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Trieste

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Da 2 a 459 metri in pochi minuti, e in mezzo una città. Trieste è così, con l’animo di una realtà di mare, con una storia da importante porto commerciale alle spalle e che ancora vive di questo, ma ben arroccata alla sua terra, ai piedi di un irto promontorio con grotte e doline ovunque che sono un po’ la cifra del Carso. Cavità in cui si fanno strada il fiume Timavo, il torrente Rosandra e il rio Ospo, che a tratti scorrono sotto piazze e palazzi. E che palazzi! Nata come un luogo di grandi opportunità commerciali grazie a Carlo VI d’Asburgo che nel 1719 l’aveva proclamata porto franco, Trieste è al limite orientale della latinità, all’estremità meridionale della germanità, al confine occidentale della slavità. Nel suo Dna è anche greca, ebrea, levantina. Una babele che ha sempre saputo trovare il suo punto di equilibrio nello sviluppo dei buoni affari per tutti. Il greco Cassis, detto “il faraone” per l’ostentazione delle sue ricchezze, fu il primo proprietario del Teatro dell’Opera, inaugurato nel 1801, oggi Teatro Verdi che si affaccia sulla zona detta delle Rive, accanto alla Chiesa greco-ortodossa di San Nicolò, del 1786, e all’ottocentesco Palazzo Carciotti, intitolato all’armatore greco committente. Il neoclassico Palazzo Stratti, sede delle Assicurazioni Generali fondate in città nel 1831 dai facoltosi Morpurgo, è sopra il Caffè degli Specchi, datato al 1839, e delimita Piazza dell’Unità d’Italia, seguito da Palazzo della Prefettura, del 1904, la cui facciata mosaicata brilla al sole.

Lo stretto Passaggio della Portizza conduce al ghetto, il quartiere degli antiquari e rigattieri che ogni terza domenica del mese rispolvera il desiderio di un acquisto “d’epoca”. Da qui a tuffarsi nell’antica Trieste, la Tergeste romana, è un attimo, fra i resti del Teatro Romano, dei Templi di Giove e Atena, dell’Antiquarium di via del Seminario e quello di via Donota, fino all’Acquedotto della Val Rosandra. Pochi passi ancora e ci si ritrova nel Borgo Teresiano, voluto dall’Imperatrice Maria Teresa d’Austria alla fine del Settecento. In principio era occupato dalle saline, ma in breve si guadagnò il ruolo di centro commerciale della città. Segue il Borgo Giuseppino voluto da suo figlio, Giuseppe II, prolungamento reso necessario dell’esplosione demografica che Trieste stava vivendo. Il Canal Grande si insinua fra palazzi rinascimentali, fino ad arrivare davanti alla Chiesa serbo-ortodossa di San Spiridione, del 1868. E via così, in un museo a cielo aperto ma che di musei ne ha una trentina, extra quello del Castello di Miramare, che guarda la città da lontano.

Una città di mare verdissima, che non solo nelle architetture anche negli spazi green rivela il suo glorioso passato da capitale mitteleuropea. Basta scorrere la lista dei nomi dei tanti Giardini Storici per capirlo, annessi per la maggior parte a ville aristocratiche di varia nazionalità: Villa Revoltella, Villa Engelmann, Sartorio, Cosulich, Skabar, Basevi…Cui si aggiungono il Giardino Muzio de Tommasini, di Piazza Libertà, di Via Catullo, di Piazza Hortis, di Piazza Carlo Alberto, il Passeggio Sant’Andrea, oltre al Parco Farneto e al Parco di Villa Giulia. E già che si è in tema, si colga allora lo spunto per intraprendere percorsi che potremmo definire di trekking urbano, che partono da Trieste per spingersi sui rilievi attorno. Dove e come? Esplorando la Grotta Torri di Slivia, il Parco della Rimembranza, la Riserva naturale marina di Miramare e percorrendo la Strada Napoleonica, o Vicentina, che in 3,7 km conduce da Borgo San Nazario lungo il ciglio carsico, offrendo scorci mozzafiato sul Golfo di Trieste.

