle Grazie. A Sfercia è possibile visitare la Rocca dei Varano che, arroccata su uno sperone roccioso, domina dall’alto la vallata del Chienti fino ai Monti Sibillini. Da non perdere è la visita ai borghi medioevali di Pievebovigliana e Caldarola con la sua raffinata piazza e il meraviglioso castello Pallotta.
Lasciata alle spalle la dorsale appenninica il paesaggio diventa collinare, tipico della campagna marchigiana. Si raggiunge il centro storico di Tolentino attraversando l’antico Ponte del Diavolo. Da visitare la piazza con la torre dell’orologio e la bellissima basilica di San Nicola. Molto interessante è anche il castello della Rancia.

Da qui si lascia il percorso della vecchia statale 77 e con un panoramico saliscendi sui Colli Vasari si arriva alla riserva naturale dell’Abbadia di Fiastra che offre un luogo unico e ricco di storia: dall’antica Abbazia cistercense fino agli scavi dell’antica città romana di Urbs Salvia.

Terminata la visita dell’Abbadia, si prosegue su strade secondarie fino a Corridonia. Dopo un breve tratto piuttosto trafficato, si ritorna alla silenziosa campagna marchigiana proseguendo tra campi coltivati a grano e girasoli. Seguendo le indicazioni della ciclabile delle Abbazie lungo Chienti, si possono visitare le suggestive abbazie, la Chiesa di San Claudio e S. Maria a Piè di Chienti.

Arrivati nella periferia di Civitanova Marche ci si addentra nella città superando qualche chilometro più trafficato. Qui ad attendervi ci sono spiagge, negozi, lidi, il faro e il molo sud che idealmente rappresenta il punto di arrivo di questo bellissimo viaggio.

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  • Borgo

Borgo Villa Ficana – Ecomuseo

Macerata, Marche

Villa Ficana è un borgo di case in terra e paglia, adagiato su un pendio collinare della periferia di Macerata, nelle Marche. Sopravvissuto alla cementificazione selvaggia degli anni ’70 porta con sé la storia della comunità contadina che vi ha abitato, sin dal lontano 1862, data incastonata sulla facciata di una casa.
L’Ecomuseo di Villa Ficana valorizza e protegge le risorse ambientali, storiche e culturali di questo territorio e dei suoi abitanti nell’ottica dello sviluppo locale sostenibile attraverso la realizzazione di itinerari di tipo esperienziale, laboratori didattici, approfondimenti tematici.
L’Ecomuseo delle case di terra di Villa Ficana vuole essere un punto di riferimento per chi si occupa di terra cruda, architettura vernacolare, architettura sostenibile, così da riannodare i legami tra la tradizione del passato e la sperimentazione del futuro.

