Il Verdicchio DOC di Matelica interessa otto Comuni compresi nella provincia di Macerata e due in quella di Ancona. Una zona lontana dagli influssi marini, che insiste su una pianura alluvionale e su terreni calcarei. Per questo, il Verdicchio di Matelica, DOC dal 1967, è un vino di grande struttura, sapido e con profumi di carattere dovuti al clima continentale.

Solo uno dei 15 vini DOC, cui vanno ad aggiungersi 5 DOCG – il Verdicchio di Matelica Riserva è fra quest’ultimi – adatti alla cucina locale, semplice, dai sapori forti e decisi. Si comincia con antipasti quali la crescia con gli sfrigoli o i crostini con fegatini di pollo o coratella di agnello, per poi proseguire con primi piatti caratteristici come i vincisgrassi, dalla storia affascinante ed antica, le “tagliatelle della trebbiatura”, i cappelletti in brodo e
gli gnocchi con la papera.

Le carni locali derivate da razza marchigiana e fabrianese sono il pezzo forte dei secondi piatti, cui si aggiungono polli e conigli in potacchio, la tipica cottura in bianco con aggiunta di aglio, rosmarino e vino bianco. Ottima anche la variante in porchetta, con aggiunta di finocchio selvatico.

L’emozione di lavorare accanto ad artisti di fama internazionale gli studenti dell’Accademia di Brera di Milano e di Macerata l’hanno già provata realizzando a Braccano una sessantina di murales. Così, nel 2001 è nata una galleria di arte contemporanea en plein air, un’esposizione permanente che ha colorato case, muretti e fienili di questo micro borgo di appena 150 abitanti sperduto nella campagna marchigiana. L’abitato sorge sul versante occidentale del Monte San Vicino, in direzione Matelica, noto per il suo vino DOC e DOCG. Facile immaginare quindi come da queste parti sia l’agricoltura il mestiere tramandato, che a Braccano si fa anche arte. Ora il borgo è infatti inserito nell’Associazione Italiana Paesi Dipinti, che raggruppa tutte le località italiane che hanno fatto dell’arte muraria la loro nota distintiva.