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Sant'Agata Feltria

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Santarcangelo di Romagna è il “capoluogo” della Valmarecchia, quella striscia di terra che corre lungo il fiume omonimo, segnando il confine fra Italia settentrionale e centro-meridionale, un tempo contesa fra Malatesta e Montefeltro. A Santarcangelo non bisogna fare l’errore di appagarsi subito delle tante cose da vedere in superficie: la Piazza Ganganelli, la Torre del Campanone, la Porta Cervese, la Piazza delle Monache, la Chiesa Collegiata, la Pieve di San Michele e lo Sferisterio, oltre al Museo Storico Archeologico MUSAS e al MET – Museo Etnografico degli Usi e Costumi della Gente di Romagna. E’ infatti nel sottosuolo che il borgo nasconde un vero tesoro: 150 grotte ipogee scavate nell’argilla e nell’arenaria e disposte su tre piani, realizzate nel Medioevo per la conservazione degli alimenti e del vino. Un vero e proprio labirinto in cui perdersi (metaforicamente!) fra granai, nicchie, cunicoli fino ad arrivare alla cosiddetta Grotta Monumentale. Ultimo suggerimento, la visita all’Antica Stamperia Artigiana Marchi, che da 5 secoli realizza stampe con strumenti del Seicento.

Verucchio è passato alla storia per aver dato i natali alla stirpe dei Malatesta, nobile schiatta che dell’Emilia Romagna ha segnato e cambiato la storia. A cominciare dall’assetto di questo borgo, il cui fulcro è la Rocca Malatestiana, la più grande e meglio conservata fra le decine costruite in tutta la Regione nell’arco di secoli dai vari discendenti. Per un certo periodo ebbero anche la Rocca di Torriana, poi appartenuta alla famiglia dei Guidi di Bagno, così come il Castello di Montebello, affascinante con i suoi passaggi segreti, i pozzi profondissimi e i misteriosi rumori che hanno alimentato la leggenda di un fantasma.

Atmosfere medievali e immancabile Castello anche per Sant’Agata Feltria, che vanta pure un altro tipo di tesoro, il tartufo bianco, di cui in ottobre ospita la Fiera Nazionale. Bellissimo San Leo, borgo sospeso a strapiombo su un abisso, con una Fortezza intatta che sembra uscita da un manuale di architettura militare: a progettarla fu Francesco di Giorgio Martini, nel XV secolo, e fece in modo di renderla inespugnabile. Il borgo ha ospitato nei secoli personaggi di spicco, da Dante, che lo ricorda nella Divina Commedia, a San Francesco, fino a Giuseppe Balsamo Conte di Cagliostro, mago e alchimista che qui rimase rinchiuso fino alla morte.

Curiosa l’origine di Pennabilli, borgo nato dall’unione di Penna e Billi nel Trecento. Anche qui, ci si sazia di palazzi e monumenti vecchi di almeno qualche secolo, per poi fare un pieno di natura nel Parco Naturale del Sasso Simone e Simoncello, terreno ideale per escursioni di ogni genere e disciplina. Se invece si cerca soddisfazione per il palato, c’è l’Orto dei Frutti Dimenticati creato dal poeta Tonino Guerra, un archivio storico dei sapori della flora spontanea appenninica.

Novafeltria è sinonimo di zolfo da centinaia di anni. Dal 1964 la miniera di Perticara è chiusa ed è diventata il Museo Sulphur, lasciando intuire attraverso i 100 km di gallerie disposti su 9 livelli cosa doveva significare vivere e lavorare in certe condizioni. Il sito minerario si trova sul Monte Aquilone, noto a chi pratica volo libero, parapendio e deltaplano per le correnti e a chi pratica arrampicata per le pareti rocciose.

Ultime due tappe, Maiolo, noto per la Rocca di Maioletto e la bontà del pane fatto con la varietà antica di grano “gentilrosso”, e Casteldelci, sulle pendici del Monte Fumaiolo, da cui ha origine il Tevere.