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Faro della Vittoria

Trieste, Friuli-Venezia Giulia

5 elementi Cosa fare e vedere

  • Monumento

Faro della Vittoria

Trieste, Friuli-Venezia Giulia

Il Faro della Vittoria si trova a Trieste ed è stato costruito tra il 15 gennaio 1923 e il 24 maggio 1927, ad opera dell’architetto italiano Arduino Berlam. Oltre che ad assolvere le funzioni di faro per la navigazione, illuminando il golfo di Trieste, svolge anche le funzioni di monumento commemorativo in onore dei caduti del mare durante la prima guerra mondiale, così come testimoniato dall’iscrizione posta alla sua base:SPLENDI E RICORDA I CADUTI SUL MARE (MCMXV – MCMXVIII. Il monumento è stato costruito sul Poggio di Gretta, a 60 metri sul livello del mare, sulle antiche strutture del forte austriaco Kressich del 1854. Il progetto originario del Berlam venne modificato, dopo un acceso dibattito, dall’architetto Guido Cirilli, che ne dirigeva i lavori. L’Ing. Beniamino Battigelli fu invece il progettista delle opere in cemento armato e di tutta la struttura portante del faro. Infatti, tutti i progetti tecnici portano la sua firma ed era sempre presente nel cantiere a dirigere i lavori. Il basamento della struttura è costituito da pietre provenienti dall’Istria e dal Carso, rispettivamente pietra di Orsera e pietra di Gabrie. Quindi alta e maestosa si erge una colonna che conserva alla sua sommità la gabbia in bronzo e cristallo che custodisce la lanterna-faro. La forma finale è volutamente quella di un fascio littorio sottosopra.
Sono opera dello scultore Giovanni Mayer (Trieste, 1863-1943) la statua bronzea della Vittoria alata che corona l’apice della lampada, e la statua del marinaio che orna la parte frontale del faro. Le due statue sono alte rispettivamente 7,2 e 8,6 metri.
La statua della Vittoria Alata innalza con la mano sinistra una fiaccola, mentre con la destra stringe una colonna d’alloro; realizzata in rame sbalzato dall’artigiano Giacomo Sebroth, è sorretta da un tubo d’acciaio che s’innesta nella torre. Pensata per resistere al forte vento di bora, le sue ali presentano alcune aperture per diminuirne la resistenza. La corona che ne orna il capo nasconde l’impianto di protezione dalle scariche atmosferiche. L’imponente scultura dedicata al Marinaio Ignoto, realizzata con la collaborazione del maestro scalpellino Regolo Salandini, raffigura l’immagine di un marinaio con il classico copricapo da pioggia della Regia Marina, noto come “Sud-Ovest”, e alti stivali da lavoro mentre scruta il mare. Alla base della costruzione si trova un’ancora che, popolarmente, viene ritenuta quella della torpediniera Audace, che è stata la prima nave della Regia Marina Italiana ad essere entrata nel porto di Trieste nel 1918, mentre in realtà si tratta dell’ancora della R.N. Berenice. La catena, che cinge l’aiuola alla base del Faro, e i due proiettili posti all’entrata appartenevano alla corazzata austroungarica Viribus Unitis, affondata nella Base di Pola nel 1918 da incursori della Marina Italiana.

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  • Eccellenza Naturalistica