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  • Festival

Musicultura Festival Canzone Popolare e d’Autore

Macerata, Marche

Dal 1990, “Musicultura” (già Premio Recanati) si è affermato come una delle rassegne musicali italiane più innovative.
La peculiarità della formula, la prerogativa di attingere alla creatività della musica “popolare” senza confini di genere e senza criteri di esclusione che non siano quelli della qualità e della originalità, il dinamismo delle scelte hanno reso il Festival un polo di riferimento spettacolare verso cui si volge annualmente l’attenzione del pubblico e del circuito mediatico.
Al contempo, l’elevato profilo culturale della rassegna, anche per l’attenzione dedicata alla poesia e più in generale alla “parola”, ha alimentato nell’immaginario di una platea molto vasta l’idea del “Festival” come “contenitore culturale” credibile, ma non per questo accademico.
Per una serie di circostanze “Musicultura” – uno dei pochi appuntamenti radiofonico-televisivi fissi del panorama musicale italiano (Radio1 Rai, Rai 1, Rai 2, Rai 3, Rai 5) – è oggi sentito come sinonimo di cultura, intrattenimento, spettacolo.
La manifestazione, le cui diverse fasi – dal lancio del bando di Concorso, alla selezione delle proposte, fino alle tre serate finali di pubblico spettacolo – tengono ogni anno desta l’attenzione del pubblico per un arco temporale di più mesi, ha avuto e sempre più avrà i suoi punti di forza:
•nella chiara scelta di una “missione” prioritaria da compiere, che è quella della individuazione delle nuove tendenze e della valorizzazione dei nuovi talenti della musica popolare e d’autore contemporanea, attraverso il Concorso annuale unico nel suo genere per trasparenza, polimedialità della formula, impatto comunicativo, consistenza dei riconoscimenti finali;
•nel forte coinvolgimento dei mezzi di comunicazione tradizionali (carta stampata, radio, tv generaliste) e nuovi (internet, canali tematici, telefonia) per realizzare un ricco e partecipato percorso polimediale in tutte le principali fasi della manifestazione;
•nello sforzo di abbattere i tradizionali steccati tra cultura e spettacolo, tra arte e intrattenimento, tra alta cultura e cultura di massa, nella convinzione che simili contrapposizioni servano solo a fornire alibi ai cattivi operatori sia della cultura, sia dello spettacolo.
A Musicultura si affianca dal 1996 Lunaria:notturni di musica e poesia in Piazza Giacomo Leopardi a Recanati, rassegna di concerti estivi organizzata da Musicultura in cui la parola e la poesia incontrano la musica e
La Controra: l’iniziativa, nata quattordici anni fa per creare nel centro storico cittadino un “contrappeso” spettacolare alle serate del festival all’Arena Sferisterio, di anno in anno è fiorita fino ad abbracciare coi suoi appuntamenti i giorni e le notti di un’intera settimana e conquistare la fiducia degli spettatori. La Controra è oggi un festival nel festival, multiforme come il suo pubblico, eterogeneo, sia per interessi culturali, che per profilo anagrafico, che per provenienze geografiche. Evidentemente il mix di concerti, recital, incontri, dibattiti, reading – tutti ad ingresso libero – che al ritmo di tre, quattro e anche cinque iniziative al giorno cadenzano le giornate della Controra è un piatto che incuriosisce, intriga e fidelizza. La formula della Controra poggia su due idee semplici: la prima è che la composita bellezza dei linguaggi artistico-espressivi non merita approcci banali, la seconda è che il divertimento è la chiave di accesso al piacere dell’approfondimento. Le location della Controra, disseminate nel centro storico cittadino, comprendono Piazza Cesare Battisti, Piazza della Libertà, i cortili di Palazzo Ciccolini, del Palazzo Municipale, di Palazzo Conventati.