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Parco InterRegionale del Sasso Simone e Simoncello

Pennabilli, Emilia-Romagna

7 elementi Cosa fare e vedere

  • Affari

Ristorante Il Piastrino

Pennabilli, Emilia-Romagna

Il Ristorante Il Piastrino è ricavato all’interno di un’antica casa contadina con muri in sasso, magnificamente ristrutturata nel verde del Parco Begni di Pennabilli, dove lo Chef e Patron Riccardo Agostini ha creato il suo spazio per pensare e plasmare nuove proposte fantasiose gastronomiche, che, in diverse esecuzioni hanno profonde radici del suo territorio, oppure connubi personali, originali o piacevolmente imprevedibili, da proporre agli ospiti per il delizioso compiacimento gastronomico. Considerando l’elevato profilo del ristorante, il servizio di buon livello, l’ambiente curato di fantastica bellezza, garbatamente arredato che trasmette calore e intimità, i piatti realizzati con cura e spiccato senso estetico, dove non mancano gusto e tecnica, i prezzi sono relativamente contenuti, da 12 a 30 € per ogni portata. La Carta offre complessivamente una ventina di proposte, prevalentemente di carne, terra e qualche concessione ai prodotti ittici. Interessanti i tre menu degustazione.

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  • Parco

Parco InterRegionale del Sasso Simone e Simoncello

Pennabilli, Emilia-Romagna

Il Parco Naturale Interregionale del Sasso Simone e Simoncello è un territorio di 4791 ettari situato nelle Province di Rimini e di Pesaro-Urbino, ai confini con l’omonima Riserva Naturale toscana del comune di Sestino (AR), nel cuore del Montefeltro, suddiviso tra i Comuni di Pennabilli nella Regione Emilia-Romagna e di Carpegna, Frontino, Montecopiolo, Pian di Meleto e Pietrarubbia nella Regione Marche.

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  • Museo

Museo Storico Minerario Sulphur

Novafeltria, Emilia-Romagna

Inaugurato nel gennaio 1970, grazie all’impegno dell’Associazione Pro Loco, che ha raccolto le richieste di conservazione della memoria espresse dai minatori, il Museo Storico Minerario nasce con l’intento di testimoniare l’attività estrattiva dello zolfo nella miniera di Perticara. Dal 1980 al museo si affianca l’idea di un progetto che si connota come uno dei primi esempi di archeologia industriale sorti in Italia e si prefigge di valorizzare i numerosi esempi di cultura materiale ancora presenti sul territorio, per riportare alla luce una storia comune al popolo europeo ma ormai scomparsa dalla memoria collettiva. Si avvia così il restauro degli edifici dell’ex Cantiere Solfureo Certino costruiti dalla Montecatini a partire dal 1917 che rappresentano il periodo di massima attività produttiva della miniera. Nel 2002 si concretizza il nuovo progetto museografico ed il ricco patrimonio di reperti acquisiti dopo un trentennale lavoro di ricerca trova la giusta collocazione negli ambienti originali, che sorgono vicino al pozzo Vittoria, antico collegamento con l’immensa città sotterranea. Le sale, costruite su una sapiente scenografia degli spazi, di grande suggestione, hanno una potente forza comunicativa, che risulta particolarmente efficace per l’apprendimento e la didattica. La loro sequenza è organizzata in un percorso strutturato per temi che riproduce tutte le fasi dall’estrazione alla fusione dello zolfo e culmina ne La miniera, fedele ricostruzione di un itinerario sotterraneo inaugurata nell’ottobre 2005, in cui la visita diviene esperienza di una delle più straordinarie avventure dell’uomo, quella che spinse migliaia di uomini a rinchiudersi nelle profondità della terra alla ricerca dello zolfo, rendendosi parte attiva dell’evoluzione economica e sociale del nostro paese.