Grotta Gigante

Sgonico, Friuli-Venezia Giulia

La Grotta Gigante è una grotta carsica, esplorata nel 1840 e aperta al turismo già nel 1908. La grotta è situata sull’altipiano del Carso, a pochi chilometri dalla città di Trieste e dal confine con la Slovenia. La sua principale caratteristica è quella di essere la grotta turistica contenente la sala naturale più grande al mondo: un singolo vano alto circa 114 metri, lungo 280 metri e largo 76,3 metri, inserita nel Guinness dei primati dal 1995. La gestione turistica della Grotta Gigante è affidata alla Commissione Grotte “E. Boegan”, il gruppo speleologico della Società Alpina delle Giulie (la Sezione di Trieste del Club Alpino Italiano). E’visitabile tutto l’anno, svolgendosi in essa, oltre alle attività di ricerca scientifica, anche attività didattiche e turistiche. L’origine viene fatta risalire ad almeno una decina di milioni di anni fa costituita da rocce carbonatiche prevalentemente calcaree. Numerosissime sono le stalattiti e stalagmiti che impreziosiscono la grotta. Tra le stalagmiti, che crescono attualmente ad una velocità media di 1mm ogni 15-20 anni, spicca l’imponente Colonna Ruggero, alta 12 metri e formatasi in circa 200.000 anni. Molte di queste concrezioni presentano una colorazione rossastra, dovuta alla presenza di ossidi di ferro. La Grotta Gigante presenta tre accessi naturali, di cui due costituiscono oggi, rispettivamente l’ingresso e l’uscita del percorso turistico. Tutti e tre confluiscono in un’enorme caverna sotterranea che misura 98,5 metri in altezza, 167,6 metri di lunghezza e 76,3 metri in larghezza, per un volume di circa 365.000 metri cubi. L’ingresso si trova a 274 metri sul livello del mare, mentre la quota del fondo della caverna misura 160,5 metri sul livello del mare. Le due gallerie laterali principali misurano in lunghezza rispettivamente 80 metri e 60 metri. Il rilievo più preciso della Grotta Gigante è stato eseguito nel 2011 dall’Istituto nazionale di oceanografia e di geofisica sperimentale con l’utilizzo di tecnologia laser scanner. Fino al 1957 per l’illuminazione si utilizzavano lampade ad acetilene, sostituite poi dall’impianto elettrico. Nel 1997 fu costruito il nuovo percorso di risalita, dedicato a Carlo Finocchiaro, a lungo presidente della Commissione Grotte E. Boegan e figura di spicco nel mondo della speleologia internazionale. Nel 2007 si concluse l’esplorazione dell’ultimo ramo laterale della Grotta Gigante, oggi dedicato allo speleologo Giorgio Coloni, che consente di raggiungere con l’ausilio di una vera e propria via ferrata la profondità di 250 metri, termina quindi a solo 20 metri sul livello del mare. Nel 2005 è stato inaugurato il nuovo “Centro accoglienza visitatori”, che ospita anche il Museo scientifico speleologico, mentre nel 2009 è stato rinnovato integralmente l’impianto d’illuminazione della grotta. Il percorso attrezzato per le visite turistiche è lungo 850 metri ed imponenti e comode scalinate conducono il visitatore attraverso un’impressionante galleria naturale fino alla profondità di 101 metri sotto la superficie, alla scoperta di un’enorme caverna (tra le più grandi al mondo aperte al pubblico) alta 98,50 m, lunga 167,60 m e larga 76,30 m. Il percorso è reso ancora più affascinante dalle magnifiche concrezioni (delle quali la più celebre è la Colonna Ruggero, così intitolata in memoria di Ruggero Konviczka) e dai suggestivi colori (toni bianchi e grigi dovuti alla calcite e ampie sfumature rossastre dovute alla presenza di ossidi di ferro). Dopo aver attraversato la Grande Caverna si prosegue verso la Sala dell’Altare, dove si scorge l’ingresso del profondo ramo laterale Coloni, che conduce a 250 metri di profondità. Nel 1997 è stato costruito un nuovo percorso che consente di sfruttare come uscita l’ingresso naturale da cui scesero i primi esploratori nel 1840, nel 2005 furono ultimati i lavori per l’edificazione del Centro Accoglienza Visitatori, mentre a fine 2009 è stato inaugurato il nuovissimo impianto d’illuminazione, realizzato seguendo rigorosi principi ecologici di risparmio energetico. Il rilievo a laser scanner, realizzato nel 2011, ha permesso di ottenere con altissima precisione le reali misure della grotta e di ricavare un filmato virtuale interattivo, fruibile da postazione computerizzata, dedicato a chi fosse fisicamente impossibilitato a compiere i numerosi gradini del percorso turistico. Il filmato viene utilizzato anche nel corso delle attività didattiche. La temperatura nella grotta è costante tutto l’anno (11 °C). La Grotta Gigante è anche sito d’importanti ricerche scientifiche. Sono infatti ospitati al suo interno i Pendoli Geodetici più lunghi del mondo, usati dal Dipartimento di Matematica e Geoscienze dell’Università degli Studi di Trieste per monitorare innumerevoli movimenti della crosta del nostro pianeta, dalle maree terrestri ai movimenti tettonici delle placche, a impercettibili vibrazioni generate da terremoti che avvengono anche all’altro capo del mondo. Completano la stazione geofisica una coppia di clinometri, che informano sui movimenti di rotazione della grotta sul piano orizzontale, ed i sismometri dell’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale (OGS).