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  • Musica

Sferisterio Opera Festival

Macerata, Marche

Il Macerata Opera Festival è una delle più importanti rappresentazioni liriche Italiane che si svolgono allo Sferisterio di Macerata.
Dopo le prime trionfali edizioni del 1921 e 1922,la manifestazione subì un arresto a causa delle guerre.
La manifestazione tornò soltanto nel 1967, anno nel quale spiccò definitivamente l’ascesa.
Nel 2019 sarà celebrata la 55ª stagione.
La stagione lirica rappresenta un veicolo promozionale molto forte per l’immagine della nostra provincia in Italia e nel mondo. Le iniziative collaterali del Festival Off realizzano incontri con la città con conferenze, recital, mostre e aperitivi dedicati alle storie dei protagonisti dei grandi titoli della stagione. Fulcro di questa iniziativa è La Notte dell’Opera, evento in cui la città di Macerata si trasforma in un gigantesco palcoscenico.
L’evento è legato all’Arena Sferisterio, struttura che rappresenta uno dei più importanti esempi di architettura Neoclassica. Fu inaugurato nel 1829 e finanziato dai Cento consorti, cittadini maceratesi benestanti che volevano una struttura per il gioco della palla col bracciale, sport in voga nella metà dell’Ottocento.
La Camera di Commercio di Macerata ha pubblicato due volumi che celebrano la storia del teatro lirico nel periodo in cui la direzione artistica era affidata al maestro Carlo Perucci: un percorso di ricordi che rievoca momenti, immagini ed emozioni che rappresentano il patrimonio di una memoria viva attraverso i suoi protagonisti e altrimenti persa con l’inesorabile trascorrere del tempo.
Gli autori, Elisabetta Perucci, figlia di Carlo, e Gianni Gualdoni, Sovrintendente e Direttore artistico della Fondazione “Alessandro Lanari”, ci accompagnano nei corridoi dell’Arena Sferisterio, ci guidano sul grande palcoscenico animato da tenori, soprani, scendendo con noi nel golfo mistico dell’orchestra e ci fanno assaporare il profumo dell’aria intrisa di note musicali.
La Camera di Commercio di Macerata ha fortemente voluto quest opera a testimonianza della portata culturale che la Stagione Lirica assume oggi nel panorama nazionale: lo Sferisterio è divenuto la casa della musica e rappresenta, per il nostro territorio, un polo di attrazione e di fascino, emblema di una crescita economica, di immagine, di cultura e turismo.
Primo di due appuntamenti che ripercorreranno la storia di uno dei più importanti teatri lirici italiani:
l’Arena Sferisterio di Macerata. Il primo volume è un romantico racconto che parte dal 1967 ed arriva al 1976, arricchito delle testimonianze di coloro che furono gli artefici di questo successo. L’utilizzo di una mole imponente di materiali d’archivio rende quest’opera appetibile a tutti gli appassionati del genere.
Il libro scorre piacevole e leggero grazie a uno stile narrativo coinvolgente che riporta al clima entusiatico di quegli anni in cui rapidamente lo Sferisterio entrò a far parte della ristretta cerchia dei grandi teatri internazionali. Anni ruggenti che videro avvicendarsi sul suo palco artisti di fama mondiale come Mario Del Monaco, Giuseppe Di Stefano e Antonietta Stella. Un’impresa che fu possibile grazie all’impegno, al coraggio e alla lungimiranza di personaggi come Carlo Perucci, indimenticato direttore artistico, e di Elio Ballesi, sindaco della città di Macerata, all’orgoglio e alla partecipazione di unìintera comunità.
Nel secondo volume, che racchiude gli anni dal 1977 al 1986, si conclude il viaggio nel magnifico scenario dello Sferisterio, rievocando momenti, immagini ed emozioni che rappresentano il patrimonio di una memoria viva attraverso i suoi protagonisti e altrimenti persa con l’inesorabile trascorrere del tempo.
L’impegno degli stessi autori ed il loro lavoro certosino di recupero documentale sono encomiabili.
E questo volume è non solo una celebrazione storica di un periodo di grande splendore per la Stagione Lirica, ma ci accompagna nei corridoi dell’Arena Sferistero, ci guida sul grande palcoscenico animato da tenori e soprani, scende con noi nel golfo mistico dell’orchestra e ci fa assaporare il profumo dell’ aria intrisa di note musicali.
La Camera di Commercio di Macerata ha fortemente voluto quest’opera a testimonianza della portata
culturale che la Stagione Lirica assume oggi nel panorama nazionale, confermandosi eccellenza musicale per il nostro territorio, un polo di attrazione e di fascino, emblema di una crescita economica, di immagine, di cultura e turismo. È un omaggio alla città di
Macerata e a tutti gli estimatori dell’opera lirica, un vivido racconto del clima entusiastico di quegli anni in cui rapidamente lo Sferisterio entrò a far parte della ristretta cerchia dei grandi teatri internazionali.