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  • Esposizione

I Luoghi dell’Anima, Museo Diffuso di Tonino Guerra

Pennabilli, Emilia-Romagna

Il museo diffuso “I Luoghi dell’Anima” nasce dalla fervida mente del poeta-sceneggiatore Tonino Guerra. Le installazioni percorrono l’intero paese di Pennabilli e la Valle del Marecchia risvegliando l’interesse dei visitatori attraverso sottili invenzioni poetiche. Per la loro originalità e per i contenuti universali che suggeriscono, sono diventate un “modello di creatività e rivalutazione urbanistica, un museo unico nel suo genere. Sono luoghi che invitano alla meditazione ed alla riflessione ed evocano tempi trascorsi e resi ancora più suggestivi dalla fantasia con la quale i ricordi si arricchiscono. I luoghi dell’anima presenti a Pennabilli sono:
L’orto dei frutti dimenticati
Il rifugio delle Madonne abbandonate
La strada delle Meridiane
L’angelo coi baffi
Il santuario dei pensieri
Il giardino pietrificato, in località Bascio
La Madonna del rettangolo di neve, in località Ca’ Romano.

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  • Museo

Museo Civico Archeologico Villanoviano

Verucchio, Emilia-Romagna

Allestito nel Monastero dei Padri Agostiniani, la cui fondazione risale al XIII secolo, è una delle perle e maggiori sorprese di cultura ed arte dell’entroterra riminese. Non solo la rarità ma la grande raffinatezza estetica dei reperti (che arrivano da centinaia di tombe villanoviano-etrusche databili da X al VI secolo a. C.) ne fanno un museo davvero da non perdere. Dalle necropoli verucchiesi sono riemersi oggetti e arredi praticamente unici per stile e grado di conservazione. Si pensi agli oggetti in legno o ai contenitori in fibre vegetali e alle stoffe. Tra tutti i reperti, grande rilievo ha il trono ligneo con rappresentazione di figure umane. Anche il contenitore, il Monastero agostiniano, per le sue architetture (tra cui la chiesa di S. Agostino) rappresenta una degnissima cornice. Fa parte di Remus, la Rete dei Musei della Bassa Valmarecchia.

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  • Culturale Materiale

Forte di San Leo

San Leo, Emilia-Romagna

La Fortezza di San Leo posta nel punto più alto di una piastra rocciosa delimitata da imponenti pareti verticali, la fortezza rappresenta la principale emergenza architettonica dell’intero borgo di San Leo. Le origini dell’abitato fortificato sono certamente pre-cristiane, anche se le prime notizie documentate di un reale insediamento sono legate alla presenza del santo Leone fra IV e V secolo. La notevole posizione strategica fece di San Leo un luogo conteso per tutto l’alto medioevo: dai Goti ai Bizantini, passando per i Longobardi (Desiderio realizzò il primo presidio difensivo in muratura) fino alla dominazione della Chiesa, attestato dalla metà dell’VIII fino a buona parte del X secolo. Dopo la Signoria dei Montefeltro, estesa fino al Seicento, San Leo passò ai Della Rovere e, alla loro estinzione, allo Stato Pontificio fino al 1860. Utilizzata per lungo tempo come carcere – notissima è la vicenda del conte di Cagliostro, qui recluso fra il 1791 e il 1795 – la rocca sarà infine impiegata come caserma militare fino al 1915. La fortezza costituisce il culmine di un complesso monumentale che comprende principalmente, all’interno del borgo, la cattedrale di San Leone, la torre civica, il palazzo mediceo e l’antica pieve. Il suo attuale aspetto è quasi interamente legato alla ricostruzione voluta da Federico di Montefeltro e attuata dal suo architetto militare, Francesco di Giorgio Martini. L’esito del rifacimento rappresenta uno dei più compiuti e significativi esempi di architettura fortificata rinascimentale, che da una vista d’insieme offre una grande omogeneità compositiva e uno straordinario raccordo fra l’opera costruita e la roccia che lo sostiene. In realtà, la fortezza comprende due corpi distinti e di differenti epoche: nella parte più alta, l’antico mastio con i tre tipici torrioni quadrati; connesso a quest’ultimo, l’ala residenziale e le torri circolari unite da un imponente muraglione con terminazione a beccatelli. Il complesso fortificato si completa con una serie di piazzali, spazi aperti che uniscono i vari corpi di fabbrica posti a quote differenti.