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  • Museo

Castello di San Giusto

Trieste, Friuli-Venezia Giulia

Il castello di San Giusto sorge sulla sommità dell’omonimo colle, a lato dei resti romani del Foro e della Basilica.
L’edificazione del castello, avvenuta in periodi successivi, è strettamente intrecciata alla storia politica ed allo sviluppo della città. Le prime fondamenta vennero gettate nel 1363 dai veneziani, mentre l’attuale struttura è stata completata sotto il dominio Austriaco, a partire dalla seconda metà del XV secolo: a questo periodo risalgono la torre quadrata con l’adiacente abitazione del capitano, su due piani, e lo spazioso cortile interno. Intorno alla Casa del Capitano nel corso dei secoli si aggiunsero i tre lati dell’odierno perimetro triangolare.
Il primo bastione rotondo fu costruito, sembra una beffa, proprio dai veneziani nel 1508, i quali occuparono comunque la città per un anno; poi fu la volta del bastione a forma poligonale di Sud-Est (bastione Lalio 1557), e infine solo nel 1636 con l’esecuzione del terzo bastione la fortezza venne completata.
Il Castello non fu mai al centro di fatti militari rilevanti, e per questo si è conservato fino ad oggi.
Dai suoi camminamenti grazie alla sua posizione strategica si possono godere straordinari panorami sulla città e sul golfo di Trieste, mentre all’interno il Museo è ospitato negli ambienti della Casa del Capitano e offre al visitatore la possibilità di ammirare la tardogotica cappella di San Giorgio, la sontuosa Sala Veneta di Giuseppe Caprin. Ricca anche la collezione di armi, databili tra il XII e il XIX secolo.
Nel Bastione Lalio è ospitato il Lapidario Tergestino nel quale sono esposti 130 tra iscrizioni, bassorilievi e sculture che consentono di ricostruire la storia e l’aspetto della Tergeste romana.

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  • Sportivo

Regata Velica Internazionale Barcolana

Trieste, Friuli-Venezia Giulia

La Barcolana è una regata velica internazionale che si tiene ogni anno nel Golfo di Trieste nella seconda domenica di ottobre. La Barcolana è nota per essere una delle regate con più alta partecipazione e dall’edizione 2018, che ha visto oltre 2689 iscritti, è divenuta la regata più affollata del mondo.
Oltre all’alta partecipazione, la Barcolana è un evento unico nel panorama velico internazionale anche per la particolare formula che la contraddistingue, che vede gareggiare fianco a fianco su una singola linea di partenza velisti professionisti e semplici appassionati, su imbarcazioni di varie dimensioni che vengono suddivise in categorie a seconda della lunghezza.

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  • Castello/Fortezza/Rocca/Villa

Castello di Miramare

Trieste, Friuli-Venezia Giulia

Il Castello di Miramare, circondato da un rigoglioso parco ricco di pregiate specie botaniche, gode di una posizione panoramica incantevole; si trova a picco sul mare, sulla punta del promontorio di Grignano, che si protende nel golfo di Trieste a circa una decina di chilometri dalla città.
Costruita tra il 1856 e il 1860 su commissione dell’arciduca Ferdinando Massimiliano d’Asburgo, nominato nell’aprile del 1864 imperatore del Messico, per abitarvi insieme alla consorte, la principessa Carlotta del Belgio, offre la testimonianza unica di una lussuosa dimora nobiliare conservatasi con i suoi arredi interni originari.
Il Castello, progettato dall’ingegnere austriaco Carl Junker, si presenta in stile eclettico come professato dalla moda architettonica dell’epoca: modelli tratti dai periodi gotico, medievale e rinascimentale si combinano in una sorprendente fusione, in una sintesi perfetta tra arte e natura.
I profumi mediterranei e le austere forme europee ricreano uno scenario assolutamente unico grazie alla presenza del mare, che detta il colore azzurro delle tappezzerie del pianoterra del Castello e ispira nomi e arredi di diversi ambienti.
Oggi è un museo, visitabile tutti i giorni dell’anno, collocato tra i primi 25 musei statali con maggior numero di ospiti (oltre 290.000 visitatori nel 2017).
Le sale conservano gli arredi originali e la ricca collezione di opere d’arte collezionate da Massimiliano durante la sua vita ed esposte lungo il percorso di visita.
Il Castello e le Ex Scuderie ospitano regolarmente al loro interno mostre e attività culturali.