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  • Museo

Macerata Musei

Macerata, Marche

Macerata Musei rappresenta la rete dei musei e dei monumenti cittadini gestiti dall’Istituzione Macerata Cultura Biblioteca e Musei, aperta alla collaborazione con le strutture museali di altri enti.
1) Palazzo Buonaccorsi, patrimonio culturale cittadino, un museo diffuso inserito nella città storica nella convinzione che il centro rappresenti la maggiore raccolta museale dinamica da valorizzare attraverso la costante riaffermazione della sua identità culturale.
.Nel cuore della città sorge il settecentesco Palazzo voluto dalla famiglia Buonaccorsi in seguito al conseguimento del patriziato cittadino nel 1652 e all’investitura a conte di Simone Buonaccorsi nel 1701 da parte di papa Clemente XI.
La costruzione del palazzo è il risultato di complesse vicende edilizie che vedono, a partire dal 1697, l’aggregazione di edifici preesistenti su progetto dell’architetto romano Giovan Battista Contini allievo del Bernini. Nel 1718 l’intervento di Ludovico Gregorini completa il palazzo con la realizzazione del cortile interno e del giardino all’italiana di cui rimangono la balaustra con i vasi ornamentali di Antonio Perucci e le tre statue raffiguranti Ercole vincitore in pietra d’Istria, opera dello scultore padovano Giovanni Bonazza.
All’interno, l’ampio atrio pavimentato in legno di quercia, la loggia e i saloni decorati, i soffitti a cassettoni e le pitture di soggetto mitologico dell’appartamento nobile offrono alla vista dei visitatori preziosi momenti barocchi e rococò, il cui fasto raggiunge l’apice nel Salone dell’Eneide.
Decorato nella volta a botte con le Nozze di Bacco ed Arianna da Michelangelo Ricciolini e ornato alle pareti con un ciclo di dipinti su tela commissionati ai maggiori artisti del tempo, celebra le gesta dell’eroe virgiliano in funzione encomiastica.
Proprietà del Comune dal 1967 e sede dell’Accademia di Belle Arti fino al 1997, il palazzo ospita oggi le collezioni comunali: il museo della carrozza e le raccolte di arte antica e moderna.
a) – II Museo della Carrozza è istituito dal Comune di Macerata nel 1962 in seguito alla cospicua donazione fatta dal conte Pier Alberto Conti di Civitanova Marche (1884-1968). Il nucleo originario è costituito da sei modelli sportivi: Spider Phaeton, Mail Phaeton, Jardinière, Gran Break de Chasse, Stanhope-Gig, Break e dall’utilitaria Skeleton Break. È inclusa nella donazione una ricca serie di selle, morsi, frustini, briglie, ferri da cavallo, finimenti per attacchi a pariglia, a quattro o a sei nonché libri, manuali di ippica, stampe e fotografie d’epoca.
Negli anni a seguire si aggiungono al primo nucleo altre carrozze, sportive o di servizio
b) Arte antica e Galleria dell’Eneide
La donazione di Tommaso Maria Borgetti, risalente al 1835, costituisce il primo nucleo di quadri della Pinacoteca. Successivamente, nel 1860, il pittore Antonio Bonfigli donò 26 dipinti per la costituzione di una “Pinacoteca patria” che, dal 1937, insieme ad altri quadri preesistenti, ha trovato sistemazione nelle sale del Palazzo della Biblioteca. Fra le opere figurano dipinti di Giovanni di Corraduccio, Carlo Crivelli, Giovanbattista Salvi, Carlo Dolci, Michele Rocca detto il Parmigiano, Domenico Corvi, Carlo Maratta, Alessandro Turchi l’Orbetto e numerosi altri. Dipinti d’arte fiamminga, italiana, napoletana e veneta, insieme a ritratti di illustri maceratesi, completano l’interessante e pregevole raccolta.