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  • Affari

Ristorante Il Piastrino

Pennabilli, Emilia-Romagna

Il Ristorante Il Piastrino è ricavato all’interno di un’antica casa contadina con muri in sasso, magnificamente ristrutturata nel verde del Parco Begni di Pennabilli, dove lo Chef e Patron Riccardo Agostini ha creato il suo spazio per pensare e plasmare nuove proposte fantasiose gastronomiche, che, in diverse esecuzioni hanno profonde radici del suo territorio, oppure connubi personali, originali o piacevolmente imprevedibili, da proporre agli ospiti per il delizioso compiacimento gastronomico. Considerando l’elevato profilo del ristorante, il servizio di buon livello, l’ambiente curato di fantastica bellezza, garbatamente arredato che trasmette calore e intimità, i piatti realizzati con cura e spiccato senso estetico, dove non mancano gusto e tecnica, i prezzi sono relativamente contenuti, da 12 a 30 € per ogni portata. La Carta offre complessivamente una ventina di proposte, prevalentemente di carne, terra e qualche concessione ai prodotti ittici. Interessanti i tre menu degustazione.

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  • Parco

Parco InterRegionale del Sasso Simone e Simoncello

Pennabilli, Emilia-Romagna

Il Parco Naturale Interregionale del Sasso Simone e Simoncello è un territorio di 4791 ettari situato nelle Province di Rimini e di Pesaro-Urbino, ai confini con l’omonima Riserva Naturale toscana del comune di Sestino (AR), nel cuore del Montefeltro, suddiviso tra i Comuni di Pennabilli nella Regione Emilia-Romagna e di Carpegna, Frontino, Montecopiolo, Pian di Meleto e Pietrarubbia nella Regione Marche.

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  • Museo

Museo Storico Minerario Sulphur

Novafeltria, Emilia-Romagna

Inaugurato nel gennaio 1970, grazie all’impegno dell’Associazione Pro Loco, che ha raccolto le richieste di conservazione della memoria espresse dai minatori, il Museo Storico Minerario nasce con l’intento di testimoniare l’attività estrattiva dello zolfo nella miniera di Perticara. Dal 1980 al museo si affianca l’idea di un progetto che si connota come uno dei primi esempi di archeologia industriale sorti in Italia e si prefigge di valorizzare i numerosi esempi di cultura materiale ancora presenti sul territorio, per riportare alla luce una storia comune al popolo europeo ma ormai scomparsa dalla memoria collettiva. Si avvia così il restauro degli edifici dell’ex Cantiere Solfureo Certino costruiti dalla Montecatini a partire dal 1917 che rappresentano il periodo di massima attività produttiva della miniera. Nel 2002 si concretizza il nuovo progetto museografico ed il ricco patrimonio di reperti acquisiti dopo un trentennale lavoro di ricerca trova la giusta collocazione negli ambienti originali, che sorgono vicino al pozzo Vittoria, antico collegamento con l’immensa città sotterranea. Le sale, costruite su una sapiente scenografia degli spazi, di grande suggestione, hanno una potente forza comunicativa, che risulta particolarmente efficace per l’apprendimento e la didattica. La loro sequenza è organizzata in un percorso strutturato per temi che riproduce tutte le fasi dall’estrazione alla fusione dello zolfo e culmina ne La miniera, fedele ricostruzione di un itinerario sotterraneo inaugurata nell’ottobre 2005, in cui la visita diviene esperienza di una delle più straordinarie avventure dell’uomo, quella che spinse migliaia di uomini a rinchiudersi nelle profondità della terra alla ricerca dello zolfo, rendendosi parte attiva dell’evoluzione economica e sociale del nostro paese.