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  • Monumento

Faro della Vittoria

Trieste, Friuli-Venezia Giulia

Il Faro della Vittoria si trova a Trieste ed è stato costruito tra il 15 gennaio 1923 e il 24 maggio 1927, ad opera dell’architetto italiano Arduino Berlam. Oltre che ad assolvere le funzioni di faro per la navigazione, illuminando il golfo di Trieste, svolge anche le funzioni di monumento commemorativo in onore dei caduti del mare durante la prima guerra mondiale, così come testimoniato dall’iscrizione posta alla sua base:SPLENDI E RICORDA I CADUTI SUL MARE (MCMXV – MCMXVIII. Il monumento è stato costruito sul Poggio di Gretta, a 60 metri sul livello del mare, sulle antiche strutture del forte austriaco Kressich del 1854. Il progetto originario del Berlam venne modificato, dopo un acceso dibattito, dall’architetto Guido Cirilli, che ne dirigeva i lavori. L’Ing. Beniamino Battigelli fu invece il progettista delle opere in cemento armato e di tutta la struttura portante del faro. Infatti, tutti i progetti tecnici portano la sua firma ed era sempre presente nel cantiere a dirigere i lavori. Il basamento della struttura è costituito da pietre provenienti dall’Istria e dal Carso, rispettivamente pietra di Orsera e pietra di Gabrie. Quindi alta e maestosa si erge una colonna che conserva alla sua sommità la gabbia in bronzo e cristallo che custodisce la lanterna-faro. La forma finale è volutamente quella di un fascio littorio sottosopra.
Sono opera dello scultore Giovanni Mayer (Trieste, 1863-1943) la statua bronzea della Vittoria alata che corona l’apice della lampada, e la statua del marinaio che orna la parte frontale del faro. Le due statue sono alte rispettivamente 7,2 e 8,6 metri.
La statua della Vittoria Alata innalza con la mano sinistra una fiaccola, mentre con la destra stringe una colonna d’alloro; realizzata in rame sbalzato dall’artigiano Giacomo Sebroth, è sorretta da un tubo d’acciaio che s’innesta nella torre. Pensata per resistere al forte vento di bora, le sue ali presentano alcune aperture per diminuirne la resistenza. La corona che ne orna il capo nasconde l’impianto di protezione dalle scariche atmosferiche. L’imponente scultura dedicata al Marinaio Ignoto, realizzata con la collaborazione del maestro scalpellino Regolo Salandini, raffigura l’immagine di un marinaio con il classico copricapo da pioggia della Regia Marina, noto come “Sud-Ovest”, e alti stivali da lavoro mentre scruta il mare. Alla base della costruzione si trova un’ancora che, popolarmente, viene ritenuta quella della torpediniera Audace, che è stata la prima nave della Regia Marina Italiana ad essere entrata nel porto di Trieste nel 1918, mentre in realtà si tratta dell’ancora della R.N. Berenice. La catena, che cinge l’aiuola alla base del Faro, e i due proiettili posti all’entrata appartenevano alla corazzata austroungarica Viribus Unitis, affondata nella Base di Pola nel 1918 da incursori della Marina Italiana.

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  • Eccellenza Naturalistica