La loro nuova sistemazione a palazzo Buonaccorsi inaugurata il 21 marzo 2014 è frutto di un intenso lavoro di studio e di catalogazione del patrimonio finalizzato alla elaborazione di nuovi criteri di ordinamento e di allestimento delle collezioni. Presupposto imprescindibile, la presenza delle figure professionali specifiche che garantiscono all’Istituzione Macerata Cultura, in modo del tutto analogo per quanto già avviene alla Biblioteca Mozzi Borgetti, una conduzione dei musei adeguata agli standard più aggiornati.
c) Arte Moderna
La raccolta d’arte del Novecento è data dalla “sedimentazione storica” di opere provenienti dalla locale attività futurista negli anni Dieci e Venti, dal lavoro del Gruppo “Boccioni” (1932-1944), dai tre premi nazionali di pittura contemporanea “Scipione” (1955; 1957; 1964), dagli eventi promossi dagli Amici dell’Arte, dai rapporti nazionali ed internazionali intrattenuti negli anni Settanta da Elverio Maurizi, da acquisti effettuati dall’Amministrazione comunale oltre che da donazioni di artisti italiani e stranierei in occasione di mostre personali.
2) La Biblioteca Mozzi Borgetti, sorta nel 1773 nei locali della soppressa sede del Collegio della Compagnia di Gesù, ha ereditato la biblioteca gesuitica nonché molti altri fondi nei suoi oltre duecento anni di attività. Il palazzo eretto nell’area precedentemente occupata dall’Ospizio dei Cavalieri di Gerusalemme subisce numerosi rimaneggiamenti architettonici fino agli ultimi decenni del XVII secolo.Gli interventi decorativo-pittorici degli ambienti sono affidati agli artisti maceratesi Serafino Scarponi e Costanzo Alberti il quale cura sulle pareti di una delle sale i medaglioni con i ritratti degli imperatori romani.
Per la Galleria trasversa, oggi denominata degli Specchi, Domenico Marzapani e Domenico Cervini creano una trama di grottesche di matrice raffaellesca e stilemi pompeiani con ritratti di filosofi e di scienziati illustri. Le quadrature dei soffitti si devono al pittore maceratese Vincenzo Martini.
Attualmente è una delle maggiori biblioteche delle Marche ed è dotata di circa 350.000 volumi. Oltre ai 10.000 manoscritti, possiede 300 incunaboli ed oltre 4000 edizioni del secolo XVI. La Biblioteca ha inoltre una raccolta musicale e teatrale, una collezione risorgimentale e una ricca fototeca con oltre 20.000 immagini.Tutti i fondi antichi sono catalogati e consultabili.
3) Area Archeologica Helvia Ricina
Nell’area archeologica, che si trova nei pressi di Villa Potenza, rinvenimenti dell’età preistorica documentano che il territorio ricinese doveva essere abitato fin da tempi antichissimi. A giudicare dai resti monumentali di edifici e opere pubbliche e private, e dai ritrovamenti di lapidi e iscrizioni,la città Ricina possedeva importanti edifici, il teatro, e le abitazioni con mosaici.
4) Arena Sferisterio. Al fine di dare alla città una struttura permanente per il gioco della palla col bracciale, nella prima metà dell’Ottocento, alcuni maceratesi ben pensanti finanziarono la costruzione dello Sferisterio, su progetto dell’architetto Ireneo Aleandri. Inaugurato nel 1829 in stile neoclassico, si distinse fin da subito per la sua maestosità. Con la sua perfetta visibilità e insuperabile acustica, con il tempo lo Sferisterio abbandonò la sua originaria destinazione sportiva per divenire palcoscenico per la musica lirica.
5) Museo di Storia Naturale Il museo è ospitato, dal giugno del 1993, presso i sotterranei del Palazzo Rossini Lucangeli, un edificio storico la cui costruzione fu iniziata nel 1570 per volere del Capitano Felice Rossini.
L’attività dell’istituto risale al 1973.L’esposizione si articola in cinque sezioni: paleontologia, mineralogia, vertebrati, malacologia, entomologia.

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