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I Luoghi dell’Anima, Museo Diffuso di Tonino Guerra

Pennabilli, Emilia-Romagna

Il museo diffuso “I Luoghi dell’Anima” nasce dalla fervida mente del poeta-sceneggiatore Tonino Guerra. Le installazioni percorrono l’intero paese di Pennabilli e la Valle del Marecchia risvegliando l’interesse dei visitatori attraverso sottili invenzioni poetiche. Per la loro originalità e per i contenuti universali che suggeriscono, sono diventate un “modello di creatività e rivalutazione urbanistica, un museo unico nel suo genere. Sono luoghi che invitano alla meditazione ed alla riflessione ed evocano tempi trascorsi e resi ancora più suggestivi dalla fantasia con la quale i ricordi si arricchiscono. I luoghi dell’anima presenti a Pennabilli sono:
L’orto dei frutti dimenticati
Il rifugio delle Madonne abbandonate
La strada delle Meridiane
L’angelo coi baffi
Il santuario dei pensieri
Il giardino pietrificato, in località Bascio
La Madonna del rettangolo di neve, in località Ca’ Romano.

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Museo Civico Archeologico Villanoviano

Verucchio, Emilia-Romagna

Allestito nel Monastero dei Padri Agostiniani, la cui fondazione risale al XIII secolo, è una delle perle e maggiori sorprese di cultura ed arte dell’entroterra riminese. Non solo la rarità ma la grande raffinatezza estetica dei reperti (che arrivano da centinaia di tombe villanoviano-etrusche databili da X al VI secolo a. C.) ne fanno un museo davvero da non perdere. Dalle necropoli verucchiesi sono riemersi oggetti e arredi praticamente unici per stile e grado di conservazione. Si pensi agli oggetti in legno o ai contenitori in fibre vegetali e alle stoffe. Tra tutti i reperti, grande rilievo ha il trono ligneo con rappresentazione di figure umane. Anche il contenitore, il Monastero agostiniano, per le sue architetture (tra cui la chiesa di S. Agostino) rappresenta una degnissima cornice. Fa parte di Remus, la Rete dei Musei della Bassa Valmarecchia.

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  • Culturale Materiale

Forte di San Leo

San Leo, Emilia-Romagna

La Fortezza di San Leo posta nel punto più alto di una piastra rocciosa delimitata da imponenti pareti verticali, la fortezza rappresenta la principale emergenza architettonica dell’intero borgo di San Leo. Le origini dell’abitato fortificato sono certamente pre-cristiane, anche se le prime notizie documentate di un reale insediamento sono legate alla presenza del santo Leone fra IV e V secolo. La notevole posizione strategica fece di San Leo un luogo conteso per tutto l’alto medioevo: dai Goti ai Bizantini, passando per i Longobardi (Desiderio realizzò il primo presidio difensivo in muratura) fino alla dominazione della Chiesa, attestato dalla metà dell’VIII fino a buona parte del X secolo. Dopo la Signoria dei Montefeltro, estesa fino al Seicento, San Leo passò ai Della Rovere e, alla loro estinzione, allo Stato Pontificio fino al 1860. Utilizzata per lungo tempo come carcere – notissima è la vicenda del conte di Cagliostro, qui recluso fra il 1791 e il 1795 – la rocca sarà infine impiegata come caserma militare fino al 1915. La fortezza costituisce il culmine di un complesso monumentale che comprende principalmente, all’interno del borgo, la cattedrale di San Leone, la torre civica, il palazzo mediceo e l’antica pieve. Il suo attuale aspetto è quasi interamente legato alla ricostruzione voluta da Federico di Montefeltro e attuata dal suo architetto militare, Francesco di Giorgio Martini. L’esito del rifacimento rappresenta uno dei più compiuti e significativi esempi di architettura fortificata rinascimentale, che da una vista d’insieme offre una grande omogeneità compositiva e uno straordinario raccordo fra l’opera costruita e la roccia che lo sostiene. In realtà, la fortezza comprende due corpi distinti e di differenti epoche: nella parte più alta, l’antico mastio con i tre tipici torrioni quadrati; connesso a quest’ultimo, l’ala residenziale e le torri circolari unite da un imponente muraglione con terminazione a beccatelli. Il complesso fortificato si completa con una serie di piazzali, spazi aperti che uniscono i vari corpi di fabbrica posti a quote differenti.

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Fiera di San Martino (“Fiera dei Becchi”)

Altro

Comune: Santarcangelo Di Romagna

Mese di inizio: Novembre

Durata: 3 Giorni

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