Grotta Gigante

Sgonico, Friuli-Venezia Giulia

La Grotta Gigante è una grotta carsica, esplorata nel 1840 e aperta al turismo già nel 1908. La grotta è situata sull’altipiano del Carso, a pochi chilometri dalla città di Trieste e dal confine con la Slovenia. La sua principale caratteristica è quella di essere la grotta turistica contenente la sala naturale più grande al mondo: un singolo vano alto circa 114 metri, lungo 280 metri e largo 76,3 metri, inserita nel Guinness dei primati dal 1995. La gestione turistica della Grotta Gigante è affidata alla Commissione Grotte “E. Boegan”, il gruppo speleologico della Società Alpina delle Giulie (la Sezione di Trieste del Club Alpino Italiano). E’visitabile tutto l’anno, svolgendosi in essa, oltre alle attività di ricerca scientifica, anche attività didattiche e turistiche. L’origine viene fatta risalire ad almeno una decina di milioni di anni fa costituita da rocce carbonatiche prevalentemente calcaree. Numerosissime sono le stalattiti e stalagmiti che impreziosiscono la grotta. Tra le stalagmiti, che crescono attualmente ad una velocità media di 1mm ogni 15-20 anni, spicca l’imponente Colonna Ruggero, alta 12 metri e formatasi in circa 200.000 anni. Molte di queste concrezioni presentano una colorazione rossastra, dovuta alla presenza di ossidi di ferro. La Grotta Gigante presenta tre accessi naturali, di cui due costituiscono oggi, rispettivamente l’ingresso e l’uscita del percorso turistico. Tutti e tre confluiscono in un’enorme caverna sotterranea che misura 98,5 metri in altezza, 167,6 metri di lunghezza e 76,3 metri in larghezza, per un volume di circa 365.000 metri cubi. L’ingresso si trova a 274 metri sul livello del mare, mentre la quota del fondo della caverna misura 160,5 metri sul livello del mare. Le due gallerie laterali principali misurano in lunghezza rispettivamente 80 metri e 60 metri. Il rilievo più preciso della Grotta Gigante è stato eseguito nel 2011 dall’Istituto nazionale di oceanografia e di geofisica sperimentale con l’utilizzo di tecnologia laser scanner. Fino al 1957 per l’illuminazione si utilizzavano lampade ad acetilene, sostituite poi dall’impianto elettrico. Nel 1997 fu costruito il nuovo percorso di risalita, dedicato a Carlo Finocchiaro, a lungo presidente della Commissione Grotte E. Boegan e figura di spicco nel mondo della speleologia internazionale. Nel 2007 si concluse l’esplorazione dell’ultimo ramo laterale della Grotta Gigante, oggi dedicato allo speleologo Giorgio Coloni, che consente di raggiungere con l’ausilio di una vera e propria via ferrata la profondità di 250 metri, termina quindi a solo 20 metri sul livello del mare. Nel 2005 è stato inaugurato il nuovo “Centro accoglienza visitatori”, che ospita anche il Museo scientifico speleologico, mentre nel 2009 è stato rinnovato integralmente l’impianto d’illuminazione della grotta. Il percorso attrezzato per le visite turistiche è lungo 850 metri ed imponenti e comode scalinate conducono il visitatore attraverso un’impressionante galleria naturale fino alla profondità di 101 metri sotto la superficie, alla scoperta di un’enorme caverna (tra le più grandi al mondo aperte al pubblico) alta 98,50 m, lunga 167,60 m e larga 76,30 m. Il percorso è reso ancora più affascinante dalle magnifiche concrezioni (delle quali la più celebre è la Colonna Ruggero, così intitolata in memoria di Ruggero Konviczka) e dai suggestivi colori (toni bianchi e grigi dovuti alla calcite e ampie sfumature rossastre dovute alla presenza di ossidi di ferro). Dopo aver attraversato la Grande Caverna si prosegue verso la Sala dell’Altare, dove si scorge l’ingresso del profondo ramo laterale Coloni, che conduce a 250 metri di profondità. Nel 1997 è stato costruito un nuovo percorso che consente di sfruttare come uscita l’ingresso naturale da cui scesero i primi esploratori nel 1840, nel 2005 furono ultimati i lavori per l’edificazione del Centro Accoglienza Visitatori, mentre a fine 2009 è stato inaugurato il nuovissimo impianto d’illuminazione, realizzato seguendo rigorosi principi ecologici di risparmio energetico. Il rilievo a laser scanner, realizzato nel 2011, ha permesso di ottenere con altissima precisione le reali misure della grotta e di ricavare un filmato virtuale interattivo, fruibile da postazione computerizzata, dedicato a chi fosse fisicamente impossibilitato a compiere i numerosi gradini del percorso turistico. Il filmato viene utilizzato anche nel corso delle attività didattiche. La temperatura nella grotta è costante tutto l’anno (11 °C). La Grotta Gigante è anche sito d’importanti ricerche scientifiche. Sono infatti ospitati al suo interno i Pendoli Geodetici più lunghi del mondo, usati dal Dipartimento di Matematica e Geoscienze dell’Università degli Studi di Trieste per monitorare innumerevoli movimenti della crosta del nostro pianeta, dalle maree terrestri ai movimenti tettonici delle placche, a impercettibili vibrazioni generate da terremoti che avvengono anche all’altro capo del mondo. Completano la stazione geofisica una coppia di clinometri, che informano sui movimenti di rotazione della grotta sul piano orizzontale, ed i sismometri dell’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale (OGS).

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  • Museo

Castello di San Giusto

Trieste, Friuli-Venezia Giulia

Il castello di San Giusto sorge sulla sommità dell’omonimo colle, a lato dei resti romani del Foro e della Basilica.
L’edificazione del castello, avvenuta in periodi successivi, è strettamente intrecciata alla storia politica ed allo sviluppo della città. Le prime fondamenta vennero gettate nel 1363 dai veneziani, mentre l’attuale struttura è stata completata sotto il dominio Austriaco, a partire dalla seconda metà del XV secolo: a questo periodo risalgono la torre quadrata con l’adiacente abitazione del capitano, su due piani, e lo spazioso cortile interno. Intorno alla Casa del Capitano nel corso dei secoli si aggiunsero i tre lati dell’odierno perimetro triangolare.
Il primo bastione rotondo fu costruito, sembra una beffa, proprio dai veneziani nel 1508, i quali occuparono comunque la città per un anno; poi fu la volta del bastione a forma poligonale di Sud-Est (bastione Lalio 1557), e infine solo nel 1636 con l’esecuzione del terzo bastione la fortezza venne completata.
Il Castello non fu mai al centro di fatti militari rilevanti, e per questo si è conservato fino ad oggi.
Dai suoi camminamenti grazie alla sua posizione strategica si possono godere straordinari panorami sulla città e sul golfo di Trieste, mentre all’interno il Museo è ospitato negli ambienti della Casa del Capitano e offre al visitatore la possibilità di ammirare la tardogotica cappella di San Giorgio, la sontuosa Sala Veneta di Giuseppe Caprin. Ricca anche la collezione di armi, databili tra il XII e il XIX secolo.
Nel Bastione Lalio è ospitato il Lapidario Tergestino nel quale sono esposti 130 tra iscrizioni, bassorilievi e sculture che consentono di ricostruire la storia e l’aspetto della Tergeste romana.

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Regata Velica Internazionale Barcolana

Trieste, Friuli-Venezia Giulia

La Barcolana è una regata velica internazionale che si tiene ogni anno nel Golfo di Trieste nella seconda domenica di ottobre. La Barcolana è nota per essere una delle regate con più alta partecipazione e dall’edizione 2018, che ha visto oltre 2689 iscritti, è divenuta la regata più affollata del mondo.
Oltre all’alta partecipazione, la Barcolana è un evento unico nel panorama velico internazionale anche per la particolare formula che la contraddistingue, che vede gareggiare fianco a fianco su una singola linea di partenza velisti professionisti e semplici appassionati, su imbarcazioni di varie dimensioni che vengono suddivise in categorie a seconda della lunghezza.

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  • Castello/Fortezza/Rocca/Villa

Castello di Miramare

Trieste, Friuli-Venezia Giulia

Il Castello di Miramare, circondato da un rigoglioso parco ricco di pregiate specie botaniche, gode di una posizione panoramica incantevole; si trova a picco sul mare, sulla punta del promontorio di Grignano, che si protende nel golfo di Trieste a circa una decina di chilometri dalla città.
Costruita tra il 1856 e il 1860 su commissione dell’arciduca Ferdinando Massimiliano d’Asburgo, nominato nell’aprile del 1864 imperatore del Messico, per abitarvi insieme alla consorte, la principessa Carlotta del Belgio, offre la testimonianza unica di una lussuosa dimora nobiliare conservatasi con i suoi arredi interni originari.
Il Castello, progettato dall’ingegnere austriaco Carl Junker, si presenta in stile eclettico come professato dalla moda architettonica dell’epoca: modelli tratti dai periodi gotico, medievale e rinascimentale si combinano in una sorprendente fusione, in una sintesi perfetta tra arte e natura.
I profumi mediterranei e le austere forme europee ricreano uno scenario assolutamente unico grazie alla presenza del mare, che detta il colore azzurro delle tappezzerie del pianoterra del Castello e ispira nomi e arredi di diversi ambienti.
Oggi è un museo, visitabile tutti i giorni dell’anno, collocato tra i primi 25 musei statali con maggior numero di ospiti (oltre 290.000 visitatori nel 2017).
Le sale conservano gli arredi originali e la ricca collezione di opere d’arte collezionate da Massimiliano durante la sua vita ed esposte lungo il percorso di visita.
Il Castello e le Ex Scuderie ospitano regolarmente al loro interno mostre e attività culturali.